martedì 14 luglio 2009

Granger Girls

Capitolo trentesimo: Weekend d’adolescenti


“Draco, ti ripeto abbiamo quindici anni?” gli disse Harry al telefono.
“Sì, quindici, hai presente teenagers come i nostri figli? Sì, ti ascolto. Mi stai dicendo che è stata la pozione dei desideri. Puoi dire a Ron di smettere di ridere. Ah ho capito tre giorni, che possiamo fare allora? Tornare? E’ come non posso guidare l'auto di David, se mi fermano che dico: ah scusate sono un mago di trentadue anni, ma al momento ne ho quindici.”
Harry guardò Hermione alzarsi dalla poltrona e la seguì con lo sguardo mentre usciva dalla stanza da letto.
“Come è Hermione? Come vuoi che stia? E’ sorpresa. Ok, aspetteremo. No, non venite non si può lasciare la scuola senza professori. No, non temo i mangiamorte temo gli studenti. Dì a quel cretino del mio ex-migliore amico di smettere di ridere. Carina la battuta, Malfoy. Se conosco gli adolescenti; sì, molto carina. Tu stai troppo tempo con tuo cognato. Ci vediamo quando torno e mi auguro che allora potrò legalmente comprarmi dell’idromele.”
Il mago scese le scale e raggiunse il piano terra, lì vede Hermione seduta su una sedia a guardarsi riflessa nel vetro della finestra, le si avvicina, le toccò una spalla e disse: “Tutto bene?”
Senza voltarsi la strega risponde: “No, siamo tornati dei ragazzi. Non mi piace questa storia. Lasciami stare Harry voglio rimanere sola.” E s’allontanò di un paio di passi.
“Io capisco che le ragazze sono sensibili, ma...”
Hermione si voltò, lo guardò con uno sguardo gelido e disse: “Non è divertente.”
“Ho capito, me ne vado.” disse dirigendosi verso il camino per accendere magicamente il fuoco e poi in cucina.
Dopo circa venti minuti, nella casa si diffuse un buon odorino di becon, cornetti caldi, ma soprattutto un aroma di caffè pronto.
Hermione sorrise e finalmente smise di stare alla finestra e si alzò entrando in cucina.
“Oh eccoti finalmente.” disse Harry mentre preparava delle uova. “Le vuoi all'occhio di bue, strapazzate o meglio rivoltate come le preparava tua madre?”
Hermione rimase senza parole. “Come te l'ho ricordi?” gli domandò lei guardandolo con occhi lucidi.
“Io ricordo tutto quello che ti riguarda.” disse Harry sorridendo, mentre rivoltava le uovo. “Ricordo la tua calligrafia: precisa e chiara. I tuoi occhi concentrati a lezione, il tuo sorriso, la tua risata, i modi in cui ti sistemi i capelli, e come preferisci le uova.” E la guardò teneramente. “Siediti che ti servo la colazione.”
Lei obbedì e lui le versò una tazza di caffè, le diede un piatto con le uova e il bacon.
Dopo si sedete alla sua destra e si versò un bicchiere di succo d'arancia.
Hermione assaggiò le uovo e disse: “Mmm, sono buone, molto buone, e tutto molto buono. Sei bravissimo in cucina.”
“Grazie.”
“Harry come ti ricordi delle uova di mia madre?”
“E' successo alla tana.” rispose “Non ricordò perché, ma quella mattina eravamo rimasti soli. E hai preparato la colazione. Scusa Hermione, ma era immangiabile, roba tossica, quasi radioattiva.”
“Sei sempre carino, ma se non ricordò male hai sempre mangiato quello che preparavo?”
“Ero giovane e innamorato, anche se non lo sapevo.” rispose Harry.
Ed Hermione arrossì.
“Ma le uova erano buone davvero.” Continuò lui “E tu mi hai detto che tua madre le preparava in quel modo. Io ero un po’ geloso, mia madre non ha potuto farmi delle uova in un modo speciale. Tu hai capito cosa provavo, come sempre del resto e mi hai dato una piccola e delicata pacca sulla spalla, un bacio in fronte, poi guardandomi mi hai detto: 'Se vorrai ti preparerò sempre le uovo...'”
“Ma oggi l'hai preparate tu?”
“Oggi sei tu a stare male, ma voglio dirti una cosa: perchè dovremo perdere una simile occasione? Abbiamo tre giorni, tre giorni per riprenderci del tempo perduto. Hermione io ti amo, ti ho amato da sempre, ma non ho potuto amarti come avrei voluto da ragazzo. Potremo fare un sacco di cose divertenti? Dai.”
“E cosa proponi di fare?” domandò lei.
“Potremo andare al villaggio? Sembra che ci sarà una piccola fiera. Ho visto i manifesti ieri, una fiera con giostre e tutto il resto, c’è persino una piccola vendita di libri usati e so che tu adori i libri usati.”
Lei sorrise e disse: “Sai come prendermi, ok andremo alla festa. Però cerca di capirmi, Harry.” E si fermò come in un sospirò. “Non mi piace tutto di questo.”
“E’ strano lo so, ma cerchiamo di divertirci, dopo tutto nonostante Voldemort e tutto il resto riuscivamo a divertirci.”
La strega sorrise e insieme finirono la colazione, poi Hermione adattò con la magia i loro vestiti e le loro giacche, e uscirono dalla baita. In pochi minuti raggiunsero il villaggio, il posto era molto antico e manteneva tutto il fascino di un classico borgo dei Turdor, il festival era appunto un via di mezzo tra il medievale e moderno, con artisti di strada sui trampoli, giocolieri e mangiafuoco, e alcune bancarelle che vendevano ogni genere di prodotto tipico. C’erano anche alcune giostre moderna come una ruota panoramica, e qualche tiro a segno, niente però di troppo rumoroso.
Tutto era in preparazione, la vera festa sarebbe iniziata nelle prime ore del pomeriggio.
Durante il loro giro, i due maghi si trovarono contagiati dal entusiasmo, e si avvicinarono a guardare degli uomini lavorare per issare un piccolo palco.
“Venite ad aiutarci da soli non ci riusciremo mai.” Gridò uno di loro con il classico accento scozzese.
Allora molti si diedero da fare.
“Ehi tu ragazzo…” gridò sempre lo stesso verso Harry. “Ti va di darci una mano?”
“Io?” mormorò il mago un po’ incredulo.
“Sì, proprio tu. Dai che puoi lasciar la tua bella per un po’.”
“Vado a dargli una mano, torno subito.” Disse a Hermione sorridendo
“Fatti onore, ma stai attento a non farti male, c’è una festa stasera.”
Harry allora si tolse la giacca e gliela diede, e s’arrotolò le maniche della camicia per poi andare verso il palco in legno, e mettendosi poi a lavorare con gli altri tirando la corda di una carrucola.
La strega allegra si sedette su un muretto e guardava la costruzione venire su con Harry che si divertiva.
“Avete visto quanto è carino quel ragazzo straniero con i capelli neri.” Mormorò una biondina vicino a Hermione.
“Sì, ha anche dei bellissimi occhi verdi, delle labbra splendide e delle mani forti.” Inverni una brunetta
“Per non parlare dei muscoli e del sedere.”
Finalmente issata l’asse superiore tutti gridarono e applaudirono, e gli uomini si congratularono fra loro con forti pacche e strette di mano. Gli scozzesi erano uomini forti, romantici, ma soprattutto pratici per niente rudi e barbari come molti li dipingevano.
Finito Harry si asciugò il sudore della fronte.
“Chi sa se ha la ragazza?” domandò la brunetta di prima, proprio mentre il mago salutava Hermione.
“Mi spiace.” rispose la strega alle tre “Lui è mio, proprietà privata.” E sorrise mentre Harry s’avvicinava.
“Ti sei divertito?” gli domandò.
“Sì, mi piace questo genere di lavoro.” Rispose lui felice e poi le sussurrò “Quasi più della magia.”
“Lo sai che fai sempre conquiste?” mormorò lei indicando con lo sguardo le ragazze di fianco a loro.
E lui sorrise.
“Fai sempre colpo.” proseguì la strega. “Occhi verdi e un po’ di fascino tipo bel tenebroso. Come possono resistere?”
“Forse, ma questo succede con le altre, ma non con te.” rispose per poi appogiarle una mano sulla spalla e i due s’incamminarono passando accanto alle tre ragazze.
La bruna allora mormorò: “Potrebbe avere di meglio.”
Il mago la sentì e senza neanche guardarla rispose freddo: “Non credo proprio.” E sorridendo continuò a camminare abbracciato a Hermione
“Adesso perchè non andiamo a vedere i libri?”
“Ma poi non ti lamentare se ci sto due ore.” disse la strega ancora abbracciata.
“Vedrò di trovare qualcosa da fare. Ehi chi sa se quelle ragazze ci sono ancora...”
“Potter puoi provaci, ma devi sapere che ho imparato a evocare falchi non più dei semplici uccellini.”
“Mi piace quando sei un po' gelosa.” le mormorò e la strinse a se, per poi darle un piccolo e delicato bacio a fior di labbra.
La strega arrossì subito dopo.
“Preferisci sempre andare a caccia di libri?” le domandò Harry “Potremo trovare un posticino tranquillo... ehm intimò.”
“Dopo, ora i libri...” disse Hermione, ma qualcosa attirò la sua attenzione.
“Vada per i libri.” fece lui un pochino deluso, ma sempre sorridente.

