sabato 5 luglio 2008

Granger Girls

Capitolo ottavo: Manticora e ippogrifo


Le due ragazze parlarono allo Starbucks per alcune ore. Poi Rigel guardò l’ora e si ricordò che aveva un appuntamento con Bernard Quatermass III nuovo capo di Torchwood 01.
Cosi si alzarono e fu allora che Harmony notò una cosa sullo zaino di Rigel, c’era una piccola maschera d’argento con un catena passata attraversò i buchi per gli occhi, mentre Rigel aveva preso dalla spalliera della poltrona uno strano mantello nero.
“Rigel?” domandò Harmony “Ma cosa significa quella maschera?” la ragazza sapeva che le maschere d’argento erano tipiche dei mangiamorte.
“Ah questa!!” rispose la Black mettendo lo zaino sul tavolo e mostrandole la maschera.
“Non è la maschera di un….”
“Si, è la maschera di un mangiamorte. E’ quella di Bellatrix Lestrange, è la mia ‘pelle della tigre’…”
“La pelle della tigre?”
“Un trofeo. Molti di noi auror abbiamo dei ricordi sottratti ai nemici che abbiamo combattuto. Io ho questa e questo.” e le mostrò il mantello “Era pure questo di Bellatrix. Ma non sono l’unica: Malfyo ha la maschera, il mantello e il bastone di suo padre, un altro mio amico ha la maschera e l’ascia di Walden MacNair, Ron ha le maschere di Vincent Tiger e Gregory Goyle, mentre tua madre Hermione dovrebbe avere ancora il mantello Millicent Bulstrode.”
“E’ mio padre? Cosa ha lui?”
A quella domanda il tono di voce di Rigel cambiò diventando freddo e rispose: “Harry? Lui non ha niente.”
Aveva mentito, lei sapeva quali erano i trofei di Harry Potter.
Le due ragazze uscirono e andarono alla metropolitana, per poi separarsi Rigel doveva prendere la Cicle per arrivare alla sede del Torchwood 01 che si trovava sotto la Tower London, mentre Harmony avrebbe presso la Piccadilly e da li sarebbe arrivata al Paiolo Magico per poi tornare alla Tana con la metropolvere.

Mentre Rigel si dirigeva al binario riconobbe tra gente che andava dalla parte opposta una persona che non vedeva dai tempi della guerra, un nemico, un licantropo di nome Mark Talbot.
Mark Talbot era stato un mangiamorte, un criminale di guerra, un vero macellaio, ma non si erano trovate le prove dei suoi delitti, poco importava al tribunale se era coinvolto nel uccisione di Sanguini, e nello stupro di una auror di appena vent’anni al san Mungo. Talbot si era fatto solo cinque anni ad Azkaban per poi uscirne e sparire. Erano state queste situazioni a far andare via Rigel dal mondo dei maghi per entrare nel Mossad, dove poteva uccidere tutti i terroristi che voleva, ma ben presto si rese conto sarebbe diventata come gli uomini a cui dava la caccia, e che si stava lasciando andare al lato oscuro come sua madre.
“Perché lui è qui?” pensò “Oh cazzo, Harmony!!!” e tornò indietro.

