Capitolo terzo: Rigel
“Harry, è da un po’ che non ci si vede.” disse l’uomo seduto su una poltrona
del salone.
Grattastinchi era vicino alla poltrona a fare le fusa.
Intanto Harry rimaneva sulla porta con la bacchetta alla mano.
“David come mai da queste parti?”
“Ho un messaggio da consegnarti.”
Harry accese la luce e disse irritato: “Puoi dire alla Professoressa McGranitt
o a Remus che come al solito non m’interresa diventare un professore ne’ di
Hogwarts ne’ dell’accademia auror. Ora te ne puoi andare, conosci la strada.”
“Si” risposte David un po’ sconsolato, alzatosi andò verso la porta, quando si
trovò vicino a Harry gli disse più calmo: “Grazie per non aver mai detto a
nessuno dove mi trovo.”
“Sì, ma non puoi stare sempre solo.”
“Io sono Harry Potter, sono il prescelto, posso fare tutto.”
“Tranne che affrontare i tuoi sentimenti e i tuoi errori.”
“Se non sbaglio anche tu, hai scelto la solitudine…”
“Hermione è tornata, insegnerà a Hogwarts.”
Harry si voltò ed esclamò: “La cosa non m’interessa.”
“Sei uno stupido. Il destino ti ha dato una seconda occasione, non sprecarla
inutilmente.” disse David e uscì dalla porta “Ah un’altra cosa i nuovi
mangiamorte l’hanno attaccato casa sua, se non fosse stato per Ron e Draco, ora
sarebbe morta per colpa tua. Volevano sapere da lei dove ti nascondevi. La
prossima volta potrebbe non essere cosi fortunata.”
“Buon giorno signorina Granger” disse Olivander non appena Harmony in compagnia
di Tibby e Acrux entro nel omonimo negozio di bacchette.
“Buon giorno. Vorrei sapere se la mia bacchetta è pronta?” domandò la giovane
strega.
“Si, certo.” Rispose il vecchio mago che poi si rivolse agli altri due ragazzi
“Mi ricordo di voi: Acrux Malfyo legno Frassino di 16 pollici con un anima di
tendine di cuore di drago del estremo nord, e lei signorina Weasley legno di
faggio 14 pollici anima di piuma di griffone. Ma non perdiamo ulteriore tempo
ecco la sua bacchetta” e Olivander presse una scatola dal bancone, aperta, tirò
fuori la bacchetta la offrì ad Harmony. La bacchetta sembrava nuova, la ragazza
la prese e di nuovo sentì il potere scorre in lei; sentì l’anima della
bacchetta contenta di tornare a fare magie, e perché no a combattere.
“Allora signorina Granger, come le sembra?” domandò il vecchio mago sorridendo
curioso.
“Bene… è potente.” Rispose la ragazza sicura.
“Mi fa molto piacere, sa signorina nei tanti gli anni che faccio questo lavoro
è la prima volta che riparò una bacchetta per venderla, ma questa è la migliore
che ho mai fatto. C’è un’altra cosa che deve sapere, ho dovuto integrale la
piuma della fenice con qualcosa di neutro, con qualcosa che ha in se del
armonia, cosi ho usato la piuma di un ippogrifo.” E il vecchio mago la guardò
con i suoi occhi d’argento “Credo proprio che da lei possiamo aspettarci grandi
cose, proprio come i suoi genitori e come l’uomo che ha segnato il destino di
suo padre. Si ricordi per fabbricare il ferro più resistente ci vuole il fuoco
più caldo.”
“Grazie e me lo ricorderò.” Rispose Harmony un po’ intimidita e pagato
Olivander i tre ragazzi uscirono dal negozio.
“Merlino quanto è inquietante quel uomo, sembra un mago oscuro” disse Tibby
riprendendo a respirare.
“Me la fai vedere, Harmony?” domandò serio Acrux.
“Si...” Rispose la ragazza, e gli passò bacchetta.
Acrux la presa, la guardò e disse: “E’ incredibile, questa è la bacchetta che
ha sconfitto Voldemort.”
“Per me è…” disse sorridendo Harmony “…è la bacchetta di mio padre.”
Il ragazzo dopo avergliela ridata le domandò: “Ti manca?”
“No, come può mancarmi, non lo mai conosciuto. Conosco la sua leggenda, ma so
cosi poco di lui…”
E i tre ragazzi s’incamminarono per Diagon Alley. Arrivati al incrocio con
Knockturn Alley trovarono ad aspettarli James Lupin.
“Jim!!” esclamò Tibby e gli corse incontro, si abbracciarono e si baciarono.
“E molto che aspetti?” gli domando la ragazza.
