sabato 5 luglio 2008

Granger Girls

Capitolo sesto: A Diagon Alley (seconda parte)



Harmony poco dopo arrivò alla gelateria, ma con sua grande sorpresa invece di trovare sua madre e le altre, ci trovò Acrux che le sorrideva appoggiato a un muro.
“E’ tu che ci fai qui a questa ora?” gli domandò la strega avvicinandosi.
“Che domande? Aspettavo te.” rispose lui prendendola per i fianchi per poi abbracciarla. I loro visi erano vicinissimi, si guadavano negli occhi, e per un attimo tutto il vociare di Diagon Ally sparì.
“Oh mio Dio, sta per baciarmi” pensò Harmony “Sto per ricevere il mio primo bacio.”
Ma al ultimo secondo Acrux distolse lo sguardo per poi allontanare gentilmente la ragazza.
“Acrux…” sussurrò lei.
“Harmony, io… io non posso, tu ti meriti di meglio di un bastardo come me.”
“Perché questo non lo fai giudicare a me, biondo?” domandò lei e lo prese per la camicia tirandolo a se e baciandolo.
Finito il bacio, lei lo guardò rossa in viso e con una luce maliziosa e birichina negli occhi.
Lui sorrise e disse: “Aveva ragione lo zio Ron: voi Granger siete pericolose.”
“Cosa!? Pericolose?! Non sai neanche quanto, Malfoy.” Disse lei ridendo.
Poi il ragazzo tornò serio e disse: “Hamony, c’è una cosa di cui dobbiamo parlare.”
“Sì, dimmi?”
“Ma intanto andiamo ci aspettano tutti ai tiri vispi Weasley.”
“Ma il negozio dei tuoi zii. Non è chiuso oggi?”
“Sì, perché oggi c’è una festa privata, tanti auguri Granger, tanti auguri di buon compleanno.”
“Ehi, ma per il mio compleanno è tra una settimana.”
“Si, ma il 29 agosto molti saranno già a Hogwarts, cosi tua madre ha pensato di farti una sorpresa in anticipo e potrai anche conoscere tutti gli altri.”
“Tutti gli altri?”
“Sì, vecchi amici e alleati dei tuoi, ma anche qualche studente di Hogwarts.”
“E’ fantastico!!!” esultò la ragazza “Che stai aspettando? Andiamo.”
Mentre camminavano Acrux pensava guardando Harmony felice: “E’ bellissima, dolce, affascinante e anche matura per la sua età. Credo di essermi innamorato per la prima volta in vita mia.” E ripensò alla conversazione avuta quella mattina nella sua stanza con suo padre.
“Ciao Acrux” disse Draco entrando mentre lui si preparava.
“Ciao papà, cosa c’è?”
“No, niente.” disse il mago e sedete sul letto “E da un po’ che non parliamo.”
Il ragazzo mugugnò qualcosa e annuì, per poi sorridere.
“E da un po’ di giorni che sei particolarmente allegro, come mai?” gli domandò Draco.
“Niente di particolare. Ma perché me lo domandi?”
“Così. E’ strano, ma la tua felicità coincide con l’arriva nella casa dei nonni di una certa fanciulla con i capelli neri.”
Il ragazzo si voltò guardando suo padre che rideva.
“E cosi evidente?”
“Sì, abbastanza.” poi l’uomo diventò serio “Acrux, tengo molto all’amicizia di Hermione, in gioventù non mi sono comportato bene con lei, ma per fortuna quei tempi sono finiti. Ora non voglio che Harmony soffra, è una brava ragazza, è il suo essere figlia di due eroi potrebbe portarle parecchi problemi a Hogwarts, non voglio che abbia un pure cuore spezzato per colpa di mio figlio.”
“Papà ci tengo molto ad Harmony”
“Sì, ma so che hai un’altra ragazza a Hogwarts. Dimmi la verità non è che per te Harmony è solo un avventura o che so io una scommessa.”
“Ehi mi conosci sai che non faccio di queste cose” rispose il giovane mago e respirò profondamente “Credo di amarla, papà. Credo di essermene innamorato.”
“Credi?”
“Non lo so” rispose lui “E’ strano, ogni volta che c’è lei mi sento strano, è come volare su un manico di scopa a tutta velocità, ho lo stomaco in subbuglio e sento il cuore perdere un battito ogni qual volta che vedo i suoi occhi, che sento il suo profumo. Quando so che la devo incontrare sono stranamente allegro e conto i secondi. Non so se riesco a spiegarmi?”
Il genitore sorrise e disse: “Ti sei spiegato bene, ragazzo, e credo proprio che tu sia del tutto cotto. Conosco bene le sensazioni che provi, le ho provate anch’io per tua madre e devo confessare di provarle ancora oggi, mi innamorò di nuovo di lei ogni giorno”
“Oh guarda il grande Draco Malfoy, il principe dei serpeverde, il mangiamorte rinnegato, un eroe della compagnia corvonero che diventa sentimentale a parlare della mia mamma.”
“Ehi ragazzo, non sei ancora abbastanza maturo per poter sfottere in questo modo il tuo vecchio.”
“E quando lo sarò vecchio mio?”
“Più o meno la prossima settimana.”
Padre e figlio si misero a ridere poi Draco continuò serio: “Mi raccomando di stare attento, non solo con Harmony, di recente gli attacchi dei mangiamorte sono diventati più frequenti, anche se il ministero cerca di insabbiare tutto. Guardarti le spalle”
 
