lunedì 25 febbraio 2008

Granger Girls

Capitolo diciannovesimo: Young Phenix


Draco e Alfred Focalor parlavano nella camera dei segreti, mentre insieme a tutti gli altri mangiamorte aspettavano Pansy, Leslei e Ryo, per iniziare la riunione.
“E’ così il piccolo Anton ha fatto la sua prima magia accidentale.” Disse Draco.
“Si, è stato fantastico, io non c’ero Draco, me la raccontato mia moglie. Ha fatto diventare un suo giocato molto grande.”
“Sarà stata una bella soddisfazione per te e ti sarai anche tolto un peso…” disse Draco sorridendo.
“Puoi dirlo forte, temevamo fosse un magonò, un vero scandalo per la mia famiglia…”
“Si, lo sarebbe stato, voi siete sanguepuro da più tempo di noi Malfoy e come i Gaunt discendete da Salazar Serpeverde.”
“Si da parte di sua figlia Echidna. Ma come stanno i tuoi figli?”
“Bene, grazie. Il grande Acrux credo che diventerà presto uno di noi, il piccolo Arthur è veramente intelligente nonostante abbia ereditato quel assurdo colore di capelli dei Weasley.”
“Ma dimmi, Draco è vero quello che ho sentito in giro?” domandò Dibbuk avvicinandosi.
“Sarebbe…?”
“Che tuo figlio sta con la figlia di Potter?”
“Si, è vero…”
“Quella ragazza oltre a essere figlia del nostro nemico…. E sua madre è una nata babbana, e per giunta ha vissuto in mezzo a quelli esseri inferiori fin dalla nascita. Come fai a tollerare questa relazione? Forse mio figlio glielo avrei proibito e anche punito.” Disse il mangiamorte.
“Si, lo so è uno schifo, Samuel…” rispose Draco “Ma ho anche pensato, che poteva essere utile per la nostra causa se Acrux era intimo con quella ragazza, per esempio per avere informazioni o anche come forma di ricatto per Potter. E poi io devo mantenere la mia copertura se mi fosse opposto alla storia tra mio figlio e quella, qualcuno dei miei ‘amici’ o della famiglia di mia moglie potevano avere dei sospetti, e poi chi di noi non si è fatto almeno una volta una mezzosangue cosi tanto per passare il tempo o per provare qualcosa di esotico…”
“Questo è vero…” rispose Orion Garm “Mi ricordo certe ragazzine babbane o mezzosangue che stavano in un nostro bordello durante la guerra… Non erano niente male, ci sapevano fare…”
“Scusa Orin…” disse mangiamorte Dibbuk “Ma a me farebbe schifo farlo con quelle, equivale a farlo con delle bestie…”
“Ti assicurò, che può essere divertente…”
“Nah…” rispose Dibbuk.
Draco guardò Focalor, gli sembrò che il mangiamorte avesse dei brividi a sentire parlare Garm e Dibbuk.
Focalor era anche un lui un padre e di una famiglia rispettabile.
“Draco….” Disse Alfred prendendo il compagno per un braccio e portandolo in disparte “Perché non facciamo che tuo figlio e mia figlia Avril si fidanzino, così d’avere una discendenza pura. Sai quanto è importante…”
“Si, non è male come idea, ma direi d’aspettare che gli passi quella cotto per la Granger, ma anche Kate Lefler mi ha proposto una cosa del genere, per sua figlia Cassandra.”
“Oh si certo…”
“Io spero ancora di poterlo vedere insieme con la figlia dei nostro oscuro signore…”
“E si ti capisco…”
Pansy, Leslei, e Ryo, seguiti da Bael e Piton fecero in loro ingresso nella sala.
“Miei signori…” disse Pansy, non appena tutti presero posto seduti intorno al tavolo. “Il momento è giunto, è tempo in cui la comunità magica, anzi tutto il mondo magico sappia del nostro ritorno. Signor Focalor può mandare un messaggio ai nostri alleati dicendo loro d’aspettarti un grande evento che fa tremare tutti i nostri nemici.”
“Si, mia signora…” rispose il mangiamorte.
 
“Non vedo l’ora di poter andare a Hogsmeade.” Disse Acrux camminando abbracciato ad Harmony, per giardini della scuola che erano tutti coperti di neve.
“E’ un posto splendido, sono sicuro che ti piacerà, è molto divertente, c’è I Tre Manici di Scopa, Mondo Quidditch, la libreria Neal’s book dove probabilmente ti perderò…”
“Ehi per chi mi hai preso per mia madre…” esclamò la strega sorridendo.
Acrux la guardò con un mezzo sorriso.
“Si, è vero non vedo l’ora di vederla… ma anche il il negozio di Quidditch …”
“Lo so, amore…” disse il mago, le diede un bacio sulla guancia.
“Acrux possiamo andare a vedere il War Magic Musium?” domandò Harmony, stingendosi ancora di più a lui.
“Si, andremo dove vuoi tu, piccola…”
 
In una delle stanze degli ospiti, Sirius preparava i bagagli davanti ad Harry, che era seduto in una poltrona.
“Allora non posso dirti nulla per dissuaderti…” disse Potter.
“Niente, Harry…” rispose Black ridendo “Sono rimasto per tredici anni ad Azkaban, poi per un anno rinchiuso nella casa dei miei genitori, e in fine altri diciassette anni nello Sidhe, no Harry voglio vedere un po’ il mondo, anche per vedere se posso trovare una cura per la malattia di Rigel… Mi conosci non sono il tipo che sta con le mani in mano. Non posso permettere che mia figlia muoia, tu e lei siete la mia famiglia…”
“Anche Harmony ed Herm…” disse Harry, ma si fermò senza finire la frase, abbassando lo sguardo.
Sirius lasciò stare i bagagli, gli si avvicinò premuroso, mettendogli una mano sulla spalla e disse: “Sono sicuro che fra te ed Hermione tutto si sistemerà, voi vi amate…”
Harry sorrise e Sirus tornò a preparare le sue cose.
“Dove hai intenzione d’andare?” domandò Harry.
“Prima andrò a Londra, voglio risolvere certi affari lasciti in sospeso, poi andrò in Italia…” rispose Sirius.
Harry ne rimase stupefatto e domandò preoccupato: “Ma sai come la situazione attualmente in Italia?”
“Certo, ma non ci sei rimasto anche tu per molto tempo…”
“Si, mi prometti di stare attento?”
Sirius sorrise e rispose: “Certo, non ti preoccupare… Voglio mettermi alla prova e credo che posto migliore della terra di nessuno non ci sia… e poi come faceva dire Milton al Lucifero mentre angelo cadeva: ‘meglio padrone al inferno che servo in paradiso.’”
“Mi sembra giusto… Fatti sentire, mandami qualche gufo se puoi…” disse Harry alzandosi e i due uomini si abbracciarono, e poi si diedero una forte stretta di mano.
“Tornerò se avrai bisogno di me, o se ci sarà una battaglia finale contro la figlia di Voldemort…”
“Lo so…” rispose Harry.
I due maghi uscirono dalla stanza, dopo un altro abbraccio Sirius prese la valigia, e percorse il corridoio per l’uscita.
 
Arrivò il giorno dell’anniversario, David si trovava al esterno della Testa di Porco.
“Questo posto non è cambiato…” pensava guardandosi intorno “Non ricordo ultima volta che sono stato qui…”
Il mago sorrise pensando a chi stava per rincontrare, ed entrò nel locale.
Il posto era rimasto identico, un locale malfamato, pieno di gente triste che si portava dietro i propri rimpianti come Jacob Marley si portava le catene.
La guerra aveva fatto aumentare i clienti del locale, troppe famiglie distrutte, troppi amori spezzati e sembrava che solo l’alcool potesse alleviare il dolore.
David andò verso il bancone, dietro il quale il proprietario lo aveva già visto entrare.
Il mago immortale si sedette, e aspettò che fosse il vecchio e robusto mago a parlare.
“Alla fine sei venuto… mi chiedevo quanto mi volevi fare aspettare…” disse brontolando.
Giles sorrise e disse: “Anch’io sono contento di rivederti… zio Aberforth.”
Aberforth Silente era un uomo molto forte dalla corporatura possente, un tipo tutto di un pezzo, durante la guerra era diventato insieme a pochi altri uno dei guardiani di Hogsmeade e nonostante i molti tentativi nessun mangiamorte era riuscito a conquistare il villaggio.
Con il nipote, come con suo fratello Albus, non aveva un buon rapporto, ma li rispettava entrambi, anche se si trovava più in confidenza con David, che gli ricordava un po’ la sua giovinezza.
“E così sei tornato, insieme con Potter..”
“Si…”
“Novità su quella cosa…?”
David scosse e aggiunse: “Potrebbe anche non funzionare, lo sai…”
“Non hai avuto notizie dal tuo servo…”
“Jacob è morto un paio d’anni fa… ed io non torno a Parigi da molto… Posso avere della burrobirra, adesso?”
“Continui a non bere?”
“Bevo solo in occasioni speciali, lo sai…”
Poi si sentì qualcuno dire, mentre si avvicinava al bancone: “Allora facciamo che sia un occasione speciale, Giles… Tre bicchieri del migliore idromele della casa, Aberforth.”
David riconobbe la voce, ma non si voltò subito limitandosi a sorridere e aspettando che il vecchio amico si avvicinasse.
“Giles…” disse Malocchio appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Alastor, è bello rivederti…” poi David e notò la persona vicino al vecchio auror “… Tonks ciao...”
“Ciao, David… come stai?”
“Sto bene, grazie, non sei cambiata…”
“Non sai mentire…”
Alastor e Tonks si sedettero a fianco a David e i tre sorseggiarono l’idromele insieme a Aberforth.
“Qual buon vento porta due professore dell’accademia Auror qui?” domandò Giles.
“Oggi c’è l’inaugurazione del War Magic Musium, siamo stati invitati come altri membri dell’ordine.”
“Ah i nostri gufi con gli inviti si devono essere persi…” disse Aberforth ironico.
“Lo penso anch’io zio…”
“Non chiamarmi così…”
“Non sapete quanto siete fortunati, allora.” Disse Alastor. “Remus, è riuscito a salvarsi…”
“Qualcuno doveva rimanere all’accademia…” disse Tonks.
“Ah solo preso la pagliuzza più corta” disse Alastor un po’ innervosito.
“Il War Magic Musium, ne ho sentito parlare da Ron e Harry, e da alcuni studenti…” disse David.
“Harry, sono contenta che sia tornato… non vedo l’ora di rincontrarlo oggi alla inaugurazione” disse Tonks. “Mi immagino che shock abbia avuto sapendo di Harmony…”
“Credo che non si sia ancora ripreso…” disse quasi ridendo David “Ma tornardo al War Magic è vero che saranno esposti anche quello che resta degli Horcrux di Voldemort?”
“Si, ci sarà anche il suo mantello, in una sala tutta sua.” Disse Tonks.
“Da mago oscuro più potente al mondo ad attrazione turistica.” Disse Malocchio “E pensare che molti di noi avevano paura persino di nominarlo. Cosa ne pensa Potter?”
“Non lo so di preciso, Alastor” rispose David voltandosi a guardare il vecchio auror “Ma se lo conosco bene, non gli piace l’idea…”
“Ho visto il museo in un tour privato qualche giorno fa, tutto e stato fatto con attenzione e rispetto, soprattutto la sezione dedicata alle vittime dei campi. Io sono convinta che non possiamo e non dobbiamo dimenticare cosa è successo, anche se per molti di noi e doloroso…”
“Forse, dimenticare per alcuni di noi non sarebbe una cattiva idea, Tonks…” disse Alastor.
“Io la pensò come Tonks…” rispose David “E’ nostro dovere ricordare, ricordare per i tanti caduti nelle due guerre, per le nuove generazioni e per sperare che non accada mai più…”
“Chi dimentica il proprio passato è destinato a riviverlo....” Aggiunse Aberforth.
“Shakespeare?” domandò David.
“No, Primo Levi…” disse Aberforth.
 
