venerdì 4 luglio 2008

Granger Girls

Capitolo Quinto: A Diagon Alley (prima parte)


Nei tre mesi successivi Hermione insegnò ad Harmony tutte le materie dei primi tre anni di Hogwarts, tranne divinazione. La ragazza imparava in fretta, eccelleva soprattutto in trasfigurazione, in aritmanzia e rune antiche, ma fu in difesa contro le arti oscure che diventò bravissima, riuscendo a battere Tibby e persino Acrux, che era al sesto anno.
Poi a metà agosto arrivarono, tramite gufo, le lettere da Hogwarts, una con la lista per i libri del quarto anno di Tibby e l’iscrizione e la lista per Harmony.
Le due ragazze erano diventate molto amiche, anche perché ognuna era affascinata dal mondo dell’altra.
“Siete pronte per andare a Diagon Alley ragazze?” domandò entusiasta Hermione.
“Certo.” gridarono in coro le due ragazze.
“Perfetto, ma dobbiamo solo aspettare Ginny, adesso.”
“Hermione?!”
“Sì Tibby?!”
“Alla zia non piace quel sopranome…”
 
Intanto le due ragazze parlottavano fra loro.
“Mi auguro di vedere James a Diagon Alley.” disse Tibby arrossendo un po’.
“Così finalmente potrò conoscerlo anch’io questo affascinante mago di vent'anni che risponde al nome di James Sirus Lupin.”
“Ehi giù le mani ragazza, James Lupin è mio. A proposito ieri, Acrux mi ha chiesto di te e ha aggiunto che si troverà alla Gelateria Fortebraccio verso le quattro.”
“Ah davvero!!!” disse Harmony felice per poi correggersi subito “Non che la cosa m’interresi più di tanto naturalmente.”
“Certo naturalmente” rispose Tibby con un mezzo sorriso.
In quel momento si sentì bussare alla porta ed Hermione andò verso l’ingresso dicendo: “Finalmente è arrivata” e aperta la porta si trovò di fronte Ginevra, la sua migliore amica di un tempo, le due rimasero a guardarsi negli occhi. I loro rapporti si erano deteriorati ancora prima nel iniziò della guerra.
“Hermione” disse la strega freddamente.
“Ginevra” rispose lei.
“Mi fai entrare nella casa dei miei genitori?”
“Sì certo” e si fece da parte.
Ginevra entrò e fu subito salutata da Tibby: “Ciao zia!!” e le si avvicino in compagnia di Harmony.
“Ciao Tibby” le disse contenta poi guardò l’altra ragazza: “Tu devi essere, Harmony?”
“Sì, sono io.”
“Draco e Acrux mi hanno parlato bene di te.”
Hermione si avvicinò e le domandò: “Come sta il piccolo Arthur, Ginevra?”
“Bene, Hermione, grazie.”
La tensione si poteva tagliare con una lama.
 
