venerdì 4 luglio 2008

Granger Girls

Capitolo secondo: Ricordi


Hermione era seduta a un tavolo del Laura’s, guardava fuori, aspettando la figlia.
Laura le si avvicinò e disse: “Posso sedermi?”
La strega sorrise ed annuì.
La padrona del locale si sedete fronte a lei e domandò: “Allora?”
“Allora che?”
“Non ti aspettavi proprio la visita ieri?”
“No, pensavo di essermi lasciata alle spalle tutto di quel mondo.” rispose e sorrise per poi prendere un sorso di caffè.
“Non ti ho mai chiesto perché sei fuggita. Anche se posso immaginarlo.”
“Per me, per Harmony, ma credo soprattutto per paura.”
“Paura? Paura di che cosa?”
“Di Harry, la guerra lo aveva cambiato.” E sospirò “Non mi amava, Laura, io ero la sua migliore amica non una ragazza d’amare. Ho scoperto d’essere incinta poco tempo prima della battaglia finale contro Voldemort. Dirglielo, in quel momento, era fuori discussione e dopo la vittoria costringerlo a stare con me solo per il suo senso di responsabilità era peggio, anche se lo amavo. Me ne andai, ogni cosa in quel mondo mi ricordava lui, e dopo sette mesi è nata Harmony. Il resto lo conosci.”
“Sì, e come sai anch’io sono scappata da tutto, e sopratutto da lui. Ma nessuna di noi può fuggire da quello che siamo, Hermione. Tu e io abbiamo fatto una scelta, ma non hai dato la stessa possibilità a Harmony. Lei è una strega e ha diritto di saperlo, di sapere di suo padre, di sapere che è vivo.”
La strega non rispose.
“Poi credo che tu lo ami ancora!” Sussurrò la padrona del locale prima d’alzarsi e andarsene nel retro bottega.
“Lo so Laura, lo so.” pensò “Sì, lo amo ancora. Come si fa a non amare Harry Potter? Ma lo amo e lo odio allo stesso tempo.”

