lunedì 25 febbraio 2008

Due streghe

Capitolo quarto: 31 ottobre 1981

Dopo il caffè, tornarono a Piccadilly Circus e qui cenarono in un locale al iniziò di Regent Street, usciti dal ristorante James propose: “E se andassimo a vedere un musical, ho letto splendide recensioni per Alice nel paese delle meraviglie o potremo vedere il film Labyrinth con David Bowie lo danno proprio qui alla Trocadero”
Le due streghe ne furono entusiaste e acconsentirono con gioia.
Usciti dal film tornarono a casa e dopo aver messo a letto il piccolo Harry, Lily preparo la stanza degli ospiti per Hermione.
La giovane strega andò a dormire quasi subito, ma prima Lily gli auguro buona notte, poi chiuse la porta della stanza, nel corridoio l’aspettava James.
“Hai capito come ha fatto a venire qui?” gli domando lui
“Si è stata colpita da un Hermes.”
“Oh allora è stata lei a voler venire qui?” domando il mago
“Si forse anche solo inconsciamente. Mi ha raccontato che il divorzio dei suoi è ormai ufficiale e tra le cose di Harry ha trovato una nostra fotografia magica. Forse il fatto di volerci conosce come i genitori del suo miglior amico, legato al suo bisogno di una famiglia l’ha portata ha desid…”
“Lily!?...” la interrupe James con espressione molto seria
“No, James, non pensalo neanche per scherzo.”
“Ehy non sai neanche cosa stavo per dire.”
“Io non ti lascio.”
“Ascoltami, forse non è necessario che Harry resti pure senza madre, io potrei trattenere Voldemort e tu e il bambino scappare.”
“James io non ti lasciò, non ricordi quando ci siamo sposati abbiamo promesso di condividere tutto nella gioia e nel dolore…”
“Dimmi la verità l’hai pensato di scappare lontano o di chiamare tutto l’ordine per fare una bella sorpresa a quel bastardo?” disse James
“Si, certo, ma sarebbe inutile. Lui vuole Harry è non si fermerà di fronte a niente o a nessuno fin quando non l’avrà ucciso. Però ora sappiamo che Voldemort può essere fermato e che sarà proprio nostro figlio l’eroe che lo ucciderà. C’è da esserne fieri quanti genitori possono dire di conoscere già il glorioso futuro nel loro bambino. Però al tempo stesso mi dispiace per le grandi sofferenze che il nostro piccolo dovrà patire.”
“Non preoccuparti, avrà Hermione al suo fianco e anche quel Ron che da quanto ho capito è un osso duro, un vero amico. Harry sarà fortunato, Lily, vivrà una meravigliosa avventura, avrà un grande amore, e due amici disposti a tutto per aiutarlo. Hai sentito il racconto di Hermione anche senza di noi è venuto su proprio bene.”
Lily annui e si avvicino a James, lui la strinse gli sorrise e poi guardo la porta della stanza degli ospiti e disse: “E’ una ragazza fantastica….Sono contento d’averla potuta conoscere.”
“Anch’io….Ehy signor Potter, devo essere gelosa della migliore amica di mio figlio.”
“Forse si…se avessi qualche anno in meno e…non avessi già incontrato il mio angelo” disse lui sorridendo e anche Lily sorrise; poi James aggiunse: “Non potrei immaginare una ragazza migliore per Harry, cosi bella, cosi fantastica, cosi…. simile a te” e bacio Lily poi aggiunse “Ma perché non stano insieme?”

Il mattino seguente Lily e James sentirono arrivare dalla cucina un buono odorino e trovarono Hermione, a ritmo di Physical di Olivia Newton John, che preparava la colazione canticchiando e ballando. Harry sul suo seggiolone la guardava e batteva le manine tutto contento. La giovane strega era di spalle mentre faceva la spremuta d’arancia e non si era ressa conto della presenza dei padroni di casa che la guardavano.
“Ti diverti, Harry.” disse la strega contenta “Sai poca gente mi hai mai visto cosi…. rilassata. In vacanza preparavo spesso la colazione ai miei genitori, certo la musica era migliore di questa cosa anni ottanta però ha il vantaggio di farti scatenare. Ti metti a ballare e neanche te ne accorgi.”
“Sono d’accordo.” disse James
“Oh da quanto tempo siete li?”
“Da abbastanza da vedere una caposcuola di Griffondoro scatenarsi nella danza con un pezzo di Olivia Newton John” scherzo James
“James smettila.” intervene Lily tirandogli poi una gomitata allo stomaco poi disse a Hermione: “Non dovevi preparare la colazione, ci avrai pensato io.”
“Voi siete stati cosi buoni con me che pensavo in questo modo di sdebitarmi. Ma ora mangiamo.”
Dalla radio vennero le note di Bohemian Rhapsody dei Queen.
“Oh Merlino, ecco finalmente della buona musica. I Queen grazie d’esiste” disse James “Hermione dimmi un’altra cosa del futu….”
“Diventeranno famosi quasi quanto i Beatles, James”
“Sirus Black ovunque tu sei prendi e porta a casa.” Poi alla moglie “Signorina Evans mi concede questo ballo.”
“Certo signor Potter.” e ballarono stretti, intorno al tavolo per poi scatenarsi nella parte più ritmata, intanto Hermione aveva preso il piccolo Harry in braccio, ballando con lui, il bambino si divertiva. “Fosse cosi facile farti ballare quando sarai grande Harry.” disse sorridendo la ragazza.
Poi una mano batte dietro la piccola spalla del bambino. “Permette signore, che io ballo con la sua dama.” disse ridendo James che poi simulando la voce del bambino si rispose: “Per fortuna che sei tu, papà, se fosse stato Ron col cavolo che ti permettevo di fare un ballo con la mia Hermione” poi a Hermione “E’ un po’ geloso il tuo cavaliere.”
Hermione rise e passo il bambino alla madre, e si mise a ballare con James.
“Sei brava, Hermione. Chi ti ha insegnato?”
“La professoressa McGranitt”
“Non mi dire che insegna ancora a ballare a tutta la casa di griffondoro. Chi è stato lo sfortunato che ha dovuto ballare con lei? Ai miei tempi era stato Remus.”
“Ron.”
“Poverino.”
Hermione rise.
“Avrei voluto conoscerlo questo Ron. Ronald Weasley, il Sirus di mio figlio….”
“E’ vero. Ron si butterebbe nel fuoco per Harry.” rispose la giovane strega “Non si direbbe a guardarlo ma ha coraggio da vendere.”
Poi da una finestra si sentì miagolare, era un gatto nero a pelo corto.
“Bastet sei tornata finalmente.” gli disse Lily poi a Hermione “Ti presento la mia gatta, Bastet. E’ per metà….”
La ragazza la guardo e sorrise: “kneazle.”
“Si. Ma come hai fatto?”
“Anch’io ho un gatto, si chiama Grattastinchi, e anche lui e per metà kneazle.”
Bastet guardo Hermione, la squadro dai piedi alla testa poi gli si avvicino e fece l’effusa, passandogli tra i piedi.
“Gli sto simpatica.”
“Non c’erano dubbi sei della famiglia ormai”
“Una Potter ad honorem… almeno fin quando non prederai ufficialmente il cognome….” disse James
Hermione arrossi e Lily grido: “James….”
Intanto Harry era stato messo di nuovo nel seggiolone e salutava Bastet aprendo e chiudendo la manina.
Finalmente si misero a fare colazione. Lily dava la mangia a Harry, mentre parlava di magia con Hermione. James guardava la scena e penso: “E’ questo che un uomo dovrebbe sognare, perché gli uomini si fanno la guerra, quando la cosa più importante è avere una famiglia. Vorrei avere più tempo, vorrei aver potuto godermi di più tutto questo. Maledetto Voldemort…”
“Lily se vuoi posso dargli da mangia?” gli domando Hermione
“Mi dispiace, ma neanche James può imboccare Harry, questo diavoletto mangia solo con me.”
“Lasciami provare, Lily?”
“Ok come vuoi.” E li passo il bambino, sorridendo. Hermione lo presse e gli sorrise, il bambino rispose al sorriso e rimase estasiato dal sguardo della giovane strega. Lei intanto si stupiva nel vedere quegli splendidi occhi verdi, il suo Harry era li, bambino si, ma era sempre il suo Harry. Il piccolo non sapeva parlare, ma tra loro non c’era mai stato bisogno di parole, bastava guardarsi. Hermione lo strinse a se e si commosse.
“Cosa c’è, Hermione?” gli domando Lily
“No, niente, voglio tornare a casa.” rispose lei, mentre una lacrima gli scendeva dalla guancia “Voglio tornare da lui. Ho bisogno di lui. Ho bisogno d’amarlo….”
Il piccolo Harry viste le lacrime, si sorprese e gli accarezzo il viso con la manina, come per dire non piangere. Per la giovane strega fu come ricevere una scossa elettrica, quel tocco gentile era lo stesso, lo stesso del Harry grande.
“Va bene, piccolo, non piango più. Contento ora?” e gli sorrise
Il bambino sorrise, anche lui, poi guardo la madre come per dire hai visto, mamma, l’ho fatta ressa felice.
“Si sei stato bravo, bambino mio.” gli disse la madre “Promettimi che farai sempre sorridere la tua amica Hermione.”
“Sai, Hermione,” disse James “Ti dona tenere in braccio un bambino, sarai una madre perfetta....”
Hermione arrossi e abbasso lo sguardo
“Ora basta, James, la vuoi smettere di metterla in imbarazzo.”
“Ma che ho detto, ho solo detto che in un futuro, sarà una buona madre, naturalmente di un piccolo Potter, griffondoro e cercatore; la stirpe continua” disse trionfante James
Lily lo stava per richiamare, quando sentì: “James…” con lo stesso tono che usava lei per rimproverarlo in modo scherzoso, detto da Hermione. Le due streghe si misero a ridere.
“Ehy ma cosi non vale, sono in inferiorità numerica.” Poi guardo il bambino ancora tra le braccia di Hermione “Almeno, Harry, sostienimi tu, figlio mio.”
Il bambino lo guardo, ma strinse forte Hermione.
“Anche il sangue del mio sangue mi ha tradito. Dove siete Sirus e Remus quando ho bisogno di voi, amici miei.” e il povero James Potter abbasso la testa sconsolato.
Harry guardo il papà triste e disse: “Jam pap” imitando il tono della mamma
Tutti guardarono il bambino che aveva pronunciato le sue prime parole.
James esplose: “Mi ha chiamato, sono stato la sua prima parola.” E corse per prenderlo in braccio, ma il bambino si volto e disse a Lily: “Mam.”
“Si piccolo, bravo, Harry io sono la mam.”
Poi il bambino alzo lo sguardo verso Hermione e la chiamò: “…mione.” E la strinse forte. La giovane strega non poteva crederci. Lo strinse anche lei, e poi passo il piccolo alla madre. Lily guardo Harry e poi Hermione. Le due streghe si erano commosse, mentre James aveva preso un espressione fiera e decisa, come a guardare un orizzonte che però non c’era. Suo figlio aveva parlato, era stato la sua prima parola.
A un tratto si sentì picchiare sul vetro della finestra era un gufo.
“Oh, Athena.” disse James contento e apri la finestra facendola entrare.
Athena era una splendida civetta bubuk, che a Hermione ricordo Edvige.
“Lei è il mio gufo, Athena.” disse James mentre toglieva una lettera dalla sua zampa, lesse intestazione: “Albus Silente.” e apri la lettera e lesse ad alta voce.
“Cari James e Lily e naturalmente il piccolo Harry. Mi dispiace che James non mi abbia trovato ieri, ma è sorto un grave problema che necessitava della mia presenza; ma la professoressa McGranitt, mi ha spiegato tutto, non preoccupatevi per la vostra cara ospite, Hermione Granger, tornerà al suo tempo prima della mezzanotte di oggi. Mi dispiace di non averla potuta conoscere, ma credo che la conoscerò in futuro. Augurategli da parte mia un buon ritorno a casa”
“Il professor Silente è unico” disse Hermione un po’ malinconica.
“Si è un grande mago e un grande uomo” disse Lily
Intanto James aveva preso Athena ed era uscito dalla cucina, e si rinchiuse nel suo studio, qui scrisse una lettera e incarto un pacco magico. Preso il suo gufo, gli affido una grande busta e il pacco e aperta la finestra stava per farla volare via.
“Athena, vai da Remus, e non tornare, hai capito amica mai non tornare.”
L’animale capì dal espressione del suo padrone che quello era un addio, James l’accarezzo poi la lascio andare, la civetta aperte le magnifiche ali e volo.
Uscito dalla stanza James vide Lily aspettarlo nel corridoio.
“Fatto, amore mio.”
Lily gli sorrise poi gli disse: “Perché non andiamo a fare un picnic, tutti e quattro insieme?”
“Ottima idea.” rispose lui
I Potter andarono in cucino dove la giovane strega giocava con il piccolo Harry.
“Hermione, abbiamo pensato di fare un pic-nic a pranzo, ti va bene?” domando Lily
“Si, ma pensavo di lasciavi soli…. Io potrei pensare ad Harry per un po’.” Rispose Lily
“Soli, perché?” domando James con una espressione strana e poi guarda la moglie.
“Ma…” disse Hermione
“Ascoltami, oggi è un giorno come un altro, anzi no passeremo una bella giornata con una nostra amica, anzi con la migliore amica di Harry” disse Lily guardando prima la ragazza e poi il suo figlio.
“Ok è dove andiamo?” la giovane strega
“Oh prima al British Museum, cosi vi faccio contente” disse allegro James “Poi a Natural Museum, cosi io e Harry vediamo i dinosauri.” E presse il bambino dalle braccia di Hermione
Lily a Hermione “E’ incredibile un marito e padre di famiglia che è pazzo per i dinosauri…”
“…e i draghi non ti dimenticare i draghi” disse James tutto allegro “Non sono belli quei enormi lucertoloni, Harry?” Il piccolo rideva
“...A volte mi chiedo chi sia più bambino fra i due?” continuo Lily
Hermione era allegra e domando: “Il Pic-nic allora lo facciamo nei pressi del Natural Museum?”
“Si o in qualunque posto le nostre dame vogliano andare.”
La giornata fu fantastica, si divertirono in tutte due i musei, per poi tornare a casa. Harry dormiva beatamente fra le braccia di Lily mentre rientravano.
L’ora in cui il signore oscuro stava per bussare alla loro porta era quasi arriva.
James si mise davanti alla porta d’ingresso con in mano la bacchetta.
“Morirò,” pensò lui “ma quello stronzo dovrà sudare per raggiungere mia moglie e mio figlio.”
Intanto Lily ed Hermione mettevano a letto Harry.
“Lily….perché?” domando triste la giovane strega
“No, va bene cosi Hermione.” gli rispose mentre metteva giù nella culla il bambino
“Vorrei avere il tuo coraggio.”
Lily guardo la giovane strega e sorrise: “Non è coraggio, Hermione, in realtà ho paura, e anche James. E’ amore…solo amore. Il nostro amore per Harry. Lo capirai quando avrai un figlio. Ora ti prego vai via, non voglio pensare a cosa potrebbe succederti se Voldemort ti trovasse qui con noi.”
“Io non me ne vado, forse sono stata portata qui per aiutarvi, per cambiare la storia, Lily, per permettere a Harry d’avere finalmente una famiglia. Lo affronteremo insieme….”
“No!!!!” disse Lily e puntata la bacchetta su Hermione gridò “Teletrasportus”, la giovane strega fu colpita da un raggio giallo e si smaterializzo.
James entrò nella stanza del bambino subito dopo e disse: “L’hai teletrasportata lontano?”
La strega annuì
“Lily Evans” le sussurrò lui avvicinandosi “Io ti amo” e la bacio con passione
“Anch’io ti amo, James Potter.”
James sorrise e si avvicino alla culla, il bambino s’era appena svegliato. James lo bacio su una guancia e gli sussurro: “Addio piccolo Harry, cresci forte e saggio, papa ti vuole bene”
Detto questo uscì dalla stanza e scese le scale.
Lily si avvicino alla culla, presse il bambino e lo strinse forte.
“Ti voglio bene.” E lo rimise nella culla e si volto verso la porta della camera
Si sentì un boato e la porta d’ingresso fu sfondata da un incantessimo. E comparve sul uscio un ombra nera.
James grido: “Voldemort”
E’ il signore oscuro sorrise e sibilo: “James Potter, non hai paura del mio nome.”
“Tu sei solo un vecchio pazzo, con manie di onnipotenza, sei venuto qui per parlare o per combattere?”
“Sono venuto qui per uccidere, uccidere tuo figlio.”
“Non ci riuscirai, Expelliarmus” grido James, ma Voldemort blocco l’incantessimo con il palmo della mano
“Tu qui, mi aspettavo di più da uno dei migliori maghi di Griffondoro, non che allievo di Albus Silente e membro del Ordine della Fenice. Questo è un Expelliarmus ….” E grido puntango la bacchetta: “Expelliarmus”
James fu investito in pieno e lancia al indietro con la scala. Voldemort avanzo, James provo a rialzarsi e grido: “Lily scappa.” E provo a puntare la bacchetta, ma il mago oscuro fu più veloce, gli blocco la mano e inizio a stringere con le sue dita ossute fino a rompere le ossa di James, che grido. Lasciata la pressa, James s’avvicino la mano destra dolorante al petto e raccolse la bacchetta con la sinistra.
“Potter tu devi essere pazzo, non puoi sconfiggermi, perché non ti metti da parte voglio solo la vita di tuo figlio. Non mi costringere a uccidere un fratello purosangue come te.”
James dolorante si rialzo “Ehy fantasma del opera, non chiamarmi fratello.”
“Sei patetico, non ti reggi neanche in piedi.” disse l’oscuro signore avanzando
“Lame di luce” grido James e dalla bacchetta scaturirono delle piccole frecce di luce, ma Voldemort aveva creato uno scudo che le blocco quasi tutte, ma una sfondo lo scudo ferendo l’oscuro signore alla guancia destra con un profondo taglio.
Voldemort si tocco il viso e poi si guardo la mano e visto il sangue, urlo con gli occhi ingnettati di sangue “Coma hai osato, lurida feccia, di ferire il mio bellissimo volto.” E prese James dalla camicia e lo solevo a mezz’aria. James sorrise e gli sputo in faccia. Voldemort lo scaravento a terra l’urto fu tanto forte che il corpo del mago sfondo il pavimento, James senti chiaramente il rumore delle vertebre del suo colo spezzarsi, intanto l’oscuro signore saliva le scale e diceva “Non morire cosi preso, Potter, voglio vedere la tua faccia quando smembrerò tuo figlio davanti a te e a tua moglie.” e iniziò a ridere.
A meta della scala c’era Bastet seduta.
“Vattene palla di pelo, non ho tempo da perdere.”
Ma la gatta nera non si mosse, guardando Voldemort negli occhi, pronta ad attaccare. Il felino balzò cercando di ferire il mago oscuro al colo con gli artigli, ma quello fu più veloce, e con un largo movimento del braccio colpi la gatta, che cadde a terra. La bestiola cerca di rialzarsi, per continuare a combattere ma le sue zampe non riuscivano a reggerla, probabilmente erano rotte. Il mago guardo l’animale per un secondo, si mise a ridere, mentre continuava a salire le scale.
Bastet con tutta la sua forza si avvicinò a James miagolando, il mago cerco di sorridere e disse: “Ben fatto, gattina, ben fatto.” Poi senti una fitta, sussurrò: “Lily, Har…” e James Potter abbasso lo sguardo, chiuse gli occhi e morì.
Voldemort arrivato in cima alle scale, percorse il corridoio per entrare nel ultima porta, l’apri e vide Lily rivolta verso la culla di Harry. La strega guardava il figlio che gli sorrideva. A un tratto si volto verso Voldemort e lo guardo negli occhi.
“E cosi tu sei Lord Voldemort, o forse dovrei dire Tom Marvolo Riddle…”
“Non dire quel ridicolo nome babbano, donna, sporca mezzosangue, e togliti dalla mia strada, Lord Voldemort non vuole te.”
“Vuoi mio figlio, e bene Tom Riddle, io non mi sposterò. Poi mi hai chiamato sporca mezzosangue, non più ne meno di quello che sei tu. Non so come facciano tutti ad aver paura solo a pronunciare il nome che ti sei scelto; dicono che sei il più potente mago del mondo, io ti guardo ora e vedo soltanto una ragazzino solo e spaventato che non ha mai avuto l’affetto e l’amore di cui aveva bisogno.”
“Smettila” grido il mago oscuro “Basta. Io sono Lord Voldemort, i maghi tremano solo a sentire il mio nome, donna, io sarò il padrone del regno magico e dopo di tutto il mondo. Io sono l’erede di Salazar Serpeverde. Io sono nato per essere il futuro della umanità. Io sarò eterno.”
“Tu non sei il nostro futuro, tu sei il passato. Tu, Tom Marvolo Riddle, verrai battuto come tutti gli altri pazzi prima di te, perché l’odio non può esistere, sul odio non si può costruire niente tranne la morte e la violenza. E come tutti mali di questo mondo anche tu sarai debellato con l’amore, il coraggio, la determinazione e il sacrificio.” disse lei faccendo un passo verso di lui, e continuando a guardarlo negli occhi, per la prima volta da quando era diventato Lord Voldemort, Tom Riddle aveva paura, paura del coraggio di una donna, disposta a tutto per salvare suo figlio. E mentre Lily si faceva avanti, il mago oscuro si resse conto d’indietreggiare, di tremare, di non poter sostenere quello sguardo, quelli occhi verdi, quei dannati occhi verdi.
“Basta non avvicinarti, non fare un altro passo squaldrina.” Grido
“Che succede, Lord Voldemort ha paura di una donna, di una strega mezzosangue.”
“No, io non ho paura. Tu non puoi farmi paura!!! Io non posso perdere. Io sono il mago più potente al mondo. Expelliarmus” grido.
Lily fu lancia verso la culla di Harry.
“Ora guarda, mezzosangue, come io non ho paura. Guarda il potere di Lord Voldemort” e puntata la bacchetta contro Harry grido “Avada Kevadra”
“No!!!” grido Lily, alzandosi e faccendo scudo a Harry, il lampo verde gli attraverso il corpo, colpendo Harry alla testa, ma in qualche modo l’incantessimo torno indietro colpendo Voldemort al petto. Lui si mise le mani sul cuore e cadde in ginocchio, poi alzo lo sguardo verso Lily, che era ancora in piedi reggendosi alla culla.
“Cosa mi hai fatto, mezzosangue? Cosa è successo perché il Avada Kevadra, mi è tornato indietro?”
Lily gli sorrise amaramente, mentre una goccia di sangue scendeva dalle sue labbra.
“Voldemort tu non potrai mai capirlo….non potrai mai capire cose l’amore….”
“Non, non può essere, che l’amore sia più forte del mio potere, non può essere, non può essere…..” e detto questo uso tutta la forza che gli restava per smaterializzarsi lontano.
Lily cadde e in quel momento, sentì qualcuno salire le scale di corsa era Hermione.
“Oh mio Dio, Lily” e la soccorse
“Hermione, non saresti dovuta tornare….dov’è James? Come sta Harry?”
La giovane strega alzo lo sguardo Harry piangeva e aveva una profonda ferita sulla fronte.
“James, sta bene e anche Harry non preoccuparti, ma ora stai calma….”
“Tu sarai anche la migliore strega della tua generazione, ma non sai mentire.” disse Lily dolorante.
“Lily, basta non parlare, altrimenti.”
“Mi resta poco tempo.” E con tutta la sua forza afferro la mano della giovane strega e alzo lo sguardo per vedere Harry “Devi promettermi, Hermione, che lo amerai anche per me. Che gli starai accanto, promettimelo, promettimelo….”
“Si lo farò.”
Lily gli sorrise “Grazie di tut….” e chiuse gli occhi
“Lily, Lily, Lily” la chiamo Hermione, piangendo e scuotendola forte “Ti prego rispondimi, dimmi qualcosa….”
Poi si senti come colpita da un incantassimo e sparì.