“Rigel è simpatica, anche se qualcosa la turba molto e il suo modo di parlare di James mi fa pensare che ne sia innamorata e forse anche lui… mio Dio se fosse vero Tibby ne sarebbe distrutta, poverina.” Pensava Harmony al binario e non notò per niente il tizio che era appena arrivato. A un tratto la ragazza sentì dei mugugni e l’uomo si trasformò in un licantropo. Questo era alto circa tre metri e molto grosso ed avanza verso la strega con la bava alla bocca e gli occhi rossi. Harmony presa la bacchetta gliela puntò contro, ma non riusciva a pensare a nessun incantesimo tanta era la sorpresa e la paura. Il lupo stava per aggredirla, lei chiuse gli occhi e quando li riaprì vide emergere dal torace del mostro una lama d’argento sporca di sangue, il licantropo aveva gli occhi spalancati e la bocca sporca del suo sangue, con un suono secco e metallico la lama si ritirò e il mostro cadde morto a terra. Harmony alzò lo sguardo e vide Rigel, e la lama che usciva dal suo avambraccio destro.
“Tutto a posto?” le domandò la strega.
“Si, ma cos’era?”
“Si chiamava Mark Talbot nella stirpe del Lycaon, un licantropo mangiamorte.”
“Mio Dio, Rigel lo hai ucciso davanti alle telecamere?!”
“No, aveva lanciato un incantesimo per mandare delle immagini false. Harmony volevano ucciderti o forse rapirti.”
“Perché?”
“Sei la figlia di Harry Potter. Vogliono vendicarsi di lui o forse farlo uscire dal suo nascondiglio oppure pensano che tua madre sappia dove lui si nasconde.” E Rigel vide che la ragazza che tremava, al iniziò pensò che era la paura, ma subito si rese conto che la temperatura era scesa e gridò: “Maledizione…”
“Che succede?”
“Dissenatori.” e aveva estratto la bacchetta.
“Dissenatori? Ma non erano stati tutti distrutti?”
“Una storia creata dal ministero, i dissenatori esisteranno sempre perché rappresentano il lato oscuro dell’anima umana; si nutrono: di paura, di disperazione, d’odio e di follia. Harmony avrò bisogno del tuo aiuto, come te la cavi con l'incanto patronus?”
“Mamma mi ha addestrato molto sul Patronus, ma non sono riuscita ancora ad evocarne uno corporeo.”
“Ok sempre meglio di niente. Rimani calma, rimani concentrata, ricordati loro si nutrono della tua paura.”
Le due ragazze erano fianco a fianco quando i dissenatori iniziarono a comparire dai muri, dalla pavimento e dal soffitto, questi erano avvolti nei loro classici mantelli neri con cappucci, erano più o meno una decina e avanzavano verso di loro. Rigel li guardava la sua espressione era ferma e decisa, ma sudava freddo. Harmony invece era sbiancata, il cuore le batteva forte, e sentiva la gioia di vivere lasciala, abbandonarla, si sentiva come se cadesse in un abisso senza fine.
Rigel le sussurrò: “Stai calma. Pensa a tua madre. Pensa a tuo padre, non lo vuoi conoscere? Pensa al uomo che ami, non vuoi tornare da lui?”
Lei non rispose.
“Harmony, cazzo, sei una Potter.” le gridò “Tira fuori il tuo coraggio. Combatti!!!” e poi puntò la bacchetta contro gli spiriti neri e pensò “Un ricordo felice, un ricordo fenice. Harry che mi bacia, il suo bacio.” e gridò “Expecto patronum!!” e dalla punta della bacchetta scaturì una luce argentea che prese la forma di una manticora, questa balzò contro i dissenatori ruggendo; mordendoli, graffiandoli e pungendoli con la sua coda di scorpione. Ma mentre sembrava che il patronus avesse la meglio, due spiriti neri le si avventavano e la sbatterono contro un muro e poi a terra, lasciandola in stato di semi incosciente. Harmony non sapeva che fare, mentre l’amica era sul punto di subire il bacio.
Rigel aprì gli occhi trovansi nel buio, stava guardando nel cappuccio di uno di loro, le tenebre la stavano attirando a se, ma in quel momento riuscì a ricordare, ricordava un’altra parte di quel giorno c’era una donna che urlava e qualcuno che gridava: “avanti…”
Poi sentì ancora più freddo, e si sentì sola, sperduta, aveva voglia di lasciarsi, andare aveva già provato quella sensazione. Aveva appena sconfitto Bellatrix quando era stata colpita da due incantesimi: un oblivion, incantesimo della memoria e da radamantis che le aveva fatto esplodere il braccio fino al gomito.
“E’ questa la morte?” Pensò “Non è poi cosi male.”
“No, questo è peggio della morte.” Aveva una voce dentro la testa, la voce di suo padre. “Con il bacio un dissenatore ti priva della tua anima, fino alla morte del tuo corpo, non puoi lasciarti andare. Non ti ho mandato da Harry perché tu venga sconfitta.”
“Sirus! Papà! E’ bello risentire la tua voce…”
Poi un’altra voce: “Avanti, non morire, Rigel…. Non puoi morire…. uno, due e tre…” Erano le parole di Harry mentre la soccorreva, mentre le faceva un massaggio cardiaco e poi la respirazione bocca a bocca, aspettando i guaritori.
Poi sentì urlare: “Expecto patronum!!”

