lunedì 3 marzo 2008

Ultima lettera di Harry Potter a Hermione


Ciao Hermione,
quando leggerai questa lettera, io sarò già lontano. Sono sicuro che sarai arrabbiata con me, ma questa volta non potevi essermi accanto come sempre.
Questa volta ci sarà lo scontro decisivo: o me o lui.
Scusami se non ti ho salutato di persona, come ho fatto con Ron, ma sono sicuro che incontrandoti, vedendoti, standoti vicino, non avrei avuto la forza di lasciarti. Ho raccomandato al Rosso d’avere cura di te, anche se so che sarà più probabile il contrario. Sei forte, sei coraggiosa, sei una delle migliori persone che io abbia mai incontrato. Sono sicuro che senza di te, sarei diventato come lui.
Ti devo così tanto e non ho fatto altro che darti dolori e pericoli.
Qualche tempo fa ho fatto un sogno: io e te non eravamo altro che due babbani, liberi di vivere le nostre vite d’adolescenti, ci incontravamo nei pressi della King’s Cross Station e con tutto il mio coraggio riuscivo a offrirti un caffè, tu mi sorridevi e accettavi. Per poi passare tutto il pomeriggio insieme, poi il giorno dopo e il giorno dopo ancora e in seguito tutta la vita. Una vita normale.
Forse già da tempo lo avrai capito Hermione. Giuro non volevo, è successo, e adesso è peggio di una maledizione senza perdono. L’amore non dovrebbe essere così. Ti amo mia strega. Avrei voluto gridarlo al mondo: io amo la mia migliore amica, io amo Hermione Granger.
Ma c’era lui, c’è sempre stato lui, ci sarà sempre lui. Devo distruggerlo, devo tentare.

Io tornerò Hermione, tornerò e potremo vivere il nostro sogno.

Con amore
Harry


Ero sdraiata sul letto mentre leggevo la sua lettera, sentì dei passi dietro di me, forse lui era.... mi voltò ma era Ron… Ron che ci faceva nel dormitorio femminile? Perché aveva quello sguardo? Perché aveva gli occhi arrossati? Perché non parlava? Un istante e ho capito tutto. Ma non poteva essere. Non riuscivo a parlare, non riuscivo a muovermi, cercavo di urlare, ma niente usciva dalla mia gola. Ron mi si avvicinò, mi abbracciò e solo allora sono riuscita a piangere.
“Perché? Perché? Ron. Perché non l’abbiamo fermato? Perché Non siamo andati con lui? Perché Non siamo nati babbani? Perché Ron? Io l’ho amavo”



Un ringraziamento ad argentlam per avermi fatto da beta.

Il giorno più bello

Capitolo quarto: Volo d'ippogrifo


Harry Potter, 25 anni, aiuto professore di difesa contro le arti oscure e Auror. Era felice, quella notte nella sua stanza era felice, come non mai nella sua vita. Non riusciva a dormire per quanto fosse euforico, non riusciva a smettere di ridire. Hermione, la sua Hermione l’ho amava. Sembrava un sogno e forse lo era. Nella confusione del mancato matrimonio e del duello Harry non aveva capito bene cosa era successo, non aveva capito che il sogno di poter amare Hermione e d’essere corrisposto si era realizzato. Ne aveva presso coscienza solo dopo, dopo aver appoggiato la testa sul cuscino.

Dopo circa un ora di veglia, sentì bussare alla porta e poi una voce femminile che lo chiamava: “Harry…. Sei sveglio?.... Posso entrare?” Era Hermione
Lui fu un po’ stordito da quella visita notturna e confuso rispose: “Hermione?!.... Si certo che puoi entrare.”
La porta si apri e lei timidamente entro, la camera era buia tranne per la finestra che faceva entrare la luce della luna piena che illumino la ragazza, aveva indosso una maglietta da uomo molto grande bianca con le maniche corte blu. Si vedeva che era intimidita e nervosa mentre cercava di coprissi le gambe nude tirando giù la maglietta il più possibile. Harry la trovo bellissima come un angelo, innocente e sexy al tempo stesso; e sussurro: “oh Hermione… come sei bella”
Lei teneva gli occhi bassi.
“Scusa… Harry… ma volevo parlarti.”
“Non preoccuparti… non stavo dormendo.” rispose sempre ammirandola
La ragazza in quel momento ebbe un brivido di freddo.
“Hermione non puoi stare cosi…. Vieni a letto, infilati sotto le coperte…”
“Come, Harry?” e divento tutta rossa.
“No Hermione… non aggitartii… non ho intenzione… ehm si certo che… ehy dobbiamo parlare, non è vero?”
Hermione sorrise e corse buttandogli le braccia al colo, per poi infilarsi subito di fianco a lui sotto le coperte calde.
Lui la guardo sorridendo e poi si distese, ora tutte due guardavano il soffitto della stanza. Fu Hermione la prima a rompe il silenzio: “Non è strano, Harry?.....”
“Cosa?” sussurro lui
“Ieri notte non riuscivo a dormire per il mio matrimonio… ero convinta d’essere innamorato di Ron e adesso sono qui con te e ti amo.”
“Hermione? Se vuoi prenderti un po’ di tempo lo capisco…. Tutto è avvenuto cosi in fretta. Forse vuoi un po’ di tempo per pensarci su. Io ti ho aspettato fin ora, e ti aspetterei per sempre…”
Lei sorrise e si volto, trovandosi davanti il viso di Harry.
“Tempo, altro tempo. Harry abbiamo perso fin troppo tempo. Io non ho bisogno d’altro tempo, io ti amo, credo d’averti sempre amato, forse fin tra nostro primo incontro sul treno.”
“Hermione, anch’io ti amo. Ma non voglio che tu pensi che anche questo sia un illusione…”
“Quello che provo per te non è frutto di un incantesimo ne sono sicura, Harry, non ti fidi più di me.”
“Io mi fiderò sempre di te, signorina Granger.”
Lei sorrise “Harry…..”
“Si?!”
“Perché non partiamo?”
“Cosa?”
“Partiamo dai. Io e te da soli.” Rispose lei con entusiasmo
“Per dove?”
“Non importa…..”
“Ma….Hermione.”
“Andiamo in un posto nuovo, dove non siamo degli eroi, ma solo Harry ed Hermione…..”
Lui sorrise l’idea gli piaceva. “Perché no, sarà divertente. E quando vorresti partire?”
“Perché non domani mattina.”
“Come… domani mattina?”
“Si, perché no?”
“Chi sei? Dov’è hai messo la vera Hermione Granger?” domando il giovane mago scherzando.
“Stupido…. Dai Harry partiamo, potremo andare a Parigi o a Venezia o meglio ancora a Firenze o ad Atene, mi avevi detto che sognavi di visitare la Grecia”
“Atene, la Grecia… Sarebbe bello” disse lui sorridendo “E vederla con te sarebbe fantastico. Ok Hermione mi hai convinto domani partiamo.”
“Che bello… Grazie Grazie.” Disse entusiasta e l’ho abbraccio.
“Basta Hermione!!” grido lui “Cosi mi soffochi.”
“Allora la nostra prima tappa sarà la Grecia. Non vedo l’ora…”
e continuarono a programmare il loro viaggio per tutta la notte.

L’indomani mattina comunicarono l’idea agli amici che ne furono molto contenti, cosi dopo colazione e dopo aver preparato le valige e averle ridotte di dimensioni, uscirono nei giardini della scuola qui c’erano ad aspettarli un piccolo gruppo di cari e una sorpresa da parte di Hadrig con lui c’era Fierobecco.
“Ciao ragazzi.” Inizio il mezzogigante “Ho sempre saputo che alla fine tra voi due…. Merlino quanto tempo è passato. Mi ricordo quando eravate dei ragazzini, il più grande branco di spostati su cui abbia mai messo gli occhi e ora partite a scoprire il mondo.” e si commosse “Mi mancherete tantissimo.”
“Anche tu ci mancherai, Hadrig.” Disse Hermione
“Hadrig, tu sei una fra le migliori persone che abbia mai incontrato. Senza di te questa scuola non esiste.”
“Harry…. Grazie. Grazie di cuore, Grazie di tutto. Vorrei tanto che i tuoi genitori, Sirus e il professor Silente potessero vederti oggi, ne sarebbe felici. Si felice Harry è un tuo diritto, ragazzo. Ma adesso passiamo alle cose importanti. Non potete viaggiare per il mondo con un manico di scopa, ne tanto meno usare la smatealizazione da un paese all’altro, non è vero professoressa?”
“Si, Hagrid, hai ragione.” Rispose lei “Le leggi internazionali della magia lo impediscono.”
Harry ed Hermione si guardarono increduli.
“Ecco allora la soluzione.” Rispose Hadrig facendo avanzare l’ippogrifo “Fierobecco sarà il vostro mezzo di trasporto. Cosa ne pensate?”
“Hagrid non so che dire…. Grazie sono sempre in debito con te, amico mio”
“Grazie.” Disse Hermione con gli occhi rossi
“Allora Signorina Granger vogliamo andare?”
“Certo signor Potter.”
Ma prima di salire sul dorso del nobile e magico animale i due ragazzi furono bloccati da un alcuni amici per saluti e raccomandazioni finali. La prima fu Anne Granger, la madre di Hermione: “Mi raccomando cara stati attenta.” Poi guardo Fierobecco “Sarei più tranquilla se usavate un aereo…”
“Non preoccuparti, mamma, Fierobecco è buonissimo e molto docile, ed Harry è bravissimo a volare.” Rispose la ragazza sorridendo.
“Potter.” Intervene la professoressa McGranitt dopo che Harry aveva salutato Ginny e Draco e questi si erano scusati per il duello.
“Professoressa?”
“Quando sarete in Grecia andate alla scuola Ecate a nord d’Atene lì la preside della scuola, Atena Ossiderca, è la una mia amica, che sicuramente vi ospiterà per quanto tempo vorrete e farà piacere alla signorina Granger legge gli antichi testi di magia della loro biblioteca e secondo la mia amica hanno una forte squadra di Quidditch.”
“Si grazie, preside, ci andremo sicuramente.”
Poi lui si avvicino a David e Rigel. “David ti ringrazio di potermi sostituire qui per tutto il tempo della mia vacanza.”
“Nessun problema, mi piace l’idea d’insegnare difesa contro le arti oscure e poi amo questa scuola.”
“Grazie anche a te, Rigel, so di lasciare la sezione auror in buone mani.”
“Sono io che ti devo ringraziare per la fiducia che mi dai nonostante….”
“Non dirlo neanche.”
Dopo altri saluti e raccomandazioni Harry ed Hermione salirono sul dorso di fierobecco.
Tonks e Remus gli si avvicinarono.
“Buon viaggio ragazzi e state attenti.” Disse loro ridendo la strega
Mentre il professore si limito a una vigorosa stretta di mano con Harry, guardandosi negli occhi e sorridendo.
“ Sei pronta, amore?”
“Si Harry.”
“Allora aggrappati forte a me e non avere paura.” Poi a Fierobecco “Forza amico partenza. Si vola.”
L’ippogrifo mosse la testa su e giù apri le ali e spicco il volo.
Dopo poco sorvolavano la foresta proibita, ed Hermione diceva a Harry: “Mi dispiace di non aver potuto salutare Ron e Luna, chi sa che fine hanno fatto?”
“Hermione penso che ci vorrai molto tempo perché le cose tra noi e Ron possano tornare come prima se mai accadra.”
“Hai ragione Harry, ma ciò pensato molto bene, credo che col tempo riuscirò a perdonarlo.”
“Vorrei aver poterlo fare anch’io, ma non so se ci riuscirò mai.”
Poi dalla foresta proibita si senti un enorme frastuono e da uno degli alberi usci qualcosa in volo a tutta velocità che sembrava destinato a colpirli. Ma questo si fermo a poca distanza da loro. Era Ron insieme con Luna sulla firebolt di Harry.
“Ron!!!!!! Luna!!!!!” gridarono assieme Harry ed Hermione
Poi Hermione: “Ma siete matti a volare in quel modo, ci avete fatto prendere un colpo.”
“Ciao Harry, Ciao Hermione.” Disse Luna ridendo come una matta
“Ciao” rispose Harry guardandoli
“Miseriaccia non potevamo lasciavi partire senza salutarvi.” Disse Ron
“Hermione.” Intervenne Luna “Io e Ron abbiamo deciso….ehm….”
“Ah. Ne sono molto contenta, Luna.”
“Harry, grazie.” Poi guardo Hermione “Scusami per il male che vi ho fatto.”
Lei si limito a sorridere
“Sapete l’idea del viaggio non è male” disse Luna “Potremo farlo anche noi, Ron?”
“Si lo pensavo anch’io, allora domani si parte, non vedo l’ora d’esplorare il mondo babbano.” Poi aggiunse “Harry…Io.”
“Ron.”
I due si strinsero la mano.
“Ci vediamo quando torno amico mio.”
“Si Potter.”
I due si sorrisero nuovamente.
“Ciao Hermione.” disse Luna
“Ciao Luna”
Ron freno la scopa. Fierobecco andò avanti.
Ron e Luna guardarono l’ippogrifo sparire al orizzonte, e poi tornarono alla scuola.
Intanto Harry ed Hermione volavano verso nuove avventure, verso il futuro e verso il loro nuovo ed eterno amore.

Fine.