Dopo la guerra Hogsmeade era cambiata, dal semplice villaggio su una sola strada la Hogwarts Street, si aggiunse sul lato nord la Merlin Street, parallela alla Hogwarts, e congiunta a essa con l’Avalon Street, come continuazione della Avalon oltre la Merlin c’era la Silente Street, alla fine di essa c’era una piazza al cui centro si trovava una statua del grande mago. Dalla Silente nascevano quattro strade, dette le strade dei fondatori, erano la Griffondoro e la Corvonero a sinistra, la Serpeverde e la Tassorosso a destra.
Quel giorno per l’anniversario della dichiarazione della fine delle guerre magiche, ci sarebbero stati grandi festeggiamenti. Nessuno notò che due gruppi di maghi lavoravano ai piedi della statua di Silente e sulla Hogwarts Street.
Gli studenti di tutta la scuola non vedevano l’ora di poter andare a festeggiare. Secondo il programma ci sarebbe stato anche un discorso del vice ministro, capo della Wizengamot, e sarebbe intervenuto anche Kingsley Shacklebolt come ex ministro.
L’attuale ministro della magia non voleva apparire vicino al suo predecessore, ne’ tanto meno agli eroi dell’Ordine della Fenice o dell’ES, e soprattutto al prescelto; molti avevano iniziato a pensare ad Harry come ministro della magia.
Il palco per le celebrità era stato fatto in Avalon Street, oltre ai vari discorsi ci sarebbero stati anche vari concerti e altre attività.
 
Il vice ministro arrivò accolto dal sindaco e da tutto il consiglio comunale, anche la professore McGranitt come preside di Hogwarts doveva essere presente, ma aveva fatto sapere che non sarebbe venuta, non era un segreto che non sosteneva per niente la politica del ministero. Tra gli altri ospiti c’era anche Kingsley Shacklebolt, anche lui non del tutto contrario a buona parte delle attuali politiche.
“Salve, Klaus, come va?”
“Bene, Kingsley.” Rispose il politico avvicinandosi.
“Non mi aspettavo di vederti… a quanto pare non hai paura di Harry, come il tuo capo…”
“Nessuno al ministero a paura di Harry Potter…”
“Se i signore voglio seguirci…” disse uno degli accompagnatori.
“Si, certo…” rispose Klaus Swift.
E il vice ministro e Kingsley iniziarono a camminare fianco a fianco, per Grifondoro Street.
“Dicci che il ministero non ha paura di Potter… Ma non credo che gli farebbe piacere se Harry si buttasse il politica…”
“Potter…” disse Swift.
“Per vostra fortuna Harry è sempre stato un uomo azione, un vero auror, e non gli interesano gli intrighi di palazzo…”
“E’ strano un discorso del genere da uno che ha fatto il ministro della magia per due mandati… non mi dire che a te avrebbe fatto piacere il ritorno di Potter durante il tuo ministero…”
“Si, invece avrei insistito per averlo nel mio governo o come capo della sezione Auror, ma credo che lui stia meglio a Hogwarts. Harry fa paura perché è un uomo onesto come Albus Silente…”
“Come vuoi Kingsley … ma che stanno facendo?” domandò il vice ministro guardando verso la statua di Silente. C’era un gruppo di maghi che stava issando qualcosa.
“Non lo so signore…” rispose uno degli accompagnatori “Non mi sembra che sia qualcosa che centri con i festeggia…” ma non finì la frase che da ogni angolo spuntarono dei mangiamorte e li circondarono.
“Ma che cosa succede?” gridò Kingsley, che mise mano alla bacchetta, come anche i tre auror di scorta che furono uccisi da tre maledizioni senza perdono.
“Salve vice ministro…” disse Pansy avvicinandosi, con indosso la maschera d’argento “Benvenuto ai nostri speciali festeggiamenti, per la fine della guerra e per l’iniziò della terza guerra magica…” poi a ex-ministro disse: “Non mi aspettavo di vedere il grande Kingsley Shacklebolt, meglio così sarai un buon ostaggio…”
“Si può sapere cosa volete?” domandò il Swift.
“Niente…” rispose Pansy, minacciò il politico puntandogli la bacchetta alla gola e sussurrando: “Vogliamo la liberazione di tutti i prigionieri di New Azkaban… altrimenti passeremo per armi tutti coloro che si trovano qui…”
“E’ follia…” disse Swift.
“No, è una guerra…” disse Pansy che poi gridò agli altri “Portateli via…”
“Non così in fretta, mangiamorte…” gridò Kingsley, che estratta un’altra bacchetta, lanciò un incantesimo su Pansy, ma questo fu deviato da Draco, che cercò subito dopo di colpire l’uomo di colore, ma lui era sparito smaterializzandosi.
“Maledizione!!!” gridò Pansy “Dove sarà andato?”
Draco sorrise da dietro la maschera e disse: “Non c’è dubbio che Shacklebolt abbia un certo stile…”
“Dobbiamo anticipare i piani…” disse Pansy, e poi mandò con la bacchetta il segnale d’attivazione dei due baluardi, questi si accesero mandando in alto una colonna d’energia arancione che poi si apri generando una cupola su tutto il villaggio.
“Avrei voluto aspettare l’apice dei festeggiamenti…” poi si voltò verso Draco “Sono stati mandati degli uomini alla Testa di Porco…”
“Si, certo… Non preoccuparti tutto andrà secondo i piani.” Disse Draco “Adesso raggiungiamo la statua di Silente, avvertite tutta la popolazione che è nostra prigioniera e che se provano a mettere un piede fuori di casa li uccideremo…”
 
Dopo aver pagato uno dei clienti del pub uscì, ma rientrò quasi subito gridando: “Venite a vedere il cielo è di uno strano colore arancione.”
“Arancione?” sussurrò David “Non può essere, che sia?...”
Lui, Tonks, Alastor, Aberforth insieme a tanti altri corsero fuori e videro che davvero il cielo era di quel colore.
David gridò: “Tutti dentro presto? Subito!!!” e quasi li costrinse a rientrare.
“Per il sangue del diavolo di Merlino, che sta succedendo, nipote?” disse Aberforth non appena tornato nel locale.
“E’ una cupola di Grindelwald.” Disse David. “Siamo sotto attaccò da parte di maghi oscuri o mangiamorte…”
“Gellert Grindelwald ancora quel bastardo, anche da morto ci crea problemi.” Disse fra i denti Aberforth.“Qualcuno mi vuole spiegare che succede?”
“Ho sentito parlare di questo incantesimo, si basa su un pentacolo giusto?” domandò Alastor.
“Si, ma vi spiego dopo adesso aspettiamo delle visite, nascondiamoci.” Rispose David, tutti e quattro si nascosero dietro il bancone. L’immortale guardava la porta e dopo neanche un minuto questa s’aprì e ne entrarono tre mangiamorte.
I clienti ne furono quasi tutti spaventati, e quei bastardi se ne compiacevano, si sentivano come degli squali, gli piaceva la sensazione di potere e paura che davano.
Uno di loro s’avvicinò a un tavolo e domando: “Dov’è il proprietario di questa bettola? Dov’è Aberforth Silente?”
I tre magi di quel tavolo non risposerò nonostante la paura. Il mangiamorte allora ne prese una dalla camicia e disse: “Voglio delle risposte, sacchi d’escrementi di drago, o vi torturiamo fino a farvi supplicare di morire.”
“Non lo so, non so dov’è andato. Diceva di voler partecipare alla festa.” Disse uno dei maghi.
Gli altri due mangiamorte s’avvicinarono al loro compagno, e lui scaravento a terra l’uomo che stava interrogando, per poi buttare all’aria, il tavolo e due sedie.
“Sentitemi bene immondizia, vogliamo sapere dove si trova Aberforth Silente, vi conviene dircelo. Se non volete ritrovarvi morti, o nel reparto traumi mentali del San Mungo o trasformati in inferi. Dove si trova Aberforth Silente?”
Ma nessuno rispose, ma uno di loro che fino a poco tempo fa era nascosto nel buio dietro a un pillastro, disse: “Ehi stronzo, qui nessuno ti dirà dove si trova Aberforth, primo perché nessuno di noi, parla con feccia come voi, secondo perché il proprietario della testa di corpo è un amico di tutti noi.”
“Ah si, vedremo se un po’ di cruciatus vi scioglierà la lingua…” disse il mangiamorte, che alzò la bacchetta, ma David uscito dal suo nascondiglio e gridò: “Imperio…”
La maledizione colpì i tre maghi alle spalle, che diventarono come degli zombi.
“Adesso andatevene e dite che siete stati costretti a uccidere Aberforth Silente. Andate…” gli ordinò David.
I tre mangiamorte annuirono e uscirono.
“Non pensavo fossi il tipo da usare una maledizione senza perdono” disse Tonks.
“Dimentichi che durante la prima guerra magica stavo sotto copertura fra loro.” Rispose David.
“Ottima idea di non ucciderli…” disse Alastor.
“Adesso dobbiamo capire cosa sta succedendo? Cos’è la cupola di Grindelwald, nipote?” domandò Aberforth.
“E’ un incantesimo creato da Gellert Grindelwald, l’ho vista usare durante la seconda guerra mondiale sul villaggio di Coutempierre in Francia, gli abitati sono morti soffocati…”
“Soffocati?” domandò Tonks.
“Si, la cupola in un giorno ha consumato tutto l’ossigeno…”
“Allora cosa stiamo aspettando andiamo.” Disse Alastor.
Aberforth presa la sua bacchetta disse: “Accio Ascia …” e da sopra il bancone si staccò un enorme ascia sassone, che volò nella mano del padrone del locale che poi disse ad un cliente: “Jim, dopo che avete finito di bere, chiudi tu per favore…”
“Si, Aberforth… fatte attenzioni li fuori, non preoccuparti per il pub, lo difenderemo noi…”
“Grazie…” disse, si mise l’ascia su una spalla e uscì seguito dagli altri.
 