Usarono la Metropolvere per arrivare a Paiolo Magico e da li a Diagon Alley.
Harmony non poteva credere ai suoi occhi la strada era viva e piena di stranezze; e anche Hermione rimase sorpresa per alcuni cambiamenti: a fianco alla Gelateria Fortebraccio per esempio ora si trovava un Apple store, con in vetrina una scritta: “Harry Potter usava un mac-book”
“Mac-book?” domandò curiosa Tibby.
“Sono dei computer.” rispose Harmony.
“Computer!!!!!” gridò entusiasta la strega “Ne ho sentito parlare a scuola dai metà babbani. Voglio vederli? Vieni con me, Harmony? Cosi mi mostri come si usano?”
“Va bene.” Rispose “Mammy voi che fatte?”
Hermione guardò Ginevra e rispose: “Noi ci prediamo un gelato da Fortebraccio, vi aspettiamo lì. Per te va bene, Ginevra?”
“Si, Hermione.” rispose e annuì.
Le due ragazze corsero elettrizzate dentro Apple Store, mentre le due streghe si sedettero in uno dei tavolini fuori, e poco dopo arrivò una elfa domestica.
“Buon giorno signore, sapete cosa ordinare?” disse l'essere fatato.
“Buon giorno. Sì per me un gelato caldo” rispose Ginevra.
“Ciao Victoria.” Disse Hermione leggendo il nome sul cartellino “Per me una coppa di gelato al pistacchio.”
L’elfa le sorrise, segnò l’ordinazione e salutò per poi tornare dentro al locale.
“Sempre gentile con gli elfi domestici e sempre a prendere quel assurdo gusto di gelato” disse Ginevra e aggiunse “Resti sempre un idealista e un po’ anticonformista, Hermione.”
“Che ci vuoi fare è difficile cambiare.” rispose sorridendo.
“Sì, ma un po’ sei cambiata, non immaginavo che potessi smettere di praticare la magia, ne tanto meno che fossi diventata madre.”
“Sembra che siano rimasti tutti un po’ sorpresi.”
“Sai t’immaginavo con Harry, che lui fosse scomparso per cercarti per poi ritrovarti, e avere il vostro lieto fine.” Disse Ginevra “Sarebbe stato bello!”
Hermione abbasso lo sguardo: “Non lo so, non so cosa avrei fatto se un giorno Harry fosse comparso sulla soglia di casa mia, ero… sono cosi arrabbiata con lui.”
“Lo avresti perdonato!”
“Non ne sono cosi sicura, Ginevra.”
“Io sì.” disse la rossa sorridendo “Citando Ron: tu sei sempre stata di parte nei suoi confronti, gli perdonavi tutto e se litigavate era sempre per motivi estremamente importanti.”
Victoria arrivò con i due gelati, le due streghe ringraziarono e l’elfa scomparve con un crack, Ginevra prese la cioccolata calda e la versò sul gelato di nocciola e intanto continuava dicendo: “Voi due avevate un rapporto molto particolare, cosa non facile da gestire.”
“Cosa vuoi dire?”
“Hermione, ma è possibile che dopo tanti anni non ci sei ancora arrivata.” rispose Ginevra ridendo “La storia dei migliori amici, o del rapporto fratello sorella, poteva andare bene fino ai tredici o quattordici anni, ma poi…”
Hermione arrossì.
“Voi non vi ti rendevate conto di quanto il vostro strano rapporto era fastidioso per i vostri partner.”
“Strano?” domandò Hermione sempre arrossendo.
“Tra Harry e Cho, al quinto anno, è finita perché lei era gelosa di te. Krum è andato a chiedere spiegazioni ad Harry sulla vostra presunta storia, a lui non a Ron.”
“Se dobbiamo rivangare il passato allora parliamo dei tuoi spasimanti, Ginevra, di Dean Thomas, di Michael Corner o di Neville” disse Hermione sorridendo.
La rossa fece una faccia strana e poi si mise a ridere: “Lo sai che Draco su Dean mi prende ancora in giro, mi dice che può capire che fossi innamorata di Harry o di Neville, ma Dean era proprio scendere in basso.”
“Non ha torto.”
“Sono d’accordo, ma tu non glielo dire. Draco non capisce che Dean era un mezzo per raggiungere Harry.”
“Ottima tattica.”
“Grazie, ma non è servita un gran che.” E tornò seria “Non hai idea di cosa vuoi dire confrontarsi con te. Hermione, ti odiavo.”
“Forse anch’io ti ho odiato. Per questo dopo il funerale di Silente e il matrimonio di Freu e Bill abbiamo smesso quasi di parlarci.”
“Dovresti dire che io ho smesso di parlarti. Ero cosi arrabbiata e delusa di Harry e di te. Poi è scoppiata la guerra e quasi tutti noi siamo diventati auror. Tu, Ron e Harry in prima linea sotto gli ordini di Lupin ed io e Neville a difendere il San Mungo, incarico che odiavo, avrei voluto combattere, ma quel desiderio scomparve subito arrivati i primi feriti. Mi davo da fare per aiutare i guaritori, ma dopo poco le pozioni….”
“Per fortuna è finita. Ginevra, adesso però ci dobbiamo concentrare sulla nuova generazione per Hogwarts” e vide che le due ragazze uscire dal negozio che parlottavano felici fra loro e si avvicinarono “Guardale sembrano noi alla loro età.”
“Già.” disse Ginevra.
 