Il giorno più bello

Capitolo terzo: Il duello


Draco stava parlando con Blaise Zabini e con sua cugina Rigel Black.
“…. e stato veramente una caccia dura, Rigel, lo abbiamo inseguito credo per mezza Gran Bretagnia, poi lo abbiamo trovato in un castello diroccato e li per prenderlo abbiamo sudato sette camice, non è vero Blaise?”
“Si, ma alla fine è stato entusiasmante, Draco.”
“Ah si, vedi cugina, dopo che hai provato il fascino della caccia al uomo niente può essere paragonabile. E poi noi slayers, non abbiamo regole o leggi da rispettare come voi auror.” Disse orgoglioso ex-serpeverde.
“Si ma non mi convinci a diventare un volgare cacciatore di taglie anche se la paga è migliore. Ci sto bene a lavorare come auror e poi mi piacciono i miei colleghi soprattutto Potter e la Granger e anche tuo cognato Weasley non è male, e senza di me David e Laura sarebbero perduti.”
“Mi sa che forse avrò più fortuna con Ossian?” disse ridendo Draco
“Non credo proprio…” rispose sorridendo Rigel “Ehy, Draco lo sai che Lupin ci ha proposto di entrare nel ordine della Fenice?”
“Cosa?!” disse stupito lo slayer “Allora l’inferno congelerà. La figlia di Voldemort e Bellatrix dentro l’ordine della fenice, insieme a un tizio di cui nessuno sa niente e una vampira.”
“Abbassa la voce, Draco. Non mi piace far sapere in giro che il mio nome completo è Rigel Megumi Riddle Black. Ciao Ginny.”
Ginevra Weasley si era avvicinata al suo ragazzo e disse nervosa: “Ciao Rigel.” Poi a Draco: “Posso parlarti in privato?”
“Si certo.” A Rigel e Blaise “Scusatemi.” E si allontano con Ginny.
“Di cosa stavi parlando con lei, Draco, lo sai che non mi piace.”
“Ehy, rossa, lei è mia cugina, non sarai gelosa.” Rispose lui con un ghigno
“Un po’ si ha un corpo da favola ed è molto esotica, e poi è la figlia di…”
“Non si posso scegliere i propri genitori.” Rispose Draco “Per il fatto che sei gelosa, mi piace” e la strinse a se “e un aspetto di te che non conoscevo. Sei molto carina quando fai cosi. Ma lo sai che io amo solo te, streghetta.” E gli sorrise
Ginny sorrise anche lei, ma subito torno seria “Draco, mio fratello è nei guai, ha fatto una sciocchezza…”
“Oltre a star per sposare la Granger?” domando il biondo scherzando ma noto lo sguardo serio della sua ragazza. “Spiegami tutto dal inizio.”
La strega gli spiego tutta la situazione in poche parole e Draco ascolto senza fermarla tranne quando parlo della Ligeia che sussurro: “Ma guarda… è diventato pazzo.” Poi arrivati al duello ex-serpeverde disse: “No il pazzo è Potter, se qualcuno lanciava una Ligeia su di te non gli darei la possibilità di un duello, lo ucciderei con le miei mani o peggio lo spedirei con un biglietto di sola andata per Azkaban.”
“Draco, è mio fratello!!!”
Lo slayer rimase in silenzio per un attimo poi domando: “Cosa vuoi che faccia?”
“Ha bisogno di due secondi per il duello, uno lo farò io l’altro potresti farlo tu?”
“Si va bene.”
“Grazie, amore”

Intanto un ragazzo sui 24 anni, con indosso un impermeabile babbano nero di pelle si era avvicinato alle spalle di Rigel che disse: “Lo sai che sono l’unica che non puoi prendere di sorpresa, David”
Il ragazzo sorrise, mentre Rigel si volto “Ti sembra il modo di vestirti per un matrimonio? Ah scusa dimenticavo che sei qui per la sicurezza.”
David Gray era un tipo cordiale e spiritoso quando non combatteva, ma in quel momento la sua espressione era tesa.
“Che succede, David? Non ti vedevo cosi dai tempi della battaglia d’Edimburgo, quando eravamo assediati nel castello da 13.000 servi di mio padre, e noi li dentro eravamo solo in 300.”
“Harry ci vuole, Rigel, e una questione seria. Ti spiego mentre andiamo sulle rive del lago nero.”
Intanto proprio sulle rive del lago dove si stavano riunendo buona parte degli invitati al matrimonio, Harry e Ron intanto aspettavano i giudici e i loro secondi. A Potter gli si avvicino Neville.
“Harry è vero che Ron…”
Il giovane mago non rispose, ma Neville capì tutto dal suo sguardo.
“Per Merlino. E’ incredibile ciò che ha fatto….” disse Paciock guardando Ginny e Draco avvicinarsi a Ron “anche se lo posso capirlo… in un certo senso.”
“Cosa… Neville, come puoi giustificarlo.” grido Harry poi vista prima Ginny e poi Hermione si calmo “Scusami, non dovevo gridare e che questa storia mi ha sconvolto.” Poi penso: “Povero Neville è ancora innamorato di Ginny.”
“Harry!?” lo chiamo l’amico
“Si Neville?” domando Potter
“Perché non mi ha scelto come secondo?” gli domando Neville “Pensavo fossi tuo amico? Pensavo che ti fidasi di me? O forse mi giudichi ancora il ragazzino timido e impaurito dei tempi della scuola.”
“No, so che posso contare su di te. E che sei uno dei migliori Auror della nostra sezione. Ma non voglio coinvolgerti in questa storia tra me e Ron, e dopo tut…. Luna” disse Harry mentre Luna Lovegood si avvicinava.
“Harry!?” disse la giovane strega bionda con gli occhi pieni di lacrime “Ti prego, non farlo. E’ un tuo amico… non potete combattere, ti prego fermati, ti prego non ucciderlo…. Io…. Io lo”
“Lo so Luna, ma ormai la sfida è stata lanciata. Sempre meglio la morte che la prigionia ad Azkaban” gli rispose Harry guardando verso Ron.
“Harry!” lo chiamo Neville
“Si!?” rispose lui
“I tuoi secondo stanno arrivando.” disse Paciock guardando David e Rigel venire verso di loro.

“David Gray e Rigel Black. Ecco chi sono i secondi di Harry.” esclamo Ron
“Due dei tre Night Hunters.” Disse Draco “I mastini della guerra d’Edimburgo come li avevano soprannominati i mangiamorte. Il regno magico aveva paura anche solo di pronunciare il nome di Voldemort, ma i servi del oscuro signore avevano un terrore sacro per loro.”
Ginny tremo a guardarli.
“Cosa c’è Ginevra?” gli domando Draco
“Mi fanno paura. Avranno anche solo 4 o 5 anni più di noi, ma mi fanno accapponare la pelle, soprattutto Rigel, a volte mi sembra che i suoi occhi diventino rossi e simili a quelli di un serpente. Come gli occhi…”
“Come gli occhi di Voldemort.” Aggiunse Draco
“Per me con quei impermeabili di pelle sembrano usciti dal film Matrix.” disse scherzando Ron
“Da dove?” domando Draco.
“Roba babbana, Malfyo.”

“Partecipanti al duello e secondi vicino a me” grido Lupin che insieme con Malocchio si era messo esattamente a metà strada fra Ron e Harry. I due gruppi avanzarono, Harry e Ron si trovarono l’uno di fronte altro a guardarsi negli occhi.
“Ho sempre saputo che un giorno avremo combattuto, Harry per….”
“….per Hermione” sussurro Potter
“E qual è ragione migliore ci sarebbe. Lo sai meglio di me, vale la pena di morire per lei.”
“Signori” disse Lupin
I due ragazzi si voltarono e lo guardarono
“Signori, c’è possibilità di una soluzione.”
“No” rispose Harry
“No.” gli fece eco Ron
“Dovevo chiederlo.” Intanto pensava “Come si potuto arrivare a questo, Cristo, è come vedere James e Sirus combattere per Lily.”
“Signori conoscete le regole: nessuna magia, ne da voi ne dai secondi, se qualcuno ne fa uso, i secondi del altro possono intervenire. Vi ricordo che è un duello a morte si finisce solo quando l’avversario è morto.”
“Lo sappiamo, Remus.” Disse Ron “Allora iniziamo questo gioco, Harry?”
“Io sono pronto Ron.”
E si allontanarono di un paio di passi, i secondi erano alle loro spalle. I due giovani maghi si tolsero la giacca e si arrotolarono le maniche della camicia.
“David” disse Harry, questo si avvicino e gli passo la spada di Godric Grifondoro lo stesso fece Ginny passando a Ron una piccola Claymore.
Il duello inizio. Tutte due iniziarono a colpirsi modo rabbioso, ma al tempo stesso si trattenevano.
“David.” Gli domando Rigel “Tu sei una delle migliori lame del regno magico, cosa ne pensi? Come stanno combattendo Weasley e Potter?”
Lui senza smettere di guardare lo scontro rispose: “Non lo so, Rigel. Però tra i due chi mi sorprende è Harry.”
“Lui? Perché?” e lo guardo
“Non è da lui combattere in questo modo. Combatte con rabbia. Durante la guerra aveva imparato a rimanere freddo e distaccato, al contrario di Ron sempre istintivo e un po’ imprudente. Ma questa volta c’è in gioco qualcosa, per Harry, di più importante della sua vita.” e auror guardo in direzione di Hermione.
“L’amore è una maledizione.” disse fredda Rigel “E’ magia antica, è troppo potente. Ti confonde e ti fa fare delle follie come questa.”
“Si vede che non sei mai stata innamorata, Rigel.” Disse David sorridendo
“Non mi aspettavo questo tipo di risposta da un uomo freddo e razionale come David Gray…. Si vede che l’amore per Laura ti ha cambiato.”
“L’amore ti cambia sempre. Non fare l’errore di tuo padre di sottovalutare il potere del amore, Rigel.”
“Non mi dire che credi alla leggenda che Potter abbia vinto per la forza del amore?”
“Ora si. Perché ho capito la fonte di quel amore…. Adesso basta parlare ho ci perdiamo il duello.”
Ron era in difficoltà, perdeva sempre di più terreno. A un tratto Ginny senza farsi vedere dagli arbitri punto la bacchetta contro Harry e gli lancio una balla di fuoco. Rigel fu però altrettanto veloce e ne modifico la traiettoria mandandola verso l’alto. Poi la figlia del signore oscuro corse e si mise davanti a Ginny. I suoi occhi erano diventati rossi e simili a quelli di un rettile e disse in serpentese: “Ferma, Weasley, o ti schianto.”
La ragazza tremo, ma cerco lo stesso di puntare la bacchetta contro Rigel, ma questa gli blocco il polso.
Draco cerco d’intervenire ma era stato colpito da un gambemolli lanciatogli da David.
Remus visto tutto stava per sospendere il duello, quando Ron cadde a terra perdendo la spada, che Harry lancio lontano da lui con un calcio. Ora i due erano a circa quatto metri l’uno dall’altro, Ron sempre a terra e Harry in piedi si guardavano.
“Avanti, Harry. Facciamola finita.” Gli grido Ron
Harry si preparò a colpire l’amico, quando davanti a lui si paro Luna.
“Togliti di mezzo, Luna.”
“No Harry, non ti permetterò di ucciderlo….”
“Luna, togliti, altrimenti….”
“Luna” sussurro Ron guardando la ragazza bionda proteggerlo.
“Altrimenti cosa, Harry, mi uccidi… ok farlo allora. Perché io non mi sposterò, non puoi uccidere, Ron, non puoi uccidere chi amo Harry.”
Harry abbasso la testa
E Luna aggiunse: “So che per Hermione tu faresti lo stesso e lei per te.”
Harry rialzo lo sguardo e guardo la sua mano che stringeva la spada, poi guardo Luna. E si senti chiamare: “Harry”
Era stata Hermione. Il giovane mago si volto la guardo e gli sorrise. E butto via la spada. Si rivolse a Remus e disse: “Per me va bene cosi, ho avuto soddisfazione.”
Il licantropo sorrise anche lui e grido: “Il duello è finito. Ha vinto Potter. Ma Weasley è libero.” Ci fu un applauso, mentre Harry stanco si avvicino a Hermione che aveva iniziato a piangere per la gioia.
Il giovane l’abbraccio e gli sussurro: “e se ti baciasi, signorina Granger?” (questa frase è autobiografica by Dalastor)
“Non avrei niente in contrario signor Potter.”
Lui la bacio con tutto il suo amore; poi mise una mano sulla spalla e gli disse: “Sono tutto un dolore…”
“e vedrai domani mattina.” Rispose ridendo la strega
“Se mi viene in mente di nuovo di fare un duello con la spada, fammi cambiare idea.”
“Lo farò.” Rispose lei e si voltarono per andare verso il castello.
Intanto Luna aveva aiutato Ron ad alzarsi, lui era più stanco e malconcio di Harry. Ma mentre la corvonero lo aiutava ad andare in infermeria gli disse: “Ehy Luna, cosa fai tra una settimana?”
“Perché?”
“Perché vorrei invitarti a cena.”
“E chi ti dice che accetterei un tuo invito mister Weasley?”
“Non lo so, ma lo spero tanto. Dai sono un griffondoro apprezza il coraggio d’avertelo chiesto….”
“Ed io sono una corvonero e ho bisogno di un po’ di tempo per pensarci.”
“Ah… ok hai tutto il tempo che vuoi.” disse Ron un po’ deluso.
Luna sorrise, i suoi occhi s’illuminarono e rispose: “Ciò già pensato… accetto di venire con te a cena, Ron.”
Il ragazzo sorrise.


Il giorno più bello

Capitolo Secondo: Ligeia

Il ragazzo si volto.
“Come? Cosa hai detto?”
“Ti amo, Harry.”
“Hermione…. Straparli e meglio che vada a cerc….”
“Aspetta Harry.” Lo interruppe lei “Io sento d’amarti. Perché Harry? Perché ti amo.”
“Dev’essere un incantesimo forse qualcuno ti ha somministrato della amortensia. Tu non puoi amarmi, stai per sposare Ron.”
“Non lo so, Harry. Non capisco più niente.” e la ragazza quasi inizio a piangere
Harry l’abbraccio.
“Calmati adesso risolveremo tutto.”
Si sentì bussare alla porta, e poi la voce di Ginny: “Harry, Hermione che succede li entro?”
“Ginny va a chiamare tua madre o tonks, Hermione non sta bene, di a tutti che il matrimonio è rinviato.”
“Vado Harry.” Rispose la strega con i capelli rossi
“Harry, non lasciami sola.”
“Mai, Hermione, io non ti lascerò mai.”