“No, sono appena arrivato. Dovevamo finire un lavoro.” Rispose lui sorridendo.
“Nessun problema?” domandò Tibby.
“No, solo un lavoro di routine, niente d’importante.”
“C’era anche lei?” mormorò la ragazza un po’ imbronciata.
James sta per rispondere quando Harmony e Acrux si
avvicinarono.
“Malfoy” salutò James.
“Lupin” rispose lui.
Poi i due si sorrisero e si scambiarono una virile stretta
di mano.
“Jim, lei è Harmony Granger.” Disse Tibby per presentare l’amica.
“La famosa figlia di Hermione e di Harry.” Disse James
sorridendo e mettendo un pochino in imbarazzo la giovane strega.
James Lupin era proprio un bel ragazzo di vent’anni, poco
più alto di Acrux, ma dal fisico muscoloso, vestiva alla babbana, con un paio
di jeans neri e una maglietta, i suoi capelli erano corti, e aveva la un ombra
di barba sul viso.
I quattro ragazzi andarono in un caffè, dove si misero a chiacchierare.
“Tibby mi ha detto che tu, Harmony, sei un asso con la scopa?” domandò James
“Tibby esagera…” rispose la ragazza
“Ma che, hai battuto il qui presente cercatore di serpeverde.” Rispose ridendo
Tibby e indicò Acrux che la guardò male e dicendo: “Cugina adesso pubblica la
notizia sul profeta dato che ci sei.”
“Parteciperai ai provini per il ruolo di cercatore, Harmony?” domandò James
mentre beveveva il caffè
“Si, puoi darmi qualche consiglio, James? Visto che sei stato il cercatore, non
che il capitano di Grifondoro.”
“Stai tranquilla e non innervosirti troppo, non credo che tu avrai problemi. I
Grifondoro hanno sempre forgiato grandi cercatori…”
“Si, ma io non so se andrò a Grifondoro.”
“Ah scusa dimenticavo che non sei ancora stata smistata. Ma fossi in te mi
augurerei d’essere messa in grifondoro. Primo perché è la migliore casa…”
E qui Acrux tossì come per attirare l’attenzione. James lo guardò e sorrise.
“… dicevo è la casa migliore. Poi è unica che ha bisogno di un cercatore. A
proposito, Tibby, chi è stato nominato capitano?”
“Faith Baston.”
“Un ottima scelta.” James aggiunse. “Con lei non avrete problemi, è una fra le
migliori cacciatrici che abbia visto, ha una ottima media.”
In quel momento sulla strada passarono Rigel Black e Albus Piton. James gli
chiamo, ma loro si limitarono a salutare per poi andare via.
“James?!” esclamò Tibby un po’ preoccupata.
“Nessun problema, Rigel è sempre così quando deve avere a che fare con
Torchwood 01…”
“Torchwood?”
“E’ una organizzazione babbana, tipo servizi segreti che s’interessa di
situazioni fuori dal comune. I membri della 01 non sono male, ma quelli della
03 sono una vera rottura, non sanno niente di magia e pretendono di dirci come
dobbiamo lavorare. Credo che un giorno o altro Rigel l’ammazzerà Capitano
Harkness, capo della 03, soprattutto se continua a provarci con lei.”
“James ma mi spieghi che lavoro fatte voi marauders?”
“Ebbene, Harmony, ogni combattiamo le creature oscure fuori dalla comunità
magica. Praticamente quando si tratta: di vampiri nel Sussex o di licantropi
nella metropolitana, o di un goul a Whitechapel come questa mattina, chiamano
noi che risolviamo il problema, spesso da soli altre volte come consulenti o
associati ad altri tipo: Torchwood o l’associazione Helsing, una volta persino
MI6 .”
“E cosa bisogna fare per far parte del gruppo?” domandò interessato Acrux.
“Principalmente bisogna essere molto tosti e sapersela sbrigare in ogni
situazione, ma anche avere qualcosa di speciale, per esempio Albus è un
alchimista di prim’ordine, Kostaki è un vampiro, e io sono un metamorfomagus e
i mie sensi sono più sviluppati del normale.”
“E’ Rigel?” domandò Harmony.
James sorrise e aggiunse: “Rigel!? Senza di lei, i Marauders non esisterebbero.
Ne è il leader…”
“Come? Pensavo fossi tu, James, a comandare?” domandò sorpresa Tibby
“No, io sono il suo braccio destro, faccio ufficiosamente da capo quando si
deve trattare con gli altri dato che lei non è molto diplomatica.”
“James, vorrei conoscerla. Potresti organizzare un incontro fra noi?” domandò
seria Harmony.