“Sembra che lasciandole sole a parlare abbiano appianato le loro divergenze” disse Tibby a bassa voce “Ottimo piano, Granger.”
“Grazie, Weasley.”
Ginevra fece segno alle ragazze di unirsi a loro e fece portare da un elfo domestico altre due sedie, poi Victoria prese le ordinazioni di Harmony e di Tibby, una torta alla cioccolata con gelato di vaniglia e un gelato alla zucca.
Finiti i gelati andarono alla libreria “Il Ghirigoro” per acquistare i libri, Hermione diede una occhiata alla lista e disse a Ginevra: “E’ incredibile molti dei libri sono gli stessi del nostro quarto anno, anche se sono state aggiunte delle materie, guarda.” E le fece vedere la lista “Filosofia e storia babbana di Frank Miller; e la Repubblica di Platone, ma questo lo dovremo comprare in una libreria normale.”
“No, c’è la Leviathan che vende solo testi babbani.” rispose Ginevra.
“E’ li che mamma ha comprato il libro Sisterhood of the Traveling Pants.” Intervenne Tibby “Per poi darmi il nome di Tabitha, il suo personaggio preferito.”
Hermione guardò Ginevra e disse sorridendo: “Luna non è cambiata.”
“Per niente.”
“Ma dai hai il nome della più forte delle quattro. Anche se io preferisco Lena e Bridget” disse Harmony.
“Hai letto i libri della Brashares?”
“Si, sono tra i miei preferiti, Tibby?” (4 amiche e un paio di Jeans la mia serie di libri preferita by Dalastor)
“Ti adoro sempre di più Harmony Granger” disse Tibby e abbracciò l’amica ridendo “Hai visto il film?”
“Si, era carino, ma Kostas lo immaginavo differente.”
Intanto Hermione e Ginevra parlavano dei libri.
“Cos’è questo: Dizionario dei mostri di Massimo Izzi?” domandò Hermione.
“Certo che per essere la nuova professoressa di trasfigurazione, non sai molto dei cambiamenti di Hogwarts. Hanno diviso la materia di Difesa contro le arti oscure in due: teoria e pratica, con due insegnanti differenti, la teoria o riconoscere le creature oscure la insegna David Giles.”
Hermione sorrise e disse: “David Giles…”
“E’ bello che sia tornato.” disse Ginevra.
“E la pratica chi la fa?” domandò Hermione
“Sembra che la preside non l’abbia ancora trovato insegnante adatto. Aveva pensato a Tonks, ma non credo voglia lasciare l'accademia auror.”
 