Dopo qualche minuti si senti di nuovo bussare alla porta.
“Hermione, Harry aprite sono Ron.”
Harry andò ad aprire e Ron entro seguito da sua madre, Ginny, la madre di Hermione, Tonks e Minerva McGranitt.
“Cosa è successo, amore. Ginny ha detto che stai male? Se vuoi rimandiamo tutto.”
“Tesoro che hai?” gli domando Anne Granger
“Sto bene adesso, mamma.”
“Forse è stato un po’ di tensione prematrimoniale” disse sorridendo Molly “A volte capita”
“E vero anch’io avevo la tremarella quando mi sono sposata con Remus.” disse Tonks “Non ti preoccupare Hermione è normale.”
Intanto Hermione restava abbracciata a Harry.
“No Tonks, non è normale.” Rispose la giovane strega guardando in faccia Ron che era pallido in volto.
“Ron. Perché ti amo?” domando Hermione.
“Che domande fai, amore.” rispose lui
“E’ una domanda legittima. Perché ti amo? E quando ho iniziato ad amarti in che periodo? Perché io adesso non l’ho ricordo. Non ricordo la tua dichiarazione. Cosa mi hai detto?”
“Hermione stai calma, non stai bene?”
“Cosa mi hai fatto?” gridando lei “Cosa mi hai fatto?”
“Hermione calmati” rispose lui “Io non ti ho fatto niente”
“Da quanto tempo stiamo insieme, Ron?”
“Tre anni.” rispose Harry
“Harry scusa ma non dovresti impicciarti, sono cose tra me e la mia fidanzata, che non ti riguardano.”
“Lo sai che ogni cosa che riguarda Hermione mi sta molto a cuore.” Rispose freddamente Harry
“Si fin troppo bene.” Rispose il rosso in modo sgarbato
“Ti ho chiesto cosa mi hai fatto?”
Ron non rispose.
“Hermione, ma che c’è?” domando Anne “Cosa pensi abbia fatto, Ron?”
“Mamma. Ho motivo di credere che lui mi abbia somministrato una pozione o fatto un incantesimo.”
Nella stanza calo il silenzio.
“Ron!!!!!!!!!!” grido Molly “Ron” e costrinse suo figlio a guardarla in faccia “E’ vero? Non mentirmi, davvero hai fatto qualcosa a Hermione?”
“Mamma… Io…” e il ragazzo abbasso lo sguardo.
“Oh merlino. E la stavi per sposare”
“Signor Weasley che cosa ha usato sulla signorina Granger?” domando in modo freddo la McGranitt
“Ron avanti?”
“Una Ligeia, gli ho fatto una Ligeia!!!!.”
“Lei è pazzo.” Grido la McGranitt “E’ un incantesimo oscuro.”
“Ron” e Molly si mise una mano sugli occhi e ci volle Ginny per tenerla in piedi.
“Qualcuno mi vuole spiegare che è successo?” Domando Anne “Cos’è questa Ligeia?”
“E’ una fattura, o forse dovremo chiamarla come fanno alcuni una maledizione.” Risponde Tonks “ In poche parole sostituisce nella mente e nel cuore la persona amata con chi ha lanciato la fattura.”
“Oh mio Dio. Vuol dire che la mia Hermione è stata plagiata con la magia. Ma è orribile.”
“Di più, Signora Granger, si va ad Azkaban, la prigione dei maghi oscuri, per una cosa del genere.” Disse la McGranitt
“Si è per giunta la fattura diventa definitiva se c’è un vincolo tra i due. Cioè con il matrimonio di oggi la Ligeia, non si sarebbe più potuta sciogliere.” Disse Tonks
Hermione piangeva appoggiando la testa sulla spalla di Harry, che guardava Ron con disprezzo.
“Ma allora cosa ha sciolto la fattura?” domando Ginny
“Solo il bacio del vero amore della persona colpita, può scioglierla.” Rispose Tonks
Harry ed Hermione arrossirono. “Hermione, dopo che hai baciato Harry, hai anche confessato d’armarlo non è vero?” domando Tonks
“Si.”
“Quando la Ligeia viene sciolta non si possono più tenere nascosti i propri sentimenti.” poi l’auror si rivolse a Harry “A proposito di sentimenti nascosti, anche tu Harry dovresti amare Hermione altrimenti la fattura….”
Hermione guardo Harry. Lui annui.
La strega poi si giro verso Ron.
“Dimmi perché? Perché mi hai fatto questo?” gli domando freddamente
“Perché? Perché, Hermione? Perché ti amo, perché ti ho sempre amato. Ma dopo la guerra ho capito che vi amavate, era solo una questione di tempo prima….. non potevo. Allora…”
“Hai preferito farmi vivere una menzogna, farmi credere d’armarti. Ron come hai potuto?”
Il ragazzo non rispose.
“In nome del regno magico, Ronald Weasley, io ti arresto per uso di magia oscura.” Dichiaro Tonks in tono formale “Sarai giudicato in tribunale…..”
“Basta, Tonks, conosco le regole sono un Auror” grido Ron “Portami via, Azkaban sarà sempre meglio.” E guardo i suoi due ex-migliori amici e stava per consegnare la bacchetta.
“Aspetta, Tonks.” Disse Harry in modo deciso guardando Ron. “Siamo Auror abbiamo regole particolari. Voglio il rito abbreviato. Voglio il duello.”
“Harry!!!!!” esclamo Hermione
“E’ una regola vecchia di secoli, non la usa più nessuno” disse Tonks
“Si ma non è stata mai abrogata, non è vero?” domando Potter
“E’ cosi, Signor Potter ma…. sarà un duello al ultimo sangue” rispose la McGranitt
Harry e Ron si guardarono.
“Grazie, Harry.” Sussurro il ragazzo
“Non l’ho faccio per te, Ron, lo faccio in ricordo della nostra amicizia, perché sono sicuro che a Hermione” e la guardo “dispiacerebbe di saperti a Azkaban, e perché durante la guerra mi hai salvato la vita. Ma sappi che non avrò pietà hai fatto del male alla persona che amo….”
“Per il duello, c’è bisogno di due giudici e di due secondi per ciascuno.” Disse Tonks “A Harry che è lo sfidante ha la scelta delle armi.”
“Spade, Tonks.” Grido Harry
Ron sorrise sapeva che con la magia Harry gli era superiore e non l’avrebbe mai battuto, invece nella scherma erano alla stesso livello.
“Luogo e giorno del duello?”
“Fuori e adesso Tonks.” Rispose Harry in modo deciso
“Per lo sfidato va bene.”
“Si, tutte le condizione sono accettate”
“Harry e Ron per i vostri secondo?”
“Fuori Tonks.”
“Voglio essere io uno dei tuoi secondi Harry.” Disse Hermione
“Hermione, non è possibile” intervenne Tonks “Tu sei una delle parti in causa è non puoi fare da secondo.”
“Non preoccuparti. Starò attento.” Disse Harry sorridendogli
E Harry usci dalla stanza dietro di lui Ron seguito da Tonks e poi Hermione che si stringeva a Ginny.
“Qualcuno vuol spiegarmi cosa sta succedendo?” domando Anne
“E’ un’antica pratica dei maghi, degli auror in particolar modo.” Iniziò a spiegare la McGranitt “Quando due auror hanno una disputa o uno infrange la legge si facevano dei duelli.”
Mentre Harry, Ron ed Hermione insieme con la professore McGranitt scendevano in riva al lago, Molly andava da Arthur.
“Molly che succede? Hermione come sta?” domando il marito circondato dal resto della famiglia compressa Freu.
“Arthur, Ron… Per Merlino cosa ha fatto!!!”
“Molly calmati spiegaci cosa è successo.”
“Ron ha usato la Ligeia su Hermione, tre anni fa....”
“Cosa?!” grido Arthur “Quel disgraziato!!!! Ma io l’ho ammazzo con le mie mani. Come ha potuto fare una cosa del genere? C’è Azkaban per queste cose? E poi fare questo a Hermione. Dov’è quel idiota che lo massacro?”
“Calmati papà” disse Bill
“Molly dov’è?”
“In riva al lago nero. Harry l’ho ha sfidato a duello.”
“Harry?! Cosa c’entra Harry?” domando Fred
“E’ stato Harry a scoprire la fattura, Fred” rispese sua madre
“Per tutta la magia.” Esclamo Charlie “Per lui dev’essere stato un bel colpo?”
“Certo che lo è stato, Charlie, che domande fai?” chiese Arthur “Scoprire che il tuo miglior amico usa incantesimi degni di un mangiamorte, lo sapete che la fattura Ligeia è una versione minore della maledizione imperius”
“Non per questo.” Rispose Charlie “Non solo per questo, ma principalmente perché…. Harry è da molto tempo innamorato di Hermione….”
“Davvero?” domando Arthur
“Si eri unico a non essertene accorto, papà.” Disse George
“Tutti noi lo sapevamo, compreso Ron.” Aggiunse Charlie “Harry non ha mai detto niente per non rovinare l’amicizia con Ron e pensando alla felicità di Hermione”
“Quel ragazzo, mi stupisce sempre.”
“Si ma adesso, Arthur, ha sfidato a duello Ron. Si uccideranno!! Dobbiamo fermarli!!!” disse Molly disperata
“Non possiamo fare niente sono adulti e sono due Auror. E poi dopo quello che ha fatto Ron, il duello è la cosa migliore. Harry è stato fin troppo generoso in questo modo gli ha evitato la prigione e Ron potrà conservare il suo onore”
“Cosa se ne fa del onore se muore o se diventa assassino del suo migliore amico….” Disse piangendo Molly
“Non puoi capire, Molly, sono questioni fra uomini. Ma Ron avrà bisogno di due secondi…”
“Ginny si è già proposta e ha detto che avvertirà Draco.”

Granger Girls

Capitolo Quindicesimo: Parole d’amore


“Oh merlino…” esclamò Tim subito dopo il bacio “Perdonami Granger… Io non volevo…”
Harmony era arrossita, ma gli rispose: “Non ti preoccupare, Tim, non è successo niente….”
Lei gli prese la mano e sorridendo dolcemente, disse: “Certe cose bisogna farle in due…”
“Granger…”
“Harmony… chiamami Harmony…”
“Ok, Harmony…”
“Dove ci troviamo, Tim?” domandò la strega.
“Siamo al interno della foresta proibita, in una radura.”
“Nella foresta proibita? E adesso che facciamo?” ma la strega non sembrò per niente impaurita dalla situazione, poi si sentirono dei rumori provenire dal fitto degli alberi, qualcosa stava uscendo dalla boscaglia, dirigendosi verso di loro ed era un essere molto grosso.
“Harmony hai con te…” sussurrò Tim voltandosi verso di lei.
La strega aveva già preso la sua bacchetta e disse: “Mia madre dice di non lasciarla mai…”
“Un ottimo consiglio…” e anche Tim prese la sua.

Tim e Harmony si trovavano al ballo di halloween, e mentre ballavano al centro della sala grande il ragazzo le sussurrò qualcosa al orecchio la ragazza sorrise e lui la baciò. In quel momento la strega si svegliò nel suo letto, nel dormitorio di Grifondoro e ripensando al bacio sorrise.
“Oh finalmente ti sei svegliata, ci hai fatto preoccupare a tutti. Stai sorridendo, chi stavi sognando?”
“Nessuno…” rispose la strega tutto rossa in viso.
“Per me tu hai sognato mio cugino…”
“Acrux...”
“A proposito ieri tu eri svenuta, quando vi abbiamo trovati, Tim Drake ti portava tra le braccia, deve averti portata per chi sa quanto attraverso la foresta proibita. Cosa vie successo?”
“Siamo stati attaccati da trows. Tim mi ha difeso..”
“Tu ti sei fatta proteggere da Drake? Chi sei tu? Che ne hai fatto della vera Harmony Granger?”
“Stupida… Tim… ehm Drake…” rispose Harmony sorridendo.
“Miseriaccia Drake è tosto, ma dopo tutto lui è un uomo, è maggiorenne, mi ricorda un po' zio Harry o il mio James”
“Harry!! Tu pensi che assomigli a Harry?”
“Si... non tanto nel fisico, quanto nel carattere, sembra uno che sa cosa vuole. Ah Harmony, dovevi vedere cosa è successo quando vi abbiamo trovato, tu eri svenuta tra le braccia di Drake. Acrux voleva perderti, ma Drake non voleva lasciarti. Pensavo sarebbe finita male, ma è intervenuto lo zio Harry che ha detto a quei due: ‘Se permettete questa è mia figlia’”
“Vuoi dire che Harry sa di Acrux?”
“Se lo sa… quando mio cugino a gridato: ‘Questa è la mia ragazza.’ Lo hanno sentito pure i nani sordi delle miniere del Galles.”
“Oh cavolo… come pensi che la prenderà?” domandò Harmony.
“Chi? Drake? Non tanto bene aveva una faccia…”
“Ma che c'entra Tim? Io parlavo di Harry?”
“Ah… guarda se mio padre sapesse di James credo che gli verrebbe una crisi isterica, ma zio Harry mi sembra più aperto di mentalità.”
“Ma!? Speriamo. A proposito chi ha vinto?” domandò Harmony alzandosi dal letto.
“Chi ha vinto? Ehm… signorina Granger sei il nuovo cercatore di Grifondoro!!”
“Veramente?!” e la ragazza iniziò a saltare dalla contentezza. “Sono il nuovo cercatore… che bello!!”

Harry la mattina dopo mentre andava a fare colazione, ripensava alla sera precedente.
Dopo essersi sincerato delle condizioni di Harmony, e lasciata la ragazza con Hermione andò a parlare con Tim, lui si trovava in infermeria dove aveva appena finito di farsi curare le ferite.
“Come va, ragazzo?” domandò Harry.
“Bene professor Potter, grazie.”
“Drake… io ti devo ringraziare per aver protetto mia figlia dai trows.”
“Abbiamo combattuto insieme, professore, Harm… Granger è una ragazza molto forte e preparata.”
“Lo so somiglia a sua madre…” sussurrò Harry.
“Professore… Granger sta bene?”
“Si, Drake, domani non avrà più niente.”
Il ragazzo sospirò come se gli si fosse tolto un peso dal cuore.
“Mi hanno detto che sei molto bravo come portiere. Quest’anno grifondoro avrà una squadra molto forte…”
“Non quanto lo era la sua signore… la sua squadra resta ancora quella dei record…”
“Che farai dopo la scuola, signor Drake, il professor Weasley mi ha detto che sei stato contattato sia dai Falmouth Falcons …”
“e anche dal Montrose Magpies, signore.”
“Caspita, potresti essere il nuovo portiere della nazionale….”
“Non credo… ho altri piani…”
“Cosa?” domandò Harry.
“Voglio essere un auror… devo trovare una persona…. Ora professor Potter vorrei andare.”
“Si, certo….”
E Tim se ne andò, incontrando sulla parta la McGranitt che salutò.
La preside entrò e domandò a Harry: “Come sta, Harmony?”
“Bene, si prenderà dopo una bella dormita, professoressa….”
“Cosa ne pensi di Drake, Harry?”
“Mi sembra un bravo ragazzo, ma vedo in un velo di tristezza e una grande rabbia…”
“Hai sentito parlare dell’attentato a Pequod Street?” domandò la preside.
“Si, certo sono morti più di trenta persone….”
“Tra le vittime c’erano anche la ragazza di Tim, Stefany, e il suo miglior amico Conner… da quel giorno quel ragazzo cambiò...”
“Posso capirlo…” disse Harry abbassando lo sguardo.
“Mi ricorda te, Harry…. E ho paura che potrebbe fare qualche sciocchezza…. Ha bisogno di una giuda di qualcuno che sappia cosa sta passando… di qualcuno che possa indirizzare la sua rabbia… e non c’è persona migliore che io conosca meglio di te per farlo… Harry stagli vicino aiutalo”
“Io non sono un mentore… non sono Albus Silente… forse dovrebbe chiederlo a David Giles…”
“Mi fido di David, come di me stessa, ma lui non è come te o come il professor Silente… David conosce solo vendetta e odio… tu hai il potere dell’amore, tu lo conosci…”
“Forse un tempo… adesso… adesso per me amore è solo una parola….”
“No, per te amore è Hermione Granger, è sempre stato così…” disse anziana preside sorridendo.
Il mago non rispose.
“Harry, ti prego di considerare l’idea di star vicino a quel ragazzo, ne ha bisogno….”
“Ci penserò, professoressa… ora se mi permette vorrei vedere un attimo mia figlia…” disse lui sorridendo “Buona notte…”
“Si, buona notte professor Potter…” disse la McGranitt sorridendo.
Harry uscì e si diresse vero la torre dei grifondoro.