“Si, ma è provabile che Black non ne voglia sapere, te lo detto Harmony non è
una persona molto sociale. Gli unici con cui parla siamo noi. Ma perché
vorresti incontrarla?”
“Ho le mie ragioni James. Ti prego di fare un tentativo.”
“Ci proverò.”
Tibby cambiò argomento, il pomeriggio passò velocemente, verso le sette arrivò
il momento di tornare alla tana, attraverso il paiolo magico. Tibby e James
s’appartarono per baciarsi come pure Harmony e Acrux. Tra un bacio e l’altro il
biondo le domandò: “Perché vuoi conoscere Rigel Black?”
“Voglio solo incontrarla, Acrux.” rispose lei in modo evasivo
“Non sarà che vuoi sapere dello scontro finale tra tuo padre e Voldemort?
Perché se è cosi puoi risparmiare il tuo tempo. Rigel non ha mai parlato con
nessuno di quella battaglia.”
Harmony lo zittì con un bacio e raggiunta da Tibby entrarono nel camino e tornarono
alla tana. Appena tornate le due ragazze si rifugiarono nella loro camera e per
parlare tranquille dei loro rispettivi ragazzi. Tibby fu chiamata dalla nonna
per una commissione, mentre Harmony rimasta solo prese un libro dal suo baule.
Il Volume s’intitolava: “Cronache delle guerre magiche vol V: personaggi della
seconda guerra”. L’opera era composta di cinque volumi: il primo volume narrava
gli eventi antecedenti alla prima guerra. Il secondo e terzo gli avvenimenti
delle due guerre magiche, gli ultimi due le biografie dei personaggi principali
dei due conflitti.
Harmony aprì il libro alla fine e scosse il dito sul indice dei personaggi del
ordine della fenice, il primo nome era quello di suo padre, poi c’era sua madre
e di seguito Ron, ma il nome che lei cercava era tra gli ultimi: Rigel Black.
Sfogliò le pagine e trovò il capitolo dedicato a Rigel, ed iniziò a leggere:
“Rigel Black, figlia di Sirus Black (vedi), padrino di Harry Potter. Rigel fece
la sua comparsa poco prima del iniziò della guerra magica. Secondo fatti non
confermati lei sarebbe uscita dal famoso velo del ufficio misteri, nel quale
sarebbe caduto suo padre.
Diventata auror della compagnia Griffondoro, ha eliminato molti mangiamorte tra
cui Bellatrix Lestrange, e avrebbe assistito, come unica testimone, alla
scontro finale fra Harry Potter e Voldemort. Dopo la guerra lasciò gli auror,
per dare la caccia ai mangiamorte e ai criminali di guerra fuggitivi.
Nonostante sia una delle personalità di primo piano delle forze auror, la sua figura
resta avvolta nel mistero.”
James era tornato nella sede dei Marauders, che si trovava a Knockturn Alley,
questa era un palazzo oscuro, una via di mezzo tra la stamberga strillante e
Grimmauld Place; oltre a fare da loro sede era anche la casa di Rigel e rifugio
di Kostaki.
“Tibby è fantastica.” Pensava James “Mi basta stare con lei un paio di minuti e
mi rilasso del tutto, dimentico ogni cosa.” Poi sentì delle urla venire
dallo studio di Rigel, e andò a vedere ci trovò Rigel sudata, che ansimava,
terrorizzata.
“Rigel!!” gridò lui.
Lei si era presa la testa fra le mani. James l’abbraccio e le sussurrò: “Stai
calma è finita. Dai…”
La ragazza si riprese in fretta, e costrinse James a lasciarla dicendogli:
“Adesso sto bene, James, grazie.”
“Un’altro incubo?”
“Si, sempre lo stesso. Lo scontro con Bellatrix. Io la uccido ma poi sento
qualcosa delle urla, c’è qualcuno e un incantesimo che mi colpisce e… ma non
ricordo!! James non ricordo.”
“Non dovresti sforzarti, è inutile sei stata vittima di un incantesimo della
memoria.”
“James, io devo ricordare! E’ importante, è un solo particolare, ma è
importante. Ogni notte mentre dormo mi sembra d’andarci più vicino, sento di
avvicinarmi alla verità, ma poi mi sfugge.”
“Rigel?” sussurrò lui.
Lei sorrise e rispose: “Non ti preoccupare, sto bene.” E gli mise una mano
sulla spalla “Dimmi com’è sta Tibby? Com’è stato il vostro appuntamento?”
“Una meraviglia. Ah ho conosciuto Harmony Granger…”
“Harmony Granger?! Che tipo è?”
“E’ una brava ragazza, molto sicura di se e matura per la sua età. Rigel in che
rapporti eri con sua madre?”
