venerdì 4 luglio 2008

Granger Girls

Capitolo quarto: Ritorno alla tana


Dopo un po’ Harmony si addormentò, Hermione la guardò sorridendo e li mise addosso una coperta.
Ron senza distogliere lo sguardo dalla giuda le domandò: “Non deve essere stato facile crescerla da sola?”
“No, ma niente per cui vale la pena di vivere è facile, Ron, dovresti saperlo.” rispose lei rimettendosi seduta.
“Perché non ne hai parlato a nessuno? Potevamo aiutarti.”
“Forse perché temevo che lo avrebbe saputo lui.”
“Sarebbe stato cosi terribile. Harry aveva il diritto di sapere di Harmony, e tu potevi lo stesso andartene se non volevi stare con lui.”
“Non sarebbe stato cosi semplice, non ho avuto molta scelta Ron.”
“Invece sì potevi fidarti di lui, fidarti di me.”
“No non potevo parlarne avrai messo in pericolo Harmony, c’erano troppi mangiamorte ancora in giro, tutti cosi desiderosi di vendicare il loro maestro. Lo sai che Voldemort e i suoi hanno sempre colpito Harry negli affetti. Immagina se qualcuno scopriva che il prescelto aveva una figlia? Dovevo pensare a lei prima di tutto.”
“Sempre molto prudente e razionale, ma secondo me c’era dell’altro non è vero?”
Hermione sospirò e disse: “Lui era cambiato con la morte di Silente e con la guerra, non era più lo stesso, pensava solo alla vendetta…”
“E potevi dargli torto.”
“No, ma non volevo che mia figlia vivesse nell’odio.”
“Forse. Ma tu volevi anche farlo soffrire, come ha fatto lui. Hermione dopo la tua partenza non è stato più lo stesso, è diventato sempre più solo, più triste, più oscuro; rintanato dentro Grimmauld Place. Abbiamo cercato in tutte le maniere di farlo uscire, ma niente poi poco prima che sparisse mi ha detto una cosa che non sono mai riuscito a dimenticare. Era in una stanza vuota seduto a terra in un angolo, io cercavo di farlo reagire dicendogli che doveva tornare a vivere; lui alzò lo sguardo, mi guardò con occhi freddi e tristi e rispose: Hermione è la vita.”
“E’ questo cosa dovrebbe dire?”
“Non lo so, dimmelo tu che era la persona più vicina a lui.”
“Non è vero tu gli eri altrettanto vicino, eri il suo migliore amico.”
“Cerchi di cambiare discorso… Ok, io ero il suo migliore amico, ma non sono mai riuscito a capirlo fino in fondo, non come facevi tu. Voi due eravate simili, anime gemelle. Tu gli leggervi dentro, forse perché prima di incontrarvi eravate entrambi soli. Io la solitudine non la conosco con la famiglia numerosa che avevo. Harry invece era orfano e tu figlia unica di genitori assenti; ed eravate tutte due dei diversi; lui il bambino eroe, tu la perfetta studentessa. Insomma era logico che tra voi doveva nascere qualcosa.”
“Sì, ma molti credevano che saremo stati io e te a finire insieme, dato che siamo al opposto.” disse scherzando.
“Cretinate, non è per niente vero che gli opposti si attraggono, quanto siamo stati insieme tu e io, due settimane?”
“Ma che saranno stati dieci giorni. Posso farti io adesso una domanda, Ron?”
“Si.”
“Perché hai smesso di fare l’auror?”
“Perché come portiere del Falmouth Falcons e secondo portiere della nazionale inglese guadagnavo di più. E poi dopo la guerra ero stanco dei morti e della violenza. Ma adesso non faccio neanche il portiere, durante una partita ho avuto un brutto infortunio che mi ha compromesso per sempre la spalla.”
“E adesso cosa fai?”
“Torno a Hogwarts e insegnerò volo con la scopa.”