Nello stesso momento, in cui Harry andava verso la sala grande Hermione era al tavolo del professori ripensava al sera prima al suo incontro con Acrux e alla chiacchierata con Harry.
Harmony dormiva nel suo letto, nonostante fosse stata ferita la ragazza era serena e tranquilla, e stava persino sorridendo.
“Piccola mia….” Sussurrò Hermione guardandola “Come sei cresciuta…” e sospirò “… mi chiedo se ho fatto bene a portarti qui…”
La ragazza mugugnò qualcosa nel sogno: “…mmm Hai visto Harry… sono un cercatore come te… sei fiero di me… papà…”
“Harry… Harry…” sussurrò la madre sorridendo “Sono un po’ gelosa… sia perché tesoro mia una volta ero io il tuo punto di riferimento… sia perché tu sei vicina a lui… mentre sembra che io non possa esserlo più come una volta…” si fermò un attimo “E’ proprio vero che le ragazze hanno una venerazione per i padri….” E sorrise ad Harmony “Lui è fiero di te, piccola, quanto lo sono io… non ho mai visto un padre così fiero di una figlia appena conosciuta….”
La ragazza mugugnò: “Acrux… mio Acrux…” e sorrise, e poi aggiunse: “non piangere Tim… ti prego…”
La madre la guardò ed esclamò : “Tesoro, mi sa che ti stai per ficcare in un grosso guaio… simile a quello che ho avuto io alla tua età…” Poi sentì due persone gridare giù in sala comune. “Ma che succede?” si domandò alzandosi, uscendo dal dormitori e scendendo in sala comune, lì ci trovò Robin Lefler e Acrux che litigavano.
“Non m’interresa che tu sia prefetto, Malfoy, tu qui non ci puoi stare tanto meno salire nel dormitorio femminile. Sono le regole, regole che tu dovresti conoscere…”
“Me ne frego delle regole, voglio vederla Lefler, voglio vederla… io devo vederla… togliti dalla mia strada Grifondoro altrimenti…”
“Altrimenti cosa?” domandò Hermione al serpeverde scendendo i pochi gradini rimasti e avvicinandosi ai due ragazzi.
“Professoressa Granger… la prego… voglio vedere Harmony…”
“Sta bene, ora sta dormendo…” disse la strega.
“Professoressa!?” disse la caposcuola.
“Non preoccuparti Robin.” Poi ad Acrux “Non so come sei entrato qui… ma non dovresti esserci… torna al tuo dormitorio Acrux…”
“Si...” disse il biondo un po’ sconsolato e andò verso la porta-ritratto.
“Ah Signor Malfoy…” lo chiamo Hermione.
Il ragazzo si fermò senza girarsi.
“… Lei è il primo serpeverde che riesce a entrare nella casa di Grifondoro nei mille anni di questa scuola. Complimenti neanche suo padre c’era riuscito.” disse la strega sorridendo “Per quanto riguarda Harmony, Acrux, ti manderò un gufo quando si sveglia e le dirò che sei passato.”
“Grazie, professoressa…” e il giovane mago uscì.
“Professoressa e non gli fa niente… nessun puntò in meno?”
“No, a dire il vero gli avrei dato punti in più per la sua determinazione… e il suo amore. Ah Robin, il signor Drake sta bene?”
“Si, professoressa, aveva solo una ferita al braccio… lui è forte…”
la strega sorrise e aggiunse: “Si, e mi ricorda qualcuno… Robin vai da lui, ci sono cose più importanti dei compiti di un caposcuola…”
Robin guardo Hermione, sorrise e gli rispose: “Grazie professoressa…” ed uscì per andare al infermeria.
La strega risalì nel dormitorio non se la sentiva di lasciare la figlia da sola, poco dopo arrivò Harry che esclamò: “Ecco come sono fatti i dormitori delle ragazze, me lo sono sempre chiesto…”
“Ecco finalmente hai visto ogni angolo del castello. Però immaginavo che tu c’eri già stato qui quando stavi con Ginevra.”
“Ehi per chi mi hai preso, Hermione…”
Harry si sedette dal lato opposto del letto a Hermione, guardò Harmony, poi sorrise e disse: “Io la trovo bellissima...”
“Sei un po' di parte, Harry.”
“Non scherzare, non riesco a pensare a cosa farei se le accadesse qualcosa... Dio la conosco da poche settimane, ma.... non riesco a esprimermi bene, Hermione...”
“Si chiamare amore, solo amore Harry...”
“E' già...”
Hermione guardò Harmony e poi Harry “Sono preoccupata.... molto preoccupata per lei... per i pericoli che potrebbe affrontare”
“Hermione io vi difenderò.... tu e lei siete... non permetterò a nessuno di farvi del male.”
“Lo so...”
“Hermione io...”
La strega si avvicinò al mago e si mise seduta sul letto della figlia. Hermione e Harry si guardavano negli occhi. Lui gli accarezzò il viso e poi sussurrò: “Hai idea di quanto mi sei mancata....”
“Harry io... io non volevo...”
“Shhhh... silenzio....” disse lui.
Hermione sorrise abbassando lo sguardo
“Io... Io ti am...” sussurro lui
“No Harry... ti prego... non dirlo....”
“Perchè?”
“Non sono pronta a sentirtelo dire... e tu non sei pronto a dirlo... lo dici solo perché hai avuto paura di prendere Harmony...”
Harry non disse una parola e tra i due cadde un gelido silenzio, poi entrarono le ragazze e furono stupite nel vedere il professor Potter nel loro dormitorio, ma alcune di loro ne furono molto contente, tutte a dire: “un professor Potter di quanto, un professor Potter di la” come tante oche starnazzanti.
Hermione alzò gli occhi al cielo pensò: “Ma guardale come somigliano a Lavanda, o a Calì o peggio ancora a Romilda Vane. Certo che Harry continua ad avere un certa presa sui cuori femminili. Ma posso vantarmi ed essere unica ad averlo amato per quello che era… il mio Harry… mio, solo mio. Ma guarda sembrò ancora una ragazzina e sempre così con lui… Harry Potter mi fa tornare a essere una ragazzina del età di nostra figlia.”
“Hermione…” disse lui “Hermione… ehi?”
“Si, Harry... come?” tornando alla realtà.
“Io vado se ci sono novità per Harmony fammi sapere ok?”
“Si… ma dovrebbe stare bene…”
“Lo so è forte…” disse lui prima andarsene, gli sorrise e poi si diresse verso la porta, ma prima si voltò un attimo verso l’ammiratrici e disse loro: “Ragazze… buon notte….”
Molte sospirarono e andarono in brodo di giuggiole.
Hermione alzo gli occhi al cielo e scosse la testa, poi senti due di loro parlare.
“Ho sentito dire che ha un ungano spinato tatuato sul petto.”
“Merlino quanto è sexy…”
Poi intervene un’altra “Non è vero ha il tatuaggio di un ippogrifo…”
Hermione pensò: “Oh Dio ancora questa storia dei tatuaggi… adesso mi diverto…” e disse: “In realtà ha una fenice sulla spalla destra…”
“Come professoressa?” domandò una ragazza.
“Il professor Potter ha tatuata una fenice sulla spalla destra.” Disse Hermione sorridendo.
“Veramente?” domandò un’altra.
Tibby stava morendo dal ridere, ma non lo dava a vedere.
“Si, è sotto la fenice c’è scritto il nome di una persona molto importante per lui.”
“Professoressa è il suo nome…” domandò imbarazzata una ragazza.
“No, è Lily, il nome di sua madre…” e poi pensò “Sto facendo passare Harry per un mammone italiano…”
Le ragazze domandarono altre cose su Harry, ma anche su Draco, David e Ron, alcune di loro poi parlarono dei loro ragazzi. Hermione si diverti molto. Era strano sentirsi bene fra quelle ragazze, sentire che loro l’ammiravano, che volevano essere come lei, quando alla loro età Hermione Granger non era altro che una secchiona so tutto io, una tipa strana che aveva come migliori amici due ragazzi, ma col tempo la secchiona era diventata una fra le ragazze più invidiate della scuola, lei era stata scelta da Victor Krum per il ballo del ceppo, e lei era la migliore amica del ragazzo più affascinante della scuola, ma nonostante tutto restava sola in quel dormitorio, nessuna la invitava ai pigiama party o a gli raccontava dei pettegolezzi o a gli consigliava qualche cosmetico.
Dopo un po’ la strega lasciò le sue allieve e scese in sala grande dove trovò a dormire sulle poltrone Harry e David e sul divano Ron. Hermione sorrise e sussurrò: “Gli uomini della mia vita….”. Guardò Ron e pensò: “Il mio secondo migliore amico, l’uomo più onesto e buono che abbia mai conosciuto, e che ha il cuore più grande del mondo.”
Nel sonno Ron mugugno: “Forza cannoni… Luna… ti amo Luna.”
Hermione sorrise e poi guardò David. Lui dormiva con la sua spada vicino. “David Giles…” Pensò la strega “A lui io e Harry dobbiamo la vita… è l’uomo più freddo che abbia incontrato, ma anche il più solo….”
In fine la strega guardò Harry e pensò: “L’uomo che amo… l’uomo che ho sempre amato… il padre di mia figlia… non mi ricordo quando mi sono innamorata di lui… so che è successo.” e sorrise, si avvicinò a lui, si inginocchio, sentì il suo dolce respiro, con le dita seguì la linea di quelle labbra, come se fosse il gioco di una bambina, eccitata e impaurita che potesse svegliarsi. “Harry… il mio Harry…” pensò “Il mio amore… il mio amante… il mio eroe… il mio miglior amico…” e lo baciò, appoggiando lentamente le sue labbra su quelle dell’amato.
Dopo il bacio, quando s’alzò. Harry mugugnò: “Hermione… mia Hermione…”
Hermione sorrise, poi sospirò e pensò: “Credo d’amarti come allora, Harry. Ma tante troppe cose sono cambiate e non si può tornare indietro. Ora rivoglio solo il mio miglior amico….”

Harmony e Tibby andarono a fare colazione, sulla porta della sala grande incontrarono Acrux, che abbracciò la propria ragazza per poi baciarla con passione.
“Ho appena saputo. Sarai contenta, piccola?” le disse il serpeverde.
“Sono al settimo cielo, non vedo l’ora di incontrare Harry. Acrux sono un cercatore!!!”
“Io non ne avevo dubbi… Tu sei fantastica, Harmony.” E le sorrise, ed entrarono nella sala di grande.
Quando Tim vide Harmony ne fu molto contento e si alzò per andarle incontro, ma notò che lei e Acrux si tenevano per mano. Il grifondoro sbuffò.
“Tutto a posto, Tim?” gli domandò Robin “Mi sembri nervoso?...”
“No, sto bene…” disse il ragazzo in malo modo.
“Non mi sembra…” disse la ragazza che notò Harmony e Acrux. “Lo sapevi…. Tim”
“Lasciami in pace, Robin, mi passerà…”
“Mi spiace …” gli sussurrò l’amica.
Harmony e Acrux si abbracciarono e lui le sussurrò al orecchio: “Ti amo, Granger…” e intanto lui guardava in direzione del tavolo dei grifondoro.
Harmony sorrise e quando si lasciarono gli rispose: “Lo so… anch’io ti amo. Ciao, ci vediamo a pranzo, Malfoy.”
“Ciao cugino…” esclamò Tibby.
E le due ragazze andarono verso tavolo della loro casa. Drake guardò Harmony e pensò: “Cosa ti aspettavi, Tim, che bastava un bacio… ma cosa sto dicendo io non sono innamorato di Granger… allora perché mi da così fastidio che stia con il suo ragazzo?.... Perché guardo le sue labbra, i suoi occhi verdi?”
Harmony salutò Tim, ma lui distolse lo sguardo. La ragazza non capì il perché di quello strano comportamento, e mentre prendeva posto pensò: “Perché fai così, Tim? Perché non mi guardi?... Dopo quello che abbiamo passato. Dopo…” e rivide nella sua mente il loro bacio “…perché non riesco a togliermelo da testa… era solo un bacio.”
E si mise a fare colazione mentre Faith Baston si congratulava con lei e l’informava degli allenamenti.

Harry aveva raggiunto ormai la porta della sala grande, ma si trovò davanti David o meglio quasi i due si scontrarono. I due professori si misero a ridere.
“Buon giorno professor Giles.” Disse Harry sorridendo.
“Buon giorno professor Potter.” Gli fece eco David e poi aggiunse “Allora chi deve cedere il passo?”
“Come?” domandò Harry.
“In passato due gentiluomini si sarebbero sfidati a duello in una situazione simile.” Spiegò David.
“Allora per fortuna che non siamo nel 700 o 600 e che nessuno di noi due è un gentiluomo…” disse Harry “Altrimenti ti avrei distrutto.”
“Ehi quando dici che non siamo gentiluomini, parla per te amico. Io mi considero un uomo di altri tempi. E poi avrei vinto io.”
“Tu sei un uomo di altri tempi, David.” Disse ridendo Harry.
“Passa va…” e l’immortale si fece da parte.
“Grazie… gentiluomo.”
“Ti faccio passare perché sei più vecchio, Potter.”
“Io!!?”
“Non è colpa mia se quando ci siamo conosciuti, io sembravo tuo fratello maggiore e adesso lo sembri tu.”
“Molto divertente, veramente divertente, immortale… Sono contento che tu sia tornato, mi sento più tranquillo se stai nei paraggi, soprattutto ora che ci sono Hermione e Harmony.”
“Non ti preoccupare… ma la prossima volta fidati di Neville, come guaritore è migliore di me. A proposito devo parlarti di una cosa molto importante e non sarebbe una cattiva idea se ci fosse pure Hermione.”
“Ok… allora ha pranzo va bene?”
“Prima sarebbe meglio diciamo verso le undici, da soli mi raccomando..”
“Non mi hai detto dove ci vediamo, David…”
Il mago sorrise e rispose: “Ti troverò io... Ci vediamo, fratellino” e David se ne andò per il corridoio.
“Si, ciao nonnetto…” disse Harry..