“Non buoni, anzi proprio tesi, non ci andavamo proprio a genio. Mi ha insegnato
un paio d’incantesimi. Era forte, molto potente. Forse solo Harry le era
superiore.”
“Harmony vorrebbe incontrarti?”
Rigel s’alzò e andò verso la scrivania, dando le spalle a James.
“Allora che fai, Black?”
“Che domande. La incontrerò è la figlia del uomo che ho giurato di proteggere e
che mi ha salvato la vita.”
Alla Tana, Harmony si era addormentata vestita mentre leggeva, ma si svegliò
sentendo picchiettare alla sua finestra, era una bellissima civetta delle nevi.
Stava per farla entrare quando entrò Tibby che visto il gufo gridò: “Nonna, zia
venite subito qui. Salite presto.”
“Tibby, ma che succede?” domandò Harmony agitata. Mentre la civetta non faceva
altro che gracchiare andare su e giù per il davanzale, sbattendo nervosamente
le ali come a dire di farla entrare.
Molly e Ginevra si precipitarono nella stanza e gridarono: “Tibby, Harmony che
succede?”
“Guardate quel gufo…” disse Tibby indicando la civetta delle nevi “Non può
essere lei, non è vero?”
“Oh Merlino.” Esclamò Molly.
Mentre Ginevra sbiancava in volto: “Credo che sia proprio lei.”
“Si può sapere che succede?” domandò Harmony
“Apri la finestra e farla entrare. Mamma abbiamo dei biscotti per gufi vero?”
“Io non ci capisco niente.” disse la ragazza mentre apriva la finestra, la
civetta entrò, e volò sulla scrivania dove appoggiò la lettera che portava,
guardarsi intorno, come a cercare qualcuno. Harmony le si avvicinò, e le
accarezzò la testa. La civetta la scrutò e si mise di nuovo a gracchiare e
sbattere le ali.
Ginevra e Tibby si avvicinarono.
“Non c’è dubbio. E’ Edvige…” disse Ginevra
“Ne sei sicura, zia?”
“Edvige?! La civetta delle nevi di...” esclamò Harmony
“E’ proprio lei, nessuno escluso Harry aveva una civetta delle nevi. E’
Edvige!! Harmony prendi la lettera e guarda chi la manda.”
Alla ragazza tremavano quasi le mani quando la prese. “Potrebbe essere una lettera di…” pensava, ma non osava sperarlo. L’aprì
scoprendo che la missiva era di Rigel che fissava un appuntamento tra loro per
dopodomani in uno Starbucks vicino alla King Cross Station. (E’ un locale che
esiste veramente ci facevo colazione quando sono stato in vacanza a Londra by
Dalastor)
Il giorno del incontro Harmony arrivò con due ore d’anticipo, per avere tutto
il tempo di fare un salto alla British Library dove c’era una interessante
mostra dedicata a Hans Christian Andersen, con prime edizioni, immagini e tante
altre cose. In più c’era anche una retrospettiva sulla illustratrice spagnola
Victoria Frances, che la ragazza amava molto. Quando entrò nel caffè noto Rigel
seduta intenta la leggere un libro, le si avvicinò e disse: “Ciao Rigel!”
La ragazza alzò lo sguardo dalla lettura e disse: “Ciao Harmony.”
“Posso sedermi?”
“Certo” rispose Rigel chiudendo il libro per poi metterlo sul tavolo.
Harmony ne lesse il titolo: “Il principe di Macchiaveli, lettura interessante.”
“Si, sulla natura umana. Lo sai che assomigli a tuo padre? Hai i suoi occhi e i
suoi capelli, ma tu li pettini.” Disse Rigel sorridendo
“Grazie.” E sorrise anche lei “Vado a ordinare. Tu vuoi qualcosa?”
“Si, un chocolate belgium e un altro cappuccino medio, grazie.” (chocolate
belgium è un dolce alla cioccolata tipico degli Starbucks by Dalastor)
Harmony tornò con due cappuccini medi, lo chocolate belgium e un paio cookie al
cioccolato e si sedette di fronte a Rigel, questa dopo aver bevuto un sorso di
cappuccino, domandò: “Allora perché mi hai voluto incontrare?”
“Voglio sapere di lui, di mio padre, del suo scontro con Voldemort.”
“Prima il profeta e poi i libri hanno riportato che io ho assistito a tutto lo
scontro in realtà non ho visto niente, combattevo contro Bellatrix un piano più
sotto, ma giornalisti e storici vogliono solo scrivere la loro storia, non
quella vera. Posso dirti che non ho mai sentito due auree magiche tanto potenti
combattere l’una contro l’altra come quel giorno.”