Dopo circa quattro ore di volo arrivarono nei presi della tana.
“Sveglia Harmony” disse Hermione entusiasta e diede del colpetti alla figlia che si svegliò.
“Sì, mammy che c’è?” disse lei ancora assonnata.
“Siamo quasi arrivata.”
“Ecco” gridò Ron.
E si vide una piccola e isolatta villetta di campagna in stile inglese con l’orto.
Hermione la guardò piena di nostalgia, mentre Ron atterrava. Lei si ricordo il giorno del matrimonio di Freu e Bill, l’ultimo giorno felice del trio, il giorno in cui ballò prima con Ron e poi con Harry, ma se con il primo fu divertente, tutto risate e piedi pestati, con il secondo fu qualcosa di travolgente, d’emozionante. Harry la teneva forte in modo deciso, e per lei non esistevano altro che quegli occhi verdi tanto da non rendersi conto che la musica era finita. Lui le sussurrò una sola parola: “Perdonami” per poi lasciarla al centro della pista.
Ron si voltò un secondo a guardarla, sapeva a cosa stava pensando, anche lui ricordava quel giorno, quel giorno in cui li vide ballare insieme e capì che era il terzo incomodo, che per quanto avrebbe fatto non poteva competere con Harry per il cuore di Hermione. Ma c’era una cosa di quel giorno che la strega non sapeva dopo che fu abbandonata sulla pista, che lui e Harry parlarono da soli.
E quella conversazione Ron non la dimenticherà mai.
Harry gli dava le spalle.
Ron gli disse: “L'ami, Harry?”
Lui non rispose.
“Credo proprio di si.” Continuò Ron sorridendo amaramente.
“E tu, Ron?” gli domandò senza voltarsi
“E come potrei non amarla, sai sapevo che sarebbe finita cosi, entrambi innamorati di lei.”
“Ron… il mio destino è segnato, anche se trovassi tutti gli horcrux, non potrei farcela contro di lui.”
“Non è vero Harry, tu hai me, hai Hermione. Noi ti saremo sempre vicini anche quando combatterai contro Voldemort.”
Harry si voltò, gli sorrise e disse: “E la prima volta che pronunci il suo nome.”
“Voldemort è il tuo nemico non posso averne paura.”
“Io invece, Ron, ne ho tanta, tantissima paura, ma non di morire di lasciarla. Ti prego stargli vicino, amala anche per me, tu la farai felice ne sono sicuro. Promettimelo, Ron, prometti di proteggerla e non dirgli niente di tutto questo. E adesso vai da lei…. Siate felici.” E lui si volto verso le montagne, il cielo lassù era scuro e si sentì il fragore di un tuono.
“Harry… Grazie.” Disse l’amico mentre andava via.
Il giovane mago non rispose.
“Harry, sta arrivando una tempesta.”
Lui si voltò sorridente e disse: “Lo so Ron la sto aspettando, l’aspetto da quando avevo un anno.”
Fu allora che Ron capì quanto era stato fortunato a conoscere e a essere il migliore amico di un uomo coraggioso come Harry Potter, un eroe, un tragico grande eroe.