Harry entrò in sala grande, per poi andare a prendere posto accanto a Hermione al tavolo dei professori.
“Buon giorno, Hermione…” le sussurrò lui e si verso una tazza di caffè
“Buon giorno Harry. Dormito bene?” gli domandò mentre imburrava un toast..
“Non tanto…” rispose lui bevendo il caffè.
“Così impari che non puoi dormire in sala comune.” Disse lei sorridendo e diede un morse al toast.
“Mi hai visto… non me la sentivo di stare lontano da Harmony… lontano da te…”
La strega arrossì ripensando al bacio rubato e al sapore di quelle labbra, sapore che non era cambiato negli anni.
“Ricordi le notti passate a guardare il fuoco di quel cammino, a parlare di tutto e di niente… le notti, Hermione, in cui tu mi consolavi dai i miei incubi…. Non so come facevi a saperlo, ma ogni volta che avevo un incubo, e non potevo dormire, tu mi aspettavi in sala comune. Come facevi a sapere quando avevo più bisogno di te? Tu c’eri sempre….”
“Lo sentivo… non era una cosa razionale… io lo sentivo, lo sentivo in me nel mio cuore, Harry, per me era naturale.” Rispose lei e si versò del caffè.
“Era bellissimo… scendere è trovarti lì… sorridente con una coperta in mano, per poi parlare o ridere per tutta la notte o solo rimanere in silenzio quando non c’erano bisogno di parole tra noi….” E poi penso: “… e quanto ero bello il tuo volto alla luce fuoco, quante volte ti ho osservato di nascosto… o quando dormivi appoggiata alla mia spalla. Mio angelo, mia dea della guerra…”
“Lo ricordo, Harry, lo ricordo… ricordo quando mi parlavi prima di Cho e poi di Ginny…” e pensava “…e io soffrivo in silenzio e com’era difficile consigliarti per farti amare da un’altra, mentre io… volevo per me quelle parole d’amore, solo per me… fu allora che ho scoperto il significato della parola gelosia.”
“Non ero bravo a scegliere chi amare, Hermione…”
La strega non sapeva dove guardare e disse: “Scusa Harry, ma devo andare a lezione…” e si alzò.
“Hermione… oggi è domenica…” disse lui sorridendo.
“Ehm… Harry… io…”
“Ti va di fare quattro passi in riva al lago con me?”
“Forse è meglio di no…”
“Hermione ti prego.”
“Ok…”
E si alzarono e uscirono dalla sala. Harmony li vide passare e non riuscì a fare a meno di sorridere, era una delle prime volte che li vedeva insieme ed era bello vederli così felici, sua madre stava ridendo, non aveva mai vista così felice.

In riva al Lago Nero, i due parlavano e scherzavano soprattutto dei vecchi tempi, camminando.
“Ricordi la nostra prima impresa? La pietra filosofale…” disse Hermione.
“Come era tutto facile al epoca…”
“Ti sembra adesso Harry, ma non è stato per niente facile…”
“Era più facile tra noi a undici anni.” Disse Harry “Non c’è differenza fra essere un ragazzo o una ragazza, i problemi vengono dopo. Quando voi diventate troppo importanti, quando una vostra parola poteva portarci al paradiso o al inferno, quando il solo parlarvi diventa un problema…”
“Ah si…” disse lei sorridendo “E’ quando mai per te è stato un problema parlami…?”
“Dipende da quello che devi dire, Hermione, o da quando lo devi dire. Per esempio per me lo è stato la prima volta a quattordici anni al ballo del ceppo… Perché non ti ho invitato allora?”
“Non lo so, Harry, me lo dovresti dire tu… anche se al epoca eri così preso da…”
“Da Cho, ero uno stupido Hermione…”
“No, eri solo un adolescente. Eravamo tutti degli adolescenti in balia dei nostri ormoni”
“Dimmi una cosa se ti avessi invitato. Tu cosa avresti detto?”
“Non lo so, forse no… eravamo amici, quello che siamo pure adesso” poi pensò: “Ti avrei detto di si, Harry e con te sarebbe stato bellissimo, lo so…”
“Allora siamo amici….” Disse Harry.
“Si, amici. Una coppia di amici come quando eravamo ragazzi.”
I due rimasero in silenzio, continuando a camminare e guardando le increspature delle acque del lago.
Harry si mise a sorridere.
Ed Hermione gli domandò: “Cosa c’è? Perché ridi?”
“Pensavo a quel ragazzo il figlio di Draco, Acrux e al modo in cui a reagito ieri”
“E’ allora?”
“E’ innamorato di Harmony non è vero?”
“Si, stanno insieme…”
“Harmony non è troppo giovane per avere un ragazzo? E poi lui è un serpeverde…”
“Harry… è un bravo ragazzo…”
“Si, ma…”
“Acrux è in parte Weasley….”
“… E’ un ragazzo.”
“Che avresti preferito che fosse una ragazza… Harmony è un po’ strana, ma non fino a quel punto.” Disse la strega ridendo.
“Hermione, tu scherzi… io vorrei solo non vedere la nostra piccola soffrire”
“Fa parte del gioco quando una ragazza s'innamora... forse Harmony soffrirà o farà soffrire... Noi non possiamo intrometterci Harry, lei deve imparare a fare le sue scelte... come tutti noi.”
“Se quel biondo le farà del male... io... io... io... lo ammazzo”
“Mi sembri Ron con Tibby...”
“Voglio conoscerlo parlargli... voglio sapere che intenzioni ha?”
“Non impedirgli di vedersi, lo farebbero lo stesso, anzi scateni una reazioni alla Giuletta e Romeo...”
“Voglio solo incontralo per scambiare quattro chiacchiere, un caffè per esempio...”
“Se gli vai contro ottieni il risultato contrario come per mio padre.”
“Cosa c'entra tuo padre?” domanda Harry.
“A mio padre non piacevi per lui tu eri pericoloso... in realtà ti ha reso ancora più affascinante ai miei occhi...”
“ah... immagino cosa diceva tua madre?”
“Per lei tu eri l'eroe bello e dannato... mi diceva sempre che tu eri cento volte meglio di Ron... non capiva i miei dubbi... anche perchè quando tornavo a casa non facevo altro che parlare di te...”
Continuarono a camminare in riva al lago raccontandosi ricordi e pensieri, e a tutte due sembrò di tornare dei ragazzi. Senza accorgersene il tempo volò.
Harry guardò l’ora ed esclamò: “Dovevo vedermi con David un quarto ora fa…”
“Non sei cambiato Harry.” Disse Hermione ridendo.
“Non è colpa mia non mi da detto il posto…”
“E’vero…” disse David comparendo dal nulla, e sorrise a Hermione.
“Ciao, David, sono contenta che tu sia tornato, allora come New Azkaban di questo periodo dell’anno?” domandò Harry.
“Orribile come in tutto l’anno, e di che ne dica Saxton non è sicuro, ho pensato a quindici modi per evadere.”
“Non mi meraviglio.” Disse Harry “Dall’originale uscivano quando volevano. Allora come mai volevi parlarmi.”
“Ragazzi se è un discorso per soli uomini, io posso andarmene?” Domandò Hermione.
“No, anzi è meglio se resti…” rispose David.
“Che succede, David, cosa hai scoperto?” domandò Harry.
Il mago respirò profondamente, fece un paio di passi, dando le spalle agli amici e disse: “Faust mi ha detto che Voldemort ha avuto una figlia quattordici anni fa…”
“Non è possibile…” esclamò Harry “Non è possibile che quel mostro abbia una figlia…”
David non rispose.
Hermione non disse una parola, rimanendone sorpresa, dopo qualche minuto domandò: “Chi è, David? Lo sai?”
“No, Hermione…” rispose lui girandosi. “Ne ho parlato con Minerva e Molly…”
“Cosa? Dovevi tornare subito qui a informarci… io.. noi dovevamo saperlo… se ci fosse la figlia di Voldemort dietro tutti questi nuovi attacchi… dovevi dircelo, David…”
Il mago non rispose.
“Maledizione, David…” esclamò Potter.
“Adesso basta, Harry. Se David non ce lo ha detto subito avrà avuto le sue ragioni.”
“Hermione, non si può nascondere una cosa del genere…” poi Harry guardò l’amico e capì che il mago non voleva nascondergli niente, ma voleva pensarci un po’ su.
“Scusa, David…” sussurrò.
“Non fa niente, amico.” Rispose lui.
“Cosa facciamo adesso alla luce di queste novità?” domandò Harry.
“Non abbiamo prove che dietro ai mangiamorte ci sia quella ragazza, e non mi sembra giusto andare alla sua ricerca per la sola colpa d’essere la figlia di Voldemort.” Disse Hermione che aggiunse: “Lasciamola in pace.” La strega pensava che quella ragazza aveva la stessa età di sua figlia.
“Hai ragione.” disse Harry “Ma preferisco fare qualcosa, da domani insegnerò ai ragazzi ad affrontare un mago oscuro.”
“Mi sembra una buona idea, Harry.” Disse David.
Hermione invece s’incupì e pensò: “Non vorrei che Harmony vivesse quello che ho vissuto io o Harry, non vorrei che debba affrontare delle battaglie, ma se sta per arrivare una nuova guerra allora è meglio che si sappia difendere, ne va della sua vita…” e disse ai due maghi: “Ho da chiedervi un favore… siate più duri con Harmony…”
“Hermione…” disse Harry.
“Lei solo per essere nostra figlia è in pericolo, Harry. Deve imparare meglio degli altri cosa vuol dire combattere un mangiamorte… non vorrei ma dev’essere forte e preparata ad affrontare cosa c’è la fuori, anche preparata a combattere la figlia di Lord Voldemort…”

Andarono a pranzo e Harry notò Acrux nel tavolo di serpeverde e il modo in cui il ragazzo guardava sua figlia. Poi il mago vide Tim insieme con Robin, e si avvicinò ai due grifondoro.
“Salve, signor Drake… signorina Lefler. Posso rubarle il suo accompagnatore per qualche minuto?”
“Si, professor Potter…” rispose la ragazza e si allontanò.
“Lefler è la tua migliore amica, Drake?”
“Si, abbiamo fatto amicizia già dal primo anno. Cosa c’è signore?”
“Ho pensato a quello che mi hai detto ieri notte, sul fatto che vuoi diventare Auror. E’ una professione difficile e pericolosa, e dovrai studiare molto. Perché vuoi diventare un cacciatore di maghi oscuri?”
“Glielo detto ieri, professore. Devo trovare un uomo.”
“Chi, Drake?”
“Il mangiamorte che ha ucciso la mia ragazza e il mio miglior amico…”
“Capisco… Vuoi vendicarti?”
“Si, signore.”
“Ti consiglio di cambiare idea, Drake. La vendetta ti consumerà…”
“No, professore, cambiò idea. Penso che lei più di tutti possa capire cosa provo.”
“Appunto perché lo capisco, ti dico di desistere.”
“Non posso, sento che devo farlo… per loro… per la loro memoria.”
“Ok, voglio aiutarti se vuoi, se ti va bene possiamo allenarci insieme e poi conosco molto bene il direttore dell’accademia Auror, il professor Remus Lupin. A fine anno gli manderò una lettera di raccomandazione.”
“Grazie, signore…” disse il ragazzo al settimo cielo.
“Per gli allenamenti direi di iniziare domani notte dopo cena nella stanza delle necessità, se per te va bene?”
“Si, grazie signore…”
“Ora puoi andare, Drake…”
“Si…” e il ragazzo tornò da Robin.
Hermione, appena entrata, si avvicinò al professore di difesa.
“Allora cosa c’è di nuovo per l’eroe di nostra figlia…”
“Vuole diventare un auror e io lo voglio aiutare.”
“E’ una buona idea, sia per lui che per te.”
“Spero di potergli togliere dalla testa l’idea della vendetta. Di poter indirizzare la sua rabbia verso qualcosa di diverso…”
“Tu alla sua età non ci sei riuscito, Harry…” sussurrò Hermione con lo sguardo basso.
“Avevo le miei ragione.” Disse freddamente Harry.
“Non diverse da quelle di Drake… siete simili è questo mi fa paura…”
“Che vuoi dire?”
“Niente, niente Harry…” e se ne andò.