A Hogwarts, nell’appartamento di David Giles, il mago immortale era seduto a letto, e leggeva un compito di una alunna.
Laura uscì dal bagno, avendo indossò solo una camicia da uomo nera di almeno due misure più grande e un paio di autoreggenti neri a rete con i bordi di pizzo.
Lui sorrise guardandola con la coda dell'occhio per poi tornare a leggere la pergamena e sorrise.
La vampira gli s’avvicinò, salì sul letto a carponi e andandogli vicino, sussurrò: “Prendi molto seriamente il tuo lavoro, professore Giles?”
“Certo.” rispose lui senza togliere gli occhi dal foglio. “Non come un'altra materia ad esempio storia della magia, se non sanno iniziò della ribellione dei folletti, non ha importanza, invece conoscere i loro nemici gli può salvare la vita.”
L'eterna sedicenne lo guardò con occhi cattivi e disse: “E chi salverà adesso il grande eroe da quello che ha appena detto sulla mia materia?” gli si buttò addosso. “Sai qual'è il tuo problema?” continuò Laura a pochi centimetri dal viso del suo mago.
“Non lo so…” disse lui.
“Ti conosco. Ti conosco troppo bene, e so qual è il tuo punto debole.” Rispose con una luce maliziosa negli occhi, e se non fosse stata pallida sicuramente avrebbe arrossito.
David allora le accarezzò il viso, poi i capelli castani e le sussurrò: “E' qual è il mio punto debole, professoressa Ossian?”
“E' presto detto, ma voglio dei punti premio se indovino per far vincere la mia casa...”
“…e una punizione se sbagli.” aggiunse lui.
“Certo, prof.”
“Allora?”
“Tu soffri terribilmente il solletico.” Esclamò la vampira e iniziò a solleticarlo per tutto il torace.
David iniziò a ridere fino alle lacrime e disse: “No, basta, che mui...”
“No, non puoi sei immortale.” Rispose Laura ridendo divertita e continuò per alcuni minuti.
“Basta tregua, tregua!!” cerco di dire il mago.
“Ok, basta....”
“Devo continuare a correggere i compiti.” disse David rosso in viso e cercando di ridarsi un contegno.
“Possono aspettare.” disse lei e s'infilo sotto le coperte e iniziandogli a baciarlo sul colo e con mano fra i capelli scuri del suo amante.
“Ho dei doveri.” disse lui.
“Li abbiamo sempre, ma i compiti possono aspettare.” disse la non-morta continuando a baciarlo, mentre gli accarezzava il torace e gli sussurrò: “Mi piace la tua pelle, mi piace il suo sapore e mi piace il calore del tuo corpo, David.”
Ma subito dopo l'espressione di Laura cambiò, abbassò gli occhi s'abbassarono e diventò scura in viso.
“Cosa c'è?” le domandò David.
“Io sono un blocco di ghiaccio e tu mi ami lo stesso.” mormorò.
Lui sorrise e disse: “Ti amo, e ti amerò per sempre semifreddo…”
“Stupi...” cercò di dire Laura.
Il mago allora la baciò e le sfilò da sotto le lenzuola la camicia e la gettò lontano sul pavimento.
Subito dopo Laura ansimando gli disse: “Fammi sentire ogni secondo… ogni istante d’amore... Fammi sentire i bridivi d’essere di nuovo umana.”
“Perchè il domani potrebbe ogni esserci, bisogna non perdere nulla di bello in una guerra.” Sussurrò Giles accarezzando quel minuto e fragile corpo solo all’apparenza.
“Nulla...?” ripete lei “Noi non perderemo nulla.” Poi lo guardo intensamente negli occhi “Sono preoccupata, sono spaventata, siamo così felici adesso ed è... è pericoloso David.”
“Sì, lo è, ogni volta che quelli come noi sono felici, potrebbero succedere cose molto brutte, la felicità per noi è così contro natura." E la baciò dolcemente.
E si guardarono per un istante e poi lasciarsi andare alla passione.
“Non preoccupiamoci di quello che accadrà domani o dopodomani, ma solo di quello che accadrà tra qualche istante” disse il mago.
“E' cosa accadrà tra qualche istante?”
“Qualcosa di dolce...” rispose lui “Qualcosa di unico.”
“Tu che usi la parola dolce.” disse Laura ridendo.
“Sei cattiva, lo sai?”
“Si, sono molto cattiva, sono una bad girl. Ma professor Giles, non mi punisca se sono imprepa...” la ultima parola della vampira fu strozzata da un lungo gemito, i suoi occhi diventarono dorati.
I due amanti scivolarono giù nelle lenzuola
Il piccolo mercato di libri usati e antichi si trovava in una piazzetta medievale in pieno stile Tudor o tardo gotico. Le bancarelle erano circa una decina e traboccavano di testi alcuni veramente antichi, rilegati in pelle. Molte persone sfogliavano i volumi tutti assorti.
Hermione si stava per buttare nella ricerca di qualche splendido volume, ma venne distata quando vide un piccolo chiosco di dolciumi.
“Cosa c'è?” domandò Harry.
“Lo zucchero filato...” mormorò lei come fosse ipnotizzata o sotto maledizione Imperius.
Il mago la guardò stranito e le domandò: “Stai bene? E’ solo zuccherò filato? Se vuoi lo prendiamo?”
“Veramente? Ma ne voglio uno gigante.” rispose Hermione sorridendo e insieme si avvicinarono alla chiosco.
Harry ordinò al babbano: “Due per favore.”
“Giganti.” Aggiunse Hermione tutta contenta come una ragazzina il giorno di Natale.
“Certo due giganti.” Rispose l’anziano venditore.
Dopo qualche minuto lo zucchero filato era pronto ed erano proprio enormi.
“Grazie.” Disse Harry e che pagò.
“Sono anni che non vedo qualcuno cosi contento per lo zucchero filato.” Disse l’anziano.
Hermione sorrise e iniziò a mangiarlo.
Allora la moglie del proprietario lasciato il banco si avvicinò al marito e domandò ai due maghi: “Come vi chiamate, ragazzi?”
“Harry ed Hermione.” Rispose lui.
“Queste le offre la casa.” Disse l’anziana donna regalando a quella che credeva essere una ragazza di quindici anni un sacchetto di caramelle.
“Grazie, tanto.” esclamò la strega. “Buongiorno.”
“Buongiorno, credo che torneremo presto.” Disse Harry sorridente e s’allontanò con Hermione.
La strega mangiava lo zucchero tutta contenta e diceva: “Che buono, non lo ricordavo così buono.”
“Vuoi spiegarmi questa tua passione per lo zucchero filato?”
“Ehm...” iniziò lei un po' imbarazzata. “Lo sai che i miei erano dentisti?”
“Sì, lo so, ma che c'entra?”
“C'entra, perchè loro erano un po’ fissati.” rispose sempre tutta rossa.
“Non mi dire che non ti permettevano di mangiare dolci?”
“No, potevo mangiare tutto tranne lo zucchero filato e altre cose. Non che me lo impedivano, ma era un po' strano.”
“Scusa, ma tu adesso non ne mangi?” domandò Harry.
“Non è strano che una donna di passati trent'anni adori lo zucchero filato? Quando Harmony era più piccola la usavo come scusa, ma adesso è un’adolescente e non riesco a convincerla.”
“Siete completamente matte, lo sapete?”
“Vero... completamente. Mamma!! Come buono.” mormorò lei mentre ne mangiava ancora.
“Guada che può farti male se lo mangi così in fretta e possiamo sempre comprarne dell'altro.” Disse Harry.
“Davvero?”
“Sei una ragazzina adorabile.” Le sussurrò.
Hermione sorrise imbarazzata.
Il mago allora le accarezzò il viso e le sussurrò: “Aspetta voglio provare una cosa.” Senza aspettare la baciò.
Le labbra di lei erano dolci sapevano di zucchero filato.
Quando si lasciarono, la strega lo guardò emozionata, senza fiato, rossa sulle guance. “Oh” disse.
“Tutto a posto?”
“Sì, è stato magico.” Rispose lei sorridendo e pensò mentre lo guardava: “Come posso dirgli che ho appena realizzato il mio sogno da ragazza. E’ stato bellissimo. Mi sento come, ehm se avessi avuto il mio primo bacio.”
“Harry, Grazie.” mormorò lei. “Mi sto divertendo un mondo, ed è merito tuo.”
“Ancora non hai visto niente, ho in mente tante altre cose da fare oggi. Ora divertiti a cercare tutti i libri che vuoi ci vediamo tra poco. Vado a prendermi un buon caffè…”
“Stai attento.”
“Lo sono sempre.” Disse prima d’andare.
Hermione iniziò le sue ricerche. Harry aveva ragione amava i libri usati e antichi, non per forza prime edizioni, ma quelli con le copertine in pelle o di cartone ruvido al tatto e con le scritte d’oro sul dorso, la carta antica e ingiallita con il suo tipico odore, le rilegature in filo.
“C’è qualcosa di magico in questi volumi.” Pensò Hermione mentre li toccava e li sfogliava. “Viene da chiedersi a chi appartenuti? Quanti li avevano letti? Perché erano stati abbandonati? Leggere un romanzo Virginia Woolf o di Emily Brontë in libri è diverso che leggerli su nuovi dalle copertine pattinate o fotografiche o peggio su Ebook, sono privi di bellezza e affascino.”
Su una mensola c’erano una decina di libricini di diverse dimensioni, molti avevano i titoli sui dorsi consumati e quasi non si leggevano tra questi trovò un’antica copia del paradiso perduto.
“Questo sarebbero perfetto come regalo di compleanno per David.” Pensò sorridendo “Lui adora Milton, ma soprattutto le litografie di Gustave Dore.”
Continuando la sua ricerca e trovò una splendida edizione di alice del paese delle meraviglie.
“Lo prendo per Harmony.” Pensò e passò una mano sulla copertina, e diventò triste: “Alice dove sei? Harry mi ha detto che dopo la morte di Peter non ti sei più ripresa.”
E poi trovò un piccolo libro marrone con le poesie e lettere di Emily Dickinson.
“Ho perso la racconta di poesie della Dickinson durante la guerra, era un regalo di mia madre ricordo ancora la dedica: ‘Perché tu sappia vedere e riconoscere l’amore, mia piccola.’” E Sorrise “L’ho riconosciuto mamma, tu lo conosci e il miglior amico. Si chiama Harry, Harry Potter ed è fantastico, come mi hai sempre detto tu.”
E si ricordò quando aveva presentato per la prima volta Harry a suoi, alla fine del loro secondo anno, appena tornati da Hogwarts.