Si lasciò andare ai ricordi. I Mangiamorte avevano attaccato la zona di Hyde Park e tra le tante vittime c’erano stati anche i genitori di Hermione. La battaglia era stata violenta e del tutto imprevista. Mentre l’ordine e le truppe auror si organizzavano, una giovane strega si era nascosta in un sottoscala di Grimmauld Place, per poter piangere senza essere vista. Harry e Ron, come al primo anno di scuola, andarono alla sua ricerca. Una parte di lei desiderava essere trovata e così fu. Quando alzò gli occhi rossi di lacrime per vedere chi era il suo eroe, vide Harry e ne fu contenta: lui era l’unico che l’aveva sempre capita e che lei amava in silenzio da anni.
“Hermione, Hermione, ti prego esci di lì ” la chiamò più volte.
“No, Harry, lasciami in pace, voglio restare sola! Loro non c'entravano. Ora sono sola!” gridò.
Harry abbassò lo sguardo e poi entrò in quel nascondiglio basso e sporco, per sederle vicino. Rimasero in silenzio per qualche minuto.
Lui le strinse la mano e le sussurrò: “Tu non sei sola, hai me.”
Hermione continuava a piangere, si voltò verso l’amico e disperata gridò: “Ah sì, ho te!! E per quanto tempo? Anche tu te ne andrai, moriremo tutti, Harry! Tutti!! Quel bastardo e i suoi ci uccideranno.”
“Io non lo permetterò, io ti difenderò, io ti… Hermione ti prego usciamo di qui” disse rendendosi conto per la prima volta che non sapeva cosa fare, non sapeva come consolarla.
Lei gli aveva appoggiato la testa sulla spalla. Mentre lui aveva sentito un fremito lungo la schiena.
“Perdonami Harry” sussurrò lei “Non voglio più combattere…”
“Hermione, io…”
Il giovane mago sentiva il calore del corpo della ragazza, l’odore dei suoi capelli. Le mise una mano sulla spalla e la strinse a se.
Lei sbarrò gli occhi incredula, poi sollevò lo sguardo, si guardarono per un tempo infinito. Lui la strinse ancora di più.
Gli occhi della strega erano vuoti e spenti.
Harry le si avvicinò baciandola sulle guance assaggiando il sapore salato delle sue lacrime, lei invece non sentì nulla.
Di nuovo calò il silenzio fra loro, ma dopo qualche minuto fu Hermione a prendere l’iniziativa, e lo baciò sulle labbra con passione. Dopo il bacio, i due si guardarono negli occhi.
“Hermione?!” le domandò lui incredulo.
“Harry, ti prego non dire niente, non pensare. Ti prego per una volta non pensiamo.”disse mentre si toglieva la giacca dell’uniforme auror e si apriva la camicetta.
“Non possiamo farlo, cerca di ragionare.” rispose confuso e imbarazzato.
“E' tutta la vita che ragiono e adesso sono stanca. Non voglio sentire più niente, stordiscimi, Harry. Ti prego annulliamo tutto almeno per qualche secondo.”
Si tolse la camicetta e si slacciò il reggiseno.
Lui le guardò i seni con il viso un po’ rosso d’imbarazzo e di lacrime, sussurrò: “Hermione, non è giusto…”
Lei gli prese la mano destra e se la mise sul seno.
Il seno era caldo e morbido e lui poteva sentire il battito del cuore dell'amica.
“Harry questa è unica cosa giusta da fare in un momento come questo.” Sussurrò la strega che poi slacciò i bottoni della gonna e si sdraiò, guardando il suo migliore amico.
Gli occhi di lei erano rossi e pieni di dolore chiedevano aiuto, chiedevano amore, pietà, e di non essere più sola.
Il giovane mago si mise su di lei e iniziò a baciarla sulle labbra e sul collo; a toccarle il seno, i fianchi e rialzatosi iniziò a spogliarsi.
Era la prima volta per entrambi. Quando finirono, Hermione era sdraiata sul pavimento freddo e sporco, con lo sguardo perso. Si vergognava, ma non d’essere nuda, ma di quello che aveva appena fatto, si sentiva sporca dentro, si sentiva una puttana da due soldi. Mentre Harry si rivestiva la guardava con dolcezza e le accarezzava con il dorso della mano il braccio. Hermione rabbrividì a quel contatto, non voleva essere toccata. Lui non disse nulla uscì dal nascondiglio e ne se ne andò.
Quello fu solo l’inizio. I due iniziarono a farlo sempre più spesso, solo per non sentire più niente, solo perché quando facevano sesso, per quei pochi istanti la guerra finiva, il dolore finiva.
Qualche mese prima dello scontro finale con Voldemort, mentre i due ragazzi si rivestivano nella stanza di lui Hermione lo chiamò: “Harry…”
Di solito non dicevano nulla ne’ prima ne’ dopo, lo facevano e basta.
“Sì?” rispose lui mentre si rimetteva la camicia.
“Io credo d’amarti.”
“Cosa?” domandò alzando lo sguardo.
Lei aveva indosso solo le mutandine ed era in piedi davanti a lui. “Ti amo, Harry.”
Il ragazzo sospirò “Hermione io…. Non so che dire.”
Per un attimo alla giovane strega le sembrò di leggere in quegli occhi verdi il suo stesso sentimento, ma poi quegli stessi occhi divennero freddi e lui rispose: “Perdonami Hermione, ma io non ti amo, tu per me sei solo una cara amica.”
Per lei fu come ricevere una maledizione senza perdono e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Ok va bene, non importa, devo solo convincermi che io ti servo solo per farmi fottere.”
“Ehi! Sei stata tu a iniziare questa storia. Hermione ci siamo solo usati a vicenda. Per stordirci a vicenda. Niente sentimenti. Niente coinvolgimenti.”
“Ok Harry, come vuoi, allora da oggi in poi mi paghi dato che sono la tua puttana! Anzi… perché solo la tua? Potrei andare anche con Ron! Anche lui è un mio amico e poi con Draco, con David, potrei farmi tutti gli auror.”
“Fai come credi, a me non importa.” Rispose Harry freddamente.
Lei lo guardò con odio e dopo essersi rivestita uscì.