Dopo pranzo Harry, scese per raggiungere la casa dei serpeverde, voleva incontrare Acrux. Si trovò davanti alla porta di smeraldo della casa delle serpi, a far da guardia non c’era un dipinto, come per i grifondoro, ma gargoyle a forma drago, la creatura di pietra gli domandò con voce pronda: “Parola d’ordine.”
I professori di Hogwarts, soprattutto quelli indipendenti dalle case, potevano entrare nelle sale comuni, ma Harry non voleva proprio rimettere piede in quel posto. Dalle scale comparve uno studente del ultimo anno che si avvicinò a Harry chiamandolo: “Signore…”
“Ciao, Herman.” Disse Harry sorridendo “Come stano i tuoi?”
“Bene professor Potter, mio padre mi ha scritto non appena a saputo del suo ritorno, vuole sapere se potrà avere i venti galeoni di quella scommessa?”
“E così ti ha raccontato quella storia?” Disse Harry ridendo “Zabini è rimasto la stesso… digli che li avrà. Ah Herman puoi farmi un favore puoi dire ad Acrux Malfoy di uscire.”
“Si, professore… buona sera.” Disse il serpeverde e dopo aver detto la parola d’ordine al gargoyle entro attraverso la porta.
Harry e Blaise avevano scommesso sulla prima partita di quidicth subito dopo la guerra ed Harry aveva perso, ma non aveva pagato perché era scomparso.
Dopo qualche minuti Acrux uscì. Il ragazzo era nervoso e intimidito. Harry non riuscì a non sorride vedendolo e cercò di metterlo a sua aggio dicendogli: “Ciao Acrux, ti va un caffè?”
“Come?... Oh si… si professor Potter.” Rispose il serpeverde.
“Allora andiamo al Caffè della scuola?”
“Si…”
E dopo poco arrivarono al caffè.
“Che bel posto…” esclamò Harry entrando.
“Non c’era mai venuto, signore?”
“No… ehi qui ai miei tempi c’era l’aula di divinazione.” Disse Harry andando verso il bancone.
“Divinazione è stata eliminata questa anno dai programmi dopo che il professor Fiorenzo è stato eletto re dei centauri…” disse Acrux.
“L’avevo sentito dire… caffè?”
“Si, grazie”
“Due caffè!!” ordinò Harry al elfo domestico dietro al bancone.
“Si, professor Potter…”
I caffè furono pronti in un attimo, dopo aver pagato Harry e Acrux andarono a sedersi in un tavolino.
Harry sorseggiò la bevanda calda e poi disse: “Allora…”
“Si, signore…”
“Sei un bravo ragazzo, Acrux e sei figlio di due miei cari amici… e ami mia figlia, non è vero?…”
“Ehm.. si, professore…” e poi aggiunse in tono deciso “Io amo Harmony …”
“Lo so… l’ho notato da come la guardi.”
Il ragazzo non rispose.
“Io conosco quel tipo di sguardo quando avevo la tua età, guardavo allo stesso modo una persona molto importante…”
“Hermione… ehm la professoressa Granger…” disse tutto rosso in faccia il ragazzo.
“Chi te lo ha detto?”
“E’ stata Harmony… e oggi mi ha detto che era contenta nel vedervi insieme, secondo me sarebbe molto felice se i suoi genitori… o mi scusi ho parlato troppo.”
“No, ma è complicato… è sempre stato complicato con Hermione…”
“Non lo dica a me, anche Harmony è complicata, a volte è difficile starle dietro…”
Harry sorrise e disse: “Sono le ragazze Granger a essere molto particolari sono uniche, bellissime, dolci, indipendenti, ma anche bisognose d’affetto…”
“… E sono terribilmente sexy…”
“Ehi ragazzo frena, stai parlando di mia figlia.”
“Oh mi scusi, mi scusi…”
Harry si mise a ridere e disse: “Non c’è problema anch’io trovavo sexy, Hermione alla tua età… e la cosa più bella di lei era il fatto che non se ne rendeva conto, il suo modo di distarsi…”
“Il suo modo di leggere.” Continuò Acrux “e di mordersi il suo dolce labbro inferiore quando è nervosa, il suo sorridere, il suo guardarti dentro, ma anche il suo broncio così adorabile..”
“Mi auguro che tu stia parlando di Harmony vero?”
“Si, certo signore…”
“Acrux, per me essere padre è un’esperienza totalmente nuova, non so bene come mi devo comportare, soprattutto nei confronti del ragazzo di mia figlia…. Io la vedo, è vedo una ragazza da difendere a qualunque costo, d’amare sopra ogni cosa…”
“Posso capire cosa prova…” rispose il ragazzo guardando Harry negli occhi.
“Bene… vedi Acrux ho sempre dovuto difendere nella mia vita tutto quello che avevo a cuore, ed Hermione era la cosa più importante per me, adesso si è aggiunta Harmony… Quello che voglio dire: farle del male, farla soffrire e non ci sarà posto a questo mondo magico o babbano che sia dove potrai rifugiarti…”
“Io non farò mai del male ad Harmony, preferirei morire che vederla soffrire… Quello che provo per sua figlia, signore, è unico e profondo… è amore solo amore… Io morirei per quella ragazza.”
A qualcuno poteva sembrare un discorso assurdo fatto da un mago di soli sedici anni, ma Harry sapeva che quelle erano parole sincere perché anche lui aveva provato le stesse cose, sentì che poteva fidarsi di quel serpeverde. E sorrise.
“Bene… ma nonostante tutto non fare giochi strani con la mia ragazza, cioè tieni a bada gli ormoni, ragazzino…”
Acrux sorrise e rispose: “Si, signore…”

Harry e David si rincontrarono nel corridoio che portava alla sala grande prima di cena.
“Sono stato contento d’averti visto con Hermione in riva al lago stamattina…” disse David camminando a fianco al amico.
“Si…” rispose Harry un po’ malinconico, poi per cambiare discorso domandò: “Sai qualcosa dell’attentato di Pequod Street?”
“Una gran brutta storia, il più grande attentato magico mai fatto… ci è mancato poco che non scoppiasse un’altra guerra… Dio trenta morti e un centinaio di feriti… Harry atmosfera di quel giorno non la sentivo dai campi di sterminio nazisti.”
“So che i responsabili sono stati un gruppo di mangiamorte chiamati i Shammael, e che non sono mai stati presi nonostante tutti gli auror fossero sulle loro traccie.”
“Potter, quello che sto per dirti è un segreto del ministero. Quei bastardi erano fuggiti in Iran e aveva la protezione della comunità magica locale, non ufficialmente il ministero formò un gruppo per entrare nel paese e ucciderli tutti.”
“E’ tu come fai a saperlo, David?”
“Perché io ho selezionato e guidato quel gruppo, oltre me il commando era composto da: Laura, Rigel, Kostaki, Lupin, Alastor e Draco.”
“E li avete uccisi tutti?”
“No, uno ci è sfuggito; il peggiore di tutti Robert Namtor, detto la morte cremisi per la sua sete di sangue, Namtor è un mago e un vampiro strigoi, vero animale, uno psicopatico. Ho visto le sue vittime a confronto Greyback era un samaritano. Lo abbiamo circondato, ma lui ha continuato a combattere come una belva ferita e poi è scappato. Perché t’interresa tanto?”
“Conosci Tim Drake?”
“Si, lui c’entra qualcosa con Namtor?”
“La sua ragazza e il miglior amico sono morti nell’attentato, e lui ha giurato vendetta…”
“Ricordo quei ragazzi, non c’è dubbio che sia stato quel vampiro a ucciderli. Harry, Drake non ha speranze contro Namtor, è troppo potente…”
“Ho desistito dalla mia vendetta dopo la morte di tuo zio? E tu lo hai fatto dopo la morte della tua amata Sabrina, David…?”
“Harry quel ragazzo si farà uccidere…”

Granger Girls

Capitolo undicesimo: Lezioni


Harmony non aveva dormito molto quella notte, era sia eccitata e nervosa, era a Hogwarts, ma cosa più importante c’era anche suo padre. Appena alzata aveva passato tantissimo tempo in bagno per prepararsi al meglio, provando decine di acconciature davanti allo specchio per poi decidere di lasciarli liberi come al solito, e si truccò leggermente.
Tibby al dormitorio che le disse: “Ehi stavo per andare a fare colazione senza di te. Si può sapere perché ci hai messo tanto?”
“Ehm scusa. Andiamo?”
“Non hai risposto, Granger.” Disse la strega scendendo le scale. “Non è sicuramente per Acrux. Allora per chi?” domandò lei con tono ironico.
Le ragazze arrivate nella sala comune di Griffondoro, trovarono gli orari delle lezioni. La prima era alle nove e mezza ed era difesa teorica, poi trasfigurazione, dopo pozioni e dopo il pranzo per ultima difesa pratica.
Le due ragazze andarono a fare colazione, erano fra gli ultimi studenti, ma non erano in ritardo per le lezioni. In sala grande videro Ron seduto al tavolo dei professori che aveva appena finito. Lui si alzò per avvicinancinarsi a loro.
“Buongiorno, ragazze come va?” disse
“Buon giorno, zio Ron.” Rispose Harmony
“Ciao papà, come ti senti?”
“Male, quasi non ricordo da che parte si monta la scopa.”
“Non ti preoccupare andrai benissimo.” Disse Tibby.
“Zio Ron, anche mamma sarà nervosa.”
“Chi, Harmony, tua madre? Hermione è una roccia, lei è nata per insegnare qui? Non per niente la chiamavamo “so tutto io”, non faceva altro che studiare, Era una tale noia. Poi c’è stata la storia del troll…”
Hermione era appena e entrata e stava sentendo tutto, e si avvicinò alle spalle dell’amico e gridò: “Ron…”
Il mago saltò per la paura: “Oh Merlino, Hermione, ma che combini?”
“Tu cosa combini? Che stai raccontando?”
“Niente d’importante credimi.” Disse Ron molto agitato.
“Allora non stavi raccontando della notte del troll. Perché se fosse così, dovrei dire alle ragazze che io ero chiusa nel bagno a piangere perché un zotico dai capelli rossi mi aveva chiamata ‘so tutto io’.”
“Non vorrei mettermi in mezzo.” Disse Tibby “Ma noi questa storia la conosciamo.”
“Come?!” esclamò Hermione.
Le ragazze annuirono.
“E’ aneddoto preferito di papà, Hermione” disse Tibby con un largo sorriso.
“Si, mamma lo zio Ron, lo ha raccontato anche a me e poi lo letto anche in alcune interviste che lui ha rilasciato.”
“Ronald Bilius Weasley” disse Hermione con una voce terrificante, voce che non Ron non sentiva da quando era studente.
“Oh Merlino.” E guardò le due ragazze “Ne riparleremo dopo.” Poi guardò l’amica che era nera e aggiunse: “Ora è ufficiale sono tornato a scuola…” e abbassò il capo sussurrando: “Harry dove sei? Aiuto amico.”
“Neanche il ritorno di Potter ti salverà da me Weasley, lo sai? Una sola parola: canarini…”
“Scusate, ma mi sono appena ricordato d’avere una lezione.” Disse Ron scappando.
“Ora capisco perché mamma e zia Ginny raccontano che eravate uno spasso.” Disse Tibby ridendo.
“Ron è sempre Ron.” Rispose lei sorridendo, poi guardò la figlia e disse seria: “Harmony vorrei parlarti. Scusa Tibby.”
“Ok, Hermione.” Poi al amica “Ci vediamo dopo prima d’entrare. Ricordati la classe di difesa si trova quattro piani sotto la nostra sala comune.”
“Si a dopo.” Alla madre “Dimmi tutto”
“Allora.” ed Hermione sospirò “Riguarda lui…”
“Harry Potter credo… Non ne abbiamo parlato ieri.”
“Ieri non sapevo che lui sarebbe ricomparso… Harmony non è facile per me lo capisci?”
“Gli hai parlato?”
“Si, ma… non gli ho detto nulla di te, non ci sono riuscita.”
“Mamma!! Oh mio Dio. Potrebbe saperlo da altri…”
“Lo so, ma non è facile da dire. Che gli dicco: Ciao, Harry sai hai una figlia di quattordici anni ed è una tua allieva.”
“Ecco sarebbe un idea….”
“Si, come no, cosi quello che non è riusciti a fare Voldemort e i suoi, lo faccio: io uccidere Harry Potter.”
“Potrei dirglielo io a fine lezione…”
“Così sarà Harmony, sua figlia, a ucciderlo….”
In quel momento entrò Harry in sala grande, che pensava: “Dio, da quanto che non dormivo così bene, sarà stato rivederla o il dormire di nuovo a Hogwarts. Ora non vedo l’ora di fare una bella colazione come ai vecchi tempi. Poi vado a chiedere David se mi presta… Oh guarda c’è Hermione, sta parlando con quella Griffondoro, strano mi ricorda qualcuno, è proprio carina, forse è la figlia di qualche nostra vecchia conoscenza, per esempio di Remus.” E si avvicinò arrivando alle spalle di Hermione, madre e figlia erano talmente prese dai loro discorsi da non accorgersi di nulla fino al ultimo. Quando la strega si voltò, e se lo trovò davanti.
“Oh Harry. Che cavolo fai….” Esclamò.
Harmony arrossì non sapeva bene che dire.
“Ciao, avete già fatto colazione?” domandò Harry “Vi va se mi unisco a voi?...” e guardò Harmony sorridendo.
La ragazza abbasso lo sguardo e disse: “E’ tardi devo andare a lezione.” E corse via.
“Che strana Griffondoro.” Disse lui.
“Anch’io, devo andare.” Ed Hermione fuggì dalla sala grande, lasciando Harry impalato a non capire bene cosa era successo. Poi sentì una voce alle sue spalle che lo salutava: “Ciao Potter” si girò e vide che erano Draco e David.
“Ciao Malfoy.”
“Ti va se facciamo colazione insieme?” domandò Draco.
“Certo.” E si sedettero al tavolo dei Griffondoro.
In quel momento comparve dal nulla Dobby.
“Harry Potter Signore.” Disse l’elfo. “Lei, e David Giles signore e Draco Malfoy signore. Dovreste sedervi al tavolo dei professori.”
“Non ti preoccupare, non ci sono problemi. Portami la mia solita colazione. E per te, Malfoy?”
“Ciao, Dobby è così lavori per Potter?”
“Si, Draco Malfoy signore. Dispiace?”
“No, anzi ne sono contento. Allora portami: un caffè nero, dei toasts ben cotti, del burro salato e un succo d’arancia.”
Harry lo guardò sorpreso e disse: “Stai bene Draco?”
“Si, perché?”
“La tua colazione è babbana.”
“Oh è stata Ginevra, sai le colazioni babbane sono molto buone.”
“David Giles signore che prende?” domandò l’elfo.
“Per me, Dobby: un caffè macchiato da portare via e un succo d’arancia, c’è ancora una fetta di torta alla cioccolata di ieri sera?”
“Si, signore, la vuole?”
“Si, grazie Dobby, ma devo chiederti di fare in fretta ho lezione tra cinque minuti.”
“Si signore.”
“Dobby, tutto a posto? Deed?” domandò Harry.
“Dobby è contento e anche Deed. A Deed piace Hogwarts, piace la biblioteca e i giardini. Signore potrebbe dire a Deed di non andare in girò…”
Harry sorrise: “Deed lavora alla biblioteca, Dobby. E poi ognuno di voi adesso può andare ovunque. Adesso però ci sarebberò le colazioni.”
“Si, Harry Potter.” E elfo sparì.
“Prima mi è sembrato che parlassi con Hermione?” domandò Draco ad Harry.
“Si, era con una strana ragazza, che è scappata appena mi ha visto.”
“Ti da detto niente?”
“Chi? Hermione? Ieri sera abbiamo scambiato qualche parola.”
Arrivarono le colazioni. David beve in un sorso del succo, per poi alzarsi dicendo: “Harry. Draco.” e se ne andò portando con se via il caffè e la torta.
“Ma si porta da mangiare in classe? La preside lo distrugge…” disse Draco.
“Lo sai com’è, David? Solo Hermione beve più caffè di lui.”

Harmony arrivata nell’aula difesa teorica notò con sollievo che il professore non c’era ancora, e andò a sedersi accanto a Tibby, che le aveva tenuto il posto.
“Che è successo? Perché ci hai messo cosi tanto?” le domandò l’amica, non appena Harmony si sedette.
“Oh Niente ho incontrato mio padre…”
“Ah si e cosa gli hai detto? E lui? Sa chi sei? C’era pure Hermione?” le domandò a raffica l’amica.
“Non so cosa mi è presa, Tibby?” rispose Harmony imbarazzata “Non ho detto una parola. Sono arrossita e sono scappata. Mi sono comportata come una stupida ragazzina anzi no, peggio come una di quelle oche che starnazzano con le loro voce stridule: Professor Potter o Harry Potter o quanto sono belli i suoi occhi verdi… Dio non ero pronta a incontrarlo, quello era mio padre, la prossima volta lo sarò e gli farò vedere chi è veramente sua figlia, chi è Harmony Hermione Granger.”
“E’ una ottima idea. Hermione non gli ha ancora detto niente, giusto?”
“Giusto, forse dovrei farlo io, ma mamma non vuole.”