Harry aveva appena dato a Ron ed Hermione il numero di telefono dei suoi zii e insieme avevano varcato la barriera del 9 ¾ per ritrovarsi alla King Cross Station.
Ron e Ginny avevano riabbracciato i loro genitori. Molly era arrabbiata e allo stesso tempo fiera di Ron, e molto preoccupata per la sua unica figlia.
Arthur si avvicinò al miglior amico di suo figlio e con un gran sorriso gli disse: “Grazie Harry.” E gli strinse forte la mano.
Dopo poco i Weasley se ne andarono, non prima che Ron assicurasse l’amico che lo avrebbe chiamato l’amico.
Harry ed Hermione rimasero insieme, ma non passarono che pochi minuti che i genitori della ragazza arrivarono.
Mark Granger era un uomo alto con i capelli un po’ brizzolati e portava un paio di occhiali quadrati, ma con il viso sincero.
Jane, la madre di Hermione era molto simile alla figlia, con gli stessi i capelli e gli occhi castani erano dolci e gentili, ma anche acuti e curiosi. Guardò il piccolo mago e sorrise.
“Mamma!! Papà!!” esclamò la griffondoro non appena li vide e corse loro incontro, abbracciandoli.
“Ciao Streghetta.” esclamò il padre “Hai studiato molto? Hai imparato a trasformare la paglia o il piombo in oro?”
“Papà!!” rispose Hermione “Shhh c’è la segretezza sul mondo dei maghi e poi non si può fare perchè….”
Mark si mise ridere e Jane disse: “Piccola Herm, ma proprio non capisci quando tuo padre ti prende in giro.”
Harry era rimasto indi sparte ad alcuni passi di distanza dalla famiglia Granger, e aveva sorriso allo scherzo del padre, ed era rimasto sorpreso nel vedere la sua migliore amica così ammabile. Guardò Jane accarezzare dolcemente la spalla di Hermione, e solo allora notò quanto la madre di Hermione somigliasse alla sua, e fu un po’ geloso.
“Mamma, papà voglio presentavi un amico…” disse Hermione. “Harry vieni qui un attimo, per favore.”
Lui si avvicinò timido.
“Lui è Harry Potter, il migliore mago di tutta Hogwarts, e il più coraggioso di noi griffondoro.” disse entusiasta la giovane strega.
Dopo le parole dell’amica, il giovane mago fu ancora più imbarazzato e riuscì a solo a dire: “Signori Granger…”
“Oh Finalmente conosciamo il famoso Harry Potter.” Disse Mark. “L’estate scorsa la mia streghetta non faceva altro che parlare di te. Harry di qua, Harry di la, ho pensato che avesse già un fidanzato.”
“Basta Mark li metti in imbarazzo.” Disse Jane che guardava il bambino molto incuriosita e nello stesso modo in cui Hermione lo aveva guardato l’anno prima sul Hogwarts Express quando si erano conosciuti.
“Harry, i tuoi genitori quando verranno a prenderti?” domandò la signora Granger.
“Mamma!!” esclamò Hermione. “Harry… scusa…”
“Non fa niente.” Rispose sorridendo.
“Mamma, Harry vivi con gli zii, perché io suoi genitori, sono… sono… non ci sono più.”
“Oh scusami.” Disse Jane.
“Mi auguro che tu ragazzo abbia intenzioni serie con mia figlia.” Disse scherzando Mark.
“Papà!! Harry è solo un amico!!” disse Hermione rossa rossa, ma ringraziò suo padre per aver cambiato discorso.
“Sono contenta che la mia nasino nascosto abbia trovato degli amici.” Continuò Jane.
“Nasino nascosto?” domandò Harry “Chi è? Hermione?” poi all’amica: “Tu sei nasino nascosto?”
“No, mamma, non dovevi dirlo davanti a lui...” disse la strega tutta rossa.
“Vedi Harry, da piccola leggeva molto e non vedevamo mai il suo naso nascosto da qualche volume enorme e così: nasino nascosto.” spiego Mark.
“Ti si addice Hermione.” disse il mago dodicenne ridendo. “Nasino nascosto, non vedo l'ora di dirlo a Ron.”
“Harry non oserai farlo.”
“Allora prova a fermarmi.” Disse lui, iniziando a saltellare e correre inseguito dall'amica. I due ridevano come matti.
Mentre i Granger non riuscivano a credere ai loro occhi, non avevano mai visto Hermione così contenta.
Jane sorrise e mormorò: “Solo un amico… Per ora forse.”

Hermione tornò alla realtà e acquistò otto volumi che aveva visto, tra cui un regalo per Harry.
Subito dopo aver pagato sentì squillare il suo cellulare, lo tirò fuori dalla borsa e guardò chi la chiamava prima di rispondere, per un istante aveva temuto che fosse Harmony. Non sapeva che dire alla figlia visto che la loro differenza d'età si era ridotta a un anno.
Sul displey lampeggiava il nome di Harry, e lei rispose sorridendo: “Ciao straniero, dove sei?”
“Ho pensato a una cosa che potremo fare.”
“Cosa?” domandò la strega allontanandosi dalla cassa, per poi appoggiarsi a un muro in pietra della piazza.
“Hermione!! Cho se ne andata vediamoci ai tre manici.”
Sulle prime la strega non capì, poi ma si ricordò e disse: “Come vuoi Harry, ma miss perfettina non è arrivata e manca anche Luna.”
“Non importa voglio vederti devo parlarti, è importante.”
“No aspetta, io non so dov'è questo posto...” cercò di dire Hermione, ma il mago aveva già chiuso.
La strega sorrise e pensò: “Secondo me, Harry si è fatto prendere un po' troppo da questa storia, si comporta davvero come un adolescente pazzo.”
Senza sapere dove andare iniziò a camminare per il villaggio, e arrivò in una stretta via e dietro un angolo c’era un pub del tutto simile ai tre manici di scopa, dall'insegna a ogni piccolo particolare.
La strega ci entrò e anche interno era uguale al famoso pub di Hogsmeade, seduto a un tavolo un po’ isolato c’era Harry che sorrideva.
Lei s'avvicinò e gli domandò: “E' libero?”
“Come sempre.” Rispose il mago e poi aggiunse “Allora sono stato bravo, professoressa?”
“Molto, hai trasformato questo pub nei tre manici, ma prestando attenzione che per i babbani fosse sempre lo stesso.” disse e si sedette subito dopo e poi sorridendogli, domandò: “Ma perchè?”
“Ricordi quel giorno?” domandò Harry lasciandosi andare sulla sedia.
“Sì, ai tre manici c'è persino una targa con giorno e ora.”
“No, per la comunità magica, ma per noi...” disse serie guardandola negli occhi.
“Cosa vuoi dire Harry?”
“Ho avuto molti anni per pensarci, e anche se tu me lo hai già detto, volevo rifarlo nel modo giusto. Era San Valentino, Hermione. E tu sapevi che avevo l'appuntamento con Cho, e di tutti i giorni hai scelto questo.” disse lui sorridendo. “Tu eri gelosa, confessa?”
“E' anche se fosse? Ma non ero solo gelosa. Volevo passare quel giorno con te. Per me è stato… bello.”
“Dovevo essere proprio un cretino allora a non capire.”
“No, eri solo un ragazzo, però in tua difesa posso dire che eri più intelligente di altri, sicuramente più di quel troll di Ron.”
“Ok, grazie per i ‘complimenti’. Vorrei sapere chi vi insegna questi trucchi ai voi ragazze?”
“Di solito l’impariamo da sole, altre volte sono le nostre madri.”
“Cosa hai insegnato a nostra figlia sul come trattare i ragazzi?”
“Molto poco Harmony ci sa fare da sola.” Rispose Hermione.
“Povero Tim.”
“Ma quale povero Tim!” esclamò la strega “Non troverebbe una ragazza come Harmony neanche se vivesse mille anni.”
“Sono d’accordo. Però a volte ha un caratterino.” disse Harry ridendo.
E anche Hermione iniziò a ridere.
Poi il mago la guardò intensamente, le loro mani s’avvicinarono sul tavolo, le loro dita s’intrecciarono, lui allora si alzò dalla sedia e la baciò.
Un bacio veloce e ma passionale.
Che lasciò Hermione quasi senza fiato e disse: “Questo non era molto da quindicenni.”
“Ma era molto da Harry ed Hermione.” Disse lui rimettendosi seduto, ma continuando a tenerle la mano.
La strega sorrise.
“Cosa c’è da ridere?” domandò il mago.
“Guarda fuori da quella finestra.” Disse lei.
Harry guardò e vide che su un muro era appeso un poster con un immagine di una rana molto buffa.
“Ma che cos’è?” domandò lui.
“Non lo so, ma è carina.” Rispose la strega.
Una cameriera sui vent’anni si avvicinò al tavolo e domandò loro: “Cosa vi porta ragazzi?”
“Una coka va bene?” disse Harry.
“Sì.” Disse lei.
“Due coke, grazie.”
“Due coke, ok.” Disse la donna segnato le bibite sul suo taccuino.
“Mi scusi, ma cos’è quella rana?” domandò Harry indicando il buffo manifesto fuori.
“E’ il simbolo del gruppo che suonerà stasera.” Rispose la giovane donna
“Stasera allora si balla, molto bene.” Disse Harry e guardò Hermione con uno sguardo pieno di sottointesi.
“Vi porto subito l’ordinazione.” E se ne andò.
“Sai quella rana mi ha fatto pensare a Oscar.” Disse lei “Lo ricordi?”
“Il rospo di Neville, certo. Senza di lui non ci saremo incontrati sul treno.” Disse Lui ridendo.
“Sai che fine ha fatto?”
“Sì, ma è tragico e divertente. E’ esploso con la prima magia del piccolo Bruce.”
“Scherzi?” esclamò Hermione.
“No, per niente.”
“Povero Oscar” disse però iniziò a ridere insieme con Harry.
Dopo aver bevuto le bibite i due maghi uscirono e il pub tornò a essere normale.
Raggiunsero nuovamente una delle piazze della città dove ancora fervevano i preparativi per la festa, ma alcuni stand erano già pronti e aperti.
Tra questi c’era una bancarella con il classico gioco della palla contro un bersaglio.
Un uomo abbastanza robusto da dietro il bancone, gridò a Harry: “Ehi ragazzo perchè non provi a vincere un premio alla tua bella.”
Il babbano aveva una faccia allegra con una folta barba rossa ed era vestito con un kilt e una camicia bianca.
Harry si girò e vista la bancarella s’avvicinò con Hermione.
“Avanti non vorrai fare una cattiva figura davanti alla tua ragazza, sono solo cinque sterline.” Disse lo scozzese.
“Cosa devo fare per vincere?” domandò il mago.
“E’ semplice basta che ai andare una delle palle in uno dei secchi e vinci il premio corrispondente. Potresti vincere un orso per la tua bella ragazza.”
“Hermione?”
“Dai, provaci.” L’esortò.
Il mago prese la prima palla e si resse conto che non era diversa per dimensioni a una pluffa del Quidditch.
E sorrise perchè oltre a fare cercatore si era divertito a volte a segnare dei gols, i secchi/bersagli non erano diversi dai cerchi del gioco dei maghi.
“A cosa mirò?” domandò lanciando in aria la palla, riprendendola più volte.
“Aspetta...” gli disse Hermione che passò a rassegnato rassegna tutti i premi e ne scovò uno che la fece sorridere si trattava un pinguino di peluche alto circa quaranta centimetri e nell'ala stringeva una bandiera rossa e oro. “Ecco quel pinguino piacere a...”.
“Allora che il pinguino sia.” disse Harry che lanciò la palla tanto forte che l'uomo neanche la vide.
“Che tirò!!” esclamò lo scozzese e andò a controllare trovando la sfera nel secchio.
“Ecco il pinguino al nostro vincitore.” e diede il giocatolo a Hermione.
Lei lo strinse contenta e pensò che ad Harmony sarebbe piaciuto moltissimo.
L'uomo sostituì il premio e mise un'acquila, che somigliava incredibilmente a Fierobecco.
Harry neanche aspettò le parole di Hermione e centrò il bersaglio.
“Wow, ragazzo tu devi essere una specie di mago.” disse il babbano che diede l'aquila alla strega.
“E’ proprio così.” Esclamò una Hermione entusiasta.
Con la seconda vittoria, Harry rinunciò al terzo e ultimo tiro, e dopo aver ringraziato.
“Sono veramente carini.” Disse la strega guardando i due premi, mentre s’allontanavano dalla bancarella.
“Sì, ma forse dovremo tornare alla baita a posarli?”
“Scherzi, un incantesimo per renderli più piccoli e li metto in borsa.” Disse Hermione.
E lontano da occhi indiscreti entrarono in un vicolo dove Hermione con un semplice incantesimo rimpicciolì i due peluche alle dimensioni di due portachiavi.
Ancora nel vicolo sentirono delle grida, usciti sulla via principale e videro un fuggi fuggi generale.
“Ma che succede?” domandò Harry.
“Andiamo!?” lo incitò Hermione e i due seguirono la folla che si stava riunendo su un largo viale, la stradda più grande del villaggio.
Arrivati sentirò le urla di una donna: “Noooo!! Oh Dio!!! Dove sono i pompieri?”
“Devono arrivare subito!!” gridò un uomo “Cadrà altrimenti!!”
Harry alzò gli occhi e vide che una bambina era aggrappata a una finestra al ultimo piano di un palazzo diroccato.
“Dobbiamo fare qualcosa!!” gridò qualcuno.
“Non possiamo salire quella casa tiene per miracolo!” disse un uomo accanto al mago.
“Dove sono i pompieri!!?” domandò un altro, mentre la madre a terra era pazza di dolore.
“Sono bloccati, gli stand e le auto hanno bloccato tutto.”
“Hermione!!” Disse Harry voltandosi verso di lei.
“Sì, ho capito.” Rispose e i due maghi si fecero spazio tra la folla per raggiungere un angolo nascosta ai babbani, ma da cui si poteva vedere parte del palazzo.
“Quale incantesimo usiamo?” domandò il mago. “Potremo trasfigurare qualcosa che attutisca la caduta?”
“No, sarebbe troppo appariscente.” Rispose la strega. “Dobbiamo passare inosservati…”
Poi in coro dissero: “Il Wingardium Leviosa”
Senza aspettare Harry un solo istante uscì dal nascondiglio giusto per puntare la bacchetta.
E proprio nel istante che la piccola cadde nel vuoto e lui gridò: “Wingardium Leviosa!!”
L’incantesimo allora fece planare la bambina sulla tenda di uno stand, sana e salva.
La gente urlo di felicità, mentre Harry cadde seduto a terra per la tensione e anche Hermione si lasciò andare e gli disse china su di lui: “Resti sempre un eroe, lo sai?”
“E’ stato, è stato… Ecco perché amo la mangia.” rispose ridendo come un pazzo.
La strega gli diede un bacio prendendogli il volto fra le mani, lo aiuto a rialzarsi, ma lui le cadde quasi addosso. “Tienimi non mi reggo in piedi.” Disse.
“Sei stato eccezionale!!”
“Grazie, spero non ci abbia visto nessuno.” Disse Harry sorridendo con Hermione che gli stringeva il braccio destro. “Andiamo a pranzo? Ho fame.”
“Ok, andiamo.” Rispose la strega annuendo che lo abbracciò ancora.
E si allontanarono convinti di non essere osservati, ma un uomo con la barba e i capelli rossi e dalla corporatura robusta li stava osservando da una ventina di metri.