“Mammy, mammy.”
Harmony l’aveva chiamata più volte, ma lei era talmente presa dai ricordi da non essersene accorta.
“Ehi sì, Harmony, dimmi cosa c’è?” esclamò la strega soprapensiero.
“Cosa c’è mamma? A cosa stavi pensando? E’ raro che tu abbia la testa fra le nuvole.”
“Scusami.” Sussurrò.
“Allora a cosa pensavi?”
“Niente di importante, ma dimmi come è andata a scuola?”
“Vuoi cambiare argomento? Ok è andata bene, hanno riportato i compiti di trigonometria ho preso A.”
Hermione sorrise e disse: “Molto bene.” Poi voltandosi “Scusa Anita puoi portare un caffè anche per Harmony per favore?”
“Certo” rispose la ragazza da dietro il bancone.
“Mammy?”
“Si”
“Chi era la donna che è venuta ieri? Era davvero una professoressa di Oxford?” domandò curiosa la ragazza.
Hermione si fece seria e rispose: “Sì, certo, chi altro vuoi che sia?”
“E perché è venuta a cercarti fino a casa?”
“Hamony mi dispiace, ma non voglio parlarne.”
La ragazza stava per protestare, quando vide passare dalle vetrate della tavola calda un suo amico, e lo chiamò e poi si precipitò fuori ad abbracciarlo.
Laura si avvicinò nuovamente a Hermione e disse: “Ho sentito la vostra discussione.”
“E’ molto curiosa.” disse la strega sorridendo e sorseggiando il caffè “Questo lato del suo carattere l’ha preso dal padre…”
Laura guardò i due ragazzi parlare felici e ridere. Si vedeva che Jess era ipnotizzato dagli occhi verdi dell'amica.
“Sì, ma da te ha preso il vizio d’avere solo ragazzi come amici.”
Hermione sorrise guardandoli.
“Tra qualche mese.” continuò Laura “Si renderanno conto che l’amicizia non gli basterà più.”
“Lo so. Il primo amore, così bello, nuovo, travolgente e semplice. Lo ricordi Laura?”
“No, è passato troppo tempo. Ma credo che tu lo ricordi bene, non è vero? Almeno Harmony ha aspettato di avere quattordici anni per innamorarsi, tu ne avevi undici.” disse ridendo.
Hermione mise il broncio, ma poi iniziò a ridere pure lei.

Hermione e Harmony tornavano a casa.
“Sei particolarmente felice oggi?” domandò Hermione guardando la figlia sprizzare gioia da tutti i pori.
“Lo sono mamma. Che ne dici se più tardi noleggiamo un film?”
“Tipo?”
“Willy Wonka e la fabbrica di cioccolata o i Pirati dei Carabi.”
“Ah siamo in fase amore per Johnny Depp…”
“Mamma!!” esclamò e la superò di un paio di passi per poi voltarsi. “Non credi che Jess assomigli un po’ a Jhonny Deep?”
“Non l'ho notato, ma se lo dici tu piccola.”
Arrivate a casa trovarono ad aspettarle quattro strani individui vestiti con degli ampi mantelli neri.
“E chi sono questi?” domandò Harmony.
“Che succe…” stava per domandare Hermione, ma non appena li vide gridò: “Oh mio Dio! Mangiamorte! Harmony corri subito da Laura!”
“Mammy?! Ma che?!!”
“Vai!! Corri!!”
La ragazza non se lo fece ripete due volte e se ne andò di corsa lungo il sentiero appena percorso.
Uno dei Mangiamorte fece un cenno a un altro perchè inseguisse la ragazza, Hermione cercò di sbarrargli la strada, ma il mago oscuro fu più veloce di lei e la saltò letteralmente.
“Maledizione.” Sussurrò la strega.
“Hermione Granger, mezzosangue, il braccio destro di Harry Potter.” Gridò quella che sembrava essere il leader del gruppo.
“Cosa vuoi, Mangiamorte?” gridò la mora.
“La tua vita, siamo qui per sapere dov’è Harry Potter.”
“Non so dove sia, se vuoi uccidermi avanti sono pronta, ma lascia in pace mia figlia non c’entra con tutto questo.”
“Non ti preoccupare morirai, ma sarebbe brutto separarvi.”
“Lurida stronza.” gridò Hermione.
La Mangiamorte alzò la bacchetta e disse: “Avada Keda…”
Una voce maschile dal margine del bosco gridò: “Expelliarmus” e un raggio rosso colpì la bacchetta della strega oscura.
Hermione guardò alla sua destra, aveva riconosciuto quella voce. Un sorriso comparve sul suo volto, non appena vide un uomo dai capelli rossi con ancora la bacchetta puntata contro i maghi oscuri, gridò: “Ron.”
Lui sorrise e disse: “Ciao, ‘so-tutto-io’ è da un po’ che non ci si vede. Lo sai che sei sempre più bella?”
“Ehi lo dico a tua moglie, lenticchia.” Disse un’altra voce e dal nulla comparve un biondo con indosso l’uniforme di Auror.
“Zitto, Malfoy.” Lo rimproverò Ron.
Draco sorrise, ma poi tornò serio guardando i Mangiamorte e disse: “Era da un po’ che non vedevo feccia simile. Siete dei vigliacchi ad attaccare in tre una strega disarmata.”