“Che diavolo sta succedendo…” disse Acrux uscendo da Mielandia in compagnia di Harmony e Tibby.
Sotto i loro occhi il cielo era diventato di colore arancione.
“Non credo faccia parte dei festeggiamenti.” disse Tibby.
“Neanche io, sta per accadere qualcosa…” disse Harmony.
“Forse è meglio raggiungere il punto di ritrovò al incrocio di Avalon Street.” Propose Acrux.
“Credo di si…” disse Tibby. “Harmony? Cosa c’è?”
“No.. niente andiamo…” rispose la strega sempre guardando quello strano cielo arancione.
Mentre si avvicinavano ad Avalon Street, videro il baluardo e i mangiamorte che gli faceva da guardia, c’erano anche dei each uisge, oscuri cavalli d’acqua capaci di volare.
Quando stavano per essere scoperti, Harmony, Acrux e Tibby si sentirono presi e tirati dentro a un vicolo, lì ci trovarono: Tim Drake, Robin Lefler, Herman Zabini, Jason Todd, Maria Fleed e Mildred Hubble.
“Che succede?” domandò Acrux.
“Mangiamorte…” rispose Tim “Hogsmeade ne è piena…”
“Che facciamo?” domandò Tibby.
“Per prima cosa dobbiamo andarcene di qui…” disse Harmony “Raggiungere un posto sicuro…”
“Si, ma qual è?” domandò Robin.
“Direi la locanda Morag…” propose Tibby “Mia madre aspetta lì mio padre e gli altri professori, saremo al sicuro, potrebbero essere già arrivati…”
“Mi sembra una buona idea…” disse Acrux e tutti si trovarono d’accordo con il serpeverde.
E tutti s’incamminarono, tranne Tim e Harmony. Lui s’affacciò sulla strada non visto, e disse a bassa voce: “Potrebbe esserci Namtor fra loro, potrei vendicare Stefany e Conner…” e strinse in pugno la bacchetta.
“No…” disse Harmony, mettendogli una mano sulla spalla “Tim…”
“Si… Harmony… Andiamo…” E anche loro salirono attraverso il vicolo, non sapendo che dall’alto Acrux, si era fermato e li stava guardando.
“Potremo trovare solo, zia Luna…” disse Harmony a Tim. “Questo cielo arancione, forse è un qualcosa che taglia fuori tutta Hogsmeade, nessuno ci può entrare o uscire…”
“Si, potrebbe essere un’idea…” rispose Tim “Sai mi piace come funziona la tua testolina, Granger, sei una…”
“Per favore, non dirmi che sono una so tutto io…” disse quasi ridendo la giovane strega.
“Non te lo dicco, ma è vero… sei una delle migliori di tutta la scuola…”
Harmony arrossì e disse: “Io!! Ma figurati: soltanto libri e un po’ di furbizia!!!”
“Io direi una buona dose di coraggio e di incoscienza…” disse il giovane mago.
Anche Robin guardava l’amico e la giovane strega parlare e ridere insieme e pensava: “Forse neanche lui se ne accorge che quando sta con la Granger,  cambia è più felice, lei riesce a metterlo a proprio agio…”
Finito il vicolo, il gruppo di studenti si ritrovò nel Gwen Park.
Herman Zabini chiamò Acrux e gli disse a bassa voce: “Vieni qui per favore…”
“Cosa c’è? Perché non ci muoviamo?” domandò il serpeverde.
“Inferi…” rispose Jason.
“Inferi?” ripete Acrux.
“Si… sono per il parco…” disse Herman.
Acrux alzò la testa e vide circa una decina d’inferi, muoversi barcollando.
“Che facciamo?” domandò Malfoy.
“Non ci hanno ancora ne visti, ne sentiti…” disse Jason “Per fortuna siamo contro vento.”
“Si, ma non possiamo restare qui!!” disse Acrux.
“Perché non ci muoviamo?” domandò Tim, che era avanzato insieme con Harmony.
“Inferi, grifondoro… Il parco ne è piano…” rispose Acrux. “Qualche suggerimento sul da farsi?…”
“Dobbiamo affrontarli…” propose Harmony.
“Non mi sembra una buona idea, ragazzina…” disse Jason.
“O degli stupidi inferi senza cervello o dei mangamorte. Scegliete?” disse lei.
“Inferi…” rispose Acrux, e poi tutti gli altri.
Mentre si preparavano a combattere, sguainando le bacchette; Jason disse ad Acrux: “E’ la tua ragazza quella, Malfoy?”
“Si…” rispose.
“Non t’invidio per niente…” disse Jason.
Herman guardò dietro di se cercando Tibby.
I giovani maghi uscirono alla scoperto.
La prima a colpire fu Harmony lanciando un potente fulmine che colpì due inferi, poi Tim anche lui con un fulmine, Tibby che evocò l’arco d’argento di Artemide e ne bersagliò diversi, Acrux lanciò un Pulvis Adamantis, per niente indegno di quello di suo padre, Robin un Lacarnum Infamare, Jason trasfigurò l’aria in delle lame, Maria un bombarda.
I ragazzi correvano distruggendo gli inferi, ma arrivati a metà del parco, s’accorsero che non c’erano più zombi, il sole non riusciva a superare la boscaglia, tutto era avvolto dalla nebbia, e molti iniziarono a sentire brividi di freddo.
Harmony si guardò attorno e sussurrò: “Conosco questa sensazione, questo senso di vuoto, questo opprimente peso sul cuore… Sono loro…” Vedeva il suo respiro diventare vapore, aveva paura. Sì voltò verso gli altri, e anche loro erano come immobilizzati.
E comparvero neri, terrificanti, avvolti nei sudari neri e strappati, i dissennatori.
Harmony provò ad alzare la bacchetta, ma non ci riuscì, nessuno di loro sembrava capace di fare niente. La strega si concentrò doveva riuscire a lanciare il patronus altrimenti sarebbe stata la fine per tutti. Sentì una mano calda e forte sulla spalla, si girò e vide il volto dolce e sicuro di Tim. Lui la spostò con gentilezza e davanti ai dissennatori gridò: “Expecto patronum” Dalla sua bacchetta scaturì un raggio argenteo, che prese la forma possente del Kirin.
Il patronus colpì parte dei dissennatori dissolvendoli, ma erano troppi per Tim, e le paure e tutti i sentimenti negativi degli altri ragazzi rendevano, gli spiriti neri più forti.
Harmony vide l’incanto diventare più debole e gli sforzi del giovane mago.
Il ricordo felice del ragazzo era stato il loro primo bacio, ma più passava il tempo più i dissenatori facevano leva sul ricordo della morte di Stefany.
Quando ormai sembrava che il Kirin sarebbe scomparso, Tim guardò al suo fianco Harmony, era molto spaventata, il giovane mago pensò: “Devo farcela per lei… per tu noi…” Il kirin riacquistò vigore e Tim ordinò agli altri: “Andiamo avanti.” Poi gridò ad Acrux: “Prenditi cura di lei…” riferendosi ad Harmony.
Il serpeverde afferrò la strega, e tutto il gruppo iniziò a camminare. Tim usava il patronus per scacciare i dissennatori, mentre il gruppo avanzava. Uscì finalmente dal parco, tutti tirarono un sospiro di sollievo.
Tim cadde quasi a terra, ma fu sostenuto da Herman, che gli disse: “Ottimo lavoro, Drake…”
“Grazie…” rispose il grifondoro.
“Adesso lasciati aiutare amico…” disse Herman.
“Sei in grado di evocare un patronus corporeo. Chi te l’ha insegnato?” gli domandò Acrux.
“E’ stato il professor Potter…” rispose Tim e intanto guardava Harmony e domandò: “Come sta Har… ehm Granger?”
“Harmony, Harmony…” la chiamò Acrux, ma la ragazza sembra sotto shock.
“Dobbiamo raggiungere quella locanda…” disse Tim.
Dopo poco uscirono dal parco trovandosi davanti alla locanda del Morag su Merlin Street, e ci entrarono trovandosi di fronte Luna e Kingsley Shacklebolt con le bacchette alzate.
“Mamma…” gridò Tibby, non appena la vide, e corse ad abbracciarla.
“Siete degli studenti?” domandò Kingsley.
“Si, signore…” rispose Acrux. “Non sappiamo dove sono gli altri. Su Hogwarts street ci sono dei mangiamorte, e anche dei each uisge.
“Per il sangue del inferno!!!”  Esclamò Shacklebolt “Alla fine di Silente street ce ne saranno una ventina.”
“Come siete arrivati qui?” domandò Luna.
“Siamo passati attraverso Gwen Park, mamma. Era pieno d’inferi e di dissennatori…”
“Inferi, dissenatori…” disse Luna.
“Si, se non fosse stato per Tim che ha evocato il suo patronus saremo morti a quest’ora… Ma Harmony non sta bene…”
“Portela di sopra in una delle stanze…” disse Kingsley.
E Todd e Malfoy aiutarono la ragazza a salire le scale, mentre Tibby e Luna andavano nell’salone.
“Quella ragazza è la figlia di Harry Potter, giusto?”
“Si, signor…” rispose Tim.
“Harry che ha una figlia, è sempre stato un uomo pieno di sorprese….” Sussurrò ex ministro, che poi domandò: “Come ti chiami ragazzo?”
“Tim Drake…”
“Sei stato fantastico, Drake, forse neanche Harry avrebbe fatto di meglio, che è tutto dire… Gli auror hanno bisogno di uomini come te.”
“Grazie…”
“Herman, portalo di la a riposare di fronte al fuoco…” disse Kingsley.
“Si…”
Mentre Herman aiutava Tim a camminare, questo ultimo gli domandò: “Shacklebolt ti conosce Zabini?
“Si, è stato per un po’ il capo di mio padre… E’ un grande…”
Arrivati vicino al fuoco, Luna diede a Tim un pezzo di cioccolata e gli disse: “Tieni mangia, ti farà bene…”
Il ragazzo ringraziò, mangiò la cioccolata.
“Mamma dov’è sono gli altri? Harry, Hermione, papà?” domandò Tibby
“Credo siano tagliati fuori, non possono entrare a Hogsmeade per quella specie di cielo arancione… Neville è di sopra, sua moglie Susan e suo figlio sono stati colpiti da una maledizione.”
 
Harry, Hermione, Ron e Ginevra stavano andando a Hogsmeade per i festeggiamenti, quando videro un muro d’energia arancione che sbarrava il sentiero per il villaggio.
“Miseriaccia…” disse Ron “Ma cos’è?” e stava per toccarla.
“No, fermò Ron!!!” gridò Hermione, prendendogli la mano.
“Merlino!! Hermione mi hai messo paura”
“E’ una cupola di Grindelwald chiunque la tocchi subisce una maledizione del tempo, cioè invecchia fino a diventare polvere.”
“Ne sei sicura?” domandò Harry.
“Si, me le parlo un giorno David, Harry…” rispose seriamente la strega “Non ci sono controincantesimi, può essere distrutta solo dal interno o dispersa da chi ha lanciato incantesimo, e in un giorno consuma l’ossigeno. Tutti i governi magici hanno bandito questo incantesimo proprio per la sua capacità di fare stragi. Devono essere stati dei mangiamorte…”
“Fammi capire?” disse Ron “Vuoi dire che non possiamo raggiungere Hogsmeade, e che in un giorno la gente li dentro morirà soffocata?”
“Si, Ron, e probabilmente adesso al villaggio ci sono dei mangiamorte…”
“Cazzo, ma c’è Luna, c’è Tibby…” gridò Ron “Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo entrare…”
Harry lo afferrò appena in tempo, trattenendolo prima che cercate d’attraversare la cupola.
“Ron cerca di ragionare… Se cerchi d’entrare morirai…” gli disse l’amico.
“Harry, lì dentro che mia moglie che aspetta un bambino e mia figlia…” gridò Ron “Dobbiamo fare qualcosa non posso permettere che…”
“Lo so, Ron, ma dobbiamo stare calmi…” disse Harry.
“Stare calmi... Facile dirlo per te Harry, tu non hai una moglie e dei figli in peric…” ma Ron si bloccò e poi aggiunse: “Oh Dio, Harmony anche lei e li dentro, scusami Harry…”
“Non c’è problema amico…” disse Harry che poi guardò Hermione, tutte due era in ansia per la figlia, come anche Ginevra preoccupata per Acrux.
“Dobbiamo avvertire gli auror e il ministero.” Disse la rossa.
“Si, è una buona idea…” disse Hermione.
“E anche Draco…” continuò Ginevra “Si, trova a Parigi per affari…”
 