Arrivarono davanti a un tipico ristorante scozzese e Harry propose: “Mangiamo qui?”
La strega si guardò intorno e rispose: “Sì.”
Harry si avvicinò alla cameriera e gli domandò: “Un tavolo? Siamo in due.”
La ragazza poco più che ventenne gli guardò e seccata disse: “Va bene un tavolo fuori?”
“Sì, è perfetto.” Rispose Hermione, mentre Harry era sul punto di perdere la pazienza.
Seduti finalmente la cameriera diede loro i menù e disse: “Chiamatemi quando avete deciso.” E si allontanò.
“Non farà molti affari questo posto con un personale del genere.” Disse la strega sorridendo.
“Avevo dimenticato come vengono tratti i ragazzi, com’è dura esserlo.” Disse Harry.
“E’ non hai idea delle adolescenti, soprattutto con introduzione della moda eccentrica. Sai credo che Harmony verso i trenta diventerà punk, ci sono tutti i segnali direi…” disse la strega e insieme i due iniziarono a ridere.
“Scusate distrubo?” domandò loro un uomo avvicinandosi al tavolo.
Harry ed Hermione lo guardarono, era un tipo robusto e aveva una barba rossa e un viso sincero, e aveva un forte accento scozzese.
“Oh scusatemi, non mi sono presentato, mi chiamo Sandor e sono il pastore di questa comunità.” disse sorridendo. “Voi non siete di queste parti.”
“No, siamo in vacanza con i miei genitori.” rispose Harry con un tono piuttosto freddo. “Stiamo nella baita fuori città.”
Hermione rimase sorpresa per quel atteggiamento, ma non lo lasciò intravedere.
“Siete ospiti dei Weasley? Sono delle care persone, anche se… ehm un po' strane. Siete qui per la festa?”
“Sì, è una bella festa. Complimenti.” rispose la strega allegra.
“Grazie, signorina...”
“Lily Evans.” rispose Harry “E io sono James Potter. Perchè i Weasley sarebbero tipi strani?”
“Har...ehm James, non è...” intervene lei.
“Lasci Lily.” disse il pastore che guardò il mago negli occhi. “James hai degli occhi diversi da quelli di un ragazzo.” e poi mormorò sorridendo: “I Weasley fanno cose strane con le bacchette, proprio come te, poco fa quando hai salvato quella bambina.”
I due maghi rimasero allibiti mentre Sandor continuava sorridere un po' compiaciuto, sembra divertirsi.
“E' uno di noi?” domandò Harry stupito.
“Non proprio, io sono un magono. Sono nato in una famiglia di maghi. Mio fratello è un auror nella sezione di Gaslow. Conosco i Weasley, gioco a scacchi con Ronald. Sta bene quel matto?”
“Sì, sempre più matto.” rispose Hermione ridendo.
“Ne sono molto contento.” disse sorridendo.
La strega sorrise.
“Ah sei qui?” disse una voce alle spalle del magono.
“Tobia?” esclamò lo scozzese e si voltò.
“Sandor sai che aspettano noi per la festa e poi c'è la nostra finale di scacchi.”
L'altro uomo venne avanti era più magro e vestito di nero.
“Harry, Hermione vi presento Tobia, il prete cattolico di questa comunità, il mio concorrente e il mio miglior amico.”
Il sacerdote sorrise, guardò il pastore e poi disse: “Piacere.” Ai due maghi.
“Tobia saluto i miei nuovi amici e arrivo. Tu intanto vai avanti.”
“Va bene, ma muoviti ho vincerò per abbandono.” Rispose il babbano “Ragazzi, godetevi la festa.” s'allontanò.
“Allora come ci hai riconosciuto?” domandò Harry. “Dalla mia cicatrice.”
“No, vi conosco di fama, e Ron mi parla a volte dei suoi grandi e famosi amici. Gli mancavate tantissimo. Sul perchè siete tornati dei ragazzi ho imparato a non pormi tante domande con la magia. Ciao ehm ragazzi e grazie, grazie di tutto.”
I maghi sorrisero.
E il robusto pastore s'allontanò, raggiungendo il suo amico sacerdote.