Intanto Harmony inseguita aveva raggiunto il locale.
Laura era dietro il bancone.
La ragazza entrò sconvolta e gridò: “Laura aiutami!! Mi stanno inseguendo…. Mamma è in pericolo!!”
“Chi ti sta inseguendo? Calmati adesso e spiegami tutto…”
“Siamo tornare a casa e… abbiamo incontrato dei tipi strani…. Erano vestiti di nero e avevano delle strane maschere di metallo, mamma li ha chiamati in un modo strano…”
“Mangiamorte?”
“Sì, proprio così, ma chi sono? Cosa vogliono da noi?”
La porta del locale si aprì ed entrò l'inseguitore della ragazza, questo si guardò intorno e poi disse: “Pensavi davvero ragazzina che avresti potuto salvarti da me in un posto come questo?”
“Harmony.” sussurrò Laura “Stai dietro di me.”
La ragazza non se lo fece ripete due volte rifugiandosi alle spalle della padrona del locale.
“Babbana, tu non sai con chi hai a che fare, togliti dalla mia strada e forse avrai salva la vita.”
“Scordatelo Mangiamorte.”
“Come vuoi. Avada Kedavra!!” gridò il mago e dalla sua bacchetta scaturì un fulmine verde che colpì Laura in pieno, facendola cadere.
Harmony gridava e piangeva, mentre l'uomo le si avvicinava urlando: “Smettila stupida, voglio sapere dove si trova Harry Potter, altrimenti farai la fine della tua amica babbana.”
“Io non so chi sia questo Harry Potter, ti prego lasciami in pace.”
“Tu stai mentendo, ma ho un bel paio di trucchi per farti parlare.” Gridò il mago prendendola per un braccio, ma in quel momento si rese conto che il cadavere della ragazza appena uccisa era scomparso.
“Dov’è il corpo della tua amica?” gridò il mago oscuro minacciando la ragazza con la bacchetta e guardandosi intorno impaurito. “Chi era quella? Avanti dimmi chi era? Non era una semplice babbana?”
“Ora l’hai capito, idiota!” disse una voce femminile molto arrabbiata.
“Dove sei? Esci fuori o l’ammazzo” gridava l’uomo e strinse forte Harmony.
“Certo che non fanno più i Mangiamorte di una volta.” rispose Laura uscendo allo scoperto da dietro il retro bottega.
“Tu non sei una babbana. Cosa sei?”
Laura si mise a ridere e poi rispose: “Io sono una strega, duecento anni fa, lo ero.”
“Come ti sei salvata dall’anatema che uccide?”
“Merlino!! Ma quanto parli? Fai rimpiangere Dolohov o Greyback loro non hanno detto una parola durante il nostro duello nella metropolitana.” Poi sussurrò ad Harmony “Stai calma, piccola, andrà tutto bene” E le sorrise.
“Lascia andare la ragazza, e ti farò uscire di qui sulle tue gambe.”
Il Mangiamorte sudava freddo e con un filo di voce disse: “Lo scontro nella metropolitana? Quello in cui sono morti Dolohov e Greyback, i loro corpi sono stati trovati…. Tu sei? Non può essere, tu sei la vampira Laura Ossian delle ombre della morte.”
Harmony guardò Laura sorridere, ma in un secondo il viso dell'amica cambiò, le sue pupille diventarono d'oro con riflessi rosso sangue, i canini uscirono dalle gengive diventando simili a delle zanne, e le unghie delle mani s'allungarono.
“Sono anni che non uccido più nessuno.” disse la vampira “Anni che non provo più sangue fresco, pensare che un tempo non vivevo che per uccidere gente come voi.”
Il Mangiamorte lasciò andare la ragazza e cercando di fuggire, ma la vampira gli si lanciò contro come un predatore notturno.
Lui cercò di difendersi.
Ma Laura trovò la via per il suo collo per poi conficcargli le zanne nella giugulare.
Dopo pochi secondi il mago oscuro smise di dimenarsi, e il suo corpo cadde ai piedi della non-morta privo di vita.
Lei alzò lo sguardo, il suo viso era tornato normale, ma aveva la bocca ancora imbrattata di sangue.
Harmony la guardò stupefatta: “Laura, ma tu sei una vampira? I vampiri esistono? Vuoi spiegarmi cosa succede? E chi sono queste persone che vogliono uccidere me e mia madre? E chi è questo Harry Potter?”
“Sì, sono una vampira.” rispose, preso un tovagliolo si pulì il viso. “Per il resto devi domandare a Hermione. Ora vieni andiamo da lei.”
La ragazza annuì e le due insieme uscirono dal locale.