Alla locanda, Luna aveva iniziato ad avere le contrazioni, fu portata in una stanza.
“Herman tu e i puoi amici venite qui per favore…” disse Kingsley, che controllava la situazione da una finestra. “Credo che mi abbiano trovato….”
“Che c’è signore?” domandò Tim.
“C’è qualcuno la fuori…” rispose l’ex-auor.
“Mangiamorte…” sussurrò Acrux.
“Non ne sono sicuro…” disse Kingsley, senza distogliere lo sguardo.
“Potrebbero essere dei nostri compagni di scuola…” disse Jason.
“No, Todd, credo che tutti gli altri siano stati catturati.” Rispose Tim.
“Drake ha ragione… preparatevi, potrebbero cercare d’entrare qui…”
Dopo poco si sentì bussare alla porta, Kingsley, Tim, Acrux, Jason, Herman, Tibby, Robin Maria, Mildred si trovarono nell’atrio pronti ad affrontare qualunque nemico.
“Ragazzi, dobbiamo fermarli qui, non devono entrare…” disse Kingsley “Non devono passare… ricordatevi che ci sono in gioco le vite dei nostri amici, dei nostri famigliari…”
Tibby pensò a sua madre e al piccolo che doveva ancora nascere, e ad Harmony di sopra.
“…dei nostri amori…”
Acrux e Tim pensarono ad Harmony, Herman guardò Tibby per un secondo.
“Non devono passare…”
“Non passeranno, signore…” disse Tim.
La porta si aprì e dietro si trovava David.
“Professor Giles…” disse Acrux. “Per fortuna…”
“Aspetta, Acrux. Non sappiamo se è il vero Giles…” disse ex-auror.
“Kingsley, muoviti qui siamo allo scoperto…” disse David.
“Provami che sei tu…”
“Ricordi la missione segreta in Iran, se stato tua a organizzare la squadra quando eri ministro… mi hai detto che se potevi saresti voluto venire anche tu…” rispose David.
Kingsley sorrise e disse: “Entra David…”
“Grazie, un altro po’ e ci scoprivano i mangiamorte…” rispose e dopo di lui entrarono Tonks, Malocchio, Aberforth.
“Shacklebolt …” sussurrò Alastor.
“Moody …”
“Ciao, Kingsley!” disse Tonks.
“Ciao, come sta Remus? E James?”
“Bene grazie…”
“Come la situazione?” Domandò Alastor.
“Siamo prigionieri qui dentro… ma i mangiamorte non si sono ancora visti…” disse Kingsley.
“Non abbiamo molto tempo.” Disse Tonks. “Voi siete studenti di Hogwarts?”
“Si… mi chiamo Tim Drake sono di grifondoro…”
“N’ero certa…” sussurrò la strega.
“Acrux Malfoy di serpeverde…”
“Sei il figlio di Draco Malfoy non è vero?” domandò Alastor.
“Si…” rispose Acrux.
Il vecchio mago lo guardò come volerci vedere l’anima con il suo occhi magico.
“Allora io e te siamo mezzi parenti… Io e tuo padre siamo cugini, mia madre e tua nonna erano sorelle…” disse Tonks sorridendo.
“Lo so, signora Lupin…”
“Chiamami Tonks, solo Tonks mi chiamano tutti così…” poi si rivolse a Tibby sorridendo: “Ciao Tibby…”
“Ciao Tonks…” rispose la ragazza.
David non aveva detto una parola, poi a un tratto guardò in alto verso il piano superiore e sussurrò: “Una vita si è spenta poco fa in questa casa…”
Infatti al pieno superiore Susan Bones era morta, senza mai riprendere i sensi.
Tutti s’accomodarono nel salone, dove Kingsley spiego la situazione della locanda, mentre Tonks racconto la storia della cupola. David rimaneva molto silenzioso, come immortale aveva acquisito il potere di percepire la vita e la morte, ma anche certe maledizioni.
 
“Luna come va?” le domandò Tonks.
“Non tanto bene, le contrazioni si fanno sempre più frequenti, Tonks…” e la strega sentì una contrazione “Per tutti i Nargilli… piccolo non è il momento di nascere, sei già così simile a tuo padre…”
David entrò nella stanza e disse: “Tenente… Luna…”
“David…” disse la strega.
Tonks s’avvicinò disse al mago: “Ha bisogno di aiuto, manca veramente poco… So che tu hai fatto pure il guaritore… Devi aiutarla.”
David guardò Luna sdraiata nel letto e disse: “Non posso…”
“Devi farlo…”
“Tonks, ho esercitato negli anni 50 in Corea non ricordo quasi nulla…” Disse il mago aprendo la porta, uscì ma prima d’andare disse: “Tornerò con un guaritore…”
L’immortale percorse tutto il corridoio, e mentre camminava su quel pavimento di legno scricchiolante ricordava il perché non voleva tornare a fare il guaritore.
Davanti alla porta della stanza dove si trovava Neville, sospirò e poi bussò, ma non ebbe nessuna risposta, allora girò la maniglia e aprì.
Il guaritore era ancora seduto di fianco al letto dove giaceva il corpo senza vita della moglie.
David si avvicinò di fianco dell’amico e gli mise una mano sulla spalla, e gli sussurrò: “Coraggio… lo so quanto vorresti lasciarti andare…”
“L’amavo David… L’amavo, ai suoi occhi, ero speciale, molto migliore di quello che ero in realtà… lei era una moglie e una madre fantastica, una ottima strega e una eccezionale avvocato stava per entrare al Wizengamot, come sua zia Amelia… Come farò adesso senza di lei… come farò a crescere quel bambino, e se dovessi perdere anche lui. David… Io…”
“Lo so, Neville, lo so… ma abbiamo bisogno di te, Luna ha bisogno di te sta per partorire, ha bisogno di un guaritore, so che è difficile, ma un’amica e il suo bambino contano su di te… E so una cosa di Neville Paciock, lui non abbandona mai gli amici…” e gli strinse la spalla.
Il mago sentì la stretta, una stretta non forte, ma potente, calda che dava forza, alzò il viso e guardò l’amico negli occhi.
“Si…” rispose annuendo e si alzò deciso “Portami da lei, David…”
I due maghi usciti dalla camera incontrarono Tibby, la ragazza era molto agitata, preoccupata per sua madre. “Professori… mia madre…”
“Non essere in ansia… stiamo andando da lei…” rispose Neville.
E tutti e tre percorsero il corridoio per andare nella stanza dove si trovava Luna, ma davanti alla porta David disse alla ragazza: “Forse è meglio che tu non entri signorina Weasley…”
“Ehm si, professor Giles… ma se posso fare qualcosa?…”
“Si, certo…” Rispose Neville “Ti chiameremo ora vai di sotto…”
La giovane strega annui e scese.
“E’ una brava ragazza, Ron è fortunato…” disse Neville prima d’entrare.
“Sono tutti dei bravi ragazzi, come lo eravate voi…” disse David.
“Dev’essere un po’ traumatico per te vederci tutti più vecchi di te, dopo che ci hai addestrato e aiutato quando eravamo in guerra…”
“Si, Neville, ma ci sono abituato ormai a vedere crescere tutti intorno a me… è la maledizione dell’immortalità… mi piacerebbe continuare il discorso sul significato filosofico del non morire o invecchiare, ma abbiamo un lavoro da fare…”
E i due maghi entrarono nella stanza.
“Neville… David…” disse Luna soffrendo e sudando.
“Ciao Luna, ogni quanto sono le contrazioni?” domandò Neville avvicinandosi insieme con David.
“Ormai sono molto frequenti” rispose Tonks.
“Luna sono qui per aiutarti… insieme faremo nascere tuo figlio, ti fidi di me?” domandò Neville.
“Si…” rispose Luna e poi aggiunse “Mi dispiace per Susan e per Bruce…”
“Lo so, amica mia, ma adesso è importante tuo figlio, altrimenti chi lo sente Ron…”
Luna cercò di sorridere.
Neville si abbassò e guardò fra le gambe della strega, poi rialzata la testa disse: “La dilatazione è di quasi dieci cm, penso che ci siamo quasi…” e si rivolse a Tonks “Ho bisogno di lenzuola, asciugamani e acqua calda, e anche un po’ di idromele…”
“Idromele? Come anestetico?”
“No, è per me…”
Tonks sorrise e disse: “Troverò tutto, ma non il liquore non credo che tu ne abbia bisogno… Remus dice che eri uno dei migliori auror… e adesso uno dei migliori guaritori.”
“Mi ricorderò di ringraziarlo, Tonks, ma ora vai…”
La strega uscì e David disse: “Potevo andare io?”
“No, tu mi servi qui… primo perché ho bisogno di qualcuno che aiuti Luna, mentre io faccio nascere il bambino, secondo perché tu sei un guaritore e potrei aver bisogno anche della tua esperienza…” disse serio Neville togliendosi la giacca e arrotolandosi le maniche della camicia.
“Io… non esercito da tempo, Neville… e….”
“Niente e… ma.. o però…”
David guardò Luna e questa sussurrò: “Signore….”
Lui si sedette vicino al letto e gli disse: “Sono qui… stai tranquilla tenente…”
“Prima di cominciare…” disse Luna “… Voglio che voi due mi facciate una promessa…”
“Si…” risposerò i due maghi insieme
“Questo bambino deve vivere… se mi succede qualcosa voglio che lo proteggiate e che lo portate da suo padre…”
“Lo poterai tu da Ron, Luna questa è la nostra promessa… “ disse Neville.
“Si, ma promette…”
“Lo promettiamo, Luna…” disse David.
“Ora Luna respira, respira…” disse Neville.
 
Di sotto Tibby, che aveva visto Tonks cercare le cose lenzuola e asciugamani e far bollire dell’acqua era preoccupata.
Acrux le si avvicinò, e le disse: “Come stai?”
“Come vuoi che stia non fare domande stupide… Mia madre è di sopra e sta per avere mio fratello in uno posto come questo…” rispose lei.
“Scusami…” sussurrò il serpeverde e stava per andare via.
“No, scusami tu… e che non so che fare, mi sento così inutile… sono una stupida, i nostri genitori alla nostra età combattevano contro un pazzo con manie di grandezza e io sono posso fare nulla…”
Acrux si mise a ridere.
“Cosa c’è di divertente?” domandò la strega.
“No, niente… pensavo che mio padre alla nostra età a quanto mi hanno raccontato era proprio uno stronzo…”
Anche Tibby si mise a ridere e disse: “L’hanno detto pure a me, da non credere…”
“Vorrei fosse qui adesso…”
“Anch’io vorrei avere accanto il mio…”
Tim li guardava e li aveva ascoltati da lontano, e per un attimo ripenso al suo padre .
“Ehi…”
“Si, Robin…” rispose alla sua migliore amica.
“Di solito sei così scuro in faccia solo quando pensi a tuo…” ma la grifondoro non fini la frase, zittita dallo sguardo di ghiaccio dell’amico.
“Appunto… stai pensando a lui…”
“Che bruci al inferno: lui, la sua chiesa e tutta la sua religione…” sussurrò Tim.
 
“Forza un altro piccolo sforzo…. Un’altra spinta, Luna…” diceva Neville.
“Forza, tenente, puoi farcela…” le disse David, mentre le teneva la mano.
Luna spinse.
“Forza ancora… forza vedo la testa…” disse Neville.
“Avanti Luna ci siamo.”
Nel dolore Luna disse: “Ron… Aiutami, ti prego…”
“Sono qui amore…” disse David “Sono forza… forza…” e le strinse la mano.
“Ecco sta uscendo… Esce…”
Neville prese il bambino e questo subito si mise a piangere,
“Luna è un rosso!!” disse Neville mentre tagliava il cordone. “Uno splendido bambino dai capelli rossi… è nato un nuovo Weasley… temo assomigli a Ron” poi lo avvolse con un asciugamano e lo diede a Tonks perché lo lavasse.
“Complimenti, Luna… congratulazioni…” disse David sorridendo.
Tonks portò il bambino alla madre e anche si congratulo.
“Grazie, Grazie a tutti, senza di voi…” poi guardò il bambino e gli disse: “Ehi ben venuto piccola testina rossa…”
David toccò il piccolo, assomigliava ad un piccolo ranocchio dai capelli rossi.
“Oh Merlino un altro rosso…” disse ridendo.
Poi si avvicinò a Neville che si era allontanato per lavarsi le mani e le stava asciugando. “Complimenti guaritore Paciock” gli disse David e gli porse la mano.
Neville sorrise e stringendogli la mano rispose: “Grazie, David… Andiamo giù a dare la buona notizia…”
 