Scusatemi se vi ho fatto aspettare, ma non era facile scrivere questo capitolo. Soprattutto per la parte dedicata alla morte di James e Lily.
Grazie ancora a tutti per i vostri commenti.
Ora manca solo un ultimo capitolo con il ritorno di Hermione al suo tempo e…




Previous  Next

Due streghe

Capitolo terzo: Per le vie di Londra…

Seduti tutti e tre intorno al tavolo Hermione racconto ai Potter la loro storia, il loro tragico futuro, che si sarebbe trasformata nella più famosa storia del regno magico e che avrebbe generato l’eroe che avrebbe ucciso Voldemort per ben due volte. Il loro Harry sarebbe diventato una leggenda ma al tempo stesso un orfano.
I due genitori rimasero più volte sorpresi e sconvolti, ma anche molto orgogliosi delle scelte e del impresse del loro bambino. James rimase particolarmente colpito dallo scoprire che il suo amico Sirius era stato ingiustamente condannato ad Azkaban e della sua tragica ed eroica morte per salvare Harry.
“Maledetta Bellatrix Lestrange, maledetta, non gli basterà torturare fino alla follia Frank e Alice Paciock ma anche uccidere il mio miglior amico.” disse arrabbiato James, stringendo un pugno, sembrava che più della sua morte, forse infuriato perché non poteva difendere i suoi amici e perché non poteva fermare certe ingiustizie. In questo padre e figlio era uguali.
Fu entusiasta nel sapere che Harry aveva partecipato a un torneo tre magi, lui aveva sempre sognato d’esserne uno dei campioni.
Intanto Lily rimaneva stranamente calma, ma si suoi occhi tradivano la sua paura, non per la sua sorte ma per il figlio.
Finito il racconto fra i tre ci fu un innaturale silenzio, rotto solo dai alcune rumori che faceva giocando il piccolo Harry.
“Grazie, Hermione” disse Lily “Ma noi non faremo niente per evitare il nostro destino.”
“Come, Lily, ma hai capito cosa vi succederà se rimanete qui?...” disse Hermione “In questo modo Harry rimarrà solo, e passera dei brutti momenti.”
“Ma Harry non è solo, ha te, ha Ron, ha tutti i suoi amici a stargli vicino.” disse tranquillamente Lily che poi guardo James, lui gli sorrise e gli strinse la mano che lei teneva sul tavolo e si guardarono.
“Hermione,” disse James “Per fare in modo che, Harry sconfigga Voldemort noi due dobbiamo sacrificarci, la nostra morte servirà a un bene più grande. Le nostre vite non sono niente a confronto delle centinaia di vite che Harry salverà. Dobbiamo fare ciò che è giusto non ciò che è facile. Se per forgiare l’uomo, l’eroe, che Harry sarà è necessario che io muoia sono felice di farlo. Ma quel bastardo di Voldemort dovrà sudare per raggiungere mia moglie e mio figlio.”
“E poi mia cara” intervene Lily “se noi cambiamo la storia tu e lui potreste non incontrarvi, su quel treno tra 11 anni, e io non posso permettere che Harry non incontri la sua migliore amica”
“Ma….” disse la ragazza perplessa
“Niente ma, Hermione. Abbia deciso” continuo la strega e poi guardando di nuovo James.
“Non è giusto, non è proprio giusto.” disse Hermione
“Hermione, vorremo che tu resti con noi fino a domani notte ma poi dovrai nasconderti…” disse James
“Perché? Non sarà…”
“Si oggi è il 30 ottobre 1981.” disse Lily
James si alzo e disse: “Allora che aspettiamo?”
“Per fare cosa?” gli domando Hermione
Lui guardo negli occhi Lily, e a Hermione sembro di rivedere lei ed Harry che parlavano senza dire niente. Lily sorrise: “Andiamo fuori, Hermione, andiamo a divertirci tutti e quattro insieme.”
“Va bene come volete voi.”
“Allora andiamo….” disse James
“Un attimo” disse Lily prendendo Harry “Devo preparare il principino. Fuori fa freddo.”
Usciti pressero la metropolitana è andarono a Piccadilly Circus, poi Oxford Street dove si fermarono in una grande libreria di sette piani. Che Lily ed Hermione esplorarono tutta con James che badava ad Harry al ingresso.
Hermione era felice d’aver finalmente trovato una persona che condivideva la sua passione per i libri
“Hermione lo hai letto questo?” gli chiedeva Lily mostrandogli questo e quel volume, se la risposta era si gli diceva “Non è bellissimo?” o “Non era eccezionale non è vero?”; se invece la giovane strega gli rispondeva di no, Lily gli diceva “Ma devi assolutamente leggerlo è stupendo, non puoi perderlo.”
Le due correvano da una parte all’altra.
“Non ho mai avuto un’amica cosi” pensava Hermione “Forse non ho mai avuto una amica. Una ragazza come amica. Tra me e Ginny non c’è mai stato un rapporto molto profondo, lei è cosi interessata alle cose prettamente femminili, come tutte le ragazze di Hogwarts o babbane, forse è per questo che mi trovo meglio con due ragazzi come migliori amici. Ma Lily è diversa, è cosi simile a me. La conosco da pochissimo ma non voglio perdeva….non voglio perdere neanche James… non pensare Hermione guarda i libri e non pensare cosa accadrà domani, non pensarlo”
Dopo circa un ora Lily ed Hermione tornarono da James, la prima con due buste con ognuna 4 o 5 volumi, la seconda senza aver comprato niente.
“Ehy ma vuoi esaurire la fortuna dei Potter in libri” disse scherzando il mago
“James” disse seria Lily e con lo sguardo indico Hermione dietro di lei.
“Hermione, non hai trovato niente, che t’interessasse?” gli domando James
“No, niente.” rispose la strega
“Non è possibile, questa è la più grande libreria babbana di Londra. Vieni con me….”
“Ma dove?!”
“A comprare i libri che vuoi.”
“Ma…..”
“Non ci sono ma, Hermione, sei mia ospite non voglio che tu sia scontenta. Scegli tutti i libri che vuoi.”
“Ma James…come farò a portarli nel mio tempo.”
“Troveremo un modo, giusto Evans?”
“Giusto, Potter”
E James presse dolcemente Hermione da un braccio e la spinse di nuovo dentro al negozio, quel tocco delicato ma al tempo stesso forte ricordo a Hermione il suo Harry, quando l’abbracciava e per un attimo arrossi.
Hermione comprò 12 libri.
In un vicolo, lontano da occhi indiscreti Lily, trasfigurò i libri riducendoli di dimensioni ora potevano stare in una tasca.
Poi si spostarono a Regent Street dove Hermione s’incanto a vedere uno splendido vestito nella vetrina di un negozio. Era viola con una fascia marrone ai fianchi, scollato ma non troppo.
Lily gli si avvicino dietro le sue spalle e gli domando: “Ti piace? Perché non lo provi? Sarebbe perfetto per uno dei balli a Hogwarts”
“Non posso. E’ troppo.”
“James” chiamo e il marito s’avvicino con il bambino “Noi ci fermiamo qui, Hermione vuole provare questo vestito.”
“Ok, allora io e Harry andiamo un po’ in giro.” disse lui ridendo “Userò il bambino per cercare di accalappiare qualche ragazza. Il vecchi trucco del ragazzo-padre.”
“Si come no… Tu stai troppo tempo con Sirius.”
“A proposito, Sirius mi ha chiesto se un giorno gli prestiamo Harry per le ragazze…”
“Ho sempre detto che era meglio Remus come padrino” poi a Hermione “Entriamo”
“Ok”
Dopo la prova di qualche altro vestito, Hermione uscì dal camerino con lo splendido vestito viola.
“Sei bellissima, ragazza, da toglie il fiato” gli disse Lily seduta su una poltrona con accanto uno dei commessi del negozio.
“E’ vero, signorina.” Gli fece eco il commesso poi a Lily “Sua sorella è splendida con questo abito.”
“Si, mia sorella.” Sussurro Lily abbassando lo sguardo
“Petunia.” penso “Perché mi odi cosi tanto? E perché hai reso l’infanzia di mio figlio cosi dura? Lui non c’entrava niente….”
Mentre Hermione si guardava in uno specchio, si senti un fischio d’apprezzamento. Le due streghe si voltarono e videro James con in braccio Harry.
Il mago fischio ancora e poi disse: “Sei da perderci la testa, non è vero piccolo?”
E’ il piccolo Harry prima la guardo perplesso e poi inizio con le sue piccole mani ad applaudire. Hermione sorrise e fece un piccolo inchino e il bambino si mise a ridere cosi tanto che quasi cadeva.
“Scommetto, piccolo Harry, che da grande quando vedrai la tua amica Hermione, cosi bella, per un ballo rimarrai interdetto… come lo sono rimasto io guardando la tua mammina in un ormai lontano ballo del ceppo.”
Il bambino acquisto un espressione molto seria nel ascoltare il papà parlare, poi si volta e riguardo Hermione e nuovamente gli sorrise. Questa gli si avvicino e gli diede un piccolo bacio sulla guancia.
Harry risse divertito
“Allora, Harry, come ci si sente ad essere baciati da una principessa?”
“Ehy io non sono una principessa”
“No, è vero tu sei un eroina.” rispose lui poi rivolto a Lily “E tu mia bella regina hai presso un bel vestito?”
“Si certo e ora lo vado a riprovare perché tu lo veda.”
Lily si alzo e dopo qualche minuto usciti con indosso uno splendido vestito bianco e si fermo di lato a Hermione.
“Mio Dio siete… siete bellissime.” Aspettate e materializzo in tasca una macchina fotografica. “Mi scusi” domando al commesso “Mi farebbe una foto con loro?”
“Certo signore.”
Il mago si avvicino alle due streghe. Lily gli domando sottovoce: “Da dove viene quella macchina fotografica?”
“Non lo so proprio.” rispose lui ironico
Lei risse: “Malandrino”
“E ne vado fiero.”
“Fermi. Sorridete.” e il commesso scatto.
“Grazie” gli disse Potter “Dove posso pagare gli abiti?”
“Da quella parte, signore.”
Lily ed Hermione s’rinchiusero nei camerini si cambiarono e uscirono tutti e quattro dal negozio
“Prima i libri, ora i vestiti, è veramente troppo.”
“No, Hermione, non è troppo per quello che farai per il nostro piccolo eroe.” disse Lily mettendo una mano sulla spalla della giovane strega “Vorrei solo avere più tempo da passare con te.”
“Ehi Evans” intervenne James “niente pensieri tristi oggi. Ora che facciamo che ne dite di una bella passeggiata ai Kensington Gardens, prima di cena?”
“Si perché no. Tu che ne pensi, Hermione?”
Lei annui “Va bene, sapete, la mia famiglia abita da quelle parti, in Bayswater Road.” ma finita la frase divento scura in volto per un istante, ma subito tornò a sorriso.
“Allora andiamoci se siamo fortunati incontreremo la Hermione bambina.” Disse scherzando James.
Arrivati al parco, dopo un po’ videro un venditore di palloncini e il piccolo Harry rimase affascinato a quelle sfere che volavano. Hermione se ne resse subito e avanzo di qualche passo “Harry, lo vuoi un palloncino?”
Il bambino sorrise e fecce si con la testolina.
“Allora aspetta.” E la strega corse dal venditore per poi tornare dai Potter con in mano un palloncino di colore rosso, Harry alzo la manina per prendere il filo.
“Ancora un secondo.” La ragazza si guardo intorno per vedere se arrivava qualcuno e poi pressa la bacchetta trasfiguro il palloncino questo cambio colore diventando rosso e oro.
“Cosi è più bello, non è vero Harry?”
Il bambino rideva come un matto, presse il filo in mano e si incanto a guardare il palloncino, ma poi lo lascio andare, ma invece di mettersi a piangere come qualunque altro bambino, continuava a guardarlo salire sempre più in alto poi si voltava verso la madre, poi verso Hermione e gli indico il palloncino volare.
“Sogno già di volare.” disse malinconica Lily
“Eh già” aggiunse James guardandolo con amore.
Hermione era già corsa a comprarne un altro.
“Mi piacerebbe, poterlo vedere volare la prima volta.” disse James
Lily abbasso lo sguardo.
Hermione tornò di nuovo con un altro palloncino rosso e di nuovo lo trasfiguro, cambiandogli, oltre al colore, la forma in un piccolo ippogrifo, che ricordava Fierobecco.
“Ho sempre amato, anch’io, gli ippogrifo.” disse Lily
James si mise a ridere “Ti ricordi quando al nostro primo appuntamento abbiamo presso in ‘prestito’ Fierobecco da Hagrid e ci abbiamo fatto un giro?”
“Si che notte splendida, mi sembrava di toccare le stelle.” rispose Lily
“Oh anch’io e Harry abbiamo fatto un giretto su Fierobecco, la notte in cui abbiamo fatto scappare Sirius. Al inizio avevo paura ma tra le braccia di Harry mi sentivo protetta.” disse Hermione arrossendo un po’
I potter si guardarono e sorrisero, poi intervene Lily: “E’ effetto che fanno i Potter, tra le loro braccia ti senti al sicuro e protetta, ma soprattutto amata.”
Hermione arrossi ancora, poi ‘rubo’ il passeggino a James e si mise correre per il parco a tutta velocità con Harry che se la rideva e batteva le mani sul sbarre di protezione che aveva davanti, come ad incitare d’andare più forte.
“Sai, avrai tanto voluto dare a Harry una sorellina” disse Lily guardagli giocare
“Anch’io” rispose James “Una bambina bella e intelligente come te o Hermione. Avrei voluta chiamare Harmony.”
“James…”
“Ma sai una cosa Lily, Harry in realtà l’avrà una sorella eccola lì” e indico con sguardo Hermione “ non si chiama Potter di cognome ma gli vorrà bene come una sorella”
“Molto di più, James, molto di più. Lei l’ho ama.”
“L’avevo capito”
Dopo un po’ lasciarono il parco da una delle uscite che dava su Bayswater Road. Era sempre Hermione adesso a spingere il passeggino, ma non appena si resse conto in che strada fosse iniziò ad andare più veloce, come se stesse scappando da qualcosa.
“Ehi Hermione!!” la chiamo James dato che lui e Lily erano rimasti indietro.
“Sembra che stia scappando da qualcosa.” disse la strega guardandosi intorno
“Forse ha visto qualche pericolo per Harry o qualche mangiamorte.”
“No, ci avrebbe sicuramente avvertito….aspetta siamo a Bayswater Road non ha detto che la sua famiglia abita qui.” disse preoccupata Lily “Forse vuole scappare dalla sua famiglia.”
A quel punto si ressero conto che Hermione si era fermata per qualche secondo davanti a una tipica casa inglese e guardava per qualche secondo una coppia con una bambina uscire. Ma la giovane strega fuggi, inseguita dai Potter che la raggiunsero al angolo a un incrocio.
“Hermione cosa ti è presso?” gli domando James mettendogli una mano sulla spalla e facendola voltare “Perché sei scappata in….” ma non riuscì a finire la frase perché la ragazza era in lacrime.
Continuava a dire fra i singhiozzi dire: “E’ colpa mia, è colpa mia, è solo colpa mia se…”
Lily l’abbraccio e gli disse: “Calmati e dimmi cosa succede?”
“E’ colpa mia, se…. se loro non stano più insieme. Se non siamo più una famiglia.” e continuava a piangere.
Lily gli accarezzava la testa e gli diceva: “Dai non è vero. Non è colpa tua, non può essere colpa tua.”
“Invece si” gli disse strattonandolo “E’ colpa mia, Lily, perché io sono… io sono una schifosa mezzosangue, perché io sono una strega.”
Tra i tre calo il silenzio, fu James a rompere la tensione: “Che ne dite di un buon caffè o di un tè adesso? E’ magari di una buona fetta di torta alla cioccolata? Non c’è niente che una fetta di torta non possa risolvere.”
Le due streghe annuirono e tutti andarono in un caffè Starbucks, James presse prima un espresso italiano poi un Caffè inglese, Lily un cappuccino piccolo con una spruzzata di cacao amaro e un po’ vaniglia, Hermione una tazza di te con un po’ di latte e tutti e tre una fetta di torta alla cioccolata.
“E’ ottima” diceva James mentre la provava “certo la torta di Melassa è molto più buona…”
a quelle parole a Hermione torno il sorriso e guardo il piccolo Harry giocare con il palloncino/ippogrifo “Anche, al Harry grande piace tantissimo la torta alla melassa.”
“Vuoi raccontarci della tua famiglia?” domando Lily vedendola più adesso rilassata
La ragazza sospiro e disse: “Cosa c’è da dire, hanno divorziato come molte altre persone, nel mio tempo i divorziati sono il 2,6% della popolazione”
“Non dire cosi non sono una statistica sono i tuoi genitori. Cosa è successo?” disse Lily con un po’ di rammarico
“Dopo la morte del Cedric e il coinvolgimento di Harry, mi padre voleva che lasciasi la scuola o almeno che non frequentasi più Harry, mia madre capì che per me la scuola era importante ma soprattutto Harry, ma da li nacque una lite e li mi ressi conto che era colpa mia, se la mia famiglia era andata alla sbando perché io ero una strega.”
“Non è possibile sono sicura che ci sarà dell’altro, ma tu non puoi odiali cosi sono pur sempre i tuoi genitori.” rispose Lily poi guardo Harry “Come ha reagito lui alla notizia, del divorzio dei tuoi”
“Al iniziò si è arrabbiato perché glielo tenuto nascosto, ma a me mi sembravano cosi stupide le questioni della mia famiglia a confronto di quello che aveva passato lui, soprattutto, con la morte di Sirius. Poi mi scappo un commento infelice su mio padre, ed Harry mi diede un schiaffo dicendomi che almeno io l’avevo conosciuto e che passata la rabbia avrei pur sempre potuto mandargli un gufo o farli una telefonata….”