L’auto atterrò e i tre scesero. Harmony si guardò intorno e pensò: “Cosi questa è una casa di maghi, a me sembra una casa di campagna come tante altre.” Ma guardando meglio e notò tante piccole cose, strani oggetti e cose che si muovevano da sole, tutta quella stranezza le diede il buon umore. “Io già la amo questa magia.” pensò. Timidamente aveva seguito Ron ed Hermione che stavano per entrare in casa, quando sentì dal alto gridare: “Attenzione!!”
E poi Ron gridò: “Harmony a terra!!!!”
La ragazza si buttò giù e un ragazzo su una scopa le volò sopra.
“Miseriaccia!!! Acrux vuoi stare attento.” Gli gridò contro Ron, ma il ragazzo aveva già ripreso quota, ma gridò: “Scusami zio Ron!!!!”
Harmony dopo la caduta seguì affascinata il volo del ragazzo, e dopo essersi alzata entusiasta, ma tutta sporca, era corsa dalla madre chiedendo: “Cosa sta faccen…” indicando il ragazzo volante sulla scopa mentre questo aveva evitato una stana palla che era stata lanciata da una ragazza con i capelli rossi sempre su un manico di scopa, che gridava: “Acrux questa volta ti stavo per colpire!!!!!!”
“Nei tuoi sogni, cugina, nei tuoi sogni, mai un Malfyo si fa colpire da una Weasley.” gridò il ragazzo ridendo.
“Ehi tu per metà sei Weasley” rispose la ragazza cercando di nuovo il colpire il cugino con il bolide poi notò chi c’era a terra e gridò: “Ciao papà”
“Papà?” domandò sorridendo Hermione a Ron
“E sì è mia figlia Tabitha, ma si fa chiamare Tibby, è uno dei cacciatori di grifondoro.” Rispose lui con soddisfazione.
Hermione sorrise e continuo “E l’altro chi è?”
“E’ il figlio di Ginevra e di Draco: Acrux. E' il capitano e portiere per serpeverde.”
Hermione fu sorpresa a sentire il nome serpeverde, ma Ron anticipò i suoi dubbi dicendo: “Non ti preoccupare è un bravo ragazzo anche se è un po’ scavezzacollo e presuntuoso. Serpeverde è cambiata dai nostri tempi, la professoressa McGranitt gli ha seguiti in modo particolare, eliminando sul nascere qualsiasi forma d’intolleranza, di razzismo e di magia oscura.”
La strega ne fu sollevata.
Harmony intanto guardava affascinata i due ragazzi volare. La madre la guardò con soddisfazione, poi la ragazza sempre senza distogliere lo sguardo dai due maghi volanti le domandò: “Mammy, ma cosa stano facendo?”
“Volano su dei manici di scopa….” Iniziò a dire Hermione; ma Ron prese la parola: “Si chiama Quidditch, Harmony, è lo sport dei magi, è come vedi si fa su delle scope…”
“E’… E’ fantastico.” Poi si voltò verso la madre “Mammy anch’io voglio volare come quei ragazzi, mi insegni?”
Ron non riuscì a trattenersi dal ridere, anche perché Hermione aveva fatto una faccia strana a quella richiesta.
“Harmony, ehm… io non so volare sulla scopa, non ho mai imparato.”
“Non ti piaceva il Quiditc, mamma?”
“Quidditch. Sì certo, non mi perdevo una partita.”
“Sì, ma ci doveva essere un certo giocatore in campo.” Rispose Ron che poi aggiunse “T’insegnerò io.”
“Davvero Zio Ron!!!” disse lei entusiasta “E quando? Quando?” domandò la ragazza saltellando.
“Presto, ma adesso entriamo in casa.”
“Mammy, vorrei restare a guardare se non ti dispiace?”
Hermione guardò Ron, e lui disse: “Non ti preoccupare tutto intorno alla casa sono stati riattivati tutti i sistemi di sicurezza magici dei tempi della guerra, adesso la tana è sicura quanto Hogwarts e Grimmauld Place.”
La strega guardo la figlia e disse: “Ok rimani, ma non ti sognare di montare su una scopa?”
“Va bene” rispose Harmony un po’ contrariata.

Ron ed Hermione entrarono in casa, tutto era rimasto come la strega lo ricordava, quella casa era stata testimone, come Hogwarts, della vita del trio.
Appena varcata la soglia Ron disse: “Mamma, siamo a casa!!!”
E Molly Weasley uscì dalla cucina, poi vista Hermione le corse incontro gridando e abbracciandola disse: “Oh piccola mia, quanto tempo, quanto tempo.”
“Signora Weasley” disse Hermione piangendo.
“Mi si è mancata cosi tanto. Ma niente più signora Weasley, sei grande ormai, chiamami Molly.” E la lasciò andare.
Molly Weasley era molto invecchiata, anche se i suoi occhi restavano dolci, nella guerra aveva perso cosi tanto, suo marito e Charlie erano morti, e Bill e Freu avevano divorziato. Ma per fortuna c’erano stati anche dei momenti felici: la carriera e le vittorie di Ron, con lui la nazionale inglese aveva vinto la coppa del mondo sconfiggendo la Germania e il suo matrimonio con Luna e la nascita di Tibby; Ginevra era diventa Auror e si era sposata con Draco e aveva avuto due figli Acrux e Arthur, i Tiri Vispi Weasley erano diventati una catena con negozi in tutto il mondo, Fred si era sposato con Angelina Johnson aveva avuto una coppia di gemelle, mentre George da anni conviveva con il suo compagno Luc.
“Ma avanti, Hermione accomodati, ho preparato il tè.”
“Grazie, signora Weas... Molly.”
Le due streghe si sedettero intorno al tavolino del salotto, mentre Ron rimaneva in piedi e si appoggiò al muro. E tre tazze, una teiera, una lattiera e dei dolci tutto sopra a un vassoio volarono lentamente dalla cucina per atterrare sopra il tavolino.
“Latte giusto e niente zucchero, mia cara?” domandò Molly.
“Sì giusto, ancora lo ricorda.” Rispose lei
“Certo.” Disse sorridendo poi si rivolse a Ron “E tu limone con tre zollette.”
“Sì, mamma”
La strega fece tutto con un colpo di bacchetta.
Hermione prese la tazza e mescolo, per poi bere; quel sapore quel aroma di tè, tutto particolare che i Weasley si tramandavano da generazioni, le riporto alla mente ultima volta che lo aveva bevuto in quello stesso posto, insieme con Molly, Ginny e Luna. Era stato qualche giorno dopo il matrimonio di Bill e Freu. Ron le aveva dichiarato i suoi sentimenti, e adesso erano una coppia, Ginny era ancora in crisi per la fine della sua storia con Harry e Luna sembrava più strana del solito, al epoca nessuno sapeva che era già innamorata di Ron.
Durante quel tè Molly le aveva detto: “Per favore, Hermione, non illudere Ron, non farlo soffrire inutilmente.”
La storia fra loro finì dopo qualche settimana, ma non ci furono ne’ liti ne’ grida, Hermione aveva capito che era impossibile sostituire Harry nel suo cuore e Ron che lei non lo amava.
“Hermione cara?” domandò Molly dopo aver bevuto il tè e aver rimesso la tazza sul piattino, e poi sul tavolino.
“Si?”
“Perché sei scappata tanti anni fa?”
La strega mora guardò Ron stupefatta. Lui si limito ad alzare le spalle e a fare un mezzo sorriso. Molly non sapeva niente di Harmony.
“Ehm… Molly, avevo una ragione molto importante, un grosso problema da risolvere.”
“Posso capire, ma non dovevi andare via senza dirci niente.”