Comprati i libri o meglio dopo che le Granger Girls avevano saccheggiato sia la Ghirigoro che la Leviathan, le quattro streghe andarono da Madame Mcclan per le uniformi. La strega non era cambiata per niente, ma si stupì non poco quando Hermione le disse che Harmony aveva bisogno della cravatta nera, cioè quella che s’indossava prima dello smistamento. Dopo poco le due ragazze si provano nel retrò le uniformi davanti allo specchio.
“Sei preoccupata per qualcosa, Harmony?” domandò Tibby visto che l'amica aveva lo sguardo un po’ cupo.
“Pensavo allo smistamento, tu sei a Grifondoro.” e guardò la cravatta rosso oro di Tibby “Ma potrei finire ovunque, e non voglio perdere la mia unica amica adesso che so che sono una strega.”
“Grazie” disse sorridendo Tibby “Ma non mi perderai, anche se dovessi andare a serpeverde noi due resteremo amiche, guarda le nostre mamme erano in case differenti, ma sono lo stesso diventate grandi amiche. Certo che se vieni messa in un’altra casa saremo rivali per la coppa di Quidditch.”
“E chi ti dice che sarò selezionata per far parte di una squadra?”
“Che stai scherzando, tu hai un talento naturale per il volo con la scopa, ce l’hai nel sangue, tu sarai un grande cercatore; per questo mi auguro che sarai smistata a Grifondoro abbiamo bisogno di un cercatore in squadra.”
“Sì, ma io non ho neanche una scopa personale.”
Tibby cambiò discorso: “Certo che conosco qualcuno che sarebbe molto contento se tu venissi smistata a serpeverde.”
“Oh mio Dio, che ora sono?” domandò agitata Harmony.
“Non ti preoccuparti ci vogliono ancora due ore al tuo appuntamento.”
E le due streghe si misero a ridere.
Dopo aver acquistato le uniformi passarono a prendere il resto del corredo scolastico: il calderone, le provette, il telescopio e la bilancia.
“Ora manca solo la bacchetta” disse Hermione “Non ci resta che andare da Olivander.”
“Finalmente non vedo l’ora d’avere una mia bacchetta.” Esclamò contenta la ragazza.
“Harmony, noi dobbiamo ancora comprare delle cose e non vorrei che tu arrivassi in ritardo al tuo appuntamento galante.”
La ragazza arrossì e rimase a bocca aperta e guardò Tibby che però scosse la testa per fargli capire che non era stata lei a fare la spia.
Hermione e Ginevra intanto ridevano.
“Sei sorpresa che lo sapevo?”
“Ehm sì mammy, ma come hai fatto?”
“Allora prima di tutto anch’io sono stata una ragazza, ma anche prefetto e auror; in secondo luogo, Ginevra….” e fece finire l’amica.
“Stamattina Acrux ne parlava di nascosto con Draco.”
“Quello stupido.” esclamò Tibby.
“E tu Tibby non ti devi vedere con James?” domandò la zia.
Adesso fu Tibby ad avere la faccia in fiamme e disse: “Zietta, non lo dirai a papà. Vero?”
“Non ti preoccupare non gli dirò niente, ho una idea precisa su come Ron la pensi su certi argomenti. Però brava la nostra Tibby ha incastrato proprio un bel ragazzo e di ben tre anni più grande.”
“Zia!!!” gridò lei.
“Allora Harmony dopo che hai comprato la bacchetta ci rivediamo alla gelateria di Fortebraccio. Va bene? E poi io e Ginevra vi lasciamo ai vostri ragazzi.”
“Acrux non è il mio ragazzo, mamma, è un amico solo un amico.”
“Appunto è quello che temevo. Dicevo lo stesso alla tua età. Siamo intesi?”
“Va bene.” rispose Harmony annuendo.
“E che non ti venga in mente d’andare a Knockturn Alley, è pericoloso. Non sto scherzando, Harmony.”
“Sì, allora vado.”
E si diresse verso la fine di Diagon Alley e li si trovò davanti al negozio di Olivander, l’insegna diceva: “Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.”
Aperta la porta si sentì una campanella suonare. Harmony entrò, ma il posto sembrava deserto; la ragazza si guardò intorno le sembrava d’essere entrata in un luogo misterioso e sacro dove non si poteva che parlare solo sussurrare, c’erano tantissime scatole tutte ordinate, ma una cosa attirò la sua attenzione, in un angolo sul bancone illuminata da una luce c’era una teca con dentro un cuscino di velluto rosso con decori oro, su questo c’era una bacchetta, ma era spezzata in due parti, sulla teca c’era una fotografia e una scritta: “La bacchetta di Harry James Potter.” La foto ritraeva una ragazzo con gli occhi verdi e una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte, Harmony lo guardando e sussurrò: “Papà”
Non era la prima volta che vedeva delle foto o dei disegni di suo padre, ma quella la colpì in modo particolare, era una foto babbana non magica. Lo sguardo di Harry tradiva incertezza, era nervoso, impaurito, ma al tempo stesso nei suoi occhi verdi si poteva leggere coraggio ed eroismo.
“Buon pomeriggio” disse una voce sommessa che fece sobbalzare la ragazza riportandola alla realtà. L’uomo era comparso dal retro bottega senza fare alcun rumore.
“Salve, dovrei acquistare una bacchetta?”
Olivander guardò la ragazza un secondo, poi sorrise e disse: “Ah sì, sì, sì, ero sicuro che avrei conosciuto presto anche lei. Signorina Granger. Ha il stessi occhi di suo padre.” e guardò verso la teca “Sembra ieri che è venuto a comprare quella bacchetta. Undici pollici agrifoglio piuma di fenice. Ma veniamo a lei. Sa io mi ricordo di ogni bacchetta che ho venduto.”
E si avvicinò ad Harmony, che solo allora notò che Olivander non solo con chiudeva mai gli occhi ma aveva le pupille d’argento.
“Allora signorina qual è il braccio con cui usa la bacchetta?” domandò il mago e tirò fuori dalla tasca un metro a nastro con le tacche d’argento.
“Il destro, signore.” rispose lei.
“Lo alzi per favore.”
E il fabbricante di bacchette prese tutte le misurazioni del caso e intanto diceva: “Come ben sa ogni bacchetta ha nel suo nucleo, una potente sostanza magica, crini di unicorno, piume della fenice o di ipogrifo, o tendini del cuore di drago. Non esistono due bacchette uguali.” E poi aggiunse: “Può bastare” e dopo aver preso una scatola e averla aperta, passò alla ragazza una bacchetta dicendo: “Provi questa. Acero e tendini di cuore di drago. Sette pollici. Bella flessibile.”
Harmony l’agitò, ma non successe nulla.
Olivander gliela strappò di mano, le passò un'altra e disse: “Questa faggio e piume di fenice. Nove pollici. Molto flessibile.”
Ma neanche questa funzionò, si andò avanti così per altre diciotto bacchette.
Nonostante tutte quelle prove Olivander si era entusiasmato e diceva: “Una cliente difficile mmmm.” Poi guardò verso la teca “Mi domando se” e andato dietro il bancone presa una chiave da un cassetto, aprì la teca prendendo il pezzo inferiore e lo diede ad Harmony, questa non appena la prese in mano sentì un calore improvviso su per le dita, e la bacchetta sprigiono della luce dorata con scintille rosse.
Olivander sorrise ed esclamò: “A quanto pare questa bacchetta anche se spezzetta dal più grande mago oscuro mai esistito non ha intenzione di rimanere inoperosa, bene. Dato che è la bacchetta a scegliere il suo proprietario la ricostruirò. Mi dispiace signorina Granger, ma dovrà ripassare fra una settimana per la sua bacchetta.”
Harmoni non ne fu per niente seccata anzi l’idea che avrebbe avuto la bacchetta di suo padre le piaceva. “Va bene signor Olivander. Ma posso chiederle perché ha lei la bacchetta spezzata di mio padre?”
“E’ stato lui a darmela, prima di sparire, signorina. Capita che una bacchetta si rompa, e di solito se ne compra una nuova, ma lui non la voluta.”
“Ah, grazie tornerò fra una settimana. Buona pomeriggio.” disse la ragazza e uscì.
 