Ho deciso per uno dei due finale, finito questo forse scriverò altro, il prossimo capitolo sarà il penultimo. Vi ringrazio sempre i commenti.



Previous  Next

Due streghe

Capitolo secondo: “Ci sono cose più importanti….”

Lily si sedette al tavolo continuando a guardare la sua ospite svenuta su quel divano. La ragazza si mosse un poco sembra che si stava per svegliare, mormoro qualcosa, poi sorrise.
“Chi sa cosa sta sognando?” si domando Lyli “Mi è simpatica.” Poi guardo Harry sempre intento a giocare nel box “Mi piacerebbe avere una figlia come lei” poi si alzo e andò verso Harry e lo presse in braccio “E a te, bambino mio, ti piacerebbe avere una sorellina come la tua amica Hermione?”
Il bambino sorrise sembrava volesse dire di si.
Hermione si mosse ancora e apri gli occhi e si stiracchio, si guardo intorno poi senti una voce da dietro le sue spalle: “Ben svegliata, Hermione.” La giovane strega si giro e vide Lily Potter in piedi con il piccolo Harry in braccio.
“Signora Potter. Io….” non sapeva cosa dire
Lily gli sorrise “Va tutto bene, ma perché non mi spieghi cosa è successo?” intanto posava il bambino di nuovo nel box.
“Ehm, mi chiamo Herm.... ehy ma lei già lo sa.” disse Hermione
Lily arrossi un po’ poi disse: “Mi scuserai ma ho guardo nella tua borsa e ho trovato i risultati del M.A.G.O., complimenti neanche io avevo voti cosi buoni.”
“Grazie” disse la ragazza alzandosi era un po’ intimidita
Lily gli sorrise e poi “Siediti e raccontami tutto.”
“Grazie” e Hermione si avvicino sedendosi al tavolo
“Ti va una tazza di caffè?”
“Si grazie.”
“Ehy ma non sai dire nient’altro che grazie?”
“Ehm, no.”
“Guarda che è una situazione strana anche per me” disse Lily sorridendo
“Lei sa da dove vengo…”
“Più che da dove, so più o meno da quando vieni. Tu vieni dal futuro non è vero?”
“Si.”
“Oh.” rispose Lily poi gli mise una tazza davanti a Hermione e ci verso il caffè da una caffettiera di tipo americana
“Graz....”
Ma Lily la guardo male poi si mise a ridere, subito seguita da Hermione.
“Quanto zucchero?”
“Due cucchiaini.”
Lily mise i due cucchiaini e poi disse: “Io ne metto sempre quattro.” E li verso dentro
“Ehm, signora Potter. Altri due per favore.” disse Hermione avvicinandogli la tazza.
“Dieta?”
“Ehm si” e annuiva
“Ah, ma non essere stupida stai benissimo…”
“E la stessa cosa che dice sempre Har….” ma si fermo
“Harry?!”
Hermione annui “Signora Potter, io…”
“Lily.”
“Come?”
“Chiamami Lily. Non mi ci sono ancora abituata a sentirmi chiamare signora Potter. Allora da che anno vieni?”
“Dal 1998”
“Caspita. Harry dovrebbe avere 17 anni.”
“Si”
“Raccontami di lui. Ti prego che tipo è il mio bambino.”
“Oh Signora Pott… Lily…Lui è fantastico, è intelligente, bellissimo, coraggioso si proprio coraggioso, non si perde mai d’animo nonostante tutto. Sa il fatto suo, ma è poco incline a seguire le regole…”
Lily sorrise: “Come suo padre.”
“Ehm, si. Dal signor Potter ha….”
Lily si mise a ridere.
“Cosa c’è? Cosa ho detto?”
“No niente, Hermione” rispose l’altra strega, asciugandosi gli occhi “Mi immaginavo la faccia di James, a sentirsi chiamare signor Potter direbbe che il signor Potter era sua padre, lui è solo James.”
“Oh, ma dove è andato?”
“Ha chiamare il professor Silente e forse anche Sirus… lo conosci Sirus Black il padrino di Harry?”
“Si….certo.”
“Ma continua a parlarmi di Harry.”
“E’ eccezionale. E’ stato il più giovane cercatore di Griffondoro degli ultimi 100 anni.”
“Davvero. James ne sarà contento. Ti piace il Quidditch? Giochi con lui?”
“Io, giocare a Quiddich sarei negata, mi piace vedere le partite, fare il tifo ma solo quando gioca Griffondoro”
“Cioè quando gioca Harry, giusto?”
“Ehm”
“Lo ami, Hermione?”
Hermione arrossi ma non rispose.
“Scusami ho letto la tua lettera dentro al libro.”
“Oh, non fa niente.” E guardo il piccolo Harry dentro al box
“Perché non glielo dici? Perché non gli dici che la sua migliore amica è innamorata di lui.”
“Perché ho paura di perderlo, ho paura che le cose fra noi possano cambiare e non voglio.”
“E cosa farai quando arriverà un’altra ragazza che gli ruberà il cuore?”
Hermione non rispose
“E’ già successo?” domando Lily
“Si due volte.”
“E’ cosa hai fatto?”
“Semplice niente.”
“Hai solo sofferto in silenzio. Il mio Harry deve essere uno stupido se non riesce a vedere che tu sei una ragazza stupenda. Scommetto che io non faccio l’altro che dirgli quanto tu sia fantastica, ma lui non mi ascolta.”
Hermione non rispose
“C’è dell’altro?”
“Si. C’è Ron”
“Chi? Chi è questo Ron?”
“Ronald Weasley migliore amico sia mio che di Harry.”
“Weasley…hai detto, questo cognome non mi è nuovo. Non sarà parente di Arthur Weasley?”
“Si è suo figlio, il sesto.”
“Ah ho capito è ultimo nato, è carino con quelli capelli rossi.”
“Ehm Lily, tutta la famiglia Weasley ha i capelli rossi.”
“E’ vero.” e risse “Sono brave persone.”
“Si, sono molto care. Molto spesso ci ritroviamo tutti alla tana, casa Weasley, per passare le vacanze. E’ come avere una seconda casa….”
“Anche per Harry?”
“Si, soprat…. Si certo”
“Ma verrete anche qui, non è vero?”
Hermione non sapeva che dire “Si. Tu ci dice sempre che io e Ron dovremo pagare affitto e James scherza dicendo che ci dovrebbe adottare.”
“Tipico di James. Ma non capisco ancora cosa c’entra Ron tra te e Harry, a meno che lui….oh cavolo, non sia innamorato di te, giusto?”
“Si, e per un po’ abbiamo avuto una storia ma ora ci siamo lasciati, ma se mi dichiaro ad Harry non so come la potrebbe prendere. Non voglio essere la causa della fine di una grande amicizia”
“Come tra James e Remus.”
“Remus Lupin? il professor Lupin?”
“E’ professore?”
“Si di difesa contro le arti oscure.”
“Bravo Remus, sembrava il più debole, il più solo tra i malandrini, soprattutto per la sua condizi…. Oh”
“Lily lo so che è un licantropo.” disse Hermione “Nel futuro si sposerò con una Auror.”
“Ne sono molto felice”
“Il professor Lupin era innamorato di te?”
“Si al 6 anno. James e lui sono arrivati a litigare di brutto, si sono pressi a pugni, nella sala comune. Solo grazie a Sirus che li ha divisi non è finita male, non si sono parlati per un mese. Usavano il povero Peter come gufo. Troppo divertente.”
“In realtà non abbiamo parlato per due settimane, ma poi era veramente uno spasso far andare Peter avanti e indietro.” disse James appena arrivato sulla porta del salone.
“James….”
“Signor Potter”
“Signor Potter?! Ehy signorina mio padre è il signor Potter io sono James. Non sono ancora cosi vecchio da essere chiamato signore.” Disse il mago mentre s’avvicinava.
“ehm”
“James. Lei è Hermione Granger, una amica di Harry.”
“Come?!”
“Viene dal futuro.”
“Cosa?!”
“Si, James, io vengo dal 1998”
“Oh Merlino. Dimmi di Harry, è forte a Quiddich?”
“Si è il capitano ormai da 2 anni”
“Il capitano….Il capitano di Griffondoro, giusto?”
“Si.” rispose entusiasta Hermione
James si avvicino al box e presse Harry in braccio facendolo volteggiare “Hai sentito piccolo? Hai sentito? La tua amica futura dice che sarai il capitano, non sei contento?” Poi si rivolse di nuovo a Hermione “Ma è un cercatore giusto?”
“E’ cos’altro potrebbe essere. C’è l’ha nel sangue.” Rispose ancora più contenta Hermione
“E’ vero è un Potter ha la caccia al boccino nel sangue” disse lui guardando Harry, il bimbo rideva era contento che il suo papa fosse tornato. “Mi piaci Hermione Granger. Dimmi la verità tu e Harry non siete solo amici?”
Hermione divento tutta rossa.
“James, smettila cosi la metti in imbarazzo” lo sgrido la moglie
“E cosa ho detto di male?”
“James Potter, tu hai la sensibilità di un carro armato”
“Un cosa? Lo sa che non mi piace che mi paragoni a cose babbane che non capisco.” disse Potter ridendo
“E’ un enorme mezzo tutto di ferro, James.” Rispose Hermione un po’ saccente.
Marito e moglie si girarono e guardarono la loro giovane ospite “Cosa c’è? Cosa ho detto?”
“Tu sei….tu sei….ehm” cercava di dire James
“Credo, Hermione, che stia cercando le parole migliori per chiederti se sei per metà babbana, come me?”
“Grazie, amore.” disse annuendo James
“Ehm si i miei genitori sono babbani. Si sono una mezzosangue.”
“Ma è, fantastico.” Rispose James “Sei come Lily. E’ stupendo. No tu sei fantastica, signorina Granger”
“James stai calmo, la stai di nuovo mettendo in imbarazzo”
“No, non fa niente” rispose Hermione di nuovo tutta rossa “Non tutti la pensano cosi, James”
“Ancora nel futuro esistono questi pregiudizi. Che stupidi. Hermione tu hai le chiave di due mondi, non capisci che fortuna che hai.” disse James entusiasta “Puoi vedere sia la magia di noi maghi che quella dei babbani.”
“La magia dei Babbani?”
“Si la loro arte, la loro letteratura, la loro tecnologia, il loro calcio. Sono cose affascinanti.” James Potter parlava come un bambino dei suoi regali ricevuti a natale.
Hermione lo guardava stupefatta, per certi versi gli ricordava il signor Weasley o anche il professor silente, con i suoi amati ghiaccioli al limone.
“Hermione, avresti dovuto vederlo quando l’ho portato una volta al cinema, è impazzito.” disse Lily ridendo.
James continuava a giocare con Harry e intanto gli diceva: “Io e te piccolino andremo in un sacco di posti insieme: al cinema, allo stadio sia di calcio che di Quiddich, e naturalmente potrà venire anche la tua amica Hermione, anche se sono sicuro che un giorno vorrai uscire da solo con lei.”
“James…” gli grido la moglie, poi gli si avvicino. Tutte due ridevano e scherzavano con il piccolo Harry. Nella mente di Hermione il volto del Harry adulto si soprapose a quello del bambino, ma lei non aveva mai visto l’Harry grande cosi felice come quel bambino fra le braccia dei suoi genitori.
“Cosa devo fare?” penso Hermione “Se l’informarsi di quello che accadrà, della loro morte. Potrei cambiare la storia. Andrei contro le leggi del tempo?” Poi li guardo ancora una volta. “Al diavolo le leggi, ci sono cose più importanti.”
“Hermione, cosa c’è?” gli domando Lily, quando vide sul volto della strega dipingersi un espressione serie.
“Lily…James…dobbiamo parlare, ho una cosa molto importante da dirvi che vi riguarda, che ci riguarda tutti, ma soprattutto Harry.”