La voce di Harmony riportò Acrux alla realtà.
“A cosa stavi pensando?”
“Niente d’importante. Ecco siamo arrivati.” E il ragazzo stava per entrare nel negozio, ma Harmony lo prese per un braccio e gli disse: “Aspetta….”
“Cosa c’è?”
La strega era nervosa “Ho un po’ di paura.”
“Perché?” le domandò lui mettendole una mano sulla spalla.
Lei abbassò lo sguardo e sussurrò: “Non conosco quella gente la dentro, ma loro sanno chi sono, forse si aspettano un’altra persona, forse aspettano Harry Potter o la figlia del prescelto, ma io sono solo Harmony. Acrux, fino a tre mesi fa non sapevo niente di tutto questo, non sapevo d’essere una strega, ne d’essere la figlia di due eroi.” E si scostò da lui dandogli le spalle. “Non voglio deludere nessuno.”
“Tu non deluderai nessuno, piccola, ma poi che cosa te ne frega. Sì te stessa è la cosa più importante, in più le persone che sono venute a festeggiarti e a conoscerti sono fantastiche, loro hanno conosciuto veramente tuo padre e l’hanno amato per com’era, hanno saputo vedere oltre una stupida cicatrice e una leggenda. Harmony guardami…”
La ragazza si voltò.
“Sono tutte persone eccezionali dargli la possibilità di conoscerti e di amarti come…. Ehm andiamo”
“Come?”
“Come che?”
“Avanti Malfoy, finisce la frase se hai coraggio” disse lei ridendo e mentre lo metteva alle strette.
“Non so di cosa tu stia parlando?” domandò lui un po’ agitato.
“Ah no” rispose lei mentre gli veniva vicino “Io invece credo di si?”
Il serpeverde si trovò ben presto con le spalle sulla porta del negozio.
“Mi sembra, biondo, che tu sia in una brutta posizione.”
Acrux sorrise e disse: “A me non sembra.” e veloce le prese il volto fra le mani.
“Che vuoi fare?” domandò lei arrossendo.
“Oh Merlino, ma non ti stanchi mai di parlare, Granger.” E senza aspettare la risposta la baciò, i due ragazzi si spinserò contro la porta, ma questa si aprì, e i due ragazzi caddero uno sul altro dentro il negozio pieno di gente.
Alzato il viso Harmony vide per prima la madre diventare di tutti i colori, ed esclamò: “Ciao mamma. Conosci Acrux, vero?”
“Buon pomeriggio, signora Granger.” disse il biondo con tutta la sua faccia tosta.
Draco che stava accanto a Blaise Zabini disse sorridendo: “Quello è mio figlio.” E Ginevra guardò male il marito.
Intanto George disse ad alta voce al fratello: “Non ci sono dubbi è la figlia di Harry.”
 