David entrò in classe aveva finito la fetta di torta e stava bevendo il caffè, si avvicinò alla cattedra e ci appoggio sopra il bicchiere.
“Buongiorno ragazzi e ragazze. Finalmente qui a Hogwarts sì può prendere un buon caffè.” E si appoggiò sulla cattedra. “Mi chiamo David Albus Giles e sono il vostro professore di teoria di difesa. In questo corso imparerete a distinguere i vari mostri, chi sono, cosa fanno, i loro poteri e le loro caratteristiche.” E andò verso la lavanda e preso un gesso scrisse e disse: “Classificazione.” Per poi sottolineare la parola.
“Noi ci occuperemo dei mostri umani, metaumani e senzienti. Qualcuno sa farmi un esempio di uno mostro umano?” e tornò ad appoggiarsi alla cattedra.
Harmony alzò la mano.
“Si, signorina Granger?”
“Un vampiro, professore.”
“Si, perfetto dieci punti a griffondoro. E sai dirmi un mostro metaumano?”
“Un gigante.”
“Si, giusto. E che differenza c’è tra un mostro umano e un mostro metaumano, signorina Granger?”
“Le dimensioni, un mostro umano ha dimensioni umane, un mostro metaumano ha dimensioni inferiori o superiori.”
“E’ così complimenti signorina Granger. Ora qualcuno sa dirmi la definizione di mostro senziente?”
Un serpeverde alzò la mano.
“Prego lei, signorina?”
“Parkison. Un mostro senziente ha intelligenza umana, riesce a ragionare e persino a parlare.”
“Ok, sa farmi un esempio?” domandò David.
“Un centauro o un fauno.”
“Si, dieci punti a serpeverde. Noi ci occuperemo appunto di mostri umani, metaumani senzienti. In poche parole: vampiri, licantropi, zombi, fantasmi e spiriti neri, essere acquatici, gorgoni ecc. Per ognuno ne studieremo le similitudini e le differenze. Invece draghi, fenici, ippogrifi, chimere, le studierete col professor Hagrid, in cura delle creature magiche. Ma ora facciamo un passo indietro, qualcuno sa la definizione di mostro?”
“La definizione di mostro di Flash Kirby” rispose Leslie “Dice: un mostro è un essere vivente a cui sono attribuite una o più caratteristiche straordinarie, per le quali si discosta enormemente rispetto ad altri considerati nella norma, “ordinari””.
“La definizione di Flash Kirby.” disse sorridendo il professore “Il problema ragazzi, che non esiste una definizione di mostro perché molti sfuggono a qualunque definizione. Anche la classificazione di cui abbiamo parlato poco fa lascia molto a desiderare.”
“E’ lei professore come si classifica?” Domandò Leslie alzando la mano. “Lei è un immortale, e ha ucciso tante persone in guerra, non è anche lei un mostro?”
“Forse si…” rispose David “Forse è vero anch’io sono un mostro che caccia altri mostri. Sono immortale, ma non per mia scelta ne farei volentieri fatto a meno….”
“Allora è anche colpa sua se ci sono le guerre, e vi chiamano eroi quando non siete altro che dei macellai di uomini.”
“Io e il professor Potter vi insegneremo a riconoscere e a combattere i mostri, ma nessun vampiro, demone o fantasma ha mai fatto ciò che sono riusciti a fare certi uomini. Non dimenticatelo mai Lord Voldemort e i suoi mangiamorte erano degli uomini, degli uomini normali che possono essere più pericolosi dei mostri. Ma continuiamo a parlare della classificazione….”
“Professore ma non ha risposto…” disse Leslie.
David continuò spiegando i pregi e i difetti della classificazione dei mostri, facendo intervenire spesso i ragazzi. L’ora suonò, ma nessun studente si mosse.
“Ehi non dovreste andare da qualche parte, non so per esempio alla prossima lezione.” Disse sorridendo David.

Fuori dall’aula, Harmony guardò Leslie mentre se ne andava.
“Adesso che lezione abbiamo?” domandò Tibby.
“Oh mio Dio, ora abbiamo trasfigurazione.” Rispose Harmony.
Hermione aveva avuto una prima lezione fantastica col primo anno, aveva trasformato la cattedra in una foca e viceversa, questo aveva reso i ragazzini euforici e ansiosi d’imparare, spiego in cosa consisteva la trasfigurazione e poi diede loro un fiammifero da trasformare in un ago.
Finita l’ora i ragazzi s’affrettarono a uscire.
La McGranitt entrò mentre Hermione rimetteva a posto l’aula per la prossima lezione con il quarto anno con le case di Griffondoro e Tassorosso.
“Allora com’è andata la prima lezione, professoressa Granger?” le domandò la preside.
“Al iniziò è stata dura ero più emozionata di loro….”
“Anch’io lo ero alla mia prima lezione, Hermione”
“Dopo un po’ mi sono calmata e tutto è andato molto bene, i ragazzi era tutti entusiasti. Ho dato loro l’esercizio del fiammifero, ma nessuno ci è riuscito a trasfigurarlo in un ago, tranne Anisha House, una ragazzina d’origine indiana che ha reso il fiammifero d’argento e appuntito.”
La preside sorrise e aggiunse: “Mi ricorda qualcuno.”
Hermione arrossì.
“Nella mia carriera d’insegnante solo tu sei riuscita a cambiare il fiammifero alla prima lezione, al epoca anche il professor Silente ne restò stupito, ricordo che disse: la signorina Granger diventerà una strega di prim’ordine. E aveva ragione.”
I ragazzi del quattro anno entrarono al improvviso e subito salutarono la preside, mentre lei usciva dalla porta, ma si fermò un attimo a guardare Harmony e Tibby prendere posto ai primi banchi, e poi guardò sorridendo Hermione, che iniziava a parlare: “Buon giorno ragazzi…”
La lezione consisteva nel plasmare dà della argilla delle riproduzioni in miniatura del esercito di terracotta di Xi’an e poi farle vivere e combattere tra loro, la difficoltà maggiore consisteva nel fatto che bisognava non solo creare le statue, ma anche farle muovere e controllarle.

L’ultima lezione della mattina era la lezione di pozioni. Draco entro nella classe sbattendo la porta, per andare verso la cattedra, dicendo: “Non ci saranno ridicoli sveltoli di bacchette nella mia aula. Non mi aspetto che comprendiate la bellezza insita in un calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, e che comprendiate il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane, ammaliando la mente, stregando i sensi… Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, e mettere un freno persino alla morte.”
E guardò tutti con un’espressione fredda e gli occhi di ghiaccio, per poi senza farsi vedere fare occhiolino ad Harmony e Tibby.
“Cominciamo dalle basi. Signorina Parkison…” disse Draco guardandola.
“Si, professore.”
“Sta mattina passavo vicino alla porta della classe di difesa e ho sentito cosa ha detto al professor Giles. Io non tollerò certi comportamenti, certe mancanze di rispetto verso un insegnante, e se stranamente il professore di difesa ha lasciato correre, io non sono dello stesso avviso. Dimmi le proprietà del sangue di Drago scoperte dal professor Silente?” Era una domanda a livello M.A.G.O.
La ragazza non rispose.
“Non lo sai. Dimmi dove cercheresti Orialcon?”
Lesile si limito a guardare Draco, il suo viso era inespressivo, ma i suoi occhi tradivano un odio molto grande verso il professore.
Sul viso di Malfoy comparve un ghigno e disse: “Allora un’ultima domanda. Dimmi gli ingredienti per fare l’ambrosia?”
Leslie non fiato.
“Questo le serva di lezione signorina Parkison. Non offenda più nessun insegnante di questa scuola e perché se lo ricordi, cinquanta punti in meno a Serpeverde.”
I serpeverde protestarono, ma Dracò li zittì dicendo: “Un’altra sola lamentela e i punti saranno cento.”
La lezione continuò, Draco illustrò la pozione che dovevano preparare e poi iniziò a girare per i banchi aiutando tutti e facendo complimenti ad Harmony e Tibby per l’ottimo lavoro svolto.
Finita l’ora le due ragazze andarono verso i giardini, prima d’andare a pranzo nella sala grande, parlottarono fra loro.
“Caspita, tuo zio ha esagerato con Leslie Parkison, umiliarla in quel modo.”
“Lo zio Draco ha molto rispetto per il professor Giles, Harmony. Durante la guerra, David Giles lo ha fatto entrare nella sua unità dei Corvonero quando nessun lo voleva perché ex-mangiamorte, in più gli ha salvato la vita.”

Il pranzo a Hogwarts era molto più praticò della cena e della colazione, su uno dei tavoli delle case venivano messi diversi tipi di sandwich, pizze, cucina etnica e altri piatti freddi. Gli alunni, come i professori, prendevano quello che voleva e potevano mangiare ovunque, tranne che nei dormitori e nelle sale comuni.
In questo modo l’ora del pranzo era diventato un momento particolare dove si respirava una atmosfera di tranquillità, s’intrattenevano interessanti conversazioni e relazioni, si poteva per esempio giocare a scacchi o navigare su internet con i computer sul tavolo dei Corvonero, o leggere libri.
Hermione ne rimase piacevolmente colpita dai quei cambiamenti, si vedevano studenti delle diverse case ridere e scherzare fra loro, e anche qualche professore si lasciava andare. Seduto in un tavolo c’era Hadrig che parlava ridendo con Acrux e con uno studente di tassorosso mezzogigante, il “dibattito” verteva sulle abitudini dei draghi cinesi.
“Professoressa Granger, puoi unirsi a noi?” la chiamò la McGranitt che era in compagnia di quattro studentesse, Hermione si avvicinò e domandò: “Si preside, che c’è?”
“Vorremo avere la sua opinione su una trasfigurazione posta da Mary.” E indicò una ragazza di serpeverde. Questa arrossì, ma spiego la questione in maniera perfetta. Hermione entrò facilmente nella stimolante conversazione, mentre a pochi metri di distanza nello steso tavolo David, Draco e altri cinque studenti parlavano delle differenze fra l’empirismo inglese e il razionalismo francese.
Dopo qualche minuto la strega vide entrare Harry in compagnia di Ron, i due stavano ridendo e scherzando, tanto che a Hermione sembrò d’essere tornata indietro nel tempo.
“Scusatemi un attimo” e si alzò per andare da Harry rimasto solo perché l’amico era andato a prendere qualcosa.
“Harry” gli disse “Vorrei parlarti quando hai un minuto libero, è una cosa molto importante ti va bene alle sette alla quercia in riva al lago?”
“Va bene Hermione…”
In quel momento entrò Neville, che era appena arrivato a scuola, e si avvicinò e li salutò: “Ciao Harry, ciao Hermione.”
“Neville!!” e si strinsero la mano, poi Harry continuò: “Sono contento di rivederti ho saputo del tuo matrimonio con Susan e del piccolo Bruce.”
“Grazie, Harry anch’io sono stato felice nel sapere del tuo ritorno, lo letto sulla gazzetta del profeta.”
Harry scosse il capo sbuffando.
“Dobbiamo organizzare una riunione fra noi, ci sono delle inquietanti novità.” Disse serio Neville “La professoressa Cooman ha fatto ieri un’autentica profezia che sembra riguardare Voldemort…”
Hermione e Harry guadarono sorpresi il guaritore.
“Ne sei sicuro, Neville?” domandò Harry.
Ma lo sguardo serio dell’amico non lasciva dubbi.
“Organizziamola per quest’sera nella stanza delle necessità, l’orario lo comunicheremo attraverso il galeone falso del ES. Sei d’accordo, Hermione?”
“Si, perfettamente d’accordo.”