Grazie a tutti per i commenti al primo capitolo, mi auguro che questo secondo capitolo vi piaccia.
Questa storia s’ispira a una storia molto vecchia di Batman dove i genitori di Bruce Wayne…ma non posso dire cosa succede, altrimenti vi spoilero il resto. Anche se sono molto indeciso su 2 finali differenti. Non so se scriverli a questo punto tutte due.



Previous  Next

Due streghe

Capitolo Primo: Hermes

“No, Hermione!” gridò Harry poco prima che la strega venisse colpita da una strano incantesimo lanciato da un magiamorte. La ragazza cadde a terra mentre il mago oscuro scappava.
Harry disperato, si precipitò dall'amica prendendole la mano.
“Svegliati Hermione, ti prego. Dì qualcosa.” disse il ragazzo mentre aveva le lacrime agli occhi e gridò a Neville: “Chiama aiuto svelto!”
“Sì, Harry.” gli disse Neville per poi correre subito verso Hogsmeade.
“Non ti preoccupare Hermione, stanno arrivando gli aiuti.”
La giovane strega fu immediatamente portata all'infermeria di Hogwarts, dove Harry fu spinto da una parte mentre Madama Chips interveniva sul corpo della ragazza che venne subito portata in un reparto speciale.
“Non può morire, non può morire.” continuava a dire Harry seduto su una panca del corridoio, mentre Neville aveva chiamato gli altri, che si precipitarono in infermeria, i primi fra tutti ad arrivare furono Ron e Luna.
Ron si avvicinò all'amico senza dire una parola, semplicemente mettendogli una mano sulla spalla e gli domandò: “Harry come sta? Che ha detto Madama Chips?”
“Ron niente, non mi ha detto niente.”
“Non ti preoccupare, Hermione è forte, si riprenderà.”
“E se non dovesse succedere, se dovesse.”
“Harry.”
“Ron, ho così tante cosa da dirle, così tante da cose da fare. Non voglio che mi lasci, non può abbandonarmi come hanno….”
Madama Chips gli si avvicinò e mentre si toglieva i guanti con lo sguardo basso disse: “Signor Potter, sembra che la sua amica sia stata colpita da un Hermes”
“Che vuol dire? Cos’è un Hermes?” domandò Harry sconvolto.
“E’ un trasferimento dell’anima in un altro tempo e spazio. Dura per circa dodici ore.”
“Vuol dire che fra dodici ore Hermione si sveglierà?”
“Sì, ma se verrà ferita o uccisa in quella realtà, potrebbe non risvegliarsi. Sa se la sua amica ha desiderio di incontrare qualcuno del passato?”
“No, non lo so proprio.” rispose Harry.
“Va bene, non si preoccupi, tutto andrà bene” disse l'infermiera prima d’andare.
“Visto, Harry? Si riprenderà, come dopo quella notte al ufficio misteri.”
“Ron! Grazie per l’aiuto.”
“A cosa servono gli amici altrimenti?” disse il rosso sorridente.
Harry sorrise anche lui e poi aggiunse: “Ora basta, quando Hermione si sveglierà questa volta le dirò tutto quello che provo per lei.”
“Finalmente, Harry!!”
Harry lo guardò sorpreso e gli domandò: “Tu lo sapevi?”
“Ehi sono o non sono il tuo migliore amico? Vuoi che non mi rendessi conto che ti eri innamorato di lei dopo Ginny, soprattutto dopo che hai mandato all'inferno quel bastardo di Voldemort. Ma se vuoi sapere come la penso ci stai mettendo troppo a dichiararti, di cosa hai paura?”
“Che lei non provi lo stesso per me, di rovinare la nostra amicizia, e poi c’eri tu…”
“Io!?” disse Ron stupefatto “Ehi io mi sono solo preso un cotta per lei al nostro sesto anno, il tuo è amore o meglio dovrei dire il vostro è amore.”
“Ron?!”
“Potter, quella ti ama da anni ormai, fidati. L'ha detto a mia sorella e sai come Ginny non è proprio una tomba.”
Harry sorrise.

Hermione si ritrovò davanti a un cancello di una tipica casa inglese.
Dove sono? Cos’è questo posto? E’ strano mi sembra d’esserci già stata.” pensò quando sentì delle voci e per poi nascondersi dietro a un cespuglio.
“James non puoi portare tutto dentro in un solo viaggio, i vicini potrebbero vederti”
“Smettila, Lily, tu preoccupati del piccolo Harry.”
Erano una coppia, che scesi da un auto, rientravano a casa con la spesa.
“Che strano” pensò Hermione guardandogli dal suo nascondiglio “Mi sembra di conoscerli. Oh mio Dio non può essere! Sono James e Lily Potter, i genitori di Harry.”
I due rientrarono in casa. Mentre Hermione usciva dal suo nascondiglio.
Dove sono capitata? O meglio quando? si domandò la grifondoro "Aspetta, Hermione, pensa. Sono stata colpita da quell'incantesimo che mi ha riportato indietro nel tempo. L’unica possibilità che ho per tornare nel futuro è di parlare col più potente mago del mondo: Albus Silente. Devo andare a Hogwarts.”
Ma qualcosa la bloccava. “Perché non vedere prima com’erano i genitori di Harry?” pensò “Ok li guardo dalla finestra un secondo e poi vado.” Ed entrò nel cortile e iniziò a spiarli" da una finestra.
Lily stava mettendo a posto la spesa e intanto James, in un’altra stanza, giocava con Harry con quello che sembrava un piccolo boccino d’oro: il padre lo lanciava e il piccolo cercava di prenderlo. Il bambino rideva e si divertiva come un matto giocando con il genitore, che rideva pure lui e gli diceva: “Bravo, Harry, prendi il boccino.” E una volta il bambino ci riuscì e James gridò: “Bravo Harry” e lo prese in braccio facendolo volteggiare, il piccolo rideva guardando con i suoi occhi verdi il padre che continuò dicendo: “Harry James Potter, tu sarai il migliore cercatore che Grifondoro abbia mai avuto. Quando avrai undici anni andremo insieme a comprare una Nimbus 1700, e quella sarà la tua prima scopa. In più scommetto che sarai un degno erede dei malandrini.”
“Ehi lui deve dormire adesso.” disse Lily appena entrata e gli prese il bambino dalle braccia del marito
“Ma Lily è presto, lui deve diventare un campione.” Poi rivolto a Harry “Dì a mamma come hai preso al volo il boccino.” Harry non smetteva più di ridere.
“Il Quidditch va bene, ma mi auguro che non prosegua l’eredità dei malandrini.”
James la guardò male e disse: “Lui sarà un malandrino. Lui sarà il leader della nuova generazione dei malandrini, insieme ai figli di Sirus e di Remus…”
“Già l’immagino che banda saranno. Ehi non stai dimenticando Peter?” disse ironica Lily
“Cara, non credo che Peter potrà mai riprodursi” disse ridendo il mago.
“Cattivo!!” disse lei e poi si rivolse al bambino “Sai Harry devo tenerti lontano dall'influenza nefasta di tuo padre e dei tuoi “zii””
“Cosa intendi dire con influenza nefasta?”
“Che tu e Sirus darete al bambino dei cattivi esempi.”
“Io e Sirus?!”
“Sì, tu e Sirus. Ancora non ho capito perché ho acconsentito che il padrino di Harry fosse quel playboy di Sirus Black. Già mi immagino cosa potrà fare questo tesoro a scuola seguendo i vostri esempi, si caccerà sempre nei guai e andrà dietro a ogni ragazza che incontrerà.”
“Ehi perché non parli pure dell'influenza che potrà avere lo zio Remus?”
“Perché Remus Lupin è una persona seria lui. Harry sarà uno studioso, diventerà prefetto e poi capo scuola.”
“Noooooo!!” Gridò James Potter “Dovranno uccidermi prima che accada.”
Poi a un tratto si udì un rumore come di un ramo spezzato nel cortile.
Hermione si stava così divertendo che non si rese conto d’aver pestato un pezzetto di legno.
“James!!” disse Lily stringendo il bambino
“Lily, vado a vedere stai attenta. Se mi succede qualcosa….”
“James ti prego.”
L’uomo estrasse la bacchetta e si precipitò fuori. Hermione ebbe appena il tempo di nascondersi, ma il mago aveva visto la sua ombra e, puntata la bacchetta lanciò uno schiantesimo, che colpì la giovane strega in pieno facendola cadere svenuta.
“James!!” gridò Lily uscendo.
“Cavolo, Lily, ti avevo detto di restare con Harry.”
Lily si avvicinò a Hermione “Oh ma è una ragazza.”
“E anche carina.” aggiunse James.
“James Potter, ti sembra il momento? Ti ricordo che sei sposato e che è troppo giovane per te.”
“Ehi Signora Potter che è il giorno prendiamo a mazzate tuo marito.”
“Sì.” rispose lei sorridendo “James portiamola dentro, non possiamo lasciarla qui.”
“Ma…”
“Niente ma, portala dentro.”
James la prese in braccio e rientrò per poi sdraiare Hermione su un divano del salotto.
Intanto Lily, ripreso in braccio il piccolo Harry osservò la sua ospite.
“Guarda, James, la sua sciarpa rossa e oro, è una Grifondoro. Ma che ci sta a fare così lontana dalla scuola? E poi da sola di questi tempi?”
“Forse è una mia fan”
“Ma va Potter”
“Lily hai notato che un po’ ti somiglia”
“Si?! Dove?”
“Sembra una ragazza intelligente. Forse è una “so tutto io” come te.”
“Bella battuta.”
“Dammi Harry tu intanto perquisiscila.”
“Ok” disse lei dato il bambino al padre. Lily si mise a perquisire la ragazza. Sotto il mantello trovò la borsa: dentro c’erano i risultati del M.A.G.O. e un libro della storia di Hogwarts
“E’ straordinaria, ha voti eccezionali.” disse la strega mentre leggeva il foglio
“Fai vedere” e la moglie gli passò il foglio riprendendo il bambino “Incredibile!" disse James "L’avevo detto che ti somigliava. E' una secchiona come te. Si chiama Hermione Jane Granger. Dovremo chiedere aiuto al professor Silente o a Sirus per sapere qualcosa di più su di lei”
Lily lo guardò con aria interrogativa: “A parte che potremo aspettare che si svegli, e che capisco di chiedere al professore, ma mi spieghi perché dovremo chiederlo a Sirus?”
“Che domande, conoscendo Sirus è impossibile che non abbia notato una bellezza simile soprattutto della nostra casa.”
“James Potter, sei…” disse la giovane donna con un aria severa per poi mettersi a ridere.
Intanto il piccolo Harry, non faceva altro che guardare silenzioso e interessato la ragazza, poi sua madre come a cercare qualcosa che le due avevano in comune.
“Ma guarda Harry, come osserva la nostra ospite si vede che è mio figlio, ha buon gusto.”
“Ma smettila…” disse la strega e poi guardò Harry gli sorrise e gli disse: “Sei un po’ troppo piccolo per interessarti alle ragazze. Ma promettimi che quando troverai la ragazza giusta me la farai conoscere.”
Il bambino sorrideva alla madre, poi intervenne il padre “Si, Harry, mi raccomando che sia una Grifondoro.”
“No, va bene di qualunque casa, piccolo mio. Ma che sia una brava ragazza, che però ti sappia anche tenere testa.” disse la madre per poi metterlo nel box.
“Lily, vado a parlare con il professore tu stai con la nostra ospite.”
“Sì, va bene. Torna presto pero.”
“Sì, certo.” rispose James e la baciò, poi rivolto ad Harry nel box disse: “Giovanotto mi raccomando veglia sulla mamma e sulla nostra ospite” e poi uscì.
Lily presse il libro di Hermione. “Strano” pensò “Non conosco questa edizione della storia di Hogwarts.” L'aprì e cercò l’anno di pubblicazione e sussurrò: “Non può essere”. Poi ad alta voce lesse la dedica: “Con affetto alla mia miglior amica Hermione Granger.” Si fermò un attimo e sussurrò: “Harry Potter.” La strega guardò verso il box dove suo figlio giocava poi di nuovo la ragazza svenuta sul divano.
“Ma tu chi sei? Da dove vieni?” aprì il volume e ci trovò dentro una foto babbana come segnalibro che ritraeva un ragazzo con i capelli ribelli, gli occhi verdi e una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte. Di nuovo la madre guardò suo figlio. Poi sempre dentro al libro ci trovo un foglio piegato in quattro, una lettera. Lily a lesse nella sua mente.
Caro Harry,
come è difficile scrivere certe cose, fosse un tema di pozioni sarebbe molto meglio. Harry non riesco più a nascondere ciò che provò per te, ormai da sempre, non riesco a ricordare quando la mia amicizia nei tuoi confronti è cambiata, diventando amore. Si perché signor Potter io ti amo, ti amo, ti amo e lo vorrei gridare al mondo. Ma ho paura che tu non mi consideri neanche una ragazza, ma a volte quando mi guardi ho come la certezza che tu qualcosa per me provi.
Con amore
Tua per sempre Hermione.



Next

Granger Girls

Capitolo diciannovesimo: Young Phenix


Draco e Alfred Focalor parlavano nella camera dei segreti, mentre insieme a tutti gli altri mangiamorte aspettavano Pansy, Leslei e Ryo, per iniziare la riunione.
“E’ così il piccolo Anton ha fatto la sua prima magia accidentale.” Disse Draco.
“Si, è stato fantastico, io non c’ero Draco, me la raccontato mia moglie. Ha fatto diventare un suo giocato molto grande.”
“Sarà stata una bella soddisfazione per te e ti sarai anche tolto un peso…” disse Draco sorridendo.
“Puoi dirlo forte, temevamo fosse un magonò, un vero scandalo per la mia famiglia…”
“Si, lo sarebbe stato, voi siete sanguepuro da più tempo di noi Malfoy e come i Gaunt discendete da Salazar Serpeverde.”
“Si da parte di sua figlia Echidna. Ma come stanno i tuoi figli?”
“Bene, grazie. Il grande Acrux credo che diventerà presto uno di noi, il piccolo Arthur è veramente intelligente nonostante abbia ereditato quel assurdo colore di capelli dei Weasley.”
“Ma dimmi, Draco è vero quello che ho sentito in giro?” domandò Dibbuk avvicinandosi.
“Sarebbe…?”
“Che tuo figlio sta con la figlia di Potter?”
“Si, è vero…”
“Quella ragazza oltre a essere figlia del nostro nemico…. E sua madre è una nata babbana, e per giunta ha vissuto in mezzo a quelli esseri inferiori fin dalla nascita. Come fai a tollerare questa relazione? Forse mio figlio glielo avrei proibito e anche punito.” Disse il mangiamorte.
“Si, lo so è uno schifo, Samuel…” rispose Draco “Ma ho anche pensato, che poteva essere utile per la nostra causa se Acrux era intimo con quella ragazza, per esempio per avere informazioni o anche come forma di ricatto per Potter. E poi io devo mantenere la mia copertura se mi fosse opposto alla storia tra mio figlio e quella, qualcuno dei miei ‘amici’ o della famiglia di mia moglie potevano avere dei sospetti, e poi chi di noi non si è fatto almeno una volta una mezzosangue cosi tanto per passare il tempo o per provare qualcosa di esotico…”
“Questo è vero…” rispose Orion Garm “Mi ricordo certe ragazzine babbane o mezzosangue che stavano in un nostro bordello durante la guerra… Non erano niente male, ci sapevano fare…”
“Scusa Orin…” disse mangiamorte Dibbuk “Ma a me farebbe schifo farlo con quelle, equivale a farlo con delle bestie…”
“Ti assicurò, che può essere divertente…”
“Nah…” rispose Dibbuk.
Draco guardò Focalor, gli sembrò che il mangiamorte avesse dei brividi a sentire parlare Garm e Dibbuk.
Focalor era anche un lui un padre e di una famiglia rispettabile.
“Draco….” Disse Alfred prendendo il compagno per un braccio e portandolo in disparte “Perché non facciamo che tuo figlio e mia figlia Avril si fidanzino, così d’avere una discendenza pura. Sai quanto è importante…”
“Si, non è male come idea, ma direi d’aspettare che gli passi quella cotto per la Granger, ma anche Kate Lefler mi ha proposto una cosa del genere, per sua figlia Cassandra.”
“Oh si certo…”
“Io spero ancora di poterlo vedere insieme con la figlia dei nostro oscuro signore…”
“E si ti capisco…”
Pansy, Leslei, e Ryo, seguiti da Bael e Piton fecero in loro ingresso nella sala.
“Miei signori…” disse Pansy, non appena tutti presero posto seduti intorno al tavolo. “Il momento è giunto, è tempo in cui la comunità magica, anzi tutto il mondo magico sappia del nostro ritorno. Signor Focalor può mandare un messaggio ai nostri alleati dicendo loro d’aspettarti un grande evento che fa tremare tutti i nostri nemici.”
“Si, mia signora…” rispose il mangiamorte.
 