A Hogwarts, sulla riva del lago nero, Herman Zabini si allenava con un arco magico.
Il serpeverde alzò l’arco e prima di scagliare la freccia respirò profondamente, trattenere il fiato e lasciò andare la corda e la cocca. La freccia scoccata si circondò di un’aura di cristalli di giaccio, e poco dopo colpì il bersaglio a pochi centimetri dal centro, e subito dopo dardo e bersaglio diventarono un blocco di ghiaccio.
"Niente male per un principiante." disse una allegra voce femminile alle spalle del giovane mago Lui la riconobbe subito e sorridendo si voltò e gli disse: “Principiante? Weasley tu non sei mica una medaglia olimpica.”
“Io avrei fatto centro.” disse la giovane strega che puntò il suo arco e soorise.
“Ok allora provalo, anzi facciamo una gara.” Propose Herman.
“E cosa mettiamo in palio?” domandò Tibby concentrata sul bersaglio.
“mmn un bacio?”
“Ti piacerebbe così vinci sempre tu.” rispose lei imbarazzata e abbassò l’arma.
“Vinciamo entrambi.” disse il serpeverde con un sorriso enorme stampato in faccia. “Facciamo così allora giochiamoci una burrobirra?”
“Ci sto. Chi inizia?” domandò Tibby.
“Prime le signore. Facciamo tre tiri e la somma?”
“Perfetto Zabini.” rispose la giovane strega e dopo aver sorriso spavalda al ragazzo, tirò la freccia, e questa si conficcò alla destra del centro.
“mmn ottimo tiro.” disse Herman.
“Grazie, ma non tanto, vediamo se sai fare di meglio?” disse la rossa cedendo il posto al mago.
“Io credo di sì.” rispose lui e tirò, la freccia questa volta colpì il bersaglio sotto la freccia di luce di tibby.
“Allora cosa ne dice la nostra Artemide?” disse ridendo Herman e abbassando l’arco, soddisfatto del suo primo risultato.
“Sono impressionata, sei bravo con l'arco, un mago preparato e un ottimo ballerino. Ma io sono più brava.”
Tibby scaglia un'altro dardo e questo colpisce ancora più vicino al occhio del bersaglio e ridendo disse: “Come vedi, Herman il primo tiro era di riscaldamento.”
Il giovane mago non risponde concentrato alza l'arco e tira, la freccia fa un centro quasi perfetto.
“Mi sa che la burrobirra sarà mia, e avra il gusto della vittoria.”
“Vedremo. Perchè non alziamo la posta?” domandò Tibby.
“Due burrobirra?” domandò il ragazzo.
“No, i nostri maniche di scopa. Chi vince avrà la scopa dell'altro, ok” domandò la strega.
“Quale?” domandò Herman.
“La tua Comet 140.”
“La mia Comet, lo sai che quella scopa è una delle prime Comet del 1929 d'epoca? Che ho lavorato per un anno e mezzo per rimetterla in sesto, lavorando come cameriere alla testa di porco.”
“Sì, lo so, per questo la voglio, ci stai?”
Il serpe verde sorrise guardando negli occhi la strega e disse: “Ok ci sto, ma non basta, non solo voglio la tua scopa, ma un appuntamento e un bacio. Prendere o lasciare Tibby Weasley.”
“Ehm...”
“Non hai coraggio, grifondoro?”
“Ok ci sto serpeverde.” Disse la strega che si concentrò, alzò l'arco, prese la mira e fece centro con un colpo.
“A te, Herman.” Esclamò con sorriso ironico sul volto.
“Ottimo centro, ma sono in vantaggio io, mi basta poco per vincere.” disse il serpeverde alzò l'arcò si concentrò.
Tibby avvicinò il suo volto a quello del ragazzo, e gli soffiò sulla guancia.
Lui fece partire la freccia ma quella andò oltre il bersaglio, perdendosi nel lago.
Strega ancora vicino gli diede un leggero bacio sulle guance vicino alle labbra e poi disse: “Ho vinto, zabini.”
“Sì, hai vinto. Ma per te Weasley vale una Comet 140."
“Tienila, mi sono divertita. Ora vado, Zabini.” Disse e s'allontano, andando verso il castello.
Herman la guardava, mentre camminava. e pensò: “Se si volta vuol dire che le piaccio.”
Tibby continuava ad andare.
“Avanti non deludermi.” Pensò il serpe verde.
La stregha d’un tratto si fermò e si girò di trequarti e sorrise all’amico.
Lui a stento tranne entusiasmo e mormorò: “Wow”

Al villaggio, finito il pranzo a base di specialità scozzesi, Harry ed Hermione tornarono alla baita dove finalmente posarono i libri acquistati di Hermione e poi fecero una lunga passeggiata per le splendide montagne e le valli verdi e grigie, ma oltre che ammirare lo splendido paesaggio, parlarono del passato, dei momenti belli, della loro amicizia divenuto amore così semplicemente, così dolcemente.
Hermione gli raccontò quanto fosse stato difficile crescere da sola Harmony, che in certi momenti lo avrebbe voluto vicino e come gli mancasse qualche consiglio della madre; ma anche quando quella bambina, ora giovane ed eccezionale strega, fosse una fonte continua di soddisfazione e quanto poteva amarla.
Harry le raccontò dei suoi viaggi, verso oriente sulle tracce di Tom Riddle, degli amici che ha trovato, dei nemici che ha affrontato, delle battaglie vinte e di quelle perse, della sua solitudine e quante volte avrebbe voluto averla vicino per esempio: in Tibet, a vedere la cima dell’Everest nascosta fra le nuvole e l’incontro con un monaco tibetano dalla grande saggezza, simile ad Albus Silente, percorrere parte della grande muraglia e la terrificante avventura contro lo spirito del primo imperatore cinese e del suo inarrestabile esercito di terracotta. Ma tutto quello era niente a confronto di quello che stava vivendo in quel momento nella sua vita, la gioia d’essere padre.
Parlarono e scherzarono tra loro proprio come facevano da ragazzi, e si sedettero sotto uno spuntone di roccia simile al becco di un rapace, e per rimanere in silenzio per qualche minuto, fin quando Harry non iniziò a fischiettare, ma non era un semplice motivetto.
La strega lo riconobbe subito, era l’iniziò del suo pezzo preferito: il quinto concerto per piano di Beethoven.
Finito Hermione applaudi felice e il mago ringraziò sorridendo.
Quando stavano per tornare al villaggio scoppiò un temporale, uno di quei tipici temporali del nord del Regno Unito, forti e improvvisi, ma per fortuna quasi sempre di breve durata.
I due maghi iniziarono allora a correre, cercando un rifugio, e fu Harry a vedere su una parete di roccia l’ingresso di una caverna, dove entrarono subito.
“Non è Hogwarts, ma potrà andare almeno stiamo all’asciutto.” Disse il mago appena dentro quella grotta che per un attimo gli ricordo la grotta del medaglione di Serpeverde, poi si guardò intorno e poi osservò la sua Hermione che nonostante la situazione la trovò bellissima, era bagnata come un pulcino, con i capelli zuppi e attaccati alla fronte.
“Sai che io odio il campeggio: boschi, tende, formiche, farsi il bagno con acqua gelida.” Disse la strega ridendo.
“Neanche a me mi fa impazzire. T’immagini se per combattere Voldemort avremo dovuto fare i Robin Hood per mesi?”
“Harry ti avrei tradito e sai diventata una mangiamorte, piuttosto.” Rispose lei allegra, che subito dopo starnutì.
“Salute.” rispose Harry ridendo.
“Ehm grazie…”
“Hermione dovremo toglierci questi abiti bagnati, e accedere un fuoco.”
“E’ una buona idea.” Disse lei, ma subito dopo “Ehì non che stai pensando di approfittarne?”
“Per chi mi hai preso?” esclamò.
“Al momento sei un ragazzo di quindici anni, che ne so se hai gli ormoni in subbuglio?” domandò la strega ridendo, ma anche rossa in viso.
“Granger, sono sempre io. E poi ti ho già vista nuda, potrei disegnarti a memoria senza vestiti.” Rispose il mago con un sorriso beffardo.
“Molto carino, Potter, ma non mi hai visto a quindici anni e non mi vedrai neanche oggi girati.” Disse costringendo Harry a voltarsi verso la parete di roccia della cavità.
“Ho capito! Ho capito, non ti guardo. Intanto accendo il fuoco.” Disse e si mise in ginocchio, ed evocò un fuoco magico che bruciava senza bisogno di legna.
La fiamma scoppiettava allegra a mezz'aria, e lui strofinò energicamente le mani tra loro, riscaldandosi.
“Ora va molto meglio.” Mormorò Harry e allora sollevò gli occhi e vide proiettata sulla parete grigia parete l'ombra di Hermione mentre si spogliava.
“Ehm, ora puoi toglierti i vestiti anche tu.” disse lei, avvicinandosi e mettendosi seduta accanto al mago, avvolta in una calda coperta.
“L'hai trasfigurata dal nulla?” domandò.
“Certo, la Mc Grannit non mi ha assunto a insegnare trasfigurazione per il mio bel faccino.”
“Vero.” disse Harry e poi s'alzò. “Adesso non sbirciare tu, mi raccomando.”
“Spiritoso.” Disse lei.
Harry si tolse la giacca e camicia, rimanendo con i jeans, e poi senza dire una parola, tornò vicino al fuoco.
Hermione aprì la un lembo della coperta e lo invito: “Vieni qui, non cercare di fare il duro.”
A quelle parole lui le sorrise e avvicinatosi, si lasciò coprire dal plaid.
Era un dolce tepore per entrambi.
Passarono alcuni minuti e Harry disse: “Hermione, stavo pensando. Ci conosciamo da tanto, entrambi proviamo un amore che non conoscere tempo o distanze, abbiamo una figlia che è meravigliosa... quello che sto cercando di dirti è: Hermione vuoi sposarmi? Lo so non sembra il momento giusto, ma... Hermione?”
La strega si era addormentata con la testa appoggiata alla spalla di lui. Il mago la guardò dolcemente e mormorò: “Dovevi proprio addormentati ora.” E sorrise. “Ma poco male sei carina quando dormi. Questa è una situazione tutta da ride, è una di quelle cose adatte a Ron…”
Harry allora senza movimenti bruschi prese in pugno la bacchetta e mormorò: “Dormi pure amore, io farò la guardia.”
“Mmm, il mio Harry...” sussurrò lei in sogno.

Dopo un un po’, Harry averti qualcosa.
“ Magia c’è della magia nell’aria,, si sta avvicinando qualcosa di magico.” Pensò e bacchetta in pugno, qualunque cosa avesse varcato l’ingresso di quella grotta, lui lo avrebbe conciato per le feste.
Quei pochi istanti gli sembrarono ore, si voltò e guardò Hermione, quindicenne ancora addormentata e pensò: “Niente ti farà del male e una promessa.”
Poi voltatosi di nuovo verso l’entrata della grotta, vide che l’essere magico che aveva sentito era entrato.
Era qualcosa di enorme, alto più di un metro, grosso come un puledro e tozzo come un torro, con un pelo nero e ispido, ma al tempo stesso luminoso e folto. Era un cane nero.
Il mago e il mastino si guardarono. L’animale leggendario studiava Harry con il unico occhio rimastogli di color rosso, come un tizzone di brace incandescente.
Sul suo muso faceva bella mostra di se una profonda cicatrice grigio scura, una antica ferita che lo aveva privato dell’occhio sinistro.
Il mastino infernale fiutò l’aria come alla ricerca di qualcuno o per capire cosa erano i due stranieri che avevano invaso il suo territorio, per un istante la sua attenzione si concentrò su Hermione che dormiva appoggiata alla parete di roccia, allora l’essere ringhio in modo sommesso.
“Non pensarci neanche, brutto muso.” Mormorò Harry con voce decisa.
Il mastino si rivolse a lui e sembrò sul punto d’attaccarlo, ma poi di nuovo si mise a fiutare l’aria, alla abbassò il capo e sotto gli occhi increduli del mago sparì come la nebbia quando il sole è alto del cielo.
Il mago tirò un sospiro di sollievo, e sentita la voce di Hermione.
“Cos’era quel coso?” esclamò lui voltandosi.
“Un Cu Shide, il cane nero scozzese.” Rispose.
“So solo che era grosso come un treno. Per un attimo ho temuto che potesse attaccarti.”
La strega s’alzò, sempre avvolta nella coperta.
“Da quanto sei sveglia?” le domandò Harry.
“Da poco dopo l’ingresso del nostro ospite. Perché?”
“No, niente.” Rispose lui.
“Credo che sia stato attirato qui dalla nostra magia, forse si è innervosito con me perché sono nata babbana, e non si fida dei babbani.”
“Perché non controlliamo se i nostri vestiti non sono asciutti. Vorrei andarmene da qui.” E propose Harry: “Abbiamo avuto abbastanza incontri insoliti per oggi. E doveva essere una vacanza?”
“Fin ora non è stata male.”