Le due ragazze parlarono allo Starbucks per alcune ore. Poi
Rigel guardò l’ora e si ricordò che aveva un appuntamento con Bernard
Quatermass III nuovo capo di Torchwood 01.
Si alzarono e fu allora che Harmony notò una cosa sullo zaino di Rigel, c’era
una piccola maschera d’argento con un catena passata attraversò i buchi per gli
occhi, mentre Rigel aveva preso dalla spalliera della poltrona uno strano
mantello nero.
“Rigel?” domandò Harmony “Ma cosa significa quella maschera?” la ragazza sapeva
che le maschere d’argento erano tipiche dei mangiamorte.
“Ah questa!!” rispose la Black mettendo lo zaino sul tavolo e mostrandole la
maschera.
“Non è la maschera di un….”
“Si, è la maschera di un mangiamorte. E’ quella di Bellatrix Lestrange, è la
mia ‘pelle della tigre’…”
“La pelle della tigre?”
“Un trofeo. Molti di noi auror abbiamo dei ricordi sottratti ai nemici che
abbiamo combattuto. Io ho questa e questo.” e le mostrò il mantello “Era
Bellatrix, ma non sono l’unica: Malfyo ha la maschera, il mantello e il bastone
di suo padre, un altro mio amico ha la maschera e l’ascia di Walden MacNair,
Ron ha le maschere di Vincent Tiger e Gregory Goyle, mentre tua madre Hermione
dovrebbe avere ancora il mantello Millicent Bulstrode.”
“E’ mio padre? Cosa ha lui?”
A quella domanda il tono di voce di Rigel cambiò diventando freddo e rispose:
“Harry? Lui non ha niente.”
Le aveva mentito, lei sapeva quali erano i trofei di Harry Potter.
Le due ragazze uscirono e andarono alla metropolitana, per poi separarsi Rigel
doveva prendere la Piccadilly per arrivare alla sede del Torchwood 01 che si
trovava sotto il London Eye, mentre Harmony avrebbe presso la Cicle per raggiungere il Paiolo Magico per poi
tornare alla Tana con la metropolvere.
Mentre Rigel si dirigeva al binario riconobbe tra gente che andava dalla parte
opposta una persona che non vedeva dai tempi della guerra, un nemico, un
licantropo di nome Mark Talb.
Mark Talb era stato un mangiamorte, un criminale di guerra, un vero macellaio,
ma non si erano trovate le prove dei suoi delitti, poco importava al tribunale
se era coinvolto nel uccisione di Sanguini, e nello stupro di una auror di
appena vent’anni al san Mungo. Talb si era fatto solo cinque anni ad Azkaban
per poi uscirne e sparire. Erano state queste situazioni a far andare via Rigel
dal mondo dei maghi e isolarsi e dare la caccia ai mangiormorte fuggiaschi, dove
poteva dar ai maghi oscuri la punizione che meritavano, ben presto si rese
conto che sarebbe diventata come gli uomini che braccava, che si stava
lasciando andare al lato oscuro come sua madre.
“Perché lui è qui?” pensò “Cazzo, Harmony!!!” e tornò indietro.
“Rigel è simpatica, anche se qualcosa la
turba molto e il suo modo di parlare di James mi fa pensare che ne sia
innamorata e forse anche lui… mio Dio se fosse vero, Tibby ne sarebbe
distrutta, poverina.” Pensava Harmony mentre aspettava al binario, senza
notare che Talb era appena arrivato e la osservava. A un tratto la ragazza
sentì dei mugugni e il mangiamorte si trasformò in un licantropo, il mostro era
alto circa tre metri e molto grosso ed avanza verso la strega con la bava alla
bocca e gli occhi gialli. Harmony gli puntò contro la bacchetta, ma non
riusciva a pensare a nessun incantesimo tanta era la sorpresa e la paura. Il
lupo stava per aggredirla, lei chiuse gli occhi e quando li riaprì vide
emergere dal torace del mostro una lama d’argento sporca di sangue, il
licantropo aveva gli occhi spalancati e la bocca sporca del suo sangue, con un
suono secco e metallico la lama si ritirò e il mostro cadde morto a terra.
Harmony alzò lo sguardo e vide Rigel, e la lama che usciva dal suo avambraccio destro.
“Tutto a posto?” le domandò la strega.
“Si, ma cos’era?”
“Si chiamava Mark Talb nella stirpe del Lycaon, un licantropo mangiamorte dei
tempi della guerra.”
“Mio Dio, Rigel lo hai ucciso davanti alle telecamere?!”
“No, aveva lanciato un incantesimo per mandare delle immagini false. Harmony
volevano ucciderti o forse rapirti.”
“Perché?”