“Non vedo l’ora di poter andare a Hogsmeade.” Disse Acrux camminando abbracciato ad Harmony, per giardini della scuola che erano tutti coperti di neve.
“E’ un posto splendido, sono sicuro che ti piacerà, è molto divertente, c’è I Tre Manici di Scopa, Mondo Quidditch, la libreria Neal’s book dove probabilmente ti perderò…”
“Ehi per chi mi hai preso per mia madre…” esclamò la strega sorridendo.
Acrux la guardò con un mezzo sorriso.
“Si, è vero non vedo l’ora di vederla… ma anche il il negozio di Quidditch …”
“Lo so, amore…” disse il mago, le diede un bacio sulla guancia.
“Acrux possiamo andare a vedere il War Magic Musium?” domandò Harmony, stingendosi ancora di più a lui.
“Si, andremo dove vuoi tu, piccola…”
 
In una delle stanze degli ospiti, Sirius preparava i bagagli davanti ad Harry, che era seduto in una poltrona.
“Allora non posso dirti nulla per dissuaderti…” disse Potter.
“Niente, Harry…” rispose Black ridendo “Sono rimasto per tredici anni ad Azkaban, poi per un anno rinchiuso nella casa dei miei genitori, e in fine altri diciassette anni nello Sidhe, no Harry voglio vedere un po’ il mondo, anche per vedere se posso trovare una cura per la malattia di Rigel… Mi conosci non sono il tipo che sta con le mani in mano. Non posso permettere che mia figlia muoia, tu e lei siete la mia famiglia…”
“Anche Harmony ed Herm…” disse Harry, ma si fermò senza finire la frase, abbassando lo sguardo.
Sirius lasciò stare i bagagli, gli si avvicinò premuroso, mettendogli una mano sulla spalla e disse: “Sono sicuro che fra te ed Hermione tutto si sistemerà, voi vi amate…”
Harry sorrise e Sirus tornò a preparare le sue cose.
“Dove hai intenzione d’andare?” domandò Harry.
“Prima andrò a Londra, voglio risolvere certi affari lasciti in sospeso, poi andrò in Italia…” rispose Sirius.
Harry ne rimase stupefatto e domandò preoccupato: “Ma sai come la situazione attualmente in Italia?”
“Certo, ma non ci sei rimasto anche tu per molto tempo…”
“Si, mi prometti di stare attento?”
Sirius sorrise e rispose: “Certo, non ti preoccupare… Voglio mettermi alla prova e credo che posto migliore della terra di nessuno non ci sia… e poi come faceva dire Milton al Lucifero mentre angelo cadeva: ‘meglio padrone al inferno che servo in paradiso.’”
“Mi sembra giusto… Fatti sentire, mandami qualche gufo se puoi…” disse Harry alzandosi e i due uomini si abbracciarono, e poi si diedero una forte stretta di mano.
“Tornerò se avrai bisogno di me, o se ci sarà una battaglia finale contro la figlia di Voldemort…”
“Lo so…” rispose Harry.
I due maghi uscirono dalla stanza, dopo un altro abbraccio Sirius prese la valigia, e percorse il corridoio per l’uscita.
 
Arrivò il giorno dell’anniversario, David si trovava al esterno della Testa di Porco.
“Questo posto non è cambiato…” pensava guardandosi intorno “Non ricordo ultima volta che sono stato qui…”
Il mago sorrise pensando a chi stava per rincontrare, ed entrò nel locale.
Il posto era rimasto identico, un locale malfamato, pieno di gente triste che si portava dietro i propri rimpianti come Jacob Marley si portava le catene.
La guerra aveva fatto aumentare i clienti del locale, troppe famiglie distrutte, troppi amori spezzati e sembrava che solo l’alcool potesse alleviare il dolore.
David andò verso il bancone, dietro il quale il proprietario lo aveva già visto entrare.
Il mago immortale si sedette, e aspettò che fosse il vecchio e robusto mago a parlare.
“Alla fine sei venuto… mi chiedevo quanto mi volevi fare aspettare…” disse brontolando.
Giles sorrise e disse: “Anch’io sono contento di rivederti… zio Aberforth.”
Aberforth Silente era un uomo molto forte dalla corporatura possente, un tipo tutto di un pezzo, durante la guerra era diventato insieme a pochi altri uno dei guardiani di Hogsmeade e nonostante i molti tentativi nessun mangiamorte era riuscito a conquistare il villaggio.
Con il nipote, come con suo fratello Albus, non aveva un buon rapporto, ma li rispettava entrambi, anche se si trovava più in confidenza con David, che gli ricordava un po’ la sua giovinezza.
“E così sei tornato, insieme con Potter..”
“Si…”
“Novità su quella cosa…?”
David scosse e aggiunse: “Potrebbe anche non funzionare, lo sai…”
“Non hai avuto notizie dal tuo servo…”
“Jacob è morto un paio d’anni fa… ed io non torno a Parigi da molto… Posso avere della burrobirra, adesso?”
“Continui a non bere?”
“Bevo solo in occasioni speciali, lo sai…”
Poi si sentì qualcuno dire, mentre si avvicinava al bancone: “Allora facciamo che sia un occasione speciale, Giles… Tre bicchieri del migliore idromele della casa, Aberforth.”
David riconobbe la voce, ma non si voltò subito limitandosi a sorridere e aspettando che il vecchio amico si avvicinasse.
“Giles…” disse Malocchio appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Alastor, è bello rivederti…” poi David e notò la persona vicino al vecchio auror “… Tonks ciao...”
“Ciao, David… come stai?”
“Sto bene, grazie, non sei cambiata…”
“Non sai mentire…”
Alastor e Tonks si sedettero a fianco a David e i tre sorseggiarono l’idromele insieme a Aberforth.
“Qual buon vento porta due professore dell’accademia Auror qui?” domandò Giles.
“Oggi c’è l’inaugurazione del War Magic Musium, siamo stati invitati come altri membri dell’ordine.”
“Ah i nostri gufi con gli inviti si devono essere persi…” disse Aberforth ironico.
“Lo penso anch’io zio…”
“Non chiamarmi così…”
“Non sapete quanto siete fortunati, allora.” Disse Alastor. “Remus, è riuscito a salvarsi…”
“Qualcuno doveva rimanere all’accademia…” disse Tonks.
“Ah solo preso la pagliuzza più corta” disse Alastor un po’ innervosito.
“Il War Magic Musium, ne ho sentito parlare da Ron e Harry, e da alcuni studenti…” disse David.
“Harry, sono contenta che sia tornato… non vedo l’ora di rincontrarlo oggi alla inaugurazione” disse Tonks. “Mi immagino che shock abbia avuto sapendo di Harmony…”
“Credo che non si sia ancora ripreso…” disse quasi ridendo David “Ma tornardo al War Magic è vero che saranno esposti anche quello che resta degli Horcrux di Voldemort?”
“Si, ci sarà anche il suo mantello, in una sala tutta sua.” Disse Tonks.
“Da mago oscuro più potente al mondo ad attrazione turistica.” Disse Malocchio “E pensare che molti di noi avevano paura persino di nominarlo. Cosa ne pensa Potter?”
“Non lo so di preciso, Alastor” rispose David voltandosi a guardare il vecchio auror “Ma se lo conosco bene, non gli piace l’idea…”
“Ho visto il museo in un tour privato qualche giorno fa, tutto e stato fatto con attenzione e rispetto, soprattutto la sezione dedicata alle vittime dei campi. Io sono convinta che non possiamo e non dobbiamo dimenticare cosa è successo, anche se per molti di noi e doloroso…”
“Forse, dimenticare per alcuni di noi non sarebbe una cattiva idea, Tonks…” disse Alastor.
“Io la pensò come Tonks…” rispose David “E’ nostro dovere ricordare, ricordare per i tanti caduti nelle due guerre, per le nuove generazioni e per sperare che non accada mai più…”
“Chi dimentica il proprio passato è destinato a riviverlo....” Aggiunse Aberforth.
“Shakespeare?” domandò David.
“No, Primo Levi…” disse Aberforth.
 
Dopo la guerra Hogsmeade era cambiata, dal semplice villaggio su una sola strada la Hogwarts Street, si aggiunse sul lato nord la Merlin Street, parallela alla Hogwarts, e congiunta a essa con l’Avalon Street, come continuazione della Avalon oltre la Merlin c’era la Silente Street, alla fine di essa c’era una piazza al cui centro si trovava una statua del grande mago. Dalla Silente nascevano quattro strade, dette le strade dei fondatori, erano la Griffondoro e la Corvonero a sinistra, la Serpeverde e la Tassorosso a destra.
Quel giorno per l’anniversario della dichiarazione della fine delle guerre magiche, ci sarebbero stati grandi festeggiamenti. Nessuno notò che due gruppi di maghi lavoravano ai piedi della statua di Silente e sulla Hogwarts Street.
Gli studenti di tutta la scuola non vedevano l’ora di poter andare a festeggiare. Secondo il programma ci sarebbe stato anche un discorso del vice ministro, capo della Wizengamot, e sarebbe intervenuto anche Kingsley Shacklebolt come ex ministro.
L’attuale ministro della magia non voleva apparire vicino al suo predecessore, ne’ tanto meno agli eroi dell’Ordine della Fenice o dell’ES, e soprattutto al prescelto; molti avevano iniziato a pensare ad Harry come ministro della magia.
Il palco per le celebrità era stato fatto in Avalon Street, oltre ai vari discorsi ci sarebbero stati anche vari concerti e altre attività.
 
Il vice ministro arrivò accolto dal sindaco e da tutto il consiglio comunale, anche la professore McGranitt come preside di Hogwarts doveva essere presente, ma aveva fatto sapere che non sarebbe venuta, non era un segreto che non sosteneva per niente la politica del ministero. Tra gli altri ospiti c’era anche Kingsley Shacklebolt, anche lui non del tutto contrario a buona parte delle attuali politiche.
“Salve, Klaus, come va?”
“Bene, Kingsley.” Rispose il politico avvicinandosi.
“Non mi aspettavo di vederti… a quanto pare non hai paura di Harry, come il tuo capo…”
“Nessuno al ministero a paura di Harry Potter…”
“Se i signore voglio seguirci…” disse uno degli accompagnatori.
“Si, certo…” rispose Klaus Swift.
E il vice ministro e Kingsley iniziarono a camminare fianco a fianco, per Grifondoro Street.
“Dicci che il ministero non ha paura di Potter… Ma non credo che gli farebbe piacere se Harry si buttasse il politica…”
“Potter…” disse Swift.
“Per vostra fortuna Harry è sempre stato un uomo azione, un vero auror, e non gli interesano gli intrighi di palazzo…”
“E’ strano un discorso del genere da uno che ha fatto il ministro della magia per due mandati… non mi dire che a te avrebbe fatto piacere il ritorno di Potter durante il tuo ministero…”
“Si, invece avrei insistito per averlo nel mio governo o come capo della sezione Auror, ma credo che lui stia meglio a Hogwarts. Harry fa paura perché è un uomo onesto come Albus Silente…”
“Come vuoi Kingsley … ma che stanno facendo?” domandò il vice ministro guardando verso la statua di Silente. C’era un gruppo di maghi che stava issando qualcosa.
“Non lo so signore…” rispose uno degli accompagnatori “Non mi sembra che sia qualcosa che centri con i festeggia…” ma non finì la frase che da ogni angolo spuntarono dei mangiamorte e li circondarono.
“Ma che cosa succede?” gridò Kingsley, che mise mano alla bacchetta, come anche i tre auror di scorta che furono uccisi da tre maledizioni senza perdono.
“Salve vice ministro…” disse Pansy avvicinandosi, con indosso la maschera d’argento “Benvenuto ai nostri speciali festeggiamenti, per la fine della guerra e per l’iniziò della terza guerra magica…” poi a ex-ministro disse: “Non mi aspettavo di vedere il grande Kingsley Shacklebolt, meglio così sarai un buon ostaggio…”
“Si può sapere cosa volete?” domandò il Swift.
“Niente…” rispose Pansy, minacciò il politico puntandogli la bacchetta alla gola e sussurrando: “Vogliamo la liberazione di tutti i prigionieri di New Azkaban… altrimenti passeremo per armi tutti coloro che si trovano qui…”
“E’ follia…” disse Swift.
“No, è una guerra…” disse Pansy che poi gridò agli altri “Portateli via…”
“Non così in fretta, mangiamorte…” gridò Kingsley, che estratta un’altra bacchetta, lanciò un incantesimo su Pansy, ma questo fu deviato da Draco, che cercò subito dopo di colpire l’uomo di colore, ma lui era sparito smaterializzandosi.
“Maledizione!!!” gridò Pansy “Dove sarà andato?”
Draco sorrise da dietro la maschera e disse: “Non c’è dubbio che Shacklebolt abbia un certo stile…”
“Dobbiamo anticipare i piani…” disse Pansy, e poi mandò con la bacchetta il segnale d’attivazione dei due baluardi, questi si accesero mandando in alto una colonna d’energia arancione che poi si apri generando una cupola su tutto il villaggio.
“Avrei voluto aspettare l’apice dei festeggiamenti…” poi si voltò verso Draco “Sono stati mandati degli uomini alla Testa di Porco…”
“Si, certo… Non preoccuparti tutto andrà secondo i piani.” Disse Draco “Adesso raggiungiamo la statua di Silente, avvertite tutta la popolazione che è nostra prigioniera e che se provano a mettere un piede fuori di casa li uccideremo…”
 
Dopo aver pagato uno dei clienti del pub uscì, ma rientrò quasi subito gridando: “Venite a vedere il cielo è di uno strano colore arancione.”
“Arancione?” sussurrò David “Non può essere, che sia?...”
Lui, Tonks, Alastor, Aberforth insieme a tanti altri corsero fuori e videro che davvero il cielo era di quel colore.
David gridò: “Tutti dentro presto? Subito!!!” e quasi li costrinse a rientrare.
“Per il sangue del diavolo di Merlino, che sta succedendo, nipote?” disse Aberforth non appena tornato nel locale.
“E’ una cupola di Grindelwald.” Disse David. “Siamo sotto attaccò da parte di maghi oscuri o mangiamorte…”
“Gellert Grindelwald ancora quel bastardo, anche da morto ci crea problemi.” Disse fra i denti Aberforth.“Qualcuno mi vuole spiegare che succede?”
“Ho sentito parlare di questo incantesimo, si basa su un pentacolo giusto?” domandò Alastor.
“Si, ma vi spiego dopo adesso aspettiamo delle visite, nascondiamoci.” Rispose David, tutti e quattro si nascosero dietro il bancone. L’immortale guardava la porta e dopo neanche un minuto questa s’aprì e ne entrarono tre mangiamorte.
I clienti ne furono quasi tutti spaventati, e quei bastardi se ne compiacevano, si sentivano come degli squali, gli piaceva la sensazione di potere e paura che davano.
Uno di loro s’avvicinò a un tavolo e domando: “Dov’è il proprietario di questa bettola? Dov’è Aberforth Silente?”
I tre magi di quel tavolo non risposerò nonostante la paura. Il mangiamorte allora ne prese una dalla camicia e disse: “Voglio delle risposte, sacchi d’escrementi di drago, o vi torturiamo fino a farvi supplicare di morire.”
“Non lo so, non so dov’è andato. Diceva di voler partecipare alla festa.” Disse uno dei maghi.
Gli altri due mangiamorte s’avvicinarono al loro compagno, e lui scaravento a terra l’uomo che stava interrogando, per poi buttare all’aria, il tavolo e due sedie.
“Sentitemi bene immondizia, vogliamo sapere dove si trova Aberforth Silente, vi conviene dircelo. Se non volete ritrovarvi morti, o nel reparto traumi mentali del San Mungo o trasformati in inferi. Dove si trova Aberforth Silente?”
Ma nessuno rispose, ma uno di loro che fino a poco tempo fa era nascosto nel buio dietro a un pillastro, disse: “Ehi stronzo, qui nessuno ti dirà dove si trova Aberforth, primo perché nessuno di noi, parla con feccia come voi, secondo perché il proprietario della testa di corpo è un amico di tutti noi.”
“Ah si, vedremo se un po’ di cruciatus vi scioglierà la lingua…” disse il mangiamorte, che alzò la bacchetta, ma David uscito dal suo nascondiglio e gridò: “Imperio…”
La maledizione colpì i tre maghi alle spalle, che diventarono come degli zombi.
“Adesso andatevene e dite che siete stati costretti a uccidere Aberforth Silente. Andate…” gli ordinò David.
I tre mangiamorte annuirono e uscirono.
“Non pensavo fossi il tipo da usare una maledizione senza perdono” disse Tonks.
“Dimentichi che durante la prima guerra magica stavo sotto copertura fra loro.” Rispose David.
“Ottima idea di non ucciderli…” disse Alastor.
“Adesso dobbiamo capire cosa sta succedendo? Cos’è la cupola di Grindelwald, nipote?” domandò Aberforth.
“E’ un incantesimo creato da Gellert Grindelwald, l’ho vista usare durante la seconda guerra mondiale sul villaggio di Coutempierre in Francia, gli abitati sono morti soffocati…”
“Soffocati?” domandò Tonks.
“Si, la cupola in un giorno ha consumato tutto l’ossigeno…”
“Allora cosa stiamo aspettando andiamo.” Disse Alastor.
Aberforth presa la sua bacchetta disse: “Accio Ascia …” e da sopra il bancone si staccò un enorme ascia sassone, che volò nella mano del padrone del locale che poi disse ad un cliente: “Jim, dopo che avete finito di bere, chiudi tu per favore…”
“Si, Aberforth… fatte attenzioni li fuori, non preoccuparti per il pub, lo difenderemo noi…”
“Grazie…” disse, si mise l’ascia su una spalla e uscì seguito dagli altri.
 