Harmony si trovava sola nella stanza, sdraiata sul letto, ma priva di qualunque forza, gli occhi aperti a fissare il nulla, tutto intorno a se era avvolto nelle tenebre. Nella sua mente il ricordo dei dissennatori era un incubo da svegli.
Nella presidenza della scuola intanto Fanny, la fenice di Albus Silente, era molto agitata aperte le ali afferrò la spada di Griffondoro e sfondò la finestra, per poi volare verso Hogsmeade.
Il primo a notare la fenice in volo fu Harry, che fece ceno a Hermione d’alzare lo sguardo per guardare e poi le sussurrò: “A quanto pare qualcuno sta andando a dare un aiuto…”
“Speriamo che tu abbia ragione, Harry” disse la strega, guardando il mitico uccello superare lo scudo magico.
“Sono sicuro che stia andando da Harmony…” pensò il mago sorridendo.
Anche altre due persone avevano visto il volo della fenice, uno era Parsifal Wulfric che si muoveva furtivo tra gli angoli della parte vecchia del villaggio, e che vista il mitica creatura sorrise. L’altro era David che senza farsi vedere osservava i movimenti dei mangiamorte da una finestra della locanda.
Fanny sfondò la finestra della stanza, sulle prime Harmony ebbe paura, poi alzò lo sguardo e vide la fenice appollaiata sulla spalliera del letto.
“Tu sei Fanny, non è vero?” domandò la giovane strega.
La Fenice annuì.
“Eri la fenice di Albus Silente, quella che aiutò Harry contro il Basilisco… Cosa vuoi da me?”
Fanny si sposto di poco a destra e dietro l’uccello di fuoco c’era conficcata nel muro una antica spada con l’impugnatura in oro e rubini.
Harmony guardò l’arma e disse: “Hai portato la spada di Gotric Griffondoro, Perché?”
La fenice guardò la giovane strega.
“L’hai portata per me? Vuoi che io combatta con quella spada, ma io non sono Harry… Io ho paura…” e abbassò lo sguardo.
“Tutti abbiamo paura Harmony…”
“Professor Giles…” esclamò la ragazza voltandosi mentre David entrava nella stanza.
Lui guardò prima la ragazza, poi la Fenice e disse: “Ciao, Fanny…” e si avvicinò per sfiorarle le piume del capo.
“E’ naturale avere paura in una situazione del genere, anche Harry l’avrebbe, e lui ha sempre avuto paura in ognuna delle sue avventure… E’ umano, ma bisogna non farsi dominare da essa.”
“E’ facile per lei dirlo, lei non rischia la vita, è immortale…”
“Si… ma il sapere di perdere un amico mi spaventa più di tutto...” David respiro profondamente, si appoggiò al tavolo e disse: “Un tempo conoscevo un ragazzo non pensava d’essere un eroe… i suoi genitori erano morti, uccisi da un mago oscuro, lui aveva un destino e non si tirò indietro, diventò un leader e portò i suoi amici a combattere, prima una battaglia e poi una guerra…”
Harmony non rispose.
“Conoscevo una ragazza era intelligente, conosceva tante cose, ma il suo dono più grande era il comprendere le persone, il capire il valore d’amicizia e dell’amore… e per amore e amicizia a combattuto anche se era una persona di pace…”
“Mammy…”
“Conoscevo una donna aveva il capelli rossi e gli occhi verdi, ed era dolce e gentile… e si sacrificò per la vita di suo figlio…. Conoscevo un uomo, un brav uomo, era giusto, coraggioso e determinato, e affrontò da solo un demone per salvare la sua famiglia. Tu dici di non poter affrontare i mangiamorte, di non poter guidare i tuoi amici, e ti dicco che puoi farcela… non perché sei la figlia di Harry Potter e di Hermione Granger… ma perché so riconoscere il coraggio quando lo vedo…”
Poi senza dire una parola, sorrise alla ragazza e uscì dalla stanza, e mentre scendeva le scale infilandosi i guanti, Tonks da sotto gli domandò: “Cosa dobbiamo fare, David?”
“Andremo a combattere, noi siamo degli auror e siamo l’ordine della fenice…”
“Bene… allora che aspettiamo?” domandò Malocchio.
“La vera grandezza non è nell'aspettare grandi cause per muoversi, ma nel trovare degno motivo di contesa in un fuscello quand'è in gioco l'onore.” disse Aberforth.
“Shakespeare?” domandò Kingsley.
“Si, Amleto atto quarto, scena quarta.” Rispose Aberforth.
“David… E i ragazzi?” domandò Tonks quando Giles le fu vicino.
“Io, Drake e Zabini vorremo combattere con voi…” disse Acrux avvicinandosi con gli altri due giovani maghi.
“No… siamo matti, siete troppo gio...” Disse agitata Tonks, ma un gesto di David la fermò.
“Voi combattere ragazzi, ma non con noi… vi aspetta un’altra battaglia.” Disse David guardando una porta al primo piano.
Lì dentro Harmony era in piedi e guardava la spada di griffondoro e Fanny.
“Io, devo farlo… Posso farcela…” pensò “Per amore e per amicizia, per mia madre e per Harry, per gli amici…” S’avvicinò alla spada. Prima con esitazione toccò l’impugnatura e pensò: “Perché il male trionfi basta che gli uomini… e le donne di buona volontà non facciano nulla…” Poi l’afferrò e sussurrò: “Coraggio… Per amore e per amicizia, per qualcosa per cui combattere…” La spada uscì prima piano dalla parete, poi Harmony la estrasse del tutto, ne guardò decisa la lama che splendeva come un diamante, e un sorriso caldo comparve sul suo volto. Si voltò e guardò Fanny e le disse: “Grazie…”
Poi si girò verso la porta, la fenice canto, e il suo canto sembrò una musica epica per eroi antichi e nuovi, ma soprattutto eroi giovani, eroi ragazzi. La strega stava per uscire quando la Fenice le volò sulla spalla, lei l’accarezzò e disse: “Vuoi venire con me, Fanny?”
E Harmony uscì, e tutti la guardarono mentre scendeva le scale.
“Harmony…” sussurrò Tim.
“Piccola…” disse Acrux.
La giovane strega sorrise al serpeverde.
David la guardò e annuì.
“Harmony, ragazza… oh Merlino come somiglia a Hermione…” disse Tonks.
“No, Tonks…” disse Alastor “Assomiglia a suo padre, mentre andava a combattere Voldemort, mentre richiamava a se i suoi griffondoro…”
“Harmony… amica mia…” disse Tibby.
“Con lei andrei fino ad Azkaban e affronterei anche tutti i demoni del inferno…” disse Herman accanto a Tibby.
“Dentro di lei c’è una tempesta Zabini, una tempesta che non può essere domata…” disse Robin abbassando lo sguardo e sussurò guardando Tim e Acrux estasiati: “Per questo gli uomini si innamorano di lei…”
Quando la giovane strega finì di scendere la scala, sì avvicinò a David che osservava la cartina di Hogsmeade sul tavolo, intorno alla Granger si strinsero tutti gli altri giovani maghi e streghe.
“Signore…” disse Harmony “quale sarà il nostro ruolo in battaglia?”
 
Tutti erano intorno a un grande tavolo rettangolare della sala da pranzo, Giles a capotavola, i membri dell’ordine alla sua sinistra, i ragazzi a destra. Sul tavolo si trovava una cartina di Hogsmeade dove era stata disegnato un pentacolo magico.
“Per poter far cadere la cupola, generata dal pentacolo dobbiamo distruggere i due baluardi principali cioè la punta e la base” Spiego David “I ragazzi si occupano della base, noi dell’ordine della punta. Perfetto tra mezz’ora andiamo… Neville stai bene?”
“Si, David, e non vedo l’ora di uccidere qualcuno di quei bastardi… per mia moglie e mio figlio…”
L’immortale annuì e guardò anche Luna che era su una poltrona con in braccio il bambino, e poi disse ad Harmony che era al suo fianco: “Come avete intenzione d’attaccare i mangiamorte a Hogwarts street? Hanno dei each uisge?”
“Abbiamo un piano signore.” Rispose la strega, poco prima aveva parlato con Fanny e la fenice era tornata al castello.
“Ok, mi fido di te, Granger… Adesso signori in libertà…” disse l’immortale e lasciò la stanza, seguito da Tonks, che nella cucina della locanda gli domandò quasi gridando: “Non vorrai davvero mandare a combattere Harmony, Acrux e gli altri ragazzi?”
David non si voltò, mettendosi a cercare qualcosa e borbottando tra se: “Ci dev’essere qualcosa di commestibile qui dentro?…”
“Giles…” disse Tonks prendendolo per una spalla e costringendolo a voltarsi “Rispondimi…”
La strega lo guardò negli occhi, che erano freddi come il ghiaccio, tanto freddi da far paura che la donna dovete fare un passo indietro.
“Non puoi mandarli a combattere mangiamorte esperti e potenti... sono troppo giovani…”
“Non più giovani di quando i loro genitori hanno affrontato Lucius Malfoy, Bellatrix Lestrange e lo stesso Riddle al ufficio misteri per la profezia…”
“Sono solo dei ragazzi…”
“No, Tonks… Harry era solo un ragazzo quando affrontò il drago, il labirinto e Voldemort, e aveva quattordici anni…”
“Era diverso, Harmony non è Harry…”
“Si, ma è sua figlia, figlia sua e di Hermione… Lui affrontava i draghi ed Hermione affrontava lui… Tonks, ho paura che questo sia solo l’iniziò, questo è solo il primo atto di una guerra… una nuova guerra che li vedrà tutti in prima linea.”
Nel salone i ragazzi erano riuniti, Acrux, Zabini e Jason Tood di Corvonero stavano in silenzio seduti su un tavolo, Tim era appoggiato alla stipite della porta con le braccia incrociate,e il viso basso. Robin parlottava con Maria Fleed e Mildred Hubble.
Harmony era seduta vicino al fuoco, con in mano un attizzatoio. Tibby era andata da sua madre, ma poi raggiunse i suoi compagni e disse a tutti: “Dovremo trovarci un nome?”
“Come un nome Weasley?” domandò Maria.
“Mia madre poco fa mi ha detto che gli ricordiamo l’Esercito di Silente…” disse Tibby.
“Addirittura l’ES… Wow.” Disse Robin.
“Già Wow l’ho detto pure io…” rispose Tibby “Ma non l’Esercito di Silente durante la guerra, ma quello che avevano fondato contro la Umbridge. Allora mi a chiesto se avevamo un nome; e io gli ho detto di no, ma penso che dovremo averlo. Tu cosa ne pensi Harmony?”
La strega ci pensò su e disse, mentre s’avvicinava ad Acrux: “Penso che tu abbia ragione, abbiamo bisogno di un nome… ci sono suggerimenti.”
“Che ne dite di nuovo esercito di silente?” domandò Mildred.
“Cerchiamo qualcosa di solo nostro.” Disse Acrux.
“Sono d’accordo…” aggiunse Tim.
“Questo è un miracolo quei due sono d’accordo su qualcosa…” sussurrò ridendo Tibby a Robin, e anche lei si mise a ridere per poi aggiungere: “Fidati sono d’accordo pure su un’altra cosa….”
“Si, che amano la stessa ragazza…” disse la rossa.
Ci furono diverse proposte per i nomi, Harmony ascoltava tutti, ma molte idee furono bocciate, la ragazza a un tratto ripenso a Fanny, ma anche agli uomini e donne che componevano l’Ordine della fenice. Guardò i suoi compagni e pensò: “Noi siamo giovani per far parte dell’ordine. Siamo giovani… si certo giovani… Fanny… Fanny è una fenice…” e sorridendo disse: “Che ne dite di Young Phenix?”
“Si, mi piace.” Disse Tibby.
“Anche a me.” Disse Robin.
“Young Phenix… mmm suona bene.” Disse Acrux.
Tim annuì.
“Allora Young Phenix, sia…” disse Jason Tood.
“Harmony è ora…” disse Drake avvicinandosi.
“Tim ha ragione, andiamo a prepararci… Ah vorrei parlarti in privato. Gli altri vadano a prepararsi.” Disse la strega.
“Certo…” rispose il grifondoro, che passò davanti ad Acrux.
“Vieni di là…” gli sussurrò Harmony.
I due se ne andarono.
Acrux domandò a Tibby: “Di cosa devo parlare?”
“Non lo so, ma forse qualcosa che riguarda la battaglia dopo tutto Drake è il più grande fra noi.”
Acrux mugugnò qualcosa.
“Non sarai geloso, cugino…”
“Acrux Malfoy non conosce il significato della parola gelosia…” disse serio il giovane mago.
“Ma sarà… Io se fosse in te mi terrei vicino Harmony e starei attenta a Drake è molto carino… E’ famoso nella casa nostra casa, ottimo mago, e grande giocatore di Quidditch, e ad Harmony piacciono i giocatori bravi… e poi ha il fascino sia dei ragazzi cattivi che quello dei cuccioli da accudire…”
“Tibby seconda me ti piace…” disse ridendo lui.
“Se non fossi innamorata di James, ci farei un pensierino.” Poi guardò seria il cugino “Stai attento a Drake, non fartela portare via…”
“Non lo farò, e poi io mi fido di Harmony…”
Robin aveva seguito tutta la scena da qualche metro di distanza, appoggiata a un muro.
Intanto vicino alle scale Harmony e Tim, parlavano.
“Tim allora mi farai dai vice?” domandò la giovane strega.
Lui sorrise, avrebbe così tanto voluto accarezzarle il viso. “Si, ti farò da vice… Se ho capito il mio ruolo nel tuo pieno è comandare le truppe di terra…”
“Si, ma se vuoi venire con noi?” domandò Harmony.
“No, mi va bene combattere, questa volta voglio rimanere con i piedi ben piantati, sarà divertente, e poi potrò abbattere più mangiamorte…”
“Ma promettimi che sarai attento, voi affronterete l’urto maggiore. Riuscirete a resistere?”
“Puoi contarci, signora… mia regina…” disse sorridendo Tim.
Harmony arrossì e disse: “Avrai con te Acrux, Herman, Jason. Vanno bene?”
“Si, ma posso chiederti perché hai scelto me, invece del tuo ragazzo?”
“Perché tu hai più esperienza in battaglia…”
“Ok, ma non so cosa potrà dire a Malfoy in proposito, dovrà prendere ordini da me…”
“Gli parlerò io… Ammettilo di piace l’idea?”
Sul viso comparve un ghigno e poi disse: “Si, più o meno…”
“Voi due dovreste andare d’accordo almeno in questa occasione…”
“Ci proveremo, ma mi sa che è impossibile, io sono grifondoro e lui un serpeverde, siamo nemici per natura e poi…”
“E poi che?” domandò curiosa la strega.
“Siamo in competizione per essere il miglior portiere di Hogwarts”
“Anche Harry e il padre di Acrux erano nemici da ragazzi, poi hanno trovato un nemico comune per da combattere…”
“Tra noi è diverso, Harmony… Adesso signora, io vado a prepararmi…” e prima d’andare mise il pugno destro sul cuore, classico saluto auror.
“Vado anch’io…” disse la strega, rispose al salutò e salì di sopra, chiedendo a Tibby d’ accompagnarla.
 