Finito il comico incidente la festa iniziò. Harmony capì subito che Acrux aveva ragione quelle persone erano venute a festeggiare e conoscere lei, Harmony Granger, non solo la figlia di Harry Potter. In alto tra le strane decorazioni faceva bella mostra di se un enorme striscione azzurro con scritto: “Benvenuta e Buon Compleanno Harmony!!!”
Tutti le sorridevano e non erano sorrisi di circostanza. Era strano, ma tra quella gente per la maggior parte sconosciuta e strana la ragazza si sentiva a casa, in famiglia; era una bella sensazione.
Hermione le si era avvicinata e le disse a voce bassa: “Devi dire qualcosa a mamma?”
“Ehm, direi di no.”
“No, perchè, non girarti, ma il ragazzo con cui sei caduta prima di sta guardando.”
Acrux non riusciva proprio a staccarle gli occhi da lei.
E la giovane strega arrossì.
Intanto Tibby s’avvicino e le due amiche s’allontanarono iniziando a parlottare fra loro.
“Allora che è successo?”
Harmony sorrise e disse: “Ci siamo baciati due volte.”
“Come? Mio cugino ti ha baciato.”
“Si e no.”
“Forza racconta.”
“Allora la prima volta lo baciato io…”
“Tu?”
“E sì, non sì dava una mossa.”
“Sei fantastica.”
“Ma poco fa, mi ha baciato lui, in modo molto più passionale”
“Harmony!” la chiamò avvicinandosi Hermione “Scusami, ma ci sono un po’ di persone che ti vogliono conoscere e salutare ti dispiace.”
“Ah no di certo.”
Le tre streghe si avvicinarono a un gruppo di tre strane persone.
“Allora, Hamony, la professoressa McGranitt già la conosci, è la preside di Hogwarts.”
“Professoressa, allora non è vero che insegnava a Oxford.” disse la ragazza scherzando.
“Harmony!!!” esclamò Hermione.
La McGranitt si era messa a ridere “Lasci stare professoressa Granger. La ragazza dimostra d’avere carattere e coraggio.”
“Professoressa?” domandò un uomo con dei piccoli baffi, ma dal aria simpatica.
“Si, professore Lupin, da quest’anno insegnerò trasfigurazione.” disse Hermione.
Remus guardò la preside e sorrise: “Ottima scelta, Minerva, davvero ottima.” Poi di nuovo a Hermione “Bene allora adesso la smetterai di chiamarmi professor Lupin, ora che siamo colleghi.”
“Non ci riuscirò mai, professore.”
“Hermione non cambi mai.”
“Professore, lei è Harmony mia figlia.”
“Piacere professore.” E gli tesse la mano.
Lupin sorrise, stringendogli la mano e disse: “Io non sarò un tuo professore, puoi chiamarmi Remus.”
“Ok Remus.”
“Anche se è presto cosa hai intenzione di fare dopo la scuola?” domandò Lupin.
“Non ho dubbi, Remus, farò l’auror.”
“Molto bene allora ti aspetteremo all’accademia.”
“Sarai degna dei tuoi genitori?” disse un uomo anziano con il viso solcato da cicatrici e che aveva un occhio molto strano, e che si aspettava che la ragazza abbassasse lo sguardo, invece lei rimase a fissarlo in un certo senso con aria di sfida.
Alastor si mise a ridere e disse: “Non c’è dubbio che hai il coraggio dei Potter, molto bene ragazzina.”
Hermione ne fu un po’ contrariata non le piaceva che qualcuno notasse che sua figlia fosse simile ad Harry ne' che lei volesse intraprendere la professione di auror.
 