Harmony percorse tutta la strada ripensando a cosa era successo.
“Avrò la bacchetta di papà. E’ straordinario!!!” pensava “E’ stata con quella bacchetta che lui ha combattuto Voldemort. Mamma mi ha detto che anche la sua bacchetta da dentro una penna della stessa fenice, mi sembra si chiamasse Fanny e che appartenesse ad Albus Silente. Ma cosa penserà mammy del fatto che io avrò la bacchetta di papà….”
Da quando aveva scoperto chi era suo padre, aveva desiderato conoscerlo. Aveva letto molto su di lui e sulle sue impresse, ma molti testi trattavano l’eroe Harry Potter, non l’uomo e ne tanto meno il padre. Ron le aveva raccontato alcune cose di quando erano ragazzi, per esempio: di quanto fosse bravo come cercatore e a volare con la scopa, ma un disastro nel ballo e timido con le ragazze, di come era un amico fedele, o di come era un leader nato, della sua rabbia di fronte alle ingiustizie. Ascoltando quelle storie aveva trovato in se molti punti in comune con lui, anche se fondamentalmente rimaneva una Granger. Sua madre invece non le aveva detto quasi niente, limitandosi a spiegare con due parole la loro strana relazione d’amicizia, per lei era difficile parlarne sia per l’odio che per amore che ancora provava.
“Ma chi è in realtà mio padre?” si domandò “Chi è in realtà Harry Potter?”
 
 
Note: Grazie a tutti coloro che hanno commentato e letto. Dato che questo capitolo sta venendo troppo lungo ho deciso di tagliarlo in due parti. Molti mi hanno chiesto quando arriva Harry ebbene molto presto, lo vedrete già nel prossimo capitolo. Noterete come la parte sulla bacchetta di Harmony sia simile a quella di Harry, mi piace molto quella parte sia nel libro che nel film cosi lo riprodotta molto fedelmente.
Nella fretta di dare degli amici ad Harmony ho commesso degli errori di calcolo, scusatemi. Tibby ha la stessa età di Harmony 14 anni, ma questo vorrebbe dire che Luna doveva avere la stessa età di Hermione, cioè 17 anni, quando ha partorito la figlia, Ginny addirittura doveva averne 15 anni dato che Acrux ne ha 16 anni. Chiedo scusa per queste sviste e vi chiedo di prenderle come delle licenze poetiche.

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