“Che diavolo sta succedendo…” disse Acrux uscendo da Mielandia in compagnia di Harmony e Tibby.
Sotto i loro occhi il cielo era diventato di colore arancione.
“Non credo faccia parte dei festeggiamenti.” disse Tibby.
“Neanche io, sta per accadere qualcosa…” disse Harmony.
“Forse è meglio raggiungere il punto di ritrovò al incrocio di Avalon Street.” Propose Acrux.
“Credo di si…” disse Tibby. “Harmony? Cosa c’è?”
“No.. niente andiamo…” rispose la strega sempre guardando quello strano cielo arancione.
Mentre si avvicinavano ad Avalon Street, videro il baluardo e i mangiamorte che gli faceva da guardia, c’erano anche dei each uisge, oscuri cavalli d’acqua capaci di volare.
Quando stavano per essere scoperti, Harmony, Acrux e Tibby si sentirono presi e tirati dentro a un vicolo, lì ci trovarono: Tim Drake, Robin Lefler, Herman Zabini, Jason Todd, Maria Fleed e Mildred Hubble.
“Che succede?” domandò Acrux.
“Mangiamorte…” rispose Tim “Hogsmeade ne è piena…”
“Che facciamo?” domandò Tibby.
“Per prima cosa dobbiamo andarcene di qui…” disse Harmony “Raggiungere un posto sicuro…”
“Si, ma qual è?” domandò Robin.
“Direi la locanda Morag…” propose Tibby “Mia madre aspetta lì mio padre e gli altri professori, saremo al sicuro, potrebbero essere già arrivati…”
“Mi sembra una buona idea…” disse Acrux e tutti si trovarono d’accordo con il serpeverde.
E tutti s’incamminarono, tranne Tim e Harmony. Lui s’affacciò sulla strada non visto, e disse a bassa voce: “Potrebbe esserci Namtor fra loro, potrei vendicare Stefany e Conner…” e strinse in pugno la bacchetta.
“No…” disse Harmony, mettendogli una mano sulla spalla “Tim…”
“Si… Harmony… Andiamo…” E anche loro salirono attraverso il vicolo, non sapendo che dall’alto Acrux, si era fermato e li stava guardando.
“Potremo trovare solo, zia Luna…” disse Harmony a Tim. “Questo cielo arancione, forse è un qualcosa che taglia fuori tutta Hogsmeade, nessuno ci può entrare o uscire…”
“Si, potrebbe essere un’idea…” rispose Tim “Sai mi piace come funziona la tua testolina, Granger, sei una…”
“Per favore, non dirmi che sono una so tutto io…” disse quasi ridendo la giovane strega.
“Non te lo dicco, ma è vero… sei una delle migliori di tutta la scuola…”
Harmony arrossì e disse: “Io!! Ma figurati: soltanto libri e un po’ di furbizia!!!”
“Io direi una buona dose di coraggio e di incoscienza…” disse il giovane mago.
Anche Robin guardava l’amico e la giovane strega parlare e ridere insieme e pensava: “Forse neanche lui se ne accorge che quando sta con la Granger,  cambia è più felice, lei riesce a metterlo a proprio agio…”
Finito il vicolo, il gruppo di studenti si ritrovò nel Gwen Park.
Herman Zabini chiamò Acrux e gli disse a bassa voce: “Vieni qui per favore…”
“Cosa c’è? Perché non ci muoviamo?” domandò il serpeverde.
“Inferi…” rispose Jason.
“Inferi?” ripete Acrux.
“Si… sono per il parco…” disse Herman.
Acrux alzò la testa e vide circa una decina d’inferi, muoversi barcollando.
“Che facciamo?” domandò Malfoy.
“Non ci hanno ancora ne visti, ne sentiti…” disse Jason “Per fortuna siamo contro vento.”
“Si, ma non possiamo restare qui!!” disse Acrux.
“Perché non ci muoviamo?” domandò Tim, che era avanzato insieme con Harmony.
“Inferi, grifondoro… Il parco ne è piano…” rispose Acrux. “Qualche suggerimento sul da farsi?…”
“Dobbiamo affrontarli…” propose Harmony.
“Non mi sembra una buona idea, ragazzina…” disse Jason.
“O degli stupidi inferi senza cervello o dei mangamorte. Scegliete?” disse lei.
“Inferi…” rispose Acrux, e poi tutti gli altri.
Mentre si preparavano a combattere, sguainando le bacchette; Jason disse ad Acrux: “E’ la tua ragazza quella, Malfoy?”
“Si…” rispose.
“Non t’invidio per niente…” disse Jason.
Herman guardò dietro di se cercando Tibby.
I giovani maghi uscirono alla scoperto.
La prima a colpire fu Harmony lanciando un potente fulmine che colpì due inferi, poi Tim anche lui con un fulmine, Tibby che evocò l’arco d’argento di Artemide e ne bersagliò diversi, Acrux lanciò un Pulvis Adamantis, per niente indegno di quello di suo padre, Robin un Lacarnum Infamare, Jason trasfigurò l’aria in delle lame, Maria un bombarda.
I ragazzi correvano distruggendo gli inferi, ma arrivati a metà del parco, s’accorsero che non c’erano più zombi, il sole non riusciva a superare la boscaglia, tutto era avvolto dalla nebbia, e molti iniziarono a sentire brividi di freddo.
Harmony si guardò attorno e sussurrò: “Conosco questa sensazione, questo senso di vuoto, questo opprimente peso sul cuore… Sono loro…” Vedeva il suo respiro diventare vapore, aveva paura. Sì voltò verso gli altri, e anche loro erano come immobilizzati.
E comparvero neri, terrificanti, avvolti nei sudari neri e strappati, i dissennatori.
Harmony provò ad alzare la bacchetta, ma non ci riuscì, nessuno di loro sembrava capace di fare niente. La strega si concentrò doveva riuscire a lanciare il patronus altrimenti sarebbe stata la fine per tutti. Sentì una mano calda e forte sulla spalla, si girò e vide il volto dolce e sicuro di Tim. Lui la spostò con gentilezza e davanti ai dissennatori gridò: “Expecto patronum” Dalla sua bacchetta scaturì un raggio argenteo, che prese la forma possente del Kirin.
Il patronus colpì parte dei dissennatori dissolvendoli, ma erano troppi per Tim, e le paure e tutti i sentimenti negativi degli altri ragazzi rendevano, gli spiriti neri più forti.
Harmony vide l’incanto diventare più debole e gli sforzi del giovane mago.
Il ricordo felice del ragazzo era stato il loro primo bacio, ma più passava il tempo più i dissenatori facevano leva sul ricordo della morte di Stefany.
Quando ormai sembrava che il Kirin sarebbe scomparso, Tim guardò al suo fianco Harmony, era molto spaventata, il giovane mago pensò: “Devo farcela per lei… per tu noi…” Il kirin riacquistò vigore e Tim ordinò agli altri: “Andiamo avanti.” Poi gridò ad Acrux: “Prenditi cura di lei…” riferendosi ad Harmony.
Il serpeverde afferrò la strega, e tutto il gruppo iniziò a camminare. Tim usava il patronus per scacciare i dissennatori, mentre il gruppo avanzava. Uscì finalmente dal parco, tutti tirarono un sospiro di sollievo.
Tim cadde quasi a terra, ma fu sostenuto da Herman, che gli disse: “Ottimo lavoro, Drake…”
“Grazie…” rispose il grifondoro.
“Adesso lasciati aiutare amico…” disse Herman.
“Sei in grado di evocare un patronus corporeo. Chi te l’ha insegnato?” gli domandò Acrux.
“E’ stato il professor Potter…” rispose Tim e intanto guardava Harmony e domandò: “Come sta Har… ehm Granger?”
“Harmony, Harmony…” la chiamò Acrux, ma la ragazza sembra sotto shock.
“Dobbiamo raggiungere quella locanda…” disse Tim.
Dopo poco uscirono dal parco trovandosi davanti alla locanda del Morag su Merlin Street, e ci entrarono trovandosi di fronte Luna e Kingsley Shacklebolt con le bacchette alzate.
“Mamma…” gridò Tibby, non appena la vide, e corse ad abbracciarla.
“Siete degli studenti?” domandò Kingsley.
“Si, signore…” rispose Acrux. “Non sappiamo dove sono gli altri. Su Hogwarts street ci sono dei mangiamorte, e anche dei each uisge.
“Per il sangue del inferno!!!”  Esclamò Shacklebolt “Alla fine di Silente street ce ne saranno una ventina.”
“Come siete arrivati qui?” domandò Luna.
“Siamo passati attraverso Gwen Park, mamma. Era pieno d’inferi e di dissennatori…”
“Inferi, dissenatori…” disse Luna.
“Si, se non fosse stato per Tim che ha evocato il suo patronus saremo morti a quest’ora… Ma Harmony non sta bene…”
“Portela di sopra in una delle stanze…” disse Kingsley.
E Todd e Malfoy aiutarono la ragazza a salire le scale, mentre Tibby e Luna andavano nell’salone.
“Quella ragazza è la figlia di Harry Potter, giusto?”
“Si, signor…” rispose Tim.
“Harry che ha una figlia, è sempre stato un uomo pieno di sorprese….” Sussurrò ex ministro, che poi domandò: “Come ti chiami ragazzo?”
“Tim Drake…”
“Sei stato fantastico, Drake, forse neanche Harry avrebbe fatto di meglio, che è tutto dire… Gli auror hanno bisogno di uomini come te.”
“Grazie…”
“Herman, portalo di la a riposare di fronte al fuoco…” disse Kingsley.
“Si…”
Mentre Herman aiutava Tim a camminare, questo ultimo gli domandò: “Shacklebolt ti conosce Zabini?
“Si, è stato per un po’ il capo di mio padre… E’ un grande…”
Arrivati vicino al fuoco, Luna diede a Tim un pezzo di cioccolata e gli disse: “Tieni mangia, ti farà bene…”
Il ragazzo ringraziò, mangiò la cioccolata.
“Mamma dov’è sono gli altri? Harry, Hermione, papà?” domandò Tibby
“Credo siano tagliati fuori, non possono entrare a Hogsmeade per quella specie di cielo arancione… Neville è di sopra, sua moglie Susan e suo figlio sono stati colpiti da una maledizione.”
 
Harry, Hermione, Ron e Ginevra stavano andando a Hogsmeade per i festeggiamenti, quando videro un muro d’energia arancione che sbarrava il sentiero per il villaggio.
“Miseriaccia…” disse Ron “Ma cos’è?” e stava per toccarla.
“No, fermò Ron!!!” gridò Hermione, prendendogli la mano.
“Merlino!! Hermione mi hai messo paura”
“E’ una cupola di Grindelwald chiunque la tocchi subisce una maledizione del tempo, cioè invecchia fino a diventare polvere.”
“Ne sei sicura?” domandò Harry.
“Si, me le parlo un giorno David, Harry…” rispose seriamente la strega “Non ci sono controincantesimi, può essere distrutta solo dal interno o dispersa da chi ha lanciato incantesimo, e in un giorno consuma l’ossigeno. Tutti i governi magici hanno bandito questo incantesimo proprio per la sua capacità di fare stragi. Devono essere stati dei mangiamorte…”
“Fammi capire?” disse Ron “Vuoi dire che non possiamo raggiungere Hogsmeade, e che in un giorno la gente li dentro morirà soffocata?”
“Si, Ron, e probabilmente adesso al villaggio ci sono dei mangiamorte…”
“Cazzo, ma c’è Luna, c’è Tibby…” gridò Ron “Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo entrare…”
Harry lo afferrò appena in tempo, trattenendolo prima che cercate d’attraversare la cupola.
“Ron cerca di ragionare… Se cerchi d’entrare morirai…” gli disse l’amico.
“Harry, lì dentro che mia moglie che aspetta un bambino e mia figlia…” gridò Ron “Dobbiamo fare qualcosa non posso permettere che…”
“Lo so, Ron, ma dobbiamo stare calmi…” disse Harry.
“Stare calmi... Facile dirlo per te Harry, tu non hai una moglie e dei figli in peric…” ma Ron si bloccò e poi aggiunse: “Oh Dio, Harmony anche lei e li dentro, scusami Harry…”
“Non c’è problema amico…” disse Harry che poi guardò Hermione, tutte due era in ansia per la figlia, come anche Ginevra preoccupata per Acrux.
“Dobbiamo avvertire gli auror e il ministero.” Disse la rossa.
“Si, è una buona idea…” disse Hermione.
“E anche Draco…” continuò Ginevra “Si, trova a Parigi per affari…”
 
Alla locanda, Luna aveva iniziato ad avere le contrazioni, fu portata in una stanza.
“Herman tu e i puoi amici venite qui per favore…” disse Kingsley, che controllava la situazione da una finestra. “Credo che mi abbiano trovato….”
“Che c’è signore?” domandò Tim.
“C’è qualcuno la fuori…” rispose l’ex-auor.
“Mangiamorte…” sussurrò Acrux.
“Non ne sono sicuro…” disse Kingsley, senza distogliere lo sguardo.
“Potrebbero essere dei nostri compagni di scuola…” disse Jason.
“No, Todd, credo che tutti gli altri siano stati catturati.” Rispose Tim.
“Drake ha ragione… preparatevi, potrebbero cercare d’entrare qui…”
Dopo poco si sentì bussare alla porta, Kingsley, Tim, Acrux, Jason, Herman, Tibby, Robin Maria, Mildred si trovarono nell’atrio pronti ad affrontare qualunque nemico.
“Ragazzi, dobbiamo fermarli qui, non devono entrare…” disse Kingsley “Non devono passare… ricordatevi che ci sono in gioco le vite dei nostri amici, dei nostri famigliari…”
Tibby pensò a sua madre e al piccolo che doveva ancora nascere, e ad Harmony di sopra.
“…dei nostri amori…”
Acrux e Tim pensarono ad Harmony, Herman guardò Tibby per un secondo.
“Non devono passare…”
“Non passeranno, signore…” disse Tim.
La porta si aprì e dietro si trovava David.
“Professor Giles…” disse Acrux. “Per fortuna…”
“Aspetta, Acrux. Non sappiamo se è il vero Giles…” disse ex-auror.
“Kingsley, muoviti qui siamo allo scoperto…” disse David.
“Provami che sei tu…”
“Ricordi la missione segreta in Iran, se stato tua a organizzare la squadra quando eri ministro… mi hai detto che se potevi saresti voluto venire anche tu…” rispose David.
Kingsley sorrise e disse: “Entra David…”
“Grazie, un altro po’ e ci scoprivano i mangiamorte…” rispose e dopo di lui entrarono Tonks, Malocchio, Aberforth.
“Shacklebolt …” sussurrò Alastor.
“Moody …”
“Ciao, Kingsley!” disse Tonks.
“Ciao, come sta Remus? E James?”
“Bene grazie…”
“Come la situazione?” Domandò Alastor.
“Siamo prigionieri qui dentro… ma i mangiamorte non si sono ancora visti…” disse Kingsley.
“Non abbiamo molto tempo.” Disse Tonks. “Voi siete studenti di Hogwarts?”
“Si… mi chiamo Tim Drake sono di grifondoro…”
“N’ero certa…” sussurrò la strega.
“Acrux Malfoy di serpeverde…”
“Sei il figlio di Draco Malfoy non è vero?” domandò Alastor.
“Si…” rispose Acrux.
Il vecchio mago lo guardò come volerci vedere l’anima con il suo occhi magico.
“Allora io e te siamo mezzi parenti… Io e tuo padre siamo cugini, mia madre e tua nonna erano sorelle…” disse Tonks sorridendo.
“Lo so, signora Lupin…”
“Chiamami Tonks, solo Tonks mi chiamano tutti così…” poi si rivolse a Tibby sorridendo: “Ciao Tibby…”
“Ciao Tonks…” rispose la ragazza.
David non aveva detto una parola, poi a un tratto guardò in alto verso il piano superiore e sussurrò: “Una vita si è spenta poco fa in questa casa…”
Infatti al pieno superiore Susan Bones era morta, senza mai riprendere i sensi.
Tutti s’accomodarono nel salone, dove Kingsley spiego la situazione della locanda, mentre Tonks racconto la storia della cupola. David rimaneva molto silenzioso, come immortale aveva acquisito il potere di percepire la vita e la morte, ma anche certe maledizioni.
 