Intanto fuori Harmony continuava a guardare incuriosita i due ragazzi volanti. Poi notò in un angolo appoggiata alla parete un manico di scopa, si avvicinò, sul legno c’era una scritta Ninbus 2001. La ragazza solevo la mano per toccarla, ma la scopa si mosse e Harmony l’afferrò sentendo come una scossa elettrica, l’emozione crebbe, sentiva in lei l’adrenalina e aveva la consapevolezza che la scopa desiderava tornare a volare. Respirò profondamente si guardò intorno e poi tornò a guardare quel manico e sussurrò: “Ok piccola, facciamo.” Ci montò sopra si diede uno slancio in avanti e partì, stava volando. In brevissimo tempo riuscì a capire come funzionava, bastava spostare il manico e il peso in base alla direzione. Ma adesso voleva andare più veloce, sempre di più, salire di più.
“Mio Dio è più eccitante della moto di Jess.” pensò “E’ fantastico. Non mi sono mai sentita cosi viva.”
Guardò di fronte a se e vide i due ragazzi e accelerò ancora.
Tibby e Acrux si erano fermati e stavano parlando.
“Rientriamo, Acrux?”
“Sì ok. Ehi hai notato che c’era una strana ragazza che ci guar….” Ma non riuscì a finire la frase che qualcosa di velocissimo passò fra loro. I due si girarono e videro alla loro destra Harmony ferma sulla scopa sorridente.
“Ma che cavolo combini?” gridò Tibby seguita da Acrux: “Si può sapere chi sei? E che ci fai sulla scopa di zio Charlie.”
Harmony si limitò a dire: “Gara?”
Acrux notò gli splendidi occhi verdi della ragazza e la luce che avevano, e rispose: “Perché no?!!”
E i due partirono insieme. Erano testa a testa. Notarono su una collina un grande abete.
“Fino a li e ritorno.” Gridò Acrux “Chi torna prima alla tana vince. Ok ragazza del mistero?”
“Tu chiaro, biondo.” Rispose lei e abbassò la testa e accelerò ancora, ma Acrux le era dietro e di nuovo furono alla pari, ma al passaggio del albero il serpeverde passò in vantaggio, ma subito dopo erano di nuovo testa a testa, poi per un attimo la strega lo superò.
Passarono di fronte a Tibby che gridava: “Forza, Acrux, fagli vedere chi sei.” poi notando la grinta della ragazza pensò: “Certo che se la cava benissimo quella, deve essere per forza un cercatore.” E cambiata idea iniziò a gridare: “Ragazza fagli mangiare la tua polvere.”
“Sei tosta!!!” le gridò lui, notando che era davvero carina con gli occhi smeraldo, i capelli lunghi e nerissimi, e un bel fisico.
“Anche tu” Rispose lei.
E atterrarono insieme.
“A quanto pare siamo pari.” disse Acrux.
Harmony annuì sorridendo.
“Sei molto brava. Io sono Acrux Malfoy, piacere.” E il ragazzo tese la mano che Harmony strinse, intanto si era avvicinata Tibby e le domandò: “Ciao, sai che sei una vera campionessa?”
“Grazie” rispose lei scendendo dalla scopa.
“Come ti chiami?” le domando la strega.
“Harmony Granger.”
“Granger?!!” disse sorpresa Tibby “Sei parente di Hermione Granger?”
“Sì è mia madre”