Intanto a Hogwarts la squadra di Quidditch di grifondoro aveva finito il suo allenamento, e stavano a bordo campo per togliersi le protezioni in pelle di drago.
“Oggi siamo andati molto bene.” Disse il capitano Faith Baston. “Complimenti a tutti. Ora rompete le righe e riposiamoci un po’ prima di rientrare.” Poi la strega si avvicinò a Tim Drake e Will Pevensie che parlavano e ridevano fra loro. “Ottimo lavoro a entrambi.”
“Grazie, Faith.” Rispose Drake.
“Grazie capitano.” Disse scherzando Will.
“Questa squadra è veramente notevole.” continò il capitano “Credo la migliore dai tempi in cui giocavano Harry Potter e Ronald Weasley, ma dopo tutto buon sangue non mente, vero ragazze?” e si rivolse a Tibby e Harmony poco distanti.
Le due giovani streghe sorrisero, mentre cominciavano a slacciare le protezioni delle gambe.
“Vinceremo la coppa.” Disse Harmony allegra. “Mia mad.. la professoressa Granger ha detto che la vuole nel suo ufficio, anche solo per toglierla al professor Malfoy.”
“L’avrà.” Rispose Faith.
“Le altre squadre sono forti quest’anno, ma come sempre il nostro rivale più pericoloso saranno i serpeverde.” Disse Tim. “Per esempio il loro cercatore: Leslei Parkison, la ragazza di questo pazzo qui.” E indicò con il pollice Will. “E’ molto forte, quanto la nostra Harmony.”
Pevensie sorrise e disse: “Confermo, ma ci sono anche Malfoy in porta e Ryo Parkinson come battitore.”
“Non dimentichiamoci i corvonero.” Disse Faith “Anche se Todd è fuori gioco restano Milley Hubble e Maria Fleed, l’anno scorso abbiamo perso contro i neroviola perché hanno giocato l’ultima partita come fosse una guerra, anche se in palio c’era solo il secondo posto. Ma ora basta parlare degli altri, preoccupiamoci di come giocheremo noi, oggi avete dato il meglio, se continuiamo così saranno gli altri a doverci temere.”
Ormai libera dal equipaggiamento, Harmony si avvicinò a Tim e gli diede dei colpetti alla dorso mano, il mago la guardò, sorrise e le prese dolcemente la mano non visto da nessuno, nel loro linguaggio segreto fatto di sguardi e di piccoli gesti, quel toccarsi si poteva tradurre in: ‘devo parlarti.’
Tim annuì, e i due lasciarono passare avanti tutta la squadra restando per ultimi. Camminavano mano della mano, mentre gli altri erano ormai molto avanti.
Il cielo era rosso simile a un incendio sul lago nero e quel fuoco si rifletteva sulla neve.
“Cosa c’è?” le sussurrò il giovane grifondoro.
“Prima di tutto, questo.” Rispose la strega e si buttò fra le sue braccia, tanto forte che il ragazzo si ritrovò con le spalle contro i sostegni in legno delle gradinare del campo di Quidditch.
Harmony lo baciò e poi a fior di labbra gli disse: “Credo d’essere dipendente dai tuoi baci, dal sapore delle tue labbra e dal fatto tu sei sexy con la divisa.”
“Anche tu lo sei, sei sexy e spericolata quando giochi.” Mormorò Tim stringendola a se.
La ragazza si allontanò un pochino, rimanendo davanti a lui, mentre il giovane mago le teneva le mani sui fianchi.
“Scommetto che lo dici a tutti?” domandò la strega.
“No, solo a te e a Will, ma lui non è il mio tipo.” Rispose ridendo e poi s’avvicinò a la baciò, in modo più passionale e profondo.
Finito Harmony era accaldata, rossa sulle guance e mormorò: “Sai è una fortuna che nessuno di noi porta l’apparecchio…”
“Sì, altrimenti sai che bagno di sangue.” Disse Tim che appoggiò le labbra sulla guancia di lei.
“Vorrei che fosse già domani per andare a cena e festeggiare il nostro anniversario.”
“Anch’io, ci divertiremo un mondo, ti voglio viziare in modo quasi vergognoso.” Disse il mago.
“Mi piace come idea, soprattutto il punto del viziare. Domani sarà importante.” disse lei.
Da lontano un’altra strega adolescente li guardava triste e po’ gelosa.
Allora i due ragazzi dopo altri decisero di tornare al castello.
“Tibby?” la chiamò Harmony da lontano mentre saliva il sentiero abbracciata al suo ragazzo. “Mi aspettavi?”
“No, mi sono fermata a guardare il tramonto e per poi andare dove sai.” Rispose mentendo un po’ la ragazza.
La giovane Granger capì subito che qualcosa non andava e disse a Tim: “Io resto qui con la mia migliore amica.”
“Cose fra donne? Capisco, amica batte ragazzo dieci a zero, ma non fatte tardi perché scesa la notte non è prudente star vicino nella foresta proibita.”
“Sappiamo difenderci.” Disse Harmony.
“Lo so bene, ma di notte esce di tutto da quella foresta, state attente.” Disse Drake prima d’andare.
“A dopo in sala comune, campione.” Gli disse la strega.
Lui sorrise e andò verso la scuola con le mani in tasca mormorando qualche verso di una canzone.
“E’ proprio un bravo ragazzo, il tuo ragazzo.” Disse Tibby.
“Sì, ma mi auguro non troppo…”
“Si vede lontano un miglio che ti ama. Sei fortunata e felice.” Disse la rossa.
“Potresti esserlo anche tu, secondo me dovresti dare una possibilità a Herman o forse a Terry, sono entrambi pazzi di te, aspettano solo un tuo segno.” Disse Harmony.
“Non mi sento ancora in grado d’amare di nuovo, come ho amato James. Per il momento sto bene da sola, ma mi manca a volte essere abbracciata da un ragazzo, il primo timido bacio e poi i tanti altri più passionali, mi manca il sentirmi al sicuro, il sentirmi amata.” Mormorò un po’ giù Tibby.
“Sei ancora arrabbiata con Rigel, ehm per James?”
“No, ho voltato pagina, penso d’essere cambiata e non solo nel mio colore.” Rispose la strega passando le dita fra i capelli della sua ciocca nera di cui andava molto fiera. “Sto pensando di tagliarli un po’, forse un caschetto. Cosa ne pensi?”
“Una decisione molto ardua per una ragazza.” Rispose l’amica sorridendo.
Tibby la imitò e disse: “Harmony tu sei la mia prima amica, prima di te io non ne avevo, grazie di tutto.”
“Ringrazi me? Senza di te, sarei stata perduta in questa nuova avventura qui a Hogwarts, sono stata fortunata ha trovare una migliore amica come te, Tabitha Luna Weasley. Ehi fa un po’ freddo ora, perché non torniamo?”
“Tu vai, lo sai io devo andare da Hadrid per la punizione. Anche se mi piace dare da mangiare alle creature magiche.” Rispose Tibby.
“Sì, a me sta simpatico Fierobecco è così bello, ma è ingiusto molte ragazze del quarto si truccano lo sanno tutti, tutta colpa di quella Nadia, il prefetto di Tassorosso, è ancora gelosa per la storia del ballo e per Herman.” Disse Harmony, un po’ arrabbiata.
“Hai un po’ esagerato con quel incantesimo dei foruncoli sulla fronte che formavano la parola spia, ma non capisco perché quasi tutti i professori ridevano quando l’hanno vista?”
“Chi lo sa perché? Mia madre poi poteva lasciar correre?” disse Harmony.
“Certo che no, c’era persino la preside, quando quella è andata a denunciarmi, almeno mi ha dato una punizione lieve. Ora scappo altrimenti non finisco più, e poi Hadrig mi aspetta per il tè. Ci si vede dopo in sala comune prima di cena.” Disse la rossa “Poi ti devo raccontare di Hernan e della nostra gara di tiro con arco che abbiamo fatto oggi pomeriggio.”
“Ah, non vedo l’ora!!” disse la Granger
Le due amiche si sorrisero e dopo essersi date il cinque, Tibby andò verso la casa del professore di cura delle creature magiche, mentre Harmony verso il castello.