“Sei la figlia di Harry Potter. Vogliono vendicarsi di lui o forse farlo uscire
dal suo nascondiglio o pensano che tua madre sappia dove lui si nasconde.” E
Rigel vide che la ragazza che tremava, al iniziò pensò che era la paura, ma
subito si rese conto che la temperatura era scesa e gridò: “Maledizione…”
“Che succede?”
“Dissenatori.” e aveva estratto la bacchetta.
“Dissenatori? Ma non erano stati tutti distrutti?”
“Una storia creata dal ministero, i dissenatori esisteranno sempre perché
rappresentano il lato oscuro dell’anima umana; si nutrono: di paura, di
disperazione, d’odio e di follia. Harmony avrò bisogno del tuo aiuto, come te
la cavi con l'incanto patronus?”
“Mamma mi ha addestrato molto sul Patronus, ma non sono riuscita ancora ad
evocarne uno corporeo.”
“Ok sempre meglio di niente. Rimani calma, rimani concentrata, ricordati loro
si nutrono della tua paura.”
Le due ragazze erano fianco a fianco quando i dissenatori iniziarono a
comparire dai muri, dalla pavimento e dal soffitto, questi erano avvolti nei
loro classici mantelli neri con cappucci, erano più o meno una decina e
avanzavano verso di loro. Rigel li guardava la sua espressione era ferma e
decisa, ma sudava freddo. Harmony invece era sbiancata, il cuore le batteva
forte, e sentiva la gioia di vivere lasciala, abbandonarla, si sentiva come se
cadesse in un abisso senza fine.
Rigel le sussurrò: “Stai calma. Pensa a tua madre. Pensa a tuo padre, non lo
vuoi conoscere? Pensa ad Acrux non lo ami? Non vuoi tornare da lui?”
Lei non rispose.
“Harmony, sei una Potter.” le gridò “Tira fuori il tuo coraggio. Combatti!!!” e
poi puntò la bacchetta contro gli spiriti neri e pensò “Un ricordo felice, un ricordo fenice. Harry che mi bacia, il suo bacio.”
e gridò “Expecto patronum!!” e dalla punta della bacchetta scaturì una luce
argentea che prese la forma di una manticora, questa balzò contro i dissenatori
ruggendo; mordendoli, graffiandoli e pungendoli con la sua coda di scorpione, mentre
sembrava che il patronus avesse la meglio, due spiriti neri si avventavano su
Rigel e la sbatterono contro un muro e poi a terra, lasciandola in stato di
semi incosciente.
Harmony era ancora in stato catatonico, mentre l’amica era
sul punto di subire il bacio del dissenatore.
Rigel aprì gli occhi trovansi nel buio, stava guardando nel cappuccio di uno di
loro, le tenebre la stavano attirando a se, ma in quel momento riuscì a
ricordare, ricordava un’altra parte di quel giorno c’era una donna che urlava e
poi il pianto, il pianto di un neonato.
Poi sentì ancora più freddo, e si sentì sola, sperduta, aveva voglia di
lasciarsi, andare aveva già provato quella sensazione. Aveva appena sconfitto
Bellatrix quando era stata colpita da due incantesimi: un oblivion, incantesimo
della memoria e da radamantis che le aveva fatto esplodere il braccio fino al
gomito.
“E’ questa la morte?” Pensò “Non è poi cosi male.”
“No, questo è peggio della morte.” Aveva una voce dentro la testa, la voce di
suo padre. “Con il bacio un dissenatore ti priva della tua anima, fino alla
morte del tuo corpo, non puoi permetterlo. Non ti ho mandato da Harry perché tu
venga sconfitta.”
“Sirus! Papà! E’ bello risentire la tua voce…”
Poi un’altra voce: “Avanti, non morire, Rigel…. Non puoi morire…. uno, due e
tre…” Erano le parole di Harry mentre la soccorreva, mentre le faceva un
massaggio cardiaco e poi la respirazione bocca a bocca, aspettando i guaritori.
Poi sentì urlare: “Expecto patronum!!”
“Un ricordo felice, ma certo Acrux.”
Pensò Harmony e urlò puntando la bacchetta contro i due dissenatori che erano
sopra Rigel: “Expecto patronum!!” La luce argenta scaturita dalla bacchetta
prese forma corporea di un ippogrifo. Questo colpì i due dissenatori con gli
artigli.
Rigel riprese i sensi, si alzò e disse: “Grazie. Ottimo
tempismo. Ma adesso insieme.”
“Va bene” disse entusiasta la giovane strega “Dimmi quando?”
“Al tre. Uno… due…. E tre. Expecto patronum!!”
“Expecto patronum!!”