Nella stanza di Harmony e Tibby si stavano preparando.
“Ho preso la scelta giusta secondo te? Noi ragazzi possiamo veramente sfidare dei mangiamorte? E’ giusto che io vi guidi?” domandò Harmony.
“Io penso di si. Possiamo farcela ne sono sicura.” Rispose l’amica “Non hai visto come tutti pendevano dalle tue labbra, i ragazzi erano affascinati da te. Tu hai un carisma naturale….”
“Grazie, Tibby…”
“Di cosa? Tu sei il mio Harry, e io sono il tuo Ron… I nostri genitori si guardavano le spalle a vicenda ora tocca a noi…” disse la rossa e le due ragazze si diedero il cinque.
“Adesso andiamo a rompere il sedere a qualche mago oscuro…” disse Tibby con un ghigno dipinto sul volto.
E anche Harmony sorrise.
Giù le due ragazze trovarono i loro compagni, Acrux era ad aspettarle alla fine della scala, Tim e Robin vicino al caminetto, e poi tutti gli altri. Ognuno aveva i colori della propria casa, Acrux ed Herman avevano su braccio destro il verde e argento dei serpeverde, Tim e Robin il rosso e oro,
Jason, Maria e Mildred il nero e viola dei corvonero.
“Siamo pronti, Harmony…” le disse Acrux.
Harmony sorrise e pensò: “E’ arrivato il momento, il momento del tutto o del niente, il tempo della violenza. Loro si fidano di me, ora devo dimostrare che questa fiducia è ben riposta…”
“Bene, allora andiamo…” disse la ragazza.
“Aspettate…” e si sentì una voce dalla porta della sala da pranzo, era David.
“Prendete.” Disse lui dando ad ognuno di loro una spilla.
“Ma queste sono?” domandò Tim non appena vide la sua “Sono spille auror, ma signore…”
“Si, siete tutti promossi auror… Adesso il giuramento alzate la mano destra: giuro di difendere la magia e i maghi da ogni nemico, di non cedere alla forze oscure, ma di cacciarle in ogni angolo al costo della mia vita. Lo giuro sul mio onore e sul mio sangue. Giurate?”
Ognuno ripete il giuramento e alla fine disse: “Giuro.”
“Adesso andate, e buona fortuna, Young Phenix.” Disse e fece loro il saluto auror.
“Grazie, signore, e buona fortuna anche a lei…” disse Hamony.
E detto questo uscì con gli altri fuori nel cortile della locanda, lì si trovarono Fanny, appollaiata al recinto e Fierobecco.
Tim disse sorpreso: “I thestral? Che ci fanno qui?”
Solo lui, Harmony e Jason riuscivano a vederli. Tim aveva visto la sua Stefany morire dopo una lunga agonia, Harmony aveva visto attraverso il frammento di Voldemort la morte dei suoi nonni, e Jason aveva assistito alla morte di suo padre per mano di un vampiro.
“Thestral ma cosa sono?” domandò Acrux.
“Sono delle creature magiche alate, portano le carrozze della scuola dalla stazione al castello.” Rispose Tim “Possono essere visti solo da chi ha visto qualcuno…. morire.”
“Stefany…” sussurrò Robin.
Tim annuì, e guardò Harmony.
La strega si fece avanti e disse: “Attaccheremo il baluardo sia dal cielo che dalla terra, dato che lì i nostri nemici hanno dei each usige. Tutto chiaro?”
“Perché questi così hanno le ali?” domandò Maria
“Si, e volano molto veloci… almeno secondo quello che mi ha detto mia madre…” rispose Tibby “Ma non sono proprio bellissimi…”
Harmony, Tim e Jason aiutarono gli altri a salire in groppa, Harmony salì sull’Ippogrifo.
“Mi sentirei meglio se potessi vedere cosa sto cavalcando.” Disse Robin.
“Fidati, meglio per te che rimanga invisibile.” Commentò cupo Tim.
Acrux vicino a Fierobecco gli dava delle carezze sul colo sussurrandogli: “Buono, bravo…” poi si rivolse ad Harmony: “Sembra che sia contento d’averti in groppa.”
La strega sorrise e disse: “Sarà contento di volare di nuovo con una Potter… Stai attento, Malfoy.”
“Anche tu, forse dovrei dirlo ai mangiamorte, voi Grangers siete pericolose.”
“Vieni qui…” disse la ragazza abbassandosi e baciando il serpeverde, poi si voltò verso gli altri e gridò: “Forza ragazze si vola…”.
Fanny aprì le ali, seguita dal ippogrifo e dai thestral e poco dopo ognuno di loro stava volando.
Acrux si rivolse a Tim e agli altri: “Adesso tocca a noi fare il nostro lavoro. Giusto?”
“Si, gli forniremo copertura.” Rispose Drake.
Acrux e Tim si diedero la mano.
“Andiamo, serpeverde…”
“Ti seguo, grifondoro…”
E anche il gruppo rimasto a terra uscì. Erano in cinque camminavano in linea distanti di circa due metri l’uno dall’altro, ognuno aveva in mano la sua bacchetta. Tim era fra Acrux alla sua destra, ed Herman a sinistra, Jason vicino ad al serpeverde.
“Ti va di fare a gara a chi ne ammazza di più Drake?” domandò Acrux.
Tim sorrise e rispose: “Perché no, adesso finalmente vedremo chi è il mago migliore fra noi…”
Jason scosse la testa e disse: “Si sa che tra un serpeverde e un grrifondoro il migliore è sempre un corvonero…”
“Ok la gara è aperta a tutti…” disse Tim.
 
Qualche secondo dopo l’uscita dei ragazzi anche gli adulti uscirono. Neville fu ultimo a lasciare la locanda, affidando Bruce a Luna, la strega gli disse: “Lo veglierò come se fosse uno dei miei figli, vai tranquillo Neville.” E alzò la bacchetta.
“Grazie, Luna…”
Fuori David disse loro: “Non facciamo aspettare quelle facce di latta…” E l’ordine della fenice andò per la Silente Street.
A Hogwarts Street a difesa del baluardo c’erano: Leslie e i mangiamorte più giovani come Ryo con il sostegno pochi maghi oscuri esperti.
I each usige cominciarono ad agitarsi.
Leslei domandò a Ryo: “Ma che succede?”
“E’ strano, a meno che…” rispose lui, che alzò lo sguardo e vide Harmony a cavallo di fierobecco, mentre le altre ragazze sui thestral. Il giovane mangiamorte imprecò e disse: “Abbiamo compagnia, in fretta sui each usige”
“Aspetta…” gli disse Leslei “Guarda…” e la strega indicò Tim, Acrux, Jason e Herman avanzare per la Avalon street.
“Ryo, la Granger è mia…” gridò la figlia di Voldemort.
“Ok, come vuoi…” poi agli altri mangiamorte “Noi attaccheremo quelli a terra, avanti…”
Leslei salì sul Darkrain, il suo each usige e pensò guardando Harmony: “Ora vedremo chi tra noi due è la migliore…” e si alzò in volo, andando incontro alla sua nemica, quando le fu abbastanza vicina puntò la bacchetta e gridò: “Avada Kedavra”.
Il fulmine verde era sul punto di colpire Harmony, ma dal nulla comparve Fanny che spalancò inghiottì la maledizione, la fenice esplose in una fiammata.
Harmony intanto si era fatta avanti con fierobecco, lanciò un fulmine argenteo, che la mangiamorte evitò con destrezza.
Leslei richiamò a se una spada d’energia, ed attaccò Harmony che però parò gli affondi usando la spada di Griffondoro.
Le due streghe allora si trovarono faccia a faccia guardandosi negli occhi, mentre anche le loro cavalcature combattevano.
Intanto anche le altre ragazze avevano ingaggiato battaglia contro gli altri mangiamorte su each usige, mentre giù a terra, Ryo comandava i suoi combattendo contro Tim, Acrux, Herman e Jason.
Harmony e Leslie si allontanarono l’una dall’altra.
“Io ti conosco.” Disse la grifondoro “Tu eri nel gruppo che ha attaccato me e mia madre a Howl.”
Lei non rispose, il ricordo di quel giorno le bruciava ancora, era stata umiliata da una mezzosangue davanti a sua madre. Ma c’era di peggio il dover ammettere che Hermione Granger era un ottima strega, le sorrideva alle lezioni, la incoraggiava a migliorare, più volte l’aveva lodata di fronte a tutta la classe, una volta poi aveva visto di nascosto Hermione, Harry e Harmony ridere e scherzare insieme, e si domandò se era quello il modo in cui si comportavano le altre famiglie. Il rapporto fra le Grangers era diversa da quello che lei aveva con sua madre, aveva notato che per Harmony, sua madre era un sostegno, un’amica con cui parlare di tutto, persino di ragazzi. Di cosa parlavano lei e Pansy?
Leslei attaccò, spronò il each usige lanciandosi in carica come una furia contro la nemica. L’urto fra le due fu fortissimo, ma Fierobecco non cedete nulla a Darkrain.
Di nuovo le due ragazze si trovarono a guardarsi negli occhi, a parlarsi senza dire niente, così simili, così diverse, figlie dei loro padri anche loro simili e diversi, figlie delle loro madri. Guardandosi capirono le loro similitudini e le loro differenze, e in un certo senso si trovarono, capirono d’essere l’una la nemesi dell’altra, e senza nessuna profezia in una sfera da interpretare seppero che nessuna delle due poteva vivere se l'altra sopravviveva.
E come in un ballo, dopo lo scontro si allontanarono. Harmony era sconvolta e domandò una cosa di cui sapeva già la risposta: “Tu chi sei veramente? I tuoi occhi poco fa erano erano rossi… Chi sei?”
“Io sono la figlia del nemico di tuo padre…” rispose Leslei.
“La figlia di Voldemort…” sussurrò Harmony.
“Ma cosa sta facendo, Granger? Perché non attacca quel mangiamorte.” Disse Jason guadando la ragazza, mentre combatteva. “Se non si sbriga il piano va a rotoli.”
Tim dopo aver colpito un mangiamorte, alzò lo sguardo osservando le due streghe che si guardavano senza attaccarsi, poi voltandosi vide che uno dei nemici stava per colpire Acrux alle spalle, allora puntò la bacchetta e gridò: “Lacarnum Infamare”.
L’incantesimo colpì in pieno il mago oscuro bruciandolo. Acrux aveva visto tutto e ringraziò Tim, poi i due giovani maghi si trovarono schiena contro schiena a combattere.
“Perché l’hai fatto, Drake?” domandò Acrux.
“Fare cosa?” disse Tim, mentre lanciava un incantesimo di difesa.
“Perché mi hai salvato poco fa?”
“Perché era mio dovere farlo… Mi auguro che tu avresti fatto lo stesso per me…”
“mmmm, non lo so…” rispose il biondo Malfoy.
“La prossima volta, non ti salvo più il culo… Vai a salvare un serpeverde…”
“Ehi, stavo scherzando…” disse Acrux con un ghigno.
“Lo so, anch’io…”
“Un secondo, un istante, un attimo d’esitazione e Acrux Malfoy sarebbe morto… Per un attimo ho pensato che avrei potuto lasciar fare a quel mago oscuro…” Pensò Tim “Per un attimo ho pensato che Harmony poteva essere mia…” e sorrise amaramente “Non lo avrei mai fatto, sia perché non fa parte di me una cosa del genere… e poi Harmony lo ama, e io non voglio che lei soffra…” e colpì con un incanto molto potente un altro nemico.
Ryo che sulle prime era rimasto fuori dallo scontro, colpì Jason Tood ferendolo al braccio destro.
Poi stava per attaccare Acrux che già affrontava un altro avversario, ma davanti a giovane mangiamorte comparve Tim.
“Togliti dalla mi strada, non voglio te…” gridò Ryo.
“Io non mi sposto, vuoi combattere o no…” gli disse Tim.
“Come vuoi…” e puntata la bacchetta gridò: “Lacarnum Infamare”
Tim si difese con uno scudo e poi disse: “Mi aspettavo di meglio dal capo…”
“Io non sono il capo…” e poi gridò: “nivei ungues tigris”
Il grifondoro gli lanciò contro l’incantesimo più potente che aveva imparato da Harry, cioè il lampo argento, i due flussi magici degli incantesimi si contrastarono, i due maghi non volevano cedere, il loro potere era uguale.
“Drake è davvero un mago potente, peccato sia un mezzosangue… è un degno avversario” pensò Ryo.
“Il suo incantesimo del gelo è formidabile, dev’essere un  serpeverde con le energie fredde sono maestri… E’ un avversario potente e veloce… sono contento di poter mettermi alla prova con un tipo simile.” Pensò Tim.
In cielo, Tibby scoccava frecce di luce, mentre Robin li affrontava con una lama d’energia, Maria e Mildred usavano la bacchetta.
Harmony e Leslei avevano ripreso a combattersi prima lanciandosi contro vari incantesimi, poi affrontandosi con le spade.
“Non puoi battermi, Granger…” disse la serpeverde “Tu non sei Harry Potter…”
“Su questo devo darti ragione io non sono Harry, ma lui ha affrontato tuo padre da solo perché lo diceva una profezia….” Disse la strega e con un ghigno dipinto sul volto “Io non sono sola…” e gridò: “Tibby…”
“Eccomi…” gridò la rossa che incitò il suo thestral: “Forza bello e ora di fare la nostra parte…” volò di fianco ad Harmony che intanto tratteneva Leslei, la Granger passò all’amica la spada di grifondoro e lei colpì il raggio del baluardo.
 