“Mammy, mammy.” Gridò Harmony entrando.
Molly guardò la ragazza che era appena entrata con sua nipote e poi Hermione.
“Che succede piccola?”
“Oh mammy ho volato, è stato fantastico, bellissimo, super.”
“Cosa?” disse la strega alzandosi “Ma ti aveva detto di non farlo!!”
“Ma mammy, sono andata benissimo. Non è vero Tibby?”
“Sì, era bravissima signora Granger…”
“Signora Granger?” sussurrò Hermione.
“Papà dovevi vederla ha volato alla pari con Acrux.”
Ron spalancò gli occhi: “E' davvero cosi brava?”
“Sì, zio Ron” rispose Acrux entrando “Siamo arrivati pari, ma la prossima volta sarò io a vincere Granger”
“Quando vuoi, Malfoy.” Rispose Harmony con tono di sfida. I due si guardavano con occhi di fuoco, ma poi scoppiarono a ridere.
“Tutto questo mi ricorda qualcosa?” sussurrò Ron.
Hermione intanto notò che Molly guardava stupita Harmony, e si affrettò a fare le presentazioni: “Molly questa è mia figlia Harmony.” Poi alla ragazza: “Harmony lei è la madre di Ron.”
“Buon giorno signora Weasley. Sono contenta di conoscerla.”
“Ehm… sì!” la strega non sapeva bene cosa dire mentre guardava gli occhi verdi della ragazza “Anch’io sono contenta, tesoro, benvenuta in casa mia.”
“Grazie” rispose la ragazza sorridendo.
“Harmony!!! Perché non vieni nella mia stanza cosi possiamo parlare in pace?” le domandò Tibby.
“Posso mammy?”
“Sì certo, ma basta con i voli per oggi.”
“Ok, ma voglio continuare a volare, è troppo bello.”
“Va bene, vedremo.”
“E vai!!!” poi alla sua nuova amica mentre andavano verso le scale “Tibby, devo scegliermi un manico di scopa, tu quali dici?”
“Per questo dovresti parlare con Acrux.”
“Ah sì” e si voltò verso il giovane mago per poi sorridergli, lui la guardò negli occhi.
“Acrux, Acrux” lo chiamò Ron.
“Ah sì zio, cosa c’è?”
“No niente, niente. Ma stai attento con le Granger sono pericolose, ragazzo.” disse il mago ironico
“Che?!” domandò Hermione.
Ron si limito a ridere.
“E’ pericolosa, meglio mi piacciono pericolose.” sussurrò Malfyo mentre usciva.
“La tua Harmony, Hermione, deve essere una brava ragazza?” Disse Molly.
“Sì, lo è.” rispose
“Ha gli occhi verdi e sa volare su una scopa, mi ricorda qualcuno.”
“Ehm” fece Hermione arrossendo.



Note: Ringrazio quanti fin'ora hanno commentato e letto questa mia nuova fanfic, sono molto contento che piaccia. Questo capitolo è molto lungo spero che non ha annoito nessuno, ma mi serviva per presentare meglio Harmony che nei capitoli precedenti sembrava troppo infantile per i suoi 14 anni, e per introdurre due nuovi importanti personaggi Tibby e Acrux.
 

3 commenti:

Marty ha detto...

Fin'ora questa storia mi è davvero piaciuta...Complimenti!

Anonimo ha detto...

Davvero bellissima questa storia! complimentissimi! :) sarebbe bellp se fosse vera, anche se a parer mio fin'ora Harry sembra stronzo duro! Adoro Ron *---*

Anonimo ha detto...

bellissima continua così... ho sempre sperato in una storia alternativa a quella tra Ron e Hermione ed eccola qui!!!

Posta un commento