Rigel aveva pensato al suo primo incontro con James Lupin, mentre Harmony aveva
pensato suo primo bacio con Acrux.
L’ippogrifo e la manticora fecero strage dei dissenatori, per poi scomparire.
“Harmony!” esclamò Rigel “Sei stata fantastica alla pari con tuo padre.”
Ma la ragazza era pallida in volto, sussurrò: “Rigel… io…” e cadde a terra. Era
stata ferita al braccio sinistro.
La strega la prese e si smaterializzò davanti alla porta della tana, per poi
prenderla a calci, gridando: “Muovetevi, maledizione, Harmony è stata ferita.”
Fu Ginevra ad aprire la porta e vedendo la ragazza priva di sensi gridò:
“Mamma, Tibby, George correte presto!!!”
Tutti si precipitarono compresso Luc, il compagno di George.
“Oh Dio mio, Harmony!!!” gridò Molly non appena la vide.
“Come è successo?” domandò Ginevra a Rigel mentre questa entrava in casa.
“Dissenatori!!!”
“Dissenatori?” dissero in coro Ginevra e Tibby.
“Dia a me” disse Luc a Rigel. E la strega gli passò la ragazza per poi cadere
in ginocchio tenendosi lo stomaco.
“Rigel che hai?” gridò Ginevra.
George la prese e la portò in salone.
“Mamma dobbiamo chiamare un guaritore e anche Hermione.” Disse Ginevra.
“Certo, va a chiamare Neville Paciock e poi mandiamo un gufo a Hogwarts per
avvertire Hermione”
Ginevra si smaterializzò per chiamare Neville e poco prima il gufo voloò verso
la scuola.
Neville Paciock era diventato un guaritore durante la guerra, finito il
conflitto continuò a lavorare al San Mungo diventando un importante guaritore,
un ricercatore e adesso il professore di Erbologia nella sua vecchia scuola.
Neville si era sposato con Susan Bones e avevano avuto un bambino di nome
Bruce.
Ginevra arrivò a casa Paciock, per scoprire tramite il maggiordomo che Neville
e Susan erano andati prima al cinema e poi dai genitori di lui. Frank e Anne
Paciock erano tornati normali durante la battaglia del San Mungo.
Arrivata davanti al portone dei Paciock, Ginevra suonò il campanello ad aprigli
fu Frank, che la riconobbe subito, ma notò pure la sua agitazione e le domandò:
“Oh Ginevra che succede?”
“Dov’è Neville, signor Paciock?”
L’uomo non ebbe tempo di rispondere che il figlio comparve alle sue spalle.
“Che succede papa?.... Oh Ginevra?!”
“Neville devi venire subito a casa dei miei genitori….”
“Sì certo, il piccolo Arthur ha avuto una ricaduta?” poi si voltò verso sua
madre “Mamma puoi prendermi la borsa che ho lasciato qui?”
“No, è Harmony è stata ferita da un dissenatore a King Cross.”
“Merlino, ma quando il ministero capirà che non si possono lasciare quegli
esseri nel centro di Londra.” Esclamò Frank “Ma chi è Harmony?”
“Non la conosci. E’ la figlia di Hermione e di… Harry.” Rispose Neville mentre
prendeva borsa e mantello dalla madre e salutava il piccolo Bruce: “Fai il
bravo, mi raccomando.” E poi a Sussan “Non so quando torno, amore, non
aspettarmi.” E le diede un bacio a fior di labbra e uscì.
“Neville grazie. Non volevamo chiamare un estraneo, scusa se ti ho rovinato la
cena.” disse Ginevra dispiaciuta.
Il guaritore sorrise e disse: “Non fa niente, i miei capiranno. Spiegami
tutto.”
“Non ne so molto, era con Rigel Black anche lei sta male.”
“Rigel? Allora dobbiamo andare prima in una erboristeria. Rigel potrebbe avere
una crisi per mancanza di triptofano, lei è in parte Bakeneko.”
“Bakeneko?”
“Viene anche detta donna-gatto, è tipica del Giappone, oltre ad avere alcune
caratteristiche dei felini, tipo agilità, forza e capacità di vedere al buio;
invecchia in modo molto lento.”
“Non lo sapevo…”
“Lo sappiamo in pochi, io lo saputo da Harry quando è arrivata al San Mungo
dopo lo scontro finale tra lui e Voldemort, insieme a me lo sanno Remus e suo
figlio di James.”
Neville e Ginevra si smaterializzarono, andarono prima in una erboristeria e
poi alla tana.
Dopo i saluti di rito Neville visitò per prima Rigel, che si trovava sul divano
del salone, era cosciente stanca, ma cosciente.
“Ciao, Paciock. Come va?”