“Oh guarda chi abbiamo qui, altri due eroi della guerra magica, il traditore Draco Malfoy e il miglior amico di Potter, Ronald Weasley.” disse la leader dei Mangiamorte.
“Hermione!” gridò Ron “Prendi questa.” le lanciò una bacchetta, che la strega prese al volo.
“Grazie, Ron”
Lui sorrise e aggiunse: “Ti ricordi come si usa?”
“Stupeficium” gridò Hermione colpendo con l’incantesimo il Mangiamorte più basso alla destra del capo. Facendolo sbattere una delle pareti in legno della casa, per poi cadere riverso al suolo.
Il rosso sorrise nuovamente e aggiunse: “Direi di sì. Proprio come ai vecchi tempi, ‘so-tutto-io’.”
Sul viso della strega comparve un sorriso simile a un ghigno, i suoi occhi avevano una luce tutta particolare e senza smettere di guardare i suoi nemici rispose: “Ron, lo sai che odio quell'assurdo sopranome.”
La leader dei Mangiamorte guardò il suo compagno rialzarsi dolorante e poi i suoi nemici, per un attimo sembrò valutare le forze in campo; poi sentì qualcuno avvicinarsi e vide Laura seguita da Harmony.
“Maledizione” sussurrò e disse: “Andiamocene” Si smaterializzarono. Mentre Draco, Ron e Hermione cercarono di colpire gli altri con degli incantesimi, ma senza però riuscirci.
Harmony chiamò: “Mamma!!” mentre correva verso di lei.
La strega era felice che sua figlia non fosse stata ferita, poi notò Laura seguire la ragazza.
Ma qualcos’altro attirò l’attenzione di Hermione, che puntò la bacchetta contro la figlia e gridò: “Stupeficium”
La ragazza gridò, quando sembrò che l’incantesimo o meglio gli incantesimi la stavano per colpire Anche Draco aveva lanciato un incantesimo non verbale, ma invece di colpire Harmony le due magie colpirono qualcosa dietro le sue spalle, qualcosa che non si vedeva, qualcuno protetto da un mantello dell'invisibilità.

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