Finita per quel giorno la punizione Tibby stava tornando al castello passando per il lago e mentre percorreva il sentiero sulla riva sentì qualcosa muoversi nella boscaglia, e vide un ragazzo e una ragazza intenti a baciarsi appoggiati a un albero.
Lui era un corvonero, mentre lei una serpeverde.
Scoperti i due si guardarono sorridendo e dopo un altro fugace bacio, il giovane mago lasciò la strega e andò via sistemandosi la camicia e la cravatta e passando accanto a Tibby.
La serpeverde invece proseguì verso la scuola incurante dell’altra ragazza e solo allora la rossa la riconobbe: era la stessa ragazza che si sbaciucchiava ieri con Terry sugli spalti del campo di Quidditch durante l'allenamento di grifondoro.
“Ecco perfetto questa ci mancava.” pensò Tibby alzando il passo, non voleva averne niente a che fare e la superò.
“Ehi scusa conosci un incantesimo per far sparire questo?” le domandò la strega mostrandole un succhiotto sul suo colo. “Il mio attuale ragazzo è una specie di vampiro assetato…” disse sorridendo. “Naturalmente scherzo, non è un vampiro.”
“No, ti consiglio di non farti fare certe cose.” Rispose la rossa in modo acido.
“Io lo trovò piacevole...”
“Non mi meraviglio, anzi devi essere brava e ricercata per cose del genere.” Continuò Tibby.
“Mi stai dicendo che sono una facile?”
“Sì proprio così.” rispose la grifondoro e poi mormorò: “Gli mangiavi la faccia al campo.”
“Ah tu sei lei, non hai capito vero?” disse Katie e le sorrise. “Io farei qualunque cosa per essere al tuo posto, Weasley. Ah mi chiamò Katie Miller.”
“Ma cosa stai dicendo?”
“Terry, Terry Mcginnies...”
“Puoi fare qualche cosa con lui non m'interressa, ma se dovreste trovavi un posto o meglio un letto.”
“Sei una stupida! Non capisci che lui è innamorato di te. Io gli sono solo amica per sfortuna. Vuole farti ingelosire e a quanto vedo ci riuscito alla grande.”
“Lui cosa? Non è possibile, lui è..." rispose Tibby confusa.
“Credo che mi ucciderà per avertelo detto. Lo conosco, ma non l'ho mai visto così preso da qualcuna come lo è per te.”

Tornati alla baita, Harry ed Hermione ci entrarono ridendo e scherzando, tra abbracci e baci, superata la porta d’ingresso, lui spinse la strega dolcemente contro la parente in legno, e la baciò con passione, per poi dirle: “Ti bacerei per tutta la vita.”
“Anche quando saremo due vecchietti.” mormorò lei.
“Certo io voglio passare tutta la mia vita con te.” rispose lui, e la tornò a baciare, poi la guardò intensamente, la bloccò con le braccia dicendole: “Adesso signorina Granger sei mia prigioniera? Cosa farai per scappare?”
“Niente, mi piace essere sua prigioniera, signor Potter. Ma poi credo che il pedaggio sarà molto facile… e piacevole.” rispose e gli diede un delicato bacio a fior di labbra.
Il gesto d’amore era così dolce che lui subito la lasciò andare e poi mormorò: “Mi sono sbagliato. Sei tu a tenermi prigioniero.”
Lei sorrise e dopo essere tornata libera andò al centro della stanza, voltandosi verso il mago e disse: “Adesso che facciamo? la festa è stasera, è presto ancora.”
“Potremo inventarci qualcosa di bello?” disse lui andandole vicino.
“Di Dolce?” continuò la strega con un sorriso malizioso.”D'intimo?”
“Decisamente intimo.” rispose lui.
“Ma a parte questo. Vorrei farti un discorso serio, molto serio.”
“Dimmi Harry?”
“Ecco, Hermione tu e io... vado prima io a farmi la doccia.” disse e correndo raggiunse le scale e salì sopra in un lampo.
“Ah razza d’imbroglione...” disse ridendo lei. “Se fossi un gentiluomo la faresti fare a me per prima.”
“Mai stato...” rispose dal primo piano, per poi affacciarsi dalla scala e farle la linguaccia.
“Harry James Potter sei infantile, ma... ti amo...” gridò Hermione.
“Lo so anch'io ti amo, anche perchè ci casci sempre.” disse il mago dal bagno.
Finita la doccia Harry uscì dando il posto a Hermione.
E anche la strega finì velocemente.
Lui intanto nella stanza da letto si era vestito ed era sceso giù a prepararsi qualcosa da mangiagiare. Intanto anche Hermione si preparava.
“Harry!” disse ad alta voce per farsi sentire. “Posso prendere una delle tue giacche fa freddo più tardi.”
“Certo nessun problema, prendi quello che vuoi...” rispose lui.
Mentre la strega sollevava una giacca dalla valigia dalla tasca cadde qualcosa, la raccolse e vide che era una foto magica di loro due da ragazzi.
Erano in biblioteca e si guardavano, l'uno di fronte all'altro.
Lui sembrava felice, mentre lei era arrabbiata.
“L’ha fatta Colin.” Disse Harry appena entrato nella camera alle spalle Hermione .
“Ah... sembra tanto tempo fa.”
“E' l'unica foto di noi due che ho portato con me.” Disse lui.
“Perchè proprio questa?”
Harry le s'avvicinò e le rispose: “Perchè si vede che c’era qualcosa fra noi, perché ti amava già allora, senza saperlo.”
“Nonostante Ginevra.”
“Sì, l'avrei lasciata per stare con te, se tu avessi voluto. Ma poi è morto Silente e tutto è diventato veloce, troppo veloce. Ho capito che potevi morire solo standomi vicino.”
“E hai scelto per entrambi? Io avrei voluto correre il rischio...”
“Sapevo che a te non bastava dire è finita, come con Ginevra, tu eri… tu sei speciale...”
Lei sorrise e poi disse: “Forse doveva andare in quel modo per far nasce Harmony...”

Alcune ore più tardi, il mago aspettava nel salotto, intanto a seguire una partita di Quidditch su Magic Tv sport 1.
“I ragazzi e il Quidditch, siete assurdi.” Disse Hermione mentre scendeva le scale.
“Ehi tu lo seguivi quando eravamo ragazzi?” Mormorò Harry senza distogliere gli occhi da una azione da gol, poi finita fuori. “Nah ci sarebbe riuscito persino un ragazzino alla sua prima lezione di volo.”
“Io non seguivo lo sport seguivo un cercatore.” Rispose la strega raggiungendolo al divano.
“Ah sì e chi?” domandò lui con un sorriso complice.
“Quel cercatore è un brocco.” Esclamò la strega dopo che il giocatore si era lasciato mancare il boccino d’oro da sotto il naso. “Harmony lo avrebbe preso.”
“Di sicuro.” Disse Harry e finalmente guardò dietro di se, e rimase allibito davanti a Hermione in uno splendido abito da sera nero, tanto da riuscire a dire solo: “Wow!! Sei fantastica… Come mai ti sei portata un abito così bello?”
“Noi donne siamo sempre pronte a qualunque evenienza.” Rispose.
“Magia, trasfigurazione?”
“Naturalmente.” Rispose la strega.
“Andiamo alla ballo?” disse Harry alzandosi.
“Ok, è la partita?” domandò lei.
“Tanto so come finisce i canoni perderanno, come al solito.”
“Povero Ron…” mormorò lei mentre offriva il braccio al suo amato mago e insieme uscivano dalla baita.
Appena fuori Harry percepì qualcosa e disse a voce bassa: “Il nostro nuovo amico è venuto a farci visita.”
“Chi? Ah forse quello enorme e a quattro zampe?” Disse la strega.
E dalla boscaglia uscì il Cu Shide e senza fare alcun rumore si mise davanti a loro sul sentiero.
“Cosa c’è?” gli domandò Harry poi a Hermione “Ad Hadrig piacerebbe molto.”
Il black dog lo guardò con il suo unico occhio rosso, e poi mugugnò.
“Vuole avvisarci di un pericolo.” Mormorò lei.