“Luna come va?” le domandò Tonks.
“Non tanto bene, le contrazioni si fanno sempre più frequenti, Tonks…” e la strega sentì una contrazione “Per tutti i Nargilli… piccolo non è il momento di nascere, sei già così simile a tuo padre…”
David entrò nella stanza e disse: “Tenente… Luna…”
“David…” disse la strega.
Tonks s’avvicinò disse al mago: “Ha bisogno di aiuto, manca veramente poco… So che tu hai fatto pure il guaritore… Devi aiutarla.”
David guardò Luna sdraiata nel letto e disse: “Non posso…”
“Devi farlo…”
“Tonks, ho esercitato negli anni 50 in Corea non ricordo quasi nulla…” Disse il mago aprendo la porta, uscì ma prima d’andare disse: “Tornerò con un guaritore…”
L’immortale percorse tutto il corridoio, e mentre camminava su quel pavimento di legno scricchiolante ricordava il perché non voleva tornare a fare il guaritore.
Davanti alla porta della stanza dove si trovava Neville, sospirò e poi bussò, ma non ebbe nessuna risposta, allora girò la maniglia e aprì.
Il guaritore era ancora seduto di fianco al letto dove giaceva il corpo senza vita della moglie.
David si avvicinò di fianco dell’amico e gli mise una mano sulla spalla, e gli sussurrò: “Coraggio… lo so quanto vorresti lasciarti andare…”
“L’amavo David… L’amavo, ai suoi occhi, ero speciale, molto migliore di quello che ero in realtà… lei era una moglie e una madre fantastica, una ottima strega e una eccezionale avvocato stava per entrare al Wizengamot, come sua zia Amelia… Come farò adesso senza di lei… come farò a crescere quel bambino, e se dovessi perdere anche lui. David… Io…”
“Lo so, Neville, lo so… ma abbiamo bisogno di te, Luna ha bisogno di te sta per partorire, ha bisogno di un guaritore, so che è difficile, ma un’amica e il suo bambino contano su di te… E so una cosa di Neville Paciock, lui non abbandona mai gli amici…” e gli strinse la spalla.
Il mago sentì la stretta, una stretta non forte, ma potente, calda che dava forza, alzò il viso e guardò l’amico negli occhi.
“Si…” rispose annuendo e si alzò deciso “Portami da lei, David…”
I due maghi usciti dalla camera incontrarono Tibby, la ragazza era molto agitata, preoccupata per sua madre. “Professori… mia madre…”
“Non essere in ansia… stiamo andando da lei…” rispose Neville.
E tutti e tre percorsero il corridoio per andare nella stanza dove si trovava Luna, ma davanti alla porta David disse alla ragazza: “Forse è meglio che tu non entri signorina Weasley…”
“Ehm si, professor Giles… ma se posso fare qualcosa?…”
“Si, certo…” Rispose Neville “Ti chiameremo ora vai di sotto…”
La giovane strega annui e scese.
“E’ una brava ragazza, Ron è fortunato…” disse Neville prima d’entrare.
“Sono tutti dei bravi ragazzi, come lo eravate voi…” disse David.
“Dev’essere un po’ traumatico per te vederci tutti più vecchi di te, dopo che ci hai addestrato e aiutato quando eravamo in guerra…”
“Si, Neville, ma ci sono abituato ormai a vedere crescere tutti intorno a me… è la maledizione dell’immortalità… mi piacerebbe continuare il discorso sul significato filosofico del non morire o invecchiare, ma abbiamo un lavoro da fare…”
E i due maghi entrarono nella stanza.
“Neville… David…” disse Luna soffrendo e sudando.
“Ciao Luna, ogni quanto sono le contrazioni?” domandò Neville avvicinandosi insieme con David.
“Ormai sono molto frequenti” rispose Tonks.
“Luna sono qui per aiutarti… insieme faremo nascere tuo figlio, ti fidi di me?” domandò Neville.
“Si…” rispose Luna e poi aggiunse “Mi dispiace per Susan e per Bruce…”
“Lo so, amica mia, ma adesso è importante tuo figlio, altrimenti chi lo sente Ron…”
Luna cercò di sorridere.
Neville si abbassò e guardò fra le gambe della strega, poi rialzata la testa disse: “La dilatazione è di quasi dieci cm, penso che ci siamo quasi…” e si rivolse a Tonks “Ho bisogno di lenzuola, asciugamani e acqua calda, e anche un po’ di idromele…”
“Idromele? Come anestetico?”
“No, è per me…”
Tonks sorrise e disse: “Troverò tutto, ma non il liquore non credo che tu ne abbia bisogno… Remus dice che eri uno dei migliori auror… e adesso uno dei migliori guaritori.”
“Mi ricorderò di ringraziarlo, Tonks, ma ora vai…”
La strega uscì e David disse: “Potevo andare io?”
“No, tu mi servi qui… primo perché ho bisogno di qualcuno che aiuti Luna, mentre io faccio nascere il bambino, secondo perché tu sei un guaritore e potrei aver bisogno anche della tua esperienza…” disse serio Neville togliendosi la giacca e arrotolandosi le maniche della camicia.
“Io… non esercito da tempo, Neville… e….”
“Niente e… ma.. o però…”
David guardò Luna e questa sussurrò: “Signore….”
Lui si sedette vicino al letto e gli disse: “Sono qui… stai tranquilla tenente…”
“Prima di cominciare…” disse Luna “… Voglio che voi due mi facciate una promessa…”
“Si…” risposerò i due maghi insieme
“Questo bambino deve vivere… se mi succede qualcosa voglio che lo proteggiate e che lo portate da suo padre…”
“Lo poterai tu da Ron, Luna questa è la nostra promessa… “ disse Neville.
“Si, ma promette…”
“Lo promettiamo, Luna…” disse David.
“Ora Luna respira, respira…” disse Neville.
 
Di sotto Tibby, che aveva visto Tonks cercare le cose lenzuola e asciugamani e far bollire dell’acqua era preoccupata.
Acrux le si avvicinò, e le disse: “Come stai?”
“Come vuoi che stia non fare domande stupide… Mia madre è di sopra e sta per avere mio fratello in uno posto come questo…” rispose lei.
“Scusami…” sussurrò il serpeverde e stava per andare via.
“No, scusami tu… e che non so che fare, mi sento così inutile… sono una stupida, i nostri genitori alla nostra età combattevano contro un pazzo con manie di grandezza e io sono posso fare nulla…”
Acrux si mise a ridere.
“Cosa c’è di divertente?” domandò la strega.
“No, niente… pensavo che mio padre alla nostra età a quanto mi hanno raccontato era proprio uno stronzo…”
Anche Tibby si mise a ridere e disse: “L’hanno detto pure a me, da non credere…”
“Vorrei fosse qui adesso…”
“Anch’io vorrei avere accanto il mio…”
Tim li guardava e li aveva ascoltati da lontano, e per un attimo ripenso al suo padre .
“Ehi…”
“Si, Robin…” rispose alla sua migliore amica.
“Di solito sei così scuro in faccia solo quando pensi a tuo…” ma la grifondoro non fini la frase, zittita dallo sguardo di ghiaccio dell’amico.
“Appunto… stai pensando a lui…”
“Che bruci al inferno: lui, la sua chiesa e tutta la sua religione…” sussurrò Tim.
 
“Forza un altro piccolo sforzo…. Un’altra spinta, Luna…” diceva Neville.
“Forza, tenente, puoi farcela…” le disse David, mentre le teneva la mano.
Luna spinse.
“Forza ancora… forza vedo la testa…” disse Neville.
“Avanti Luna ci siamo.”
Nel dolore Luna disse: “Ron… Aiutami, ti prego…”
“Sono qui amore…” disse David “Sono forza… forza…” e le strinse la mano.
“Ecco sta uscendo… Esce…”
Neville prese il bambino e questo subito si mise a piangere,
“Luna è un rosso!!” disse Neville mentre tagliava il cordone. “Uno splendido bambino dai capelli rossi… è nato un nuovo Weasley… temo assomigli a Ron” poi lo avvolse con un asciugamano e lo diede a Tonks perché lo lavasse.
“Complimenti, Luna… congratulazioni…” disse David sorridendo.
Tonks portò il bambino alla madre e anche si congratulo.
“Grazie, Grazie a tutti, senza di voi…” poi guardò il bambino e gli disse: “Ehi ben venuto piccola testina rossa…”
David toccò il piccolo, assomigliava ad un piccolo ranocchio dai capelli rossi.
“Oh Merlino un altro rosso…” disse ridendo.
Poi si avvicinò a Neville che si era allontanato per lavarsi le mani e le stava asciugando. “Complimenti guaritore Paciock” gli disse David e gli porse la mano.
Neville sorrise e stringendogli la mano rispose: “Grazie, David… Andiamo giù a dare la buona notizia…”
 
Harmony si trovava sola nella stanza, sdraiata sul letto, ma priva di qualunque forza, gli occhi aperti a fissare il nulla, tutto intorno a se era avvolto nelle tenebre. Nella sua mente il ricordo dei dissennatori era un incubo da svegli.
Nella presidenza della scuola intanto Fanny, la fenice di Albus Silente, era molto agitata aperte le ali afferrò la spada di Griffondoro e sfondò la finestra, per poi volare verso Hogsmeade.
Il primo a notare la fenice in volo fu Harry, che fece ceno a Hermione d’alzare lo sguardo per guardare e poi le sussurrò: “A quanto pare qualcuno sta andando a dare un aiuto…”
“Speriamo che tu abbia ragione, Harry” disse la strega, guardando il mitico uccello superare lo scudo magico.
“Sono sicuro che stia andando da Harmony…” pensò il mago sorridendo.
Anche altre due persone avevano visto il volo della fenice, uno era Parsifal Wulfric che si muoveva furtivo tra gli angoli della parte vecchia del villaggio, e che vista il mitica creatura sorrise. L’altro era David che senza farsi vedere osservava i movimenti dei mangiamorte da una finestra della locanda.
Fanny sfondò la finestra della stanza, sulle prime Harmony ebbe paura, poi alzò lo sguardo e vide la fenice appollaiata sulla spalliera del letto.
“Tu sei Fanny, non è vero?” domandò la giovane strega.
La Fenice annuì.
“Eri la fenice di Albus Silente, quella che aiutò Harry contro il Basilisco… Cosa vuoi da me?”
Fanny si sposto di poco a destra e dietro l’uccello di fuoco c’era conficcata nel muro una antica spada con l’impugnatura in oro e rubini.
Harmony guardò l’arma e disse: “Hai portato la spada di Gotric Griffondoro, Perché?”
La fenice guardò la giovane strega.
“L’hai portata per me? Vuoi che io combatta con quella spada, ma io non sono Harry… Io ho paura…” e abbassò lo sguardo.
“Tutti abbiamo paura Harmony…”
“Professor Giles…” esclamò la ragazza voltandosi mentre David entrava nella stanza.
Lui guardò prima la ragazza, poi la Fenice e disse: “Ciao, Fanny…” e si avvicinò per sfiorarle le piume del capo.
“E’ naturale avere paura in una situazione del genere, anche Harry l’avrebbe, e lui ha sempre avuto paura in ognuna delle sue avventure… E’ umano, ma bisogna non farsi dominare da essa.”
“E’ facile per lei dirlo, lei non rischia la vita, è immortale…”
“Si… ma il sapere di perdere un amico mi spaventa più di tutto...” David respiro profondamente, si appoggiò al tavolo e disse: “Un tempo conoscevo un ragazzo non pensava d’essere un eroe… i suoi genitori erano morti, uccisi da un mago oscuro, lui aveva un destino e non si tirò indietro, diventò un leader e portò i suoi amici a combattere, prima una battaglia e poi una guerra…”
Harmony non rispose.
“Conoscevo una ragazza era intelligente, conosceva tante cose, ma il suo dono più grande era il comprendere le persone, il capire il valore d’amicizia e dell’amore… e per amore e amicizia a combattuto anche se era una persona di pace…”
“Mammy…”
“Conoscevo una donna aveva il capelli rossi e gli occhi verdi, ed era dolce e gentile… e si sacrificò per la vita di suo figlio…. Conoscevo un uomo, un brav uomo, era giusto, coraggioso e determinato, e affrontò da solo un demone per salvare la sua famiglia. Tu dici di non poter affrontare i mangiamorte, di non poter guidare i tuoi amici, e ti dicco che puoi farcela… non perché sei la figlia di Harry Potter e di Hermione Granger… ma perché so riconoscere il coraggio quando lo vedo…”
Poi senza dire una parola, sorrise alla ragazza e uscì dalla stanza, e mentre scendeva le scale infilandosi i guanti, Tonks da sotto gli domandò: “Cosa dobbiamo fare, David?”
“Andremo a combattere, noi siamo degli auror e siamo l’ordine della fenice…”
“Bene… allora che aspettiamo?” domandò Malocchio.
“La vera grandezza non è nell'aspettare grandi cause per muoversi, ma nel trovare degno motivo di contesa in un fuscello quand'è in gioco l'onore.” disse Aberforth.
“Shakespeare?” domandò Kingsley.
“Si, Amleto atto quarto, scena quarta.” Rispose Aberforth.
“David… E i ragazzi?” domandò Tonks quando Giles le fu vicino.
“Io, Drake e Zabini vorremo combattere con voi…” disse Acrux avvicinandosi con gli altri due giovani maghi.
“No… siamo matti, siete troppo gio...” Disse agitata Tonks, ma un gesto di David la fermò.
“Voi combattere ragazzi, ma non con noi… vi aspetta un’altra battaglia.” Disse David guardando una porta al primo piano.
Lì dentro Harmony era in piedi e guardava la spada di griffondoro e Fanny.
“Io, devo farlo… Posso farcela…” pensò “Per amore e per amicizia, per mia madre e per Harry, per gli amici…” S’avvicinò alla spada. Prima con esitazione toccò l’impugnatura e pensò: “Perché il male trionfi basta che gli uomini… e le donne di buona volontà non facciano nulla…” Poi l’afferrò e sussurrò: “Coraggio… Per amore e per amicizia, per qualcosa per cui combattere…” La spada uscì prima piano dalla parete, poi Harmony la estrasse del tutto, ne guardò decisa la lama che splendeva come un diamante, e un sorriso caldo comparve sul suo volto. Si voltò e guardò Fanny e le disse: “Grazie…”
Poi si girò verso la porta, la fenice canto, e il suo canto sembrò una musica epica per eroi antichi e nuovi, ma soprattutto eroi giovani, eroi ragazzi. La strega stava per uscire quando la Fenice le volò sulla spalla, lei l’accarezzò e disse: “Vuoi venire con me, Fanny?”
E Harmony uscì, e tutti la guardarono mentre scendeva le scale.
“Harmony…” sussurrò Tim.
“Piccola…” disse Acrux.
La giovane strega sorrise al serpeverde.
David la guardò e annuì.
“Harmony, ragazza… oh Merlino come somiglia a Hermione…” disse Tonks.
“No, Tonks…” disse Alastor “Assomiglia a suo padre, mentre andava a combattere Voldemort, mentre richiamava a se i suoi griffondoro…”
“Harmony… amica mia…” disse Tibby.
“Con lei andrei fino ad Azkaban e affronterei anche tutti i demoni del inferno…” disse Herman accanto a Tibby.
“Dentro di lei c’è una tempesta Zabini, una tempesta che non può essere domata…” disse Robin abbassando lo sguardo e sussurò guardando Tim e Acrux estasiati: “Per questo gli uomini si innamorano di lei…”
Quando la giovane strega finì di scendere la scala, sì avvicinò a David che osservava la cartina di Hogsmeade sul tavolo, intorno alla Granger si strinsero tutti gli altri giovani maghi e streghe.
“Signore…” disse Harmony “quale sarà il nostro ruolo in battaglia?”
 