“Un ricordo felice, ma certo Acrux.” Pensò Harmony e urlò puntando la bacchetta contro i due dissenatori che erano sopra Rigel: “Expecto patronum!!” La luce argenta scaturita dalla bacchetta prese forma corporea di un ippogrifo. Questo colpì i due dissenatori con gli artigli. E Rigel riprese i sensi, si alzò e disse: “Grazie. Ottimo tempismo. Ma adesso insieme.”
“Va bene” disse entusiasta la giovane strega “Dimmi quando?”
“Al tre. Uno… due…. E tre. Expecto patronum!!”
“Expecto patronum!!”
Rigel aveva pensato al suo primo incontro con James Lupin, mentre Harmony aveva pensato suo primo bacio con Acrux.
L’ippogrifo e la maticora fecero strage dei dissenatori, per poi scomparire.
“Harmony!” esclamò Rigel “Sei stata fantastica alla pari con tuo padre.”
Ma la ragazza era pallida in volto, sussurrò: “Rigel… io…” e cadde a terra. Era stata ferita al braccio sinistro.
La strega la prese e si smaterializzò davanti alla porta della tana, per poi prenderla a calci, gridando: “Muovetevi, maledizione, Harmony è stata ferita.”
Fu Ginevra ad aprire la porta e vedendo la ragazza priva di sensi gridò: “Mamma, Tibby, George correte presto!!!”
Tutti si precipitarono compresso Luc, il compagno di George.
“Oh Dio mio, Harmony!!!” gridò Molly non appena la vide.
“Come è successo?” domandò Ginevra a Rigel mentre questa entrava in casa.
“Dissenatori!!!”
“Dissenatori?” dissero in coro Ginevra e Tibby.
“Dia a me” disse Luc a Rigel. E la strega gli passò la ragazza per poi cadere in ginocchio tenendosi lo stomaco.
“Rigel che hai?” gridò Ginevra.
George la prese e la portò in salone.
“Mamma dobbiamo chiamare un guaritore e anche Hermione.” Disse Ginevra.
“Certo, va a chiamare Neville Paciock e poi mandiamo un gufo a Hogwarts per avvertire Hermione”
Il gufo fu mandato mentre Ginevra si smaterializzò per chiamare Neville.
Neville Paciock era diventato un guaritore durante la guerra, finito il conflitto continuò a lavorare al San Mungo diventando un importante guaritore, un ricercatore e adesso un professore di Erbologia nella sua vecchia scuola. Neville si era sposato con Susan Bones e avevano avuto un bambino di nome Bruce.

Ginevra arrivò a casa Paciock, per scoprire tramite il maggiordomo che Neville e Susan erano andati prima al cinema e poi dai genitori di lui. Frank e Anne Paciock erano tornati misteriosamente normali in tempo per combattere l’oscuro signore.
Arrivata davanti al portone dei Paciock, Ginevra suonò il campanello ad aprigli fu Frank, che la riconobbe subito, ma notò pure la sua agitazione e le domandò: “Oh Ginevra che succede?”
“Dov’è Neville, signor Paciock?”
L’uomo non ebbe tempo di rispondere che il figlio comparve alle sua spalle.
“Che succede papa?.... Oh Ginevra?!”
“Neville devi venire subito a casa dei miei genitori….”
“Si certo… il piccolo Arthur ha avuto una ricaduta?” poi si voltò verso sua madre “Mamma puoi prendermi la borsa che ho lasciato qui…”
“Si certo, Neville” e Anne andò a perderla
“No, è Harmony è stata ferita da un dissenatore a King Cross.”
“Merlino, ma quando il ministero capirà che non si possono lasciare quegli esseri nel centro di Londra.” Esclamò Frank “Ma chi è Harmony?”
“Non la conosci. E’ la figlia di Hermione Granger e di… Harry Potter.” Rispose Neville mentre prendeva borsa e mantello dalla madre e salutava il piccolo Bruce: “Fai il bravo, mi raccomando.” E poi a Sussan “Non so quando torno, amore, non aspettarmi.” E le diede un bacio a fior di labbra e poi uscì.
“Neville grazie. Non volevamo chiamare un estraneo, scusa se ti ho rovinato la cena.” disse Ginevra dispiaciuta.
Il guaritore sorrise e disse: “Non fa niente, i miei capiranno. Ma spiegami tutto.”
“Non ne so molto, era con Rigel Black anche lei sta male.”
“Rigel? Allora dobbiamo andare prima in una erboristeria. Rigel potrebbe avere una crisi per mancanza di triptofano, è in parte Bakeneko.”
“Bakeneko?”
“Viene anche detta donna-gatto, è tipica del Giappone, oltre ad avere alcune caratteristiche dei felini, tipo agilità, forza e capacità di vedere al buio; invecchia in modo molto lento…”
“Non lo sapevo…”
“Lo sappiamo in pochi, io lo saputo da Harry quando è arrivata al San Mungo dopo lo scontro finale tra lui e Voldemort, poi lo sanno Remus e James Lupin.”