Le presentazioni continuarono mai noiose, Harmony trovò Fred e George molto divertenti. Ma mentre parlava con i due gemelli dal nulla spuntò una piccola testina rossa di appena sei anni, che subito si nascoste dietro le gambe di Fred.
“Papà?” disse la piccola tirandogli i pantaloni.
“Cosa c’è Lizzy?” domandò Fred scherzando.
La bambina guardava le due streghe molto intimidita e disse: “Papà perché non glielo chiedi tu per favore?”
“Ma Lizzy, Hermione è un’amica, non devi avere paura di lei.”
“Papà, per favore…”
“E’ tua figlia, Fred!?”
“E' già, una delle due.” Poi alla bimba “Avanti fatti vedere.” Ma la bambina non ne voleva sapere.
Hermione si abbassò, sorrise alla piccola e le disse: “Esci fuori cosa vorresti chiedermi?”
“Ehm, signora Granger puoi…”
“Si!”
“…firmare la mia figurine delle cioccorane?” disse la piccola tutta d'un fianto.
La strega spalancò gli occhi quando vide in mano alla bambina una figurina che la ritraeva ai tempi del suo quarto anno di scuola.
“Mamma hai delle figurine” esclamò Harmony e poi aggiunse “Sei carina!”
“Ma… Ma….” e presa la figurina di Lizzy l’autografo.
Il volto della piccola s’illuminò e disse: “Grazie. Lo sa signora Granger….”
“Chiamami Hermione.”
“Ehm sì, Hermione che io di secondo nome mi chiamo come te: Hermione.”
La strega guardò Fred.
“Non è colpa mia è stata Angelina, e poi il tuo e quello di Harry sono diventati nomi molto diffusi dopo la guerra.”
“Ah” esclamò Hermione.
“Harmony!!” chiamò Lizzy che ormai aveva preso coraggio: “Mi firmi anche tu la figurina quando esce.”
“Ci sono anche le miei figurine?”
“No!!” rispose Lizzy “Ma quando sarai più grande avrai le figurine.”
“Ok, Lizzy, ma non è che hai qualche doppione della mia mamma da darmi?”
“Certo ne ho quindici, e anche di zia Ginny e di zia Luna. Se vuoi posso mostrarti la mia collezione”
“Sarebbe bello.”
“Ho anche il tuo papà.”
Fu solo allora che Harmony si ricordò della bacchetta e si domandò se doveva dire a sua madre quello che era successo da Olivander, cioè che lei avrebbe avuto la bacchetta di suo padre, fin da piccola raccontava tutto a sua madre, avevano sempre avuto un rapporto molto onesto, almeno cosi credeva.
“No, non le dirò nulla almeno per ora.” pensò “La bacchetta è una cosa mia, solo mia, ed è anche l’unico legame che ho con...”
 
Dopo incontro con i gemelli madre e figlia si separarono. Harmony tornò a parlottare con Tibby, che era in compagnia di due studentesse. Mentre Hermione andò verso il bancone per trovare qualcosa da bere, meglio ancora se era del caffè.
“Ciao Hermione.”
Erano passati tanti anni, ma quella voce non era cambiata e non poteva che appartenere a Luna Lovegood.
“Ciao Luna” disse voltando trovandosi di fronte a una donna incinta “Oh mio Dio, Ron non me lo aveva detto?”
“Tipico di Ronald, avere la testa fra le nuove.”
“Di quanti mesi sei?”
“Sette.”
“Non sono gemelli vero?”
“No, per fortuna, ma non lo dire a Ron, credo che voglia fare una squadra di Quidditch.”
“Uomini, non sono altro che dei bambini troppo cresciuti.” Disse sarcastica Hermione.
“E’ vero” disse Tonks mentre si univa a loro “Ma è questo il loro faschino, forse svegliano in noi istinto materno. Ciao Hermione, ciao Luna.”
“Ciao Tonks.” risposero insieme le due streghe.
Erano di nuovo tutte e tre insieme, Hermione guardò le due amiche, se non fosse stato per loro non avrebbe saputo cosa fare quando scopri d’essere incinta.
 