Arrivati al villaggio, la festa appena iniziata era incredibile: tutto era luci, balli, canti, la gente si divertiva, rideva, scherzava, beveva.
Harry ed Hermione ci entrarono con entusiasmo, dirigendosi subito alla grande pista da ballo in una delle grandi piazze del paese.
Nel lato nord della piazza c'era un piccolo palco e sopra c’era una band che suonavano un mix fantasioso e strano di strumenti moderni come una chitarra elettrica, un basso, una tastiera, una batteria, e strumenti più antichi e tradizionali come una cornamusa e un violino. Il gruppo suonava una musica scatenata con un ritmo tra un tipico ballo popolare scozzese e a un pezzo rock.
Harry disse gridando a Hermione: “Ti va di ballare?”
“Sì, sarà divertentissimo.” Rispose lei.
Lui le sorrise e le prese la mano e insieme entrarono in quel turbinio e confusione, ballavano a perdi fiato, senza fermarsi.
Finita la musica, il chitarrista grido: “Siete fantastici! Ma ora ci prendiamo un momento di pausa. Ma non vi pensate che sia finita, il meglio deve ancora venire.
E tutti plaudirono per poi allontanarsi dalla pista.
“Mi ricorda le canzoni della seconda parte del ballo del ceppo.” disse Hermione mentre anche lei batteva le mani.
Harry felice e disse: “L'unico momento buono che ricordo di quel ballo fu vederti scendere la scala. Eri fantastica in quel vestito blu.” e poi domandò “Ti va di bere qualcosa?” mentre lasciavano la pista.
“Sì, grazie...” rispose la strega mentre si sedeva su un muretto.
“Aspetta qui torno subito.” disse il mago e andò verso un banco dove ordinò due bottiglie di coca cola.
E mentre tornava sui suoi passi sentì una voce da dietro le sue spalle: “Allora Harry come ti sembra la festa?”
“Bella pastore, originale.” Rispose.
“Per me anche fin troppo originale. Mi auguro che tra un po' possa sentire della romantica e melodiosa Folk Scozzese.” disse Sandor. “Ed Hermione?”
“Mi aspetta laggiù.” Rispose e fece un paio di passi al fianco al sacerdote.
“Sandor posso raccontarle una storia? Si tratta di un mago oscuro, un mangiamorte che diventa un pastore anglicano…”
“Come lo sai? Come l'hai capito?” domandò lo scozzese molto sorpreso da quelle parole.
“L'istinto e l’esperienza riconosco i maghi ormai anche se non fanno più incantesimi da molto tempo e poi ricordo d'aver visto un uomo che ti somigliava tra i mangiamorte non ancora catturati. Si chiamava Baldev Batraal.”
“Baldev Batraal, non sentivo quel nome da almeno quindici anni. Quel uomo Potter, non esiste più... Durante la guerra, durante tutta quella insensata violenza ho trovato Dio, così mi sono lasciato tutto alle spalle e sono diventato un servitore di nostro signore, e devo tutto questo a un pastore di nome Sandor.”
“Non ti denuncerò per me qui c'è solo un magono che fa il pastore anglicano...” disse Harry serio..
“Grazie...”
“Dovresti ringraziare Hermione e mia figlia Harmony, fino a qualche mese fa ti avrei eliminato su due piedi. Ma credo che ognuno di noi meriti una seconda possibilità. Un’altra cosa oggi mentre ci riparavamo dalla pioggia in una grotta ai piedi delle montagne abbiamo visto un cu shide e poco fa di nuovo fuori dalla Baita. Non è strano che sia così vicino a un posto abitato da babbani?”
“Quel Cu shide aveva un occhi solo non è vero? Era Fear lo spirito tutelare di questo villaggio, protegge queste luoghi fin dalla fondazione, sembra che abbia ucciso un soldato romano che aveva rapito una fanciulla celtica, ma un volta uscito dalle tenebre volle restare qui perché affascinato dal mondo.” Spiego Sandor che poi divenne pensieroso “Però ogni volta che si fa vedere il villaggio è minacciato da un grande pericolo.”
“Adesso torno da Hermione.” Disse Harry. “Mi auguro di rivederti, pastore.”
“Anch’io mago.”
Mentre Potter e Sandor ancora parlavano, Hermione si divertiva a guardare la festa, ma a pochi metri da lei vide un gruppo di ragazzi che facevano gli stupidi con una ragazza, tanto che uno di loro le tastò il sedere. La poverina rimase interdetta dalla molestia e il ragazzo la bloccava contro la ringhiera con tutto il suo peso.
In quel momento la strega penso di usare un incantesimo, ma la piazza era fin troppo affollata per tirar fuori la bacchetta, allora decisa s’alzo per affrontare il babbano.
“Scusa, ehi tu, maiale, perché non tieni le mani a posto?” gli disse a pochi metri.
“Cosa? Fatti gli affari tuoi. Io non sto facendo niente di male, questa è la mia ragazza.” E poi alla sua vittima. “Dirlo anche tu.”
La giovane dai capelli rossi non pronuncio parola, ma guardata Hermione annuì, mentre i suoi occhi diventavano umidi e iniziò a piangere.
“Lasciala andare, subito!!” disse la strega, avvicinandosi di più.
“Ma che diavolo vuoi? Che vuoi stare forse al suo posto?” gridò di ragazzo spalleggiato dagli amici.
“Conosco la gente come te.” Mormorò la strega in risposta. “Ti sentì grande a far sentire piccoli gli altri, e devi sentirti un vero uomo a mettere le mani addosso a un ragazza.”
“Se vuoi potrei mettere le mie mani su di te e poi potrebbe anche piacerti?”
“Provaci, lurido maiale e vigliacco…” rispose spavalda.
“Come mi hai chiamato? Maiale? Ora piangerai ragazza, Nessuna chiama maiale Thomas Wess.” Gridò il babbano arrogante e pieno di se, s’avvicino a Hermione, standole davanti, cercando di incutere timore con la sua stazza, era alto almeno metro e ottanta.
“Adesso ripetilo che sono un maiale?” disse con le mani sui fianchi.
Hermione alzò negli occhi e lo guardo in faccio sorrise beffarda e disse: “Sei un porco, l’hai capito? E se credi di farmi paura ti sbagli, sei solo un bullo.”
“Ah lurida vacca…” gridò lui mentre i suoi erano carichi di odio e cercò di schiaffeggiarla.
La strega veloce si abbassò e lo colpì al mento con il palmo della mano destra, e lui cadde a terra dolorante.
“Quella ragazza ha il fuoco nelle vene.” Disse qualcuno tra la folla.
“Ehi che caratterino!!” Disse un altro.
“Ti lascio cinque minuti e ti ritrovo che picchi un ragazzo.” Disse Harry ridendo al suo fianco appena arrivato. “Mi ricordo ancora il pugno che gli hai dato a Draco al terzo anno.”
“Se le cercata.” mormorò Hermione scherzando.
Harry la strinse dolcemente a se e le domandò: “Mi dici dove hai imparato certe cose?”
“Io e Harmony abbiamo preso un po' di lezioni di arti marziali un paio di anni fa. La nostra piccola e tenera bambina è una fan di Buffy, così ha avuto imparare a combattere.”
La ragazza molestata si avvicinò ai due e disse: “Ehm volevo ringraziarti.”.
“Non c'è di che, ma ti consiglio di non farti più trattare in quel modo.” rispose “Nessuna di noi deve permettere qualcosa del genere, mi hai capito?"
“Hai ragione, scusami.” disse la ragazza intimidita mentre si sistemava il vestito stropicciato “Però il mio ragazzo non si è mai comportato in quel modo, non capisco cosa gli sia preso. Grazie…” e andò via.
“Non sei stata un po' dura con lei.” intervenne Harry
“Forse, ma penso che se una di noi si fa trattare in quel modo, giustifica i comportamenti di gente come quella. Però è strano quel ragazzo aveva una luce negli occhi, tutti quei ragazzi l’avevano.”
“Sarà euforia della festa, troppe birre, o sono solo degli adolescenti.” Disse il mago.
Il gruppo ricominciò a suonare una melodia dolce e lenta.
“Questa la dedichiamo a tutte le coppie di innamorati.” Disse il chitarrista.
La pista iniziò a riempirsi di coppie che ballavano lente tenendosi abbracciate.
Harry sorrise, ed Hermione capì subito, poi mano nella mano tornarono a ballare. La strega si lasciava dolcemente andare alla ritmo lento e si perdeva negli occhi verdi del suo cavaliere, poi appoggiò la fronte sulla spalla di lui e sussurrò: “Vorrei poter stare così per tanto tempo.”
“Per quanto?” domandò lui stringendola di più.
“L’eternità va bene?” rispose lei chinando leggermente il capo a destra e chiudendo gli occhi, lasciandosi andare al tepore di quel abbraccio.
D’un tratto si sentirono delle urla, la musica si fermò, la gente gridava e scappa, mentre iniziavano a sentirsi dei lamenti.
“Ma che succede?” urlò Harry, che istintivamente prese la bacchetta come aveva già fatto Hermione.
Le persone scappavano terrorizzate, Harry fermò un ragazzo e gli domandò urlando: “Dimmi cosa sta accadendo?”
“E’ orribile, li stanno facendo a pezzi!! E’ orribile, dobbiamo scappare, sono impazziti, sono impazziti!” e continuava a dire cose senza senso.
“Chi? Chi è impazzito?” domandò Harry cercando di scuoterlo dalle spalle, mentre tutti scappavano intorno a loro.
“Harry è fuori di se, lascialo andare!!” intervenne la strega.
Lui lo lasciò e il ragazzo disse: “Andate, correte via…”
In quel momento sentirono Sandor gridare: “Tutti in chiesa subito, li saremo al sicuro.”
Gli abitati obbedirono, entrando in chiesa dal grande portone.
“Harry, Hermione, venite presto.” Gridò il pastore ai due maghi rimasti per ultimi.
“Harry, andiamo…” disse lei e lo prese per un braccio.
“No!! Dobbiamo sapere con cosa abbia a che fare.” Rispose e allora gli videro, in fondo alla piazza c’erano dei corpi sanguinanti e delle persone completamente impazziti che uccidevano e divoravano i cadaveri, e a volteggiate sopra a tutti videro tre figure femminili avvolti in sudari bianchi e grigi.
“Banshee.” Mormorò la strega. “Quelle sono delle Banshee.”
Le tre lady bianche li guardarono e dissero insieme con voci degne dell’al di la: “Ci vedete, voi ci vedete!!” e due di loro si lanciarono urlando su Harry ed Hermione.
“Presto entrate.” Gridò Sandor.
I due maghi allora corsero subito verso la chiesa ed entrarono un attimo prima che le banshee gli fossero addosso.
Stranamente i due spiriti si trovarono bloccati come se davanti a loro ci fosse stato un muro invisibile, e furenti di rabbia urlarono facendo tremare tutto il luogo sacro.
Sandor reggendosi a una dei lati della portone, guardò la banshee rimasta indietro, e sembrò riconoscerla mormorando un nome: “Pauline”
La banshee lo guardò e sorrise.
“Chiudete le porte.” Ordinò con voce profonda il pastore.

11 commenti:

argentlam ha detto...

Woooow!!! è decisamente la parola giusta per un capitolo così. Finalmente vedo un pò di pace dopo tante battaglie sono molto contenta. Ci sono notevoli miglioramenti stilistici da tutti i punti di vista: personaggi, descrizioni, dialoghi etc... Come sono belli harry e hermioneeeee!!! AUROR FOREVER!! lo sai già no ihihihi! e poi davvero non li ho mai visti innamorati da questo punto di vista quindi sono molto contenta ^^ ...........E le idee sono sempre molto originali mi complimento tantissimo ^^ per questo fantastico nuovo cap che di certo compensa la lunga attesa, complimenti davvero. Questo è un romanzo non una ff XD XD Spero di leggere presto un altro cap!!

Anonimo ha detto...

QUESTO CAP. è FANTSTICO ....... 6 BRAVISSIMO ESISTE SOLO UNA PAROLA .... SUPERIPEARCIXTRASMITICA XD XD è VALSA A PENA DI ASPETTARE 6 UN GENIO ........ CONINUA COSI' E CONTINUA A FARCI SOGNARE SPERANDO DI CONTNUARE A LEGGERE NUOVI CAPITOLI !!!!!

Anonimo ha detto...

bellixima qst storia....nn vedo l'ora ke continui!!!!!!! 6 mitika!!!

Anonimo ha detto...

non vedo l'ora di leggere il nuovo capitolo! a presto!

Anonimo ha detto...

genio,sei un genio!

Anonimo ha detto...

Ciao Dalastor!!! Sei il mio scrittore preferito e aspetto presto un tuo aggiornamento a questa bellissima storia!Complimenti!

Anonimo ha detto...

è fantastico!!!! non vedo l'ora che scrivi il prossimo capitolo!!!!

Anonimo ha detto...

Quando vedremo il prossimo capitolo? Non Vedo L'Ora!!!!

Anonimo ha detto...

Sto aspettando il prossimo capito...quando avrò il piacere di leggerlo?XD..complimenti

Anonimo ha detto...

continua a scrivere il 31 capitolo x favore è trp bll!!!!!W AUROR

Anonimo ha detto...

Anch'io aspetto con ansia il prossimo capitolo... Quando arriva?
Spero presto...

Vampirella Magica

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