“Hermione deve parlarmi di qualcosa d’importante…” Pensava Harry tornado alla stanza delle necessità dal pranzo in sala grande. “…e c’è anche una nuova profezia della Cooman. Bisogna organizzare un incontro, che strano sembrano essere tornati i tempi dell’esercito di Silente.” Si mise la mano in tasca e sentì il galeone falso, ormai lo teneva lì da tempo come porta fortuna.
“Che strano tornare a usarlo…” pensò sorridendo mentre girava un angolo, ma andò a sbattere contro un tassorosso, che gli fece cadere i libri e rompere gli occhiali.
“Oh mi scusi signore, io non volevo. Mi scusi, mi scusi.” Diceva il ragazzino.
“Non fa niente, non ti preocupare. Tu tutto a posto?” disse Harry mentre raccoglieva gli occhiali da terra e gli guardava. “Dov’è Hermione quando mi serve un oculus reparo?” pensò sorridendo e se li rimesse, la lente destra era scheggiata.
E sorridendo riprese a camminare verso la stanza delle necessità, avrebbe lasciato la lente rotta, voleva vedere cosa avrebbe fatto Hermione non appena lo vedeva.
Arrivato sulla porta della stanza delle necessità, stava per entrare quando vide una Griffondoro arrivare di corsa, la riconobbe subito era la ragazza con cui parlava Hermione a colazione.
“Calma.” le gridò “Non sei in ritardo, non sono ancora entrato.”
Harmony aveva il fiatone ed era rossa in faccia.
“Grazie…. professore.” Non sapeva che altro dire e non guardava Harry negli occhi.
Il mago pensò che la ragazza era intimidita da lui e le disse: “Prego, anch’io arrivavo spesso in ritardo. Ma adesso entriamo.”
“Professor Potter aspetti.”
“Si, che c’è signorina…?”
“Ha gli occhiali rotti.” La ragazza prese la bacchetta e gliela punto davanti agli occhi dicendo: “Oculus reparo” e la lente tornò normale.
Harry guardò la ragazza era cosi strano, le ricordava cosi tanto Hermione, aveva lo stesso suo sguardo, il suo tono di voce e la stessa luce negli occhi quando faceva un incantesimo.
“Professore… Signore… mi scusi.” Gli disse Harmony.
“Ehm si…” le rispose lui smettendo di fissarla.
La strega gli sorrise prima di sparire dietro la porta, anche quel sorriso gli ricordò Hermione.
Entrò nella stanza dicendo: “Buon pomeriggio ragazzi sedetevi, grazie.” Raggiunta la cattedra guardò la classe, ritrovando la ragazza con i capelli neri e gli occhi verdi, seduta accanto a una rossa che somigliava molto a Luna. “No, adesso mi preoccupo se tutti gli studenti mi sembrano assomigliare ai miei amici.” Pensò.
S’avvicino alla lavagna e disse ad alta voce: “Mi chiamo Harry James Potter.” E scrisse il suo nome.
“Professore noi sappiamo chi è lei.” Disse un griffondoro.
Harry gli sorrise e continuò: “Sono il vostro nuovo professore di difesa pratica. Direi d’iniziare subito.”
Si sentiva fuori posto. “Cosa gli è passato per la testa alla McGranitt quando mi ha chiesto di diventare insegnante?” pensò “E cosa mi ha convinto a tornare qui?” poi sentì in se una voce femminile che non sentiva da anni, la voce di Hermione: “Che domande? Sei tornato per me, sei tornato per proteggermi, sei tornato perché sei innamorato di me.”
“Hermione riesce sempre a convincermi a fare anche cose che non voglio fare, è sempre stato cosi fin da quando eravamo dei ragazzini. Ed eccomi tornato qui di nuovo, questa volta a insegnare ufficialmente come professore, è veramente strano che il posto sia pure lo stesso del ES.”
“Allora.” disse “Dato che non ci conosciamo e che sono tre mesi che non fate incantesimi di difesa direi di cominciare con un po’ di ripasso. Per esempio l’incantesimo di disarmo: Expelliarmus.” Disse Harry portandosi davanti alla cattedra. Era ancora strano impartire delle lezioni. “Sono sicuro che Hermione se la caverebbe meglio di me in questo ruolo.” E di nuovo sentì la voce di Hermione dentro la testa: “Non è vero lo sai.” Si preoccupò “Che stia diventando schizofrenico a sentire sempre la sua voce” “No, scemo” gli disse la voce, poi ricordo quella notte al quinto anno quando i suoi due migliori amici gli proposero l’idea del ES e una frase di Hermione: “Harry, ma non vedi? E’ per questo che abbiamo bisogno di te… dobbiamo sapere c-che cosa vuol dire davvero affrontarlo… affrontare Voldemort.”
Intanto aveva spiegato l’incantesimo e domandò: “Adesso avrei bisogno di un volontario per una dimostrazione pratica, qualcuno vuole venire?”
Ma nessuno disse nulla o si mosse, nessuno voleva passare per cretino davanti al nuovo professore.
Harry sorrise e disse: “Avanti, non c’è niente di cui avere paura. Forza un po’ di coraggio e di saggezza.” Voleva con quella frase stuzzicare il coraggio dei Griffondoro e la conoscenza dei Corvonero.
Harmony si alzò dal suo posto e disse: “Vengo io professor Potter.”
“Ok signorina….?”
Ma Harmony non rispose e mentre camminava verso di lui, pensava: “Che strano, l’emozione d’incontralo è scomparsa. Adesso gli voglio far vedere quello che so fare, quello che sa fare sua figlia.”
Arrivata davanti a lui, lo guardò negli occhi.
Di nuovo Harry non riuscì a non pensare quanto quello sguardo somigliava a Hermione e anche che quelli occhi verdi erano stranamente famigliari, per un attimo la sua mente sovrappose il viso di sua madre, Lily, a quello della ragazza che aveva davanti. Quelli occhi verdi erano gli occhi di sua madre, ma com’era possibile?
“Bene, signorina cominciamo?”
“Si, professore.”
“Ma ci vuole un po’ più di spazio.” E disse alla stanza “Ho bisogno di una stanza più grande per allenarci.”
La stanza delle necessità obbedì prontamente: la cattedra si mosse al indietro per venire inghiottita dalla parete e poi questo si spostò di qualche metro al indietro.
Harry e Harmony s’allontanarono di qualche passo, poi il professore domandò: “Pronta?” ed estrasse la sua bacchetta.
Harmony pensò estraendo la sua: “Quella è proprio la bacchetta di Voldemort…” l’aveva vista in una delle illustrazioni delle cronache poi rispose: “Si, signore...”
Harry presa posizione grido: “Expelliarmus”
L’incantesimo scaturito dalla bacchetta di Harry colpì quella di Harmony, la ragazza cercò di tenerla stretta, ma una forza incredibile gliela strappò di mano per poi lanciarla lontano. Harmony abbassò lo sguardo era così delusa di se stessa. Voleva fare bella figura invece… Sapeva che però l'expelliarmus era l’incantesimo preferito da Harry Potter e che nessuno al mondo lo eseguiva meglio di lui.
Harry disse: “Accio bacchetta.” Richiamando a se la bacchetta di Harmony che gli volò nella mano sinistra.
“Che strano.” Pensò “Questa bacchetta è molto strana mi ricorda, la mia vecchia bacchetta.”
“Signore, vorrei riaverla.”
“Si, certo.” E gliela lanciò, e Harmony la prese al volo.
“Grazie, signorina….” Poi alla classe “Un incantesimo di disarmo abbinato a uno di richiamo, può essere un buon sistema per mettere in difficoltà un avversario, naturalmente se si tratta di un mago.”
Harmony era ancora in piedi.
Harry la guardò, come se si aspettasse una reazione e le domandò: “Signorina… Cosa c’è?”
“Professor Potter… voglio la rivincita.” Disse Harmony alzando lo sguardo, i suoi occhi brillavano di una luce strana, sembrava che ci fosse un fuoco dentro, un fuoco verde smeraldo. “Voglio combattere contro di lei ad armi pari. Niente stupide dimostrazioni, un vero duello magico.”
La classe mugugnò e poi tutti guardarono il professore.
Tibby pensò: “Oh Merlino è pazza, è pazza come Ungaro Spinato.”
Harry sorrise guardò quella strana ragazza negli occhi. Conosceva quello sguardo, lo aveva già visto molte volte sul viso di Hermione, soprattutto in quella stessa stanza durante gli allenamenti dell’ES.
Come professore non doveva accettare, ma qualcosa si accese in lui, anche perché oltre che ad Hermione quella ragazza le ricordava lui alla sua età, quando aveva affrontato il torneo tre maghi. Non poteva dirgli di no, era come dire di no a Hermione.
“Ok Griffondoro accetto la sfida.” E si tolse la giacca e si arrotolo le maniche della camicia.
Harmony fece lo stesso e disse: “Ci andrò piano con lei.”
“Qualcuno di voi Corvonero ha mai fatto da arbitro in un duello?” domandò Harry.
“Io, Professore” e si alzò un ragazzo alto e robusto.
“Come ti chiami?” domandò senza distogliere lo sguardo da Harmony.
“William Gray”
“Bene William. Fai il tuo dovere.” Poi alla ragazza “Chi disarma prima avversario vince, va bene ragazza del mistero?”
“Perfetto.”
“Cominciate.” Gridò William.
Harmony lanciò expelliarmus non verbale.
Harry innalzando uno scudo, anch’esso non verbale.
“Notevole, veramente notevole. Come ha fatto a lanciare un incantesimo non verbale?” Pensò lui “Lo scontro si fa interessante. Iniziò a divertirmi” e sorrise.
“E’ sorpreso!” pensò lei sorridendo “Ma ancora non ha visto niente.”
Harry lanciò un expelliarmus, ma Harmony alzò uno scudo respingendolo.
“Ma quello era il Valiant.” Pensò “Come fa questa ragazza a conoscerlo? E’ uno degli incantesimi creati da Hermione.”
Harmony gridò: “Ho bisogno di un potente soffio di vento e di un po’ di nebbia per vincere.”
La stanza le obbedì, il vento distrasse Harry e subito dopo la nebbia nascoste la giovane strega che lanciò subito un expelliarmus, che disarmò il professore facendogli cadere la bacchetta a terra.
Lui stava per raccoglierla quando, sentì dire: “Accio bacchetta.”
La nebbia sparì e al suo posto comparve Harmony che teneva una bacchetta per ogni mano .
Harry s’rialzò e ridendo disse: “Ottimo lavoro, signorina… venti punti a Griffondoro.”
I Griffondoro applaudirono.
“Grazie, professor Potter.”
“Lei ha grandi capacità in difesa contro le arti oscure e ha sfruttare al meglio la magia della stanza delle necessità. Chi le ha insegnato a combattere?”
“Mia madre, professore.” Rispose Harmony mentre tornava al suo posto.
“E chi è la conosco?”
La ragazza non rispose.
“Posso sapere almeno il nome di chi mi ha battuto?”
“Si, certo, mi chiamo Harmony Granger, professor Potter.”
“Granger!!!” esclamò sorpreso Harry.
E l’ora suonò.

Harry uscì dalla stanza molto agitato, dopo che gli studenti erano usciti.
“Harmony è sua figlia non ci sono dubbi.” Pensava mentre scendeva per raggiunge l’aula di trasfigurazione. “Perché non mi ha detto niente di sua figlia? Hermione ha una figlia, una figlia.”
Arrivato davanti alla porta della classe di trasfigurazione l’aprì senza pensarci, gli studenti non erano ancora usciti. “Hermione.” Le grido “Io e te dobbiamo parlare!!”
Tutti guardarono Harry un po’ sorpresi, mentre il mago si avvicinava alla professoressa Granger.
“Perché? Perché non mi ha detto niente di lei?”
“Harry…” sussurrò lei poi disse alla classe: “Potete andare ragazzi.”
Gli studenti del terzo anno svuotarono l’aula in pochi istanti.
“Come osi entrare nella mia aula come un pazzo mentre io sto facendo lezione?”
“Me ne frego della tua lezione. Perché non mi hai detto d’avere una figlia?”
La strega non sapeva cosa dire.
“Allora Hermione?”
“Non era una cosa semplice da dire.”
“Non era semplice!! Ma scommetto che gli altri lo sanno. Come hai potuto tenermi nascosto questa cosa?”
“Io non volevo, cercavo il momento migliore.”
“Cazzo, Hermione, una figlia. Tu hai una figlia.” Poi si fermò un attimo “E’ per lei che sei fuggita da tutti, che sei fuggita da me?”
La strega annui.
“Chi è il padre?” domandò freddamente Harry.
“Harry...”
“Ti ho chiesto chi è il padre, cazzo.”
“E perchè vuoi saperlo? Perchè dovrei dirtelo? Che cosa t'interessa?”
“Tu dimmelo! Devo saperlo, se non me lo dici tu, l'ho chiederò ad Harmony.”
“Lasciala fuori da tutto questo” gli gridò Hermione.
“Allora dimmi quel nome...”
Non rispose e abbasso lo sguardo.
“Non mi lasci altra scelta.” Si volta e fece per andarsene.
“Harry dove vuoi andare?” gridò lei con le lacrime agli occhi.
“Vado da tua figlia, lei lo saprà” le gridò.
“Ti prego no, lasciala in pace…” cercando di prenderlo per una spalla.
“No…” e si scrollò la sua mano di dosso, raggiungendo velocemente la porta.
Hermione cercò di corrergli dietro, ma inciampo in un banco cadendo. Harry sentì la caduta si voltò e gridò: “Hermione…” la soccorse gridando: “Mio Dio, Hermione.”
Lei alzò li viso e lo guardò con gli occhi pieni di lacrime e di odio. Lui l’aveva vista piangere in quel modo solo altre due volte nel ufficio della Umbridge e poi quel giorno quando l’aveva respinta.
“Perdonami…” le sussurrò.
“Vai all’inferno….” Gli disse lei.
Lui la prese in braccio e la porta verso la cattedra.
Lei sentì il suo odore, in quelli anni non era cambiato, era sempre dolce e sapeva di uomo. Senza accorgersene appoggio la testa sul suo braccio, si sentiva protetta, la stretta di lui era calda e forte, ma non opprimente. Solo ora si rendeva conto di quanto gli fosse mancato quel tocco gentile, di quanto gli fosse mancato lui. Quelle sensazioni erano un sogno, un sogno di un ricordo lontano. Harry la mise sulla sedia, per poi abbassarsi e guardala.
La strega aveva ancora gli occhi rossi e il viso bagnato dalle lacrime, lui gli accarezza il volto dolcemente, e poi le disse: “Perdonami, sono stato uno stupido….”
Lei lo guardò negli occhi stupefatta.
“….scusami non dovevo chiedertelo.” continuò il mango e stava per andare, quando lei lo chiamo: “Harry.”
Lui si voltò.
L’amica sorrideva e piangeva: “Davvero non l’hai capito, Harry? Harmony ha i capelli neri e gli occhi verdi… Signor Potter lei non ha spirito d’osservazione.”
“Hermione… Io non capisco.” Poi un lampo gli attraversò la mente “Oh mio Dio, lei, tu… io… io… io sono… oh merlino…. Miseriaccia…. Harmony è… lei è mia figlia… nostra figlia…. Io ho una figlia di dodici anni.”
“Quattordici anni, Harry…” ed Hermione sorrise.
“Quattordici… si certo quattordici. Ma com’è successo?”
“Com’è successo? Vuoi che ti faccia un disegnino?”
“Voglio dire… è fantastico, una figlia. Ho una figlia… io… Lei lo sa?”
“Si, sa che tu sei suo padre…”
“Quella matta lo sapeva e mi ha sfidato…”
“Cosa ha fatto?”
“Mi ha sfidato a un duello di magia e mi ha battuto davanti a tutti.”
“Veramente?” disse Hermione ridendo.
“E tutta sua madre, un pezzo staccato da un altro blocco.”
I due si misero a ridere insieme, non lo facevano più da molto tempo.
Harry però tornò serio e disse: “Perché non mi hai detto nulla? Perchè non mi hai detto che eri incinta?”
Hermione sospirò: “Harry… avevamo solo diciassette anni, e poi eravamo in guerra, tu eri cambiato…. Volevi solo la vendetta, vendicare Sirus e Silente per te era diventa un’ossessione, c’era solo odio nel cuore cuore…”
“Non è vero, Hermione, io non potevo di….”
“…tu non mi amavi Harry. Quando ho saputo di Harmony, non sapevo bene che fare, ma sapevo che dovevo difenderla, proteggerla. Sapevo d’amarla perché era mia e tua… era nostra Harry. Ma sentivo ho sentito di doverla portare lontano dalla guerra, dai tuoi nemici e dal tuo odio.”
“Sarei cambiato, per te, per lei… Tu non mi hai dato la possibilità di cambiare… io ti a… io vi avrei protette.” Harry sospirò “Ma posso capire perché l’hai portata via, perché sei fuggita.” E pensava “Se solo sapessi quanto la tua lontananza mi abbia ferito, se solo sapessi quanto ti amo Hermione.”
“Hermione, io voglio conoscerla, voglio far parte della sua vita. Ti prego.”
“Non dipende da me, ma da Harmony. Lei al momento è confusa… la sua vita è cambiata, anche se sta reagendo molto bene. Per ora cerca di starle vicino, cerca di conoscerla perché anche lei vuole conoscerti.”
Hermione continuò raccontandogli la vita di Harmony.