Un mese dopo aver scoperta d'aspettare una bambina a Hermione iniziarono le nausee mattutine, al epoca dormiva in stanza con Luna a Grimmauld Place, doveva alzarsi e stare molto attenta a non farsi scoprire, ma la corvonero poteva essere strana, ma non stupida.
Uscita dal bagno Hermione trovò l’amica bionda appoggiata a una parete con le braccia conserte.
“Luna” disse sorpresa.
“Tutto bene? Stai bene?” domandò lei alzando lo sguardo.
“Niente di serio.” Rispose spaventata “Ma non sto molto bene.”
“Sai, Hermione, mia cugina di recente ha avuto un bambino?”
“Ah, sono contenta per lei, anche se non la conosco” rispose sudando freddo.
“Aveva le nausee tutte le mattina…”
“Scusami adesso vado a vestirmi” e le passò accanto.
“Di quanti mesi sei?” sussurrò la bionda.
Le due ragazze si guardarono. Hermione si sentì cedere sulle gambe, Luna sapeva. Respirò profondamente e rispose: “Sono appena entrata nel quarto mese.”
“Di chi è? Di Ron o di Harry?” disse in modo freddo l'amica.
Hermione abbassò lo sguardo e rispose: “Di Harry.”
Luna si lasciò andare a un sospirò di sollievo, la storia tra lei e Ron era iniziata da poco e nonostante la guerra cercavo d’essere felici.
“Lui lo sa?”
Hermione scosse la testa e aggiunse: “Non lo immagina neanche.”
“Che intenzioni hai?”
“Non lo so, ho pensato a tutto, ma in realtà non so che fare.”
“Hermione non potrai tenerlo nascosto ancora per molto, inizia a diventare evidente. Lui dovrebbe saperlo, ne ha il diritto.”
“No!!!” alzò la voce Hermione, ma si pentì subito “L’unica cosa di cui sono sicura è che non voglio dirglielo a lui…” e si tocco la pancia “Lei o lui è solo mio…”
Per un attimo calò il silenzio tra loro.
“Sei stata da un medico?”
“No.”
“Dovresti.”
“Sì, ma dove?”
“Al San Mungo c’è un consultorio….”
“Luna, mio mal grado io sono diventata famosa, se mi vedono entrare nel consultorio.”
“Sì può trovare un sistema, la polisucco per esempio.”
“Può nuocergli.”
“Ma potresti accompagnare qualcuno per esempio un’amica, mi metto un cuscino e divento io incinta.”
“Sì, così a Ron prende un accidenti.”
In seguito le due ragazze chiesero aiuto pure a Tonks e a David Giles.
Il padre di Giles era originario di Howl, e lì aveva una casa che il capitano di Corvonero diede a Hermione.
E’ cosi Hermione Granger una notte uscì da Grimmauld Place, dal mondo magico, ma soprattutto dalla vita di Harry Potter, l’uomo che amava.
 