Intanto l’ordine della Fenice procedeva per la Silente Street verso la statua del grande preside e verso il baluardo alto.
“Per me l’avrebbe odiata!!” disse Aberforth guardando l’enorme statua del fratello in lontananza.
“Lo penso anch’io, zio…” disse David.
“Alastor…” sussurrò Tonks “E’ vero che tra David e Silente non scorreva buon sangue?”
Malocchio guardò David di spalle dinanzi a lui e rispose: “No, si rispettavano ma erano molto diversi… Albus era un uomo con una fede incrollabile nel umanità, ed è stata quella fede forse a decretarne la fine. David d’altro canto ha visto il peggio dell’umanità, ha visto i suoi genitori uccisi quando era bambino, poi la morte della Hallow, e quello che ha visto durante le guerre magiche o babbane, gli ha tolto quasi ogni fiducia del genere umano. Ecco da cosa nascevano i contrasti fra Silente e David, la fiducia contro la paura.”
Il gruppo avanzò, e arrivato a metà strada si trovò davanti cinque mangiamorte, dovevano essere un’avanguardia.
David avanzò da solo, armato della bacchetta nella destra e la spada nella sinistra. I cinque lo circondarono, e poi ognuno di loro generò alla mani dei raggi di luce lilla, cosi da generare tra loro una stella a cinque punte, nel cui centro si trovava Giles.
I mangiamorte tirarono i raggi e David si trovò legato, e gli caddero di mano spada e bacchetta.
Tonks, Kingsley e Neville stavano per intervenire, ma furono fermati da Aberforth e Alastor.
“Questa è la tua fine…” disse uno dei maghi oscuri. “Nessuno si è mai liberato o è sopravissuto alla nostra stella…”
I raggi come se fossero corde si strinsero intorno al mago, ma la sua giacca di pelle nera non subiva il ben che minimo danno.   
David sorrideva.
“Che ha ridere?” disse uno dei mangiamorte.
“Adesso basta facciamolo fuori. Vediamo se è immortale come dicono.” disse un altro.
I raggi iniziarono a stringersi.
“Dobbiamo fare qualcosa?” esclamò Tonks “Lo uccideranno?”
“E’ allora…” rispose Aberforth.
“Anche se immortale ci metterà molto tempo a riprendersi.” Disse la strega.
Alastor rispose: “Tonks tu non lo conosci come lo conosciamo io e Aberforth, Giles ha un angelo custode che veglia su di lui, il suo primo amore è sempre con lui…”
“Ma cosa vuol dire?” domandò Tonks.
A un tratto dalla manica destra di David si sentì uno scatto come di una molla e ne uscì fuori una bacchetta, lui la puntò contro il mangiamorte che aveva di fronte e gridò: “Avada Kedavra”
Il fulmine verde colpì il mago oscuro, che cadde nella neve morto. La magia si dissolse, negli occhi dei superstiti si poteva vedere la paura prendere forma.
David lanciò un’altra maledizione, poi richiamata a se la spada tagliò la maschera e il viso di un nemico prima di infilzarlo allo stomaco. Aberforth gridò, lanciandosi contro un mago oscuro e colpendolo con l’ascia, l’arma si conficcò nella testa del mangiamorte fino al naso.
Kingsley fece comparire una scimitarra dalla lama verde giada e uccise uno dei nemici e anche lui si diede da fare. L’ultimo dei loro nemici cercò di fuggire, ma Tonks glielo impedì con uno schiantesimo.
 
“Stanno arrivando…” disse Dracò, e si mise la maschera di mangiamorte.
“Questa sarà la nostra prima battaglia insieme…” disse Pansy.
“Speriamo che non sia l’ultima.” Rispose il mago.
I mangiamorte a guardia del baluardo alto erano tutti della stessa generazione di Draco e Leslei, tutti tranne una.
Appoggiata al baluardo c’era una mangiamorte, diversa il suo mantello non era nero, ma rosso cremesi, e la sua maschera era lucida ed inespressiva al contrario delle altre, la strega oscura era del tutto indifferente a quello a quello che avveniva intorno a lei, si limitava a giocherellare con un bracciale che aveva nel braccio destro.
A un tratto però la strega alzò lo sguardo e sussurrò: “Lui è qui…” la gemma rossa sul bracciale si illuminò per poi aprirsi, e trasformarsi in un occhio rosso sangue.
“Anche tu piccola lo senti, non è vero…” sussurrò al gioiello.
“Axa, cosa c’è?” le domandò Draco, vedendo la strega avvicinandosi a lui e a Pansy.
“David Giles è qui… sta arrivando…” rispose.
“Sarai contenta di rivederlo…” disse Pansy “So che eravate intimi un tempo…”
Axa guardò la strega con occhi di fuoco, e poi sollevò il braccio destro.
“Si per un po’ siamo stati amanti, ma le cose cambiano quando si diventa immortali.”
 
“Quella bacchetta che tieni nascosta nel braccio destro, era di Sabrina Hallow, non è vero?” domandò Tonks a David mentre camminavano.
Lui non rispose.
“Ci conosciamo da molto tempo, tu sei la terza persona che conosco meglio dopo Remus e James, ma non mi hai mai parlato di lei…”
“Tonks, il suo ricordo è solo mio…” rispose lui con un po’ di veemenza.
“Ok…” disse la strega che era rimasta un po’ sorpresa da quella reazione.
“Scusami…” sussurrò David.
“Non ti preoccupare, sarai teso per l’imminente battaglia…”
“No, e che non mi va di parlare di Sabrina…”
“Sei ancora innamorato di lei?” domandò Tonks.
“No, non più, o meglio in un certo senso si… penso sia strano… a volte mi piace pensare a lei, mi piace lasciarmi andare ai ricordi…”
“Sai a volte mi sembri Harry… siete simili, sotto alcuni punti di vista, nel vostro modo d’amare per esempio… Tu e lui amate due donne simili fra loro…”
Il mago sorrise, stava per dire qualcosa, ma alzò il viso e guardò di fronte a se e disse:“Non è possibile…” si sentiva strano, sentiva una sensazione che non provava più da molto tempo.
“David…” disse Tonks preoccupata per lui.
“Axa Keres, come l’hanno trovata?” e sciamò David.
“Axa Keres, la mano di Grindelwald, ma non l’avevi uccisa…” disse Kingsley, voltandosi.
“Non si può uccidere Axa, perché lei è come me immortale, lo siamo diventati insieme; io tramite il Digitabulum Uruk, lei con la Gwragged Annwn.”
La Gwragged Annwn e il Digitabulum Uruk, erano le due armi forgiate da Morgana gelosa delle creazioni di Merlino: la prima bacchetta, l’Excalibur di re Artù e la spada che canta del principe Valiant di Thule.
Il  Digitabulum Uruk aveva il potere resuscitare i morti e renderli immortali, ma per ottenere questo bisognava che qualcuno si deve sacrificare per amore della persona da far tornare dalla morte. La Gwragged Annwn era considerata un’arma vivente, Morgana vi aveva imprigionato un demone, questo rendeva immortali solo le streghe molto oscure, ma il prezzo era alto oltre ad essere posseduta dal demone, la donna perdeva la propria anima.
La battaglia iniziò, Draco si lanciò avanti affrontando David con una lama d’energia. Tonks lanciava incantesimi con destrezza come se gli anni dalla guerra non fossero passati, aveva sempre avuto agilità e precisione nel colpire.
Aberforth oltre a colpire i mangiamorte con la magia, era inarrestabile con l’ascia sassone, fiancheggiato a Malocchio.
Neville che in guerra resta stato sempre calmo e prudente ora sembrava una tigre, si era spinto ad affrontare Alfred Focalor, ma il mago oscuro era caduto quasi subito sussurrano il nome di suo figlio.
Kingsley era stato quasi subito ferito superficialmente alla spalla destra, ma aveva continuato a combattere.
Tonks si trovò ad affrontare Pansy, vicino ai piedi del baluardo, le due streghe si ferirono a vicenda, ma l’auror in modo meno grave.
Draco vedendo Pansy in difficoltà lasciò lo scontro con David, l’immortale cercò d’inseguirlo però trovò sulla sua strada Axa.
“Giles…” ringhiò la strega.
“Axa…” sussurrò David che poi disse: “Speravo di non rivederti mai più…”
“E’ invece sono uscita dalla bara in cui mi avevi sepolta… E sono qui per vendicare mia sorella…”
La strega alzò il pugno sinistro di fronte a sul viso, l’occhio della Gwragged Annwn s’illumino, e delle lucide scaglie nere rivestirono il braccio di Axa, quello era considerato l’armamento della Gwragged Annwn, il suo vero aspetto.
David attaccò Axa cercando di colpirla con la spada, lei si difese con la Gwragged Annwn, poi dall’arma uscì una lama e dei tentacoli simili a rovi.
Mentre i due combattevano, un mangiamorte di nascosto cercò di colpire l’immortale con una maledizione, ma Parsifal visto tutto intervenne lanciando un incantesimo con verbale che rinchiuse il mago oscuro in una teca d’ambra.
Tonks in quel momento era da sola ad affrontare sia Draco che Pansy, ma Malocchio dopo aver ucciso un altro avversario, affiancò Tonks in battaglia come spesso aveva fatto durante la guerra, il vecchio auror si trovò così davanti Draco, in aiuto dei due mangiamorte arrivarono altri maghi oscuri cosi Tonks e Alastor si trovarono contro almeno quattro nemici.
In loro aiuto intervene David, che in un momento di pausa dello scontro con Axa lanciò un incantesimo che colpì la statua di Silente, la statua prese vita e scesa dal piedistallo, colpì con un calcio un mangiamorte come se fosse stato un sasso in mezzo a una strada.
Poi difese Tonks facendole scudo da una maledizione senza perdono, destinata alla strega.
Per molti mangiamorte vedere la statua di Albus Silente combattere anche se senza magia, era un incubo che si avverava, da dietro un angolo poi Parsifal rideva vedendo la scena, per poi andarsene.
“Pensate davvero che possiate sconfiggerci?” disse Pansy a Tonks “Noi abbiamo già raggiunto il nostro obiettivo…”
“Noi vi abbiamo già battuto…” gridò Tonks e poi girandosi disse: “Aberforth, adesso…”
Non una agilità notevole per la sua età e per la sua mole, il mago avanzò mentre tutti i mangiamorte erano impegnati a combattere, arrivato davanti al baluardo lo colpì alla base con l’ascia, un solo colpo bastò per farlo cadere, e con esso la cupola che si ruppe come se fosse di cristallo
Appena questa cadde, i primi ad entrare in città furono i Maurauders da nord.
 