Neville e Ginevra si smaterializzarono e andarono prima in una erboristeria e poi alla tana.
Dopo i saluti di ritto Neville visitò per prima Rigel, che si trovava sul divano del salone, era cosciente stanca ma cosciente.
“Ciao, Paciock. Come va?”
“Bene Black. A quanto vedo tu non stai benissimo.”
“Una delle mie solite crisi, ma dovresti prima dare un’occhiata ad Harmony.”
Neville intanto aveva preparato una siringa con triptofano, e gliela inietto in braccio. “Tra un po’ ti sentirai meglio, ora cerca di dormire.”
“Certo dottore.” Rispose la strega sorridendo e chiudendo gli occhi.
“Dov’è Harmony?” domandò Neville.
“Di sopra, vieni faccio strada.” Rispose Ginevra.
“Ok” e la seguì, ma mentre saliva la scala Neville mormorava qualcosa e scuoteva la testa.
“Cosa c’è?” domandò l’amica
“Rigel, Ginevra. Le crisi si fanno sempre più frequenti e il Triptofano fa sempre meno effetto. Se continua cosi morirà entrò due anni.”
“Oh mio Dio e lei lo sa?”
“Si, ma sembra non importagli. Ma adesso pensiamo ad Harmony.” Ed entrò con Ginevra nella stanza. Neville non appena vide la ragazza sdraiata nel letto guardò la strega che aveva al suo fianco e le disse: “E’ il ritratto di Hermione e Harry.”
“Non immagini quanto.” aggiunse Ginevra.
Neville la visitò, ma non appena ebbe finito si sentì qualcuno correre su per le scale, entrare nella stanza e domandare: “Come sta?” Era Hermione accompagnata da Ron.
“Sta bene, nessun problema. E’ stata più che altro la paura. Sono contento di rivederti Hermione.”
La strega si sentì meglio e disse: “Anch’io Neville, grazie d’essere venuto subito.” E l’ abbracciandolo.
“Nessun problema. Tua figlia è una ragazza forte, si riprenderà. Ora vado, ma mandatemi un gufo domani mattina e se ci sono problemi vengo subito. Ci rivediamo a scuola.” e Neville uscì dalla stanza seguito da Ginevra.
Hermione si avvicinò al letto della figlia e le rimise a posto i capelli che aveva sul volto.
“Cosa ho fatto, Ron.” disse “Avevo giurato che lei non avrebbe mai dovuto soffrire per colpa di Harry, non come ho sofferto io. Forse dovremo andarcene, scomparire…”
“Hermione, io non posso dirti cosa fare, ma in questi mesi ho ti ho visto felice come non lo eri più dai tempi della scuola. E ho visto tua figlia trovare il suo posto nel nostro mondo; portarla via sarebbe come ucciderla, ti odierebbe. In più hai visto come la guardiamo tutti, e come se lui fosse tornato e come se ognuno di noi avesse ritrovato una parte di se.”
“Ron grazie… Sei diventato saggio lo sai?”
“Che vuoi farci ho avuto due ottimi maestri.” rispose lui sorridendo.
“Hermione.” Disse Tibby entrando nella stanza e guardando l’amica addormentata nel letto.
“Si Tibby?”
“Ah Rigel vuole parlarti e fuori nel coltile sta per andare via.”
“Grazie.”
La strega scese ed uscì. Rigel guardava verso il bosco come se si aspettasse che qualcosa di orribile dovesse uscirne da un secondo all’altro.
Hermione le si avvicinò mettendosi al suo fianco.
“E da un po’ che non ci vediamo, Black.”
Rigel sorrise, ma non si voltò. “Harmony come sta?”
“Bene, ora sta dormendo.”
“Ne sono felice. E sono contenta del tuo ritorno.”
“Rigel… volevo ringraziati.”
“Ho solo fatto il mio dovere.” Rispose lei freddamente.
“Tu hai sempre messo il tuo dovere davanti a tutto anche davanti ai tuoi sentimenti e alla tua vita.” Ed Hermione fece per andarsene.
“Hermione…?”
“Si?”
“Se mai dovessi rivedere Harry, digli che mentre combattevo contro i dissenatori, ho rivisto parte del mio ricordo perduto. Ho sentito una donna urlare e uomo forse un mangiamorte gridare ‘avanti…’”
“Una donna che urla e un mangiamorte che dice avanti. Non ci capisco gran che.”
“Neanch’io. Stai attenta, si stanno riorganizzando. Qualcuno sta di nuovo guidando le forze di Voldemort.”
“Lo so.”
Rigel si alzò il bavero del suo mantello ed uscì dal cortille. Hermione la osservò fin quando non la vide sparire nel oscurità del bosco. Lei e ultima dei Black non erano mai state amiche, tutte due innamorate dello stesso uomo.

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