Arrivò il momento della torta, o meglio delle torte, erano due: una al cioccolato di buon compleanno, l’altro alla melassa di benvenuto.****
Harmony spense in un soffio tutte le candeline e tutti applaudirono, a parte i gemelli che si misero a esultare, poi Molly taglio le torte, dando le prime due fette alla festeggiata, che assaggio per prima quella alla melassa, la sua preferita; era una normale torta alla melassa, ma sapeva di casa. La streghetta si guardò intorno, la maggior parte di quelle persone le aveva appena conosciute, alcune da tre mesi altre qualche ora prima, ma si sentiva a casa.
Dopo aver mangiato la torta Harmony stava per aprire i regali quando fecero il loro ingresso due ragazzi e una ragazza. Lei aveva la carnagione scusa e una giacca di pelle nera. Quello dietro di lei aveva la barba di qualche giorno, indossava uno spolverino alla Matrix anch’esso di pelle nera e aveva la mano destra fasciata e si guardava intorno alla ricerca di qualcuno, il terzo era pallido e con i capelli neri tutti tirati al indietro e indossava un impermeabile montgomery di taglio piuttosto classico poco adatto alla sua età. Il gruppo si divise la ragazza e il ragazzo vestiti di pelle andarono a parlare con Remus, Tonks e Malocchio, mentre il terzo andò da Fred e poi insieme alla porta del negozio dalla quale dopo alcuni secondi ne entrò un altro ragazzo più grande degli altri con i capelli castani, e un soprabito blu di taglio militare.
La ragazza e Tonks intanto ridevano insieme, e il ragazzo finalmente trovò chi stava cercando cioè Tibby Weasley, si guardarono sorridendo e lui con il labiale le disse: “Ti amo.” Lei rispose “Anch’io” avrebbe tanto voluto poter correre da lui e baciarlo anche davanti a tutti, ma Ron era tollerante fino a un certo punto.
Tibby si avvicinò ad Harmony e le sussurrò: “Hai visto è venuto, il mio James è venuto!!!”
“E’ veramente carino e affascinante. Ma chi sono i suoi amici?”
“Ecco quelli sono Maurauders. La ragazza si chiama Rigel Black è molto simpatica ed è la figlia di Sirius Black…”
“Il padrino di mio padre?”
“Si, l’altro è Albus Piton, non mi è molto simpatico, a mio padre non piace e ancora meno a zio Draco, una volta sono quasi venuti alle bacchette. Ultimo entrato è Kostaki, lui è un vampiro.”
“Come Laura!!”
Il parlottare delle due streghe venne fermato dall’arrivo di Hermione: “Allora li vogliamo aprire questi regali?”
“Si, mamma. Vieni anche tu Tibby.”
Tutti i regali erano messi sul tavolo, Harmony non riusciva a credere ai suoi occhi erano tantissimi.
“Avanti, piccola che aspetti ad aprirli?” l’esortò Hermione.
“Non so da qual è iniziare, mamma?”
“Inizia da quello.” Disse Tibby indicando un pacco molto grande e dalla forma particolare “E da parte mia e della mia famiglia.”
Harmony lo guardò: “Non è possibile. Oh mio Dio.” E lo scartò subito “Ma questa è un manico di scopo, Oh Merlino, mi avete regalato una scopa.” E abbracciò Tibby.
“Non potevamo lasciarti senza?”
Ron e Luna si erano avvicinati sorridenti.
“Sono contenta che ti piaccia, Harmony.” disse Luna.
“Certo grazie tantissimo.”
“E’ una Spitfire, l’evoluzione della Firebolt, raggiunge la velocità di 260 km/h.” le spiego Ron.
Harmony accarezzò il manico in Tek, non vedeva l’ora di provarla e cercò con lo sguardo di Acrux.
 
E si arrivò al ultimo regalo quello di sua madre. Non appena Harmony aprì la scatola ne balzo fuori qualcosa di nero, che spavento molto sia la ragazza che quasi tutti i presenti.
Questa si rivelo essere una gattina nera dal pelo corto con al colo un ciondolo d’oro a forma di Ankh. Il felino, al centro della stanza, si guardò intorno osservando tutti, per poi guardare attentamente Harmony, miagolare e avvicinarsi lentamente. La ragazza la prese in braccio e si rivolse alla madre: “Mi piace un sacco, ma come si chiama?”
“Bastet, si chiama Bastet.”
Ron si avvicinò a Hermione: “Quella gatta mi ricorda qualcuno?”
“Ah si” rispose la strega sorridendo.
“Anche lei è in parte kneazle, come Grattastinchi?”
Hermione annuì e poi aggiunse: “Cos’è una strega senza un gatto?”
“E che fine ha fatto il tuo gatto, strega? Non sa morto?”
“No, lo sai che i kneazle hanno vite molto lunghe.”
 
In un altro posto molto lontano da Diagon Alley, un uomo rientrò in casa sua, ad aspettarlo alla entrata c’era un elfo domestico, che preso il mantello bagnato di pioggia, lo salutò: “Com’è andata Harry Potter signore?”
“Come al solito, Dobby, come al solito. Deed ha preparato la cena? Ho una fame che mangerei un drago.”
“Si, Harry Potter signore. Ma c’è un ospite che l’aspetta nel salone.” disse l’elfo preoccupato.

0 commenti:

Posta un commento