Harry ed Hermione come tutti gli altri avevano sentito i rumori della battaglia, ed erano preoccupati per i ragazzi.
I mangiamorte vista cadere la cupola si smaterializzarono o volarono su manici di scopa, Tim a Hogwarts street notò tra loro Namtor, e lo inseguì quando ormai era sul punto di prenderlo, da un angolo comparve Pansy che puntata la bacchetta era sul punto di lanciare una maledizione sul giovane mago. Tutta la scena fu vista dall’alto da Robin che si lanciò in picchiata con il thestral gridando: “Attento Tim!!!”
Dalla bacchetta della strega oscura scaturì un fulmine verde che avrebbe sicuramente colpito in pieno Tim, ma Robin si mise in mezzo facendo scudo all’amico. La mangiamorte imprecò qualcosa e sparì lo stesso aveva fatto Namtor. La maledizione fu tanto forte che disarciono Robin dal thestral adesso la strega giaceva a terra mentre la creatura magica, dopo alcuni tremori morì.
Tim gridò: “Robin, oh Dio…” e corse da lei.
“Tim… Tim… Stai bene?” disse la strega.
“Si, grazie a te, ma adesso non dire niente…” e poi gridò “Aiuto che qualcuno ci aiuti, per favore… Aiutateci…” poi alzò la bacchetta e lanciò più volte un periculum.
“Resisti, Robin stano arrivando…” le disse il giovane mago e poi guardò la ferita, il fulmine dell’avada aveva quasi tagliato di netto la gamba poco sotto il ginocchio.
“Aiutateci!!!… Aiutateci!!… C’è un ferito, qualcuno può sentirmi. Cazzo c’è qualcuno.” Gridava il ragazzo e lanciava ancora l’incantesimo periculum.
 
Harry, Hermione, Ron e Luna percorrevano la Hogwarts Street, insieme con gli altri del ordine della fenice. Harry teneva stretta a se Hermione, e lei non protestava, il terrore di poter trovare la loro piccola Harmony ferita o morta, aveva preso il loro cuori in una morsa di ghiaccio.
“Harry…” sussurrò la strega guardando il mago con gli occhi di una madre che provava la più grande delle paure.
“Non ti preoccupare sarà viva, ne sono sicuro…”
Al incrocio con Avalon Street videro il baluardo caduto e i segni della battaglia, i mangiamorte giacevano privi di vita e con essi alcuni each uisge.
A un tratto sentirono un grande battere d’ali e vicino a loro atterrò Fierobecco e dei thestral.
Hermione gridò: “Harmony… ragazza… Oh mio Dio…”
La ragazza scese dall’ippogrifo e si avvicinò ai suoi e disse ad Harry:: “Questa ti appartiene…” e gli consegno la spada di grifondoro.
Harry prese la spada, sorrise, vide la spilla Auror e disse: “Buon lavoro, auror, buon lavoro…”
“Grazie, Signore…” disse la ragazza, mettendo il pugno destro sul cuore.
Harry rispose al saluto, poi l’abbracciò e le sussurrò: “Non farci prendere mai più uno spavento simile a me e tua madre, piccola… Ti prego….”
“Cercherò…” rispose la ragazza sorridendo e godendosi quel abbraccio caldo e forte.
Lui intanto pensava: “Ho visto i leoni costringere i loro cuccioli a lasciare la tana per diventare buoni combattenti, tu Harmony e i tuoi amici avete hai fatto ancora meglio, avete lasciato la tana da soli...”
Hermione li guardava contenta.
Dopo l’abbraccio Harry si allontanò avvicinandosi a Ron che coccolava la piccola Tibby non facendola respirare.
“Papà…” disse Tibby “Mamma, ha avuto il bambino…”
“Cosa? Dov’è? Quando? Sta bene… stanno bene?” domandò Ron confuso.
“Si, papà, è un maschio… uno splendido bambino, i professori Paciock e Giles, Tonks l’hanno aiutata . Oh Merlino sono una sorella maggiore… Harmony sono una sorella maggiore…”
La strega che intanto era stretta a Hermione, disse: “E’ adesso lo capisci…” poi alla madre “Ho avuto tanta paura di non rivederti più, mammy…”
“Anch’io piccola, anch’io…”
“Harry… Harry…” gridava Ron “Ho un maschio, un figlio maschio…”
“Sono molto felice per te…” disse Harry mettendogli una mano sulla spalla.
“Voglio che tu ed Hermione ne siate il padrino e madrina… e porterà il tuo nome… Harry Ronald Arthur Weasley…”
“Non è troppo per un bambino…” disse Hermione.
“Niente sarà troppo per mio figlio…” disse fiero il mago.
“Ehi… e io chi sono?” esclamò Tibby.
“Tu sei la mia eroina…”
“Ok, va meglio…”
“Ora dimmi dov’è tua madre…”
Ginevra intanto guardava Acrux sostenuto da Herman e Jason.
“Sei il degno figlio tuo padre… razza d’incosciente.”
Il serpeverde sorrise.
Ron poco prima d’andare verso la locanda domandò alla figlia: “Ehi ragazza come si chiama il tuo gruppo? Siete forti il mio si chiama Esercito di Silente”
La strega sorrise, e guardò Acrux, Harmony e gli altri, rispose: “Noi siamo gli Young Phenix…”
Ron da solo percorreva la Avalon Street e vide un gruppo avvicinarsi. Erano David che aiutava Kingsley Shacklebolt ferito a camminare, mentre Malocchio veniva sostenuto da James e Aberforth, Rigel aiutava Tonks, e Neville camminava vicino a Albus Piton.
Il rosso sorrise e poi gli corse incontro.
“Ron…” disse David. “Hai già visto tuo figlio?”
“Non ancora. E’ nato grazie a te, a Neville e a Tonks… Grazie di cuore…”
“Noi non abbiamo fatto niente, Ron, Luna è stata bravissima…” disse Neville avvicinandosi all’amico.
Ron gli strinse la mano.
“Adesso vado, voglio vedere mio figlio…” disse Ron.
David sorrise vedendo la felicità di Ron e poi pensò: “Dev’essere bello diventare padre, avere una famiglia… Io non posso, ma non fa niente è giusto che perché alcuni siano felici e passano vivere in pace, altri debbano fare la guerra… Ti ucciderò Axa Keres, troverò il modo è una promessa…”
“Ron vengo con te…” disse Neville entrando con il nuovo neo papà nella locanda. “Mio figlio è stato ferito, voglio sapere come sta….”
“Oh Merlino, come mi auguro che non sia niente di grave...”
“Lo spero…” Neville non parlò della morte di Susan, non voleva che la notizia turbasse la gioia per nascita del piccolo Weasley.  

“Stai tranquilla, Robin, presto arriveranno i soccorsi…” disse Tim tra le lacrime.
“Tim, Tim… Dove sei? Non ti vedo più? Non vedo più niente.” Gridò Robin.
“Sono qui, sono qui… Sono vicino a te” disse Tim e le strinse la mano. “Mi sentì… Sentì la mia mano.” Il giovane mago guardò gli occhi dell’amica, le pupille erano diventate bianche.
“Tim… mi sento stanca e sento molto freddo…” sussurrò la strega.
“No, no, parla con me…” disse il ragazzo che si tolse la giacca e gliela mise addosso. “Parla con me, Robin non mi lasciare… Non puoi lasciami, parla con me… Non puoi lasciarmi abbiamo dei progetti dovevamo diventare la migliore coppia d’auror.” Il ragazzo piangeva ormai “Io come auror operativo e tu come Freccia d’oro.”
“Si, sarebbe bello, ma lo farai con qualcun altro…” la strega tossì e un rivolo di sangue le scese dalla bocca. “Lo farai con la Granger… promettimi che con lei diventerete la migliore coppia auror… promettimelo.”
“No, lo faremo noi due… non lasciarmi…” disse Tim e sentì dei passi di corsa. “Resisti… Stano arrivando…”
In pochi secondi arrivarono Harry, David ed un guaritore.
“Che cosa è successo?” gridò Harry scostando il ragazzo “Cosa l’ha colpita?”
Il grifondoro era sotto shock.
Harry gridò: “Tim?” e lo stava quasi per prenderlo a schiaffi.
“E’ stata colpita da un’avada, professore…”
David e il guaritore era sul corpo di Robin. Giles alzò il volto, e a occhi chiusi scosse la testa leggermente.
“No!!!! Cazzo dovete fare qualcosa, dovete salvarla… ci sarà pure qualcosa…” Tim era fuori di se, Harry dovete trattenerlo con tutta la sua forza.
“Tim…” sussurrò Robin. “Tim…”
“Sono qui…” e le andò vicino e le prese la mano.
“Conner, conner…” diceva lei.
“Sono qui amore…” le disse Tim.
“Sei tornato da me, che bello… Conner?”
“Si?!”
“Non ti arrabbiare, ma credo d’essermi innamorata del tuo migliore amico, Tim, dopo che tu sei andato via…”
“Robin… Robin…” sussurrò Tim.
Harry, David e il guaritore avevano tutti lo sguardo basso.
“Oh Conner… Oh Stefany… che bello siete venuti a prendermi… Addio Tim…” e la strega lasciò la mano dell’amico e spirò.
“Nooooooo!!!!!!” gridò Tim, lasciandosi cadde sul corpo di lei e poi alzando il voltò a cielo gridando tutta la sua rabbia e il suo dolore.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

dalastor per caso hai letto le cronache del mondo emerso ?

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