“Bene Black. A quanto vedo tu non stai benissimo.”
“Una delle mie solite crisi, ma dovresti prima dare un’occhiata ad Harmony.”
Neville intanto aveva preparato una siringa con triptofano, e gliela inietto entro
vena nel braccio. “Tra un po’ ti sentirai meglio, ora cerca di dormire un po’,
ed è un ordine del tuo dottore.”
“Certo dottore.” Rispose la strega sorridendo e chiudendo gli occhi.
“Dov’è Harmony?” domandò Neville.
“Di sopra, vieni faccio strada.” Rispose Ginevra.
“Ok” e la seguì, ma mentre saliva la scala Neville mormorava qualcosa e
scuoteva la testa.
“Cosa c’è?” domandò l’amica
“Rigel, Ginevra. Le crisi si fanno sempre più frequenti e il Triptofano fa
sempre meno effetto. Se continua cosi morirà entrò l’estate prossima.”
“Oh mio Dio e lei lo sa?”
“Si, ma sembra non importagli, ma adesso pensiamo ad Harmony.” Disse ed entrò
con Ginevra nella stanza. Neville non appena vide la ragazza sdraiata nel letto
guardò la strega che aveva al suo fianco e le disse: “E’ il ritratto di
Hermione e Harry.”
“Non immagini quanto.” aggiunse Ginevra.
Neville la visitò, ma non appena ebbe finito si sentì qualcuno correre su per
le scale, entrare nella stanza e domandare: “Come sta?” Era Hermione
accompagnata da Ron.
“Sta bene, nessun problema. E’ stata più che altro la paura. Sono contento di
rivederti Hermione.”
La strega si sentì meglio e disse: “Anch’io Neville, grazie d’essere venuto
subito.” E l’ abbracciò.
“Nessun problema. Tua figlia è una ragazza forte, si riprenderà. Ora vado, ma
mandatemi un gufo domani mattina e se ci sono problemi vengo subito. Ci
rivediamo a scuola.” e Neville uscì dalla stanza seguito da Ginevra.
Hermione si avvicinò al letto della figlia e le rimise a posto i capelli che
aveva sul volto.
“Cosa ho fatto, Ron.” disse “Avevo giurato che lei non avrebbe mai dovuto
soffrire per colpa di Harry, non come me. Forse dovremo andarcene, scomparire…”
“Hermione, io non posso dirti cosa fare, ma in questi mesi ho ti ho visto
felice come non lo eri più dai tempi della scuola. E ho visto tua figlia
trovare il suo posto nel nostro mondo; portarla via sarebbe come ucciderla, ti
odierebbe. In più hai visto come la guardiamo tutti, e come se lui fosse
tornato e come se ognuno di noi avesse ritrovato una parte di se.”
“Ron grazie… di nuovo molto saggio, non so se m’abituerò.”
“Che vuoi farci ho avuto due ottimi maestri.” rispose lui sorridendo.
“Hermione.” Disse Tibby entrando nella stanza e guardando l’amica addormentata
nel letto.
“Si Tibby?”
“Ah Rigel vuole parlarti e fuori nel coltile sta per andare via.”
“Grazie.”
La strega scese ed uscì. Rigel guardava verso il bosco come se si aspettasse
che qualcosa di orribile dovesse uscirne da un secondo all’altro.
Hermione le si avvicinò mettendosi al suo fianco.
“E da un po’ che non ci vediamo, Black.”
Rigel sorrise, ma non si voltò. “Harmony come sta?”
“Bene, ora sta dormendo.”
“Ne sono felice. Ehm sono contenta del tuo ritorno.”
“Rigel… volevo ringraziati.”
“Ho solo fatto il mio dovere.” Rispose lei freddamente.
“Tu hai sempre messo il tuo dovere davanti a tutto anche davanti ai tuoi
sentimenti e alla tua vita.” Ed Hermione fece per andarsene.
“Hermione…?”
“Si?”
“Se mai dovessi rivedere Harry, digli che mentre combattevo contro i
dissenatori, ho rivisto parte del mio ricordo perduto. Ho sentito una donna
urlare e il pianto di un neonato.’”
“Una donna che urla e un neonato. Non ci capisco gran che.”
“Neanch’io. Stai attenta, si stanno riorganizzando. Qualcuno sta di nuovo
guidando le forze di Voldemort.”
“Lo so.”
Rigel si alzò il bavero del suo mantello ed uscì dal cortille. Hermione la
osservò fin quando non la vide sparire nel oscurità del bosco. Lei e ultima dei
Black non erano mai state amiche, tutte due erano state innamorate dello stesso uomo.
giovedì 14 giugno 2012
Granger girls
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