Tutti erano intorno a un grande tavolo rettangolare della sala da pranzo, Giles a capotavola, i membri dell’ordine alla sua sinistra, i ragazzi a destra. Sul tavolo si trovava una cartina di Hogsmeade dove era stata disegnato un pentacolo magico.
“Per poter far cadere la cupola, generata dal pentacolo dobbiamo distruggere i due baluardi principali cioè la punta e la base” Spiego David “I ragazzi si occupano della base, noi dell’ordine della punta. Perfetto tra mezz’ora andiamo… Neville stai bene?”
“Si, David, e non vedo l’ora di uccidere qualcuno di quei bastardi… per mia moglie e mio figlio…”
L’immortale annuì e guardò anche Luna che era su una poltrona con in braccio il bambino, e poi disse ad Harmony che era al suo fianco: “Come avete intenzione d’attaccare i mangiamorte a Hogwarts street? Hanno dei each uisge?”
“Abbiamo un piano signore.” Rispose la strega, poco prima aveva parlato con Fanny e la fenice era tornata al castello.
“Ok, mi fido di te, Granger… Adesso signori in libertà…” disse l’immortale e lasciò la stanza, seguito da Tonks, che nella cucina della locanda gli domandò quasi gridando: “Non vorrai davvero mandare a combattere Harmony, Acrux e gli altri ragazzi?”
David non si voltò, mettendosi a cercare qualcosa e borbottando tra se: “Ci dev’essere qualcosa di commestibile qui dentro?…”
“Giles…” disse Tonks prendendolo per una spalla e costringendolo a voltarsi “Rispondimi…”
La strega lo guardò negli occhi, che erano freddi come il ghiaccio, tanto freddi da far paura che la donna dovete fare un passo indietro.
“Non puoi mandarli a combattere mangiamorte esperti e potenti... sono troppo giovani…”
“Non più giovani di quando i loro genitori hanno affrontato Lucius Malfoy, Bellatrix Lestrange e lo stesso Riddle al ufficio misteri per la profezia…”
“Sono solo dei ragazzi…”
“No, Tonks… Harry era solo un ragazzo quando affrontò il drago, il labirinto e Voldemort, e aveva quattordici anni…”
“Era diverso, Harmony non è Harry…”
“Si, ma è sua figlia, figlia sua e di Hermione… Lui affrontava i draghi ed Hermione affrontava lui… Tonks, ho paura che questo sia solo l’iniziò, questo è solo il primo atto di una guerra… una nuova guerra che li vedrà tutti in prima linea.”
Nel salone i ragazzi erano riuniti, Acrux, Zabini e Jason Tood di Corvonero stavano in silenzio seduti su un tavolo, Tim era appoggiato alla stipite della porta con le braccia incrociate,e il viso basso. Robin parlottava con Maria Fleed e Mildred Hubble.
Harmony era seduta vicino al fuoco, con in mano un attizzatoio. Tibby era andata da sua madre, ma poi raggiunse i suoi compagni e disse a tutti: “Dovremo trovarci un nome?”
“Come un nome Weasley?” domandò Maria.
“Mia madre poco fa mi ha detto che gli ricordiamo l’Esercito di Silente…” disse Tibby.
“Addirittura l’ES… Wow.” Disse Robin.
“Già Wow l’ho detto pure io…” rispose Tibby “Ma non l’Esercito di Silente durante la guerra, ma quello che avevano fondato contro la Umbridge. Allora mi a chiesto se avevamo un nome; e io gli ho detto di no, ma penso che dovremo averlo. Tu cosa ne pensi Harmony?”
La strega ci pensò su e disse, mentre s’avvicinava ad Acrux: “Penso che tu abbia ragione, abbiamo bisogno di un nome… ci sono suggerimenti.”
“Che ne dite di nuovo esercito di silente?” domandò Mildred.
“Cerchiamo qualcosa di solo nostro.” Disse Acrux.
“Sono d’accordo…” aggiunse Tim.
“Questo è un miracolo quei due sono d’accordo su qualcosa…” sussurrò ridendo Tibby a Robin, e anche lei si mise a ridere per poi aggiungere: “Fidati sono d’accordo pure su un’altra cosa….”
“Si, che amano la stessa ragazza…” disse la rossa.
Ci furono diverse proposte per i nomi, Harmony ascoltava tutti, ma molte idee furono bocciate, la ragazza a un tratto ripenso a Fanny, ma anche agli uomini e donne che componevano l’Ordine della fenice. Guardò i suoi compagni e pensò: “Noi siamo giovani per far parte dell’ordine. Siamo giovani… si certo giovani… Fanny… Fanny è una fenice…” e sorridendo disse: “Che ne dite di Young Phenix?”
“Si, mi piace.” Disse Tibby.
“Anche a me.” Disse Robin.
“Young Phenix… mmm suona bene.” Disse Acrux.
Tim annuì.
“Allora Young Phenix, sia…” disse Jason Tood.
“Harmony è ora…” disse Drake avvicinandosi.
“Tim ha ragione, andiamo a prepararci… Ah vorrei parlarti in privato. Gli altri vadano a prepararsi.” Disse la strega.
“Certo…” rispose il grifondoro, che passò davanti ad Acrux.
“Vieni di là…” gli sussurrò Harmony.
I due se ne andarono.
Acrux domandò a Tibby: “Di cosa devo parlare?”
“Non lo so, ma forse qualcosa che riguarda la battaglia dopo tutto Drake è il più grande fra noi.”
Acrux mugugnò qualcosa.
“Non sarai geloso, cugino…”
“Acrux Malfoy non conosce il significato della parola gelosia…” disse serio il giovane mago.
“Ma sarà… Io se fosse in te mi terrei vicino Harmony e starei attenta a Drake è molto carino… E’ famoso nella casa nostra casa, ottimo mago, e grande giocatore di Quidditch, e ad Harmony piacciono i giocatori bravi… e poi ha il fascino sia dei ragazzi cattivi che quello dei cuccioli da accudire…”
“Tibby seconda me ti piace…” disse ridendo lui.
“Se non fossi innamorata di James, ci farei un pensierino.” Poi guardò seria il cugino “Stai attento a Drake, non fartela portare via…”
“Non lo farò, e poi io mi fido di Harmony…”
Robin aveva seguito tutta la scena da qualche metro di distanza, appoggiata a un muro.
Intanto vicino alle scale Harmony e Tim, parlavano.
“Tim allora mi farai dai vice?” domandò la giovane strega.
Lui sorrise, avrebbe così tanto voluto accarezzarle il viso. “Si, ti farò da vice… Se ho capito il mio ruolo nel tuo pieno è comandare le truppe di terra…”
“Si, ma se vuoi venire con noi?” domandò Harmony.
“No, mi va bene combattere, questa volta voglio rimanere con i piedi ben piantati, sarà divertente, e poi potrò abbattere più mangiamorte…”
“Ma promettimi che sarai attento, voi affronterete l’urto maggiore. Riuscirete a resistere?”
“Puoi contarci, signora… mia regina…” disse sorridendo Tim.
Harmony arrossì e disse: “Avrai con te Acrux, Herman, Jason. Vanno bene?”
“Si, ma posso chiederti perché hai scelto me, invece del tuo ragazzo?”
“Perché tu hai più esperienza in battaglia…”
“Ok, ma non so cosa potrà dire a Malfoy in proposito, dovrà prendere ordini da me…”
“Gli parlerò io… Ammettilo di piace l’idea?”
Sul viso comparve un ghigno e poi disse: “Si, più o meno…”
“Voi due dovreste andare d’accordo almeno in questa occasione…”
“Ci proveremo, ma mi sa che è impossibile, io sono grifondoro e lui un serpeverde, siamo nemici per natura e poi…”
“E poi che?” domandò curiosa la strega.
“Siamo in competizione per essere il miglior portiere di Hogwarts”
“Anche Harry e il padre di Acrux erano nemici da ragazzi, poi hanno trovato un nemico comune per da combattere…”
“Tra noi è diverso, Harmony… Adesso signora, io vado a prepararmi…” e prima d’andare mise il pugno destro sul cuore, classico saluto auror.
“Vado anch’io…” disse la strega, rispose al salutò e salì di sopra, chiedendo a Tibby d’ accompagnarla.
 
Nella stanza di Harmony e Tibby si stavano preparando.
“Ho preso la scelta giusta secondo te? Noi ragazzi possiamo veramente sfidare dei mangiamorte? E’ giusto che io vi guidi?” domandò Harmony.
“Io penso di si. Possiamo farcela ne sono sicura.” Rispose l’amica “Non hai visto come tutti pendevano dalle tue labbra, i ragazzi erano affascinati da te. Tu hai un carisma naturale….”
“Grazie, Tibby…”
“Di cosa? Tu sei il mio Harry, e io sono il tuo Ron… I nostri genitori si guardavano le spalle a vicenda ora tocca a noi…” disse la rossa e le due ragazze si diedero il cinque.
“Adesso andiamo a rompere il sedere a qualche mago oscuro…” disse Tibby con un ghigno dipinto sul volto.
E anche Harmony sorrise.
Giù le due ragazze trovarono i loro compagni, Acrux era ad aspettarle alla fine della scala, Tim e Robin vicino al caminetto, e poi tutti gli altri. Ognuno aveva i colori della propria casa, Acrux ed Herman avevano su braccio destro il verde e argento dei serpeverde, Tim e Robin il rosso e oro,
Jason, Maria e Mildred il nero e viola dei corvonero.
“Siamo pronti, Harmony…” le disse Acrux.
Harmony sorrise e pensò: “E’ arrivato il momento, il momento del tutto o del niente, il tempo della violenza. Loro si fidano di me, ora devo dimostrare che questa fiducia è ben riposta…”
“Bene, allora andiamo…” disse la ragazza.
“Aspettate…” e si sentì una voce dalla porta della sala da pranzo, era David.
“Prendete.” Disse lui dando ad ognuno di loro una spilla.
“Ma queste sono?” domandò Tim non appena vide la sua “Sono spille auror, ma signore…”
“Si, siete tutti promossi auror… Adesso il giuramento alzate la mano destra: giuro di difendere la magia e i maghi da ogni nemico, di non cedere alla forze oscure, ma di cacciarle in ogni angolo al costo della mia vita. Lo giuro sul mio onore e sul mio sangue. Giurate?”
Ognuno ripete il giuramento e alla fine disse: “Giuro.”
“Adesso andate, e buona fortuna, Young Phenix.” Disse e fece loro il saluto auror.
“Grazie, signore, e buona fortuna anche a lei…” disse Hamony.
E detto questo uscì con gli altri fuori nel cortile della locanda, lì si trovarono Fanny, appollaiata al recinto e Fierobecco.
Tim disse sorpreso: “I thestral? Che ci fanno qui?”
Solo lui, Harmony e Jason riuscivano a vederli. Tim aveva visto la sua Stefany morire dopo una lunga agonia, Harmony aveva visto attraverso il frammento di Voldemort la morte dei suoi nonni, e Jason aveva assistito alla morte di suo padre per mano di un vampiro.
“Thestral ma cosa sono?” domandò Acrux.
“Sono delle creature magiche alate, portano le carrozze della scuola dalla stazione al castello.” Rispose Tim “Possono essere visti solo da chi ha visto qualcuno…. morire.”
“Stefany…” sussurrò Robin.
Tim annuì, e guardò Harmony.
La strega si fece avanti e disse: “Attaccheremo il baluardo sia dal cielo che dalla terra, dato che lì i nostri nemici hanno dei each usige. Tutto chiaro?”
“Perché questi così hanno le ali?” domandò Maria
“Si, e volano molto veloci… almeno secondo quello che mi ha detto mia madre…” rispose Tibby “Ma non sono proprio bellissimi…”
Harmony, Tim e Jason aiutarono gli altri a salire in groppa, Harmony salì sull’Ippogrifo.
“Mi sentirei meglio se potessi vedere cosa sto cavalcando.” Disse Robin.
“Fidati, meglio per te che rimanga invisibile.” Commentò cupo Tim.
Acrux vicino a Fierobecco gli dava delle carezze sul colo sussurrandogli: “Buono, bravo…” poi si rivolse ad Harmony: “Sembra che sia contento d’averti in groppa.”
La strega sorrise e disse: “Sarà contento di volare di nuovo con una Potter… Stai attento, Malfoy.”
“Anche tu, forse dovrei dirlo ai mangiamorte, voi Grangers siete pericolose.”
“Vieni qui…” disse la ragazza abbassandosi e baciando il serpeverde, poi si voltò verso gli altri e gridò: “Forza ragazze si vola…”.
Fanny aprì le ali, seguita dal ippogrifo e dai thestral e poco dopo ognuno di loro stava volando.
Acrux si rivolse a Tim e agli altri: “Adesso tocca a noi fare il nostro lavoro. Giusto?”
“Si, gli forniremo copertura.” Rispose Drake.
Acrux e Tim si diedero la mano.
“Andiamo, serpeverde…”
“Ti seguo, grifondoro…”
E anche il gruppo rimasto a terra uscì. Erano in cinque camminavano in linea distanti di circa due metri l’uno dall’altro, ognuno aveva in mano la sua bacchetta. Tim era fra Acrux alla sua destra, ed Herman a sinistra, Jason vicino ad al serpeverde.
“Ti va di fare a gara a chi ne ammazza di più Drake?” domandò Acrux.
Tim sorrise e rispose: “Perché no, adesso finalmente vedremo chi è il mago migliore fra noi…”
Jason scosse la testa e disse: “Si sa che tra un serpeverde e un grrifondoro il migliore è sempre un corvonero…”
“Ok la gara è aperta a tutti…” disse Tim.
 
Qualche secondo dopo l’uscita dei ragazzi anche gli adulti uscirono. Neville fu ultimo a lasciare la locanda, affidando Bruce a Luna, la strega gli disse: “Lo veglierò come se fosse uno dei miei figli, vai tranquillo Neville.” E alzò la bacchetta.
“Grazie, Luna…”
Fuori David disse loro: “Non facciamo aspettare quelle facce di latta…” E l’ordine della fenice andò per la Silente Street.
A Hogwarts Street a difesa del baluardo c’erano: Leslie e i mangiamorte più giovani come Ryo con il sostegno pochi maghi oscuri esperti.
I each usige cominciarono ad agitarsi.
Leslei domandò a Ryo: “Ma che succede?”
“E’ strano, a meno che…” rispose lui, che alzò lo sguardo e vide Harmony a cavallo di fierobecco, mentre le altre ragazze sui thestral. Il giovane mangiamorte imprecò e disse: “Abbiamo compagnia, in fretta sui each usige”
“Aspetta…” gli disse Leslei “Guarda…” e la strega indicò Tim, Acrux, Jason e Herman avanzare per la Avalon street.
“Ryo, la Granger è mia…” gridò la figlia di Voldemort.
“Ok, come vuoi…” poi agli altri mangiamorte “Noi attaccheremo quelli a terra, avanti…”
Leslei salì sul Darkrain, il suo each usige e pensò guardando Harmony: “Ora vedremo chi tra noi due è la migliore…” e si alzò in volo, andando incontro alla sua nemica, quando le fu abbastanza vicina puntò la bacchetta e gridò: “Avada Kedavra”.
Il fulmine verde era sul punto di colpire Harmony, ma dal nulla comparve Fanny che spalancò inghiottì la maledizione, la fenice esplose in una fiammata.
Harmony intanto si era fatta avanti con fierobecco, lanciò un fulmine argenteo, che la mangiamorte evitò con destrezza.
Leslei richiamò a se una spada d’energia, ed attaccò Harmony che però parò gli affondi usando la spada di Griffondoro.
Le due streghe allora si trovarono faccia a faccia guardandosi negli occhi, mentre anche le loro cavalcature combattevano.
Intanto anche le altre ragazze avevano ingaggiato battaglia contro gli altri mangiamorte su each usige, mentre giù a terra, Ryo comandava i suoi combattendo contro Tim, Acrux, Herman e Jason.
Harmony e Leslie si allontanarono l’una dall’altra.
“Io ti conosco.” Disse la grifondoro “Tu eri nel gruppo che ha attaccato me e mia madre a Howl.”
Lei non rispose, il ricordo di quel giorno le bruciava ancora, era stata umiliata da una mezzosangue davanti a sua madre. Ma c’era di peggio il dover ammettere che Hermione Granger era un ottima strega, le sorrideva alle lezioni, la incoraggiava a migliorare, più volte l’aveva lodata di fronte a tutta la classe, una volta poi aveva visto di nascosto Hermione, Harry e Harmony ridere e scherzare insieme, e si domandò se era quello il modo in cui si comportavano le altre famiglie. Il rapporto fra le Grangers era diversa da quello che lei aveva con sua madre, aveva notato che per Harmony, sua madre era un sostegno, un’amica con cui parlare di tutto, persino di ragazzi. Di cosa parlavano lei e Pansy?
Leslei attaccò, spronò il each usige lanciandosi in carica come una furia contro la nemica. L’urto fra le due fu fortissimo, ma Fierobecco non cedete nulla a Darkrain.
Di nuovo le due ragazze si trovarono a guardarsi negli occhi, a parlarsi senza dire niente, così simili, così diverse, figlie dei loro padri anche loro simili e diversi, figlie delle loro madri. Guardandosi capirono le loro similitudini e le loro differenze, e in un certo senso si trovarono, capirono d’essere l’una la nemesi dell’altra, e senza nessuna profezia in una sfera da interpretare seppero che nessuna delle due poteva vivere se l'altra sopravviveva.
E come in un ballo, dopo lo scontro si allontanarono. Harmony era sconvolta e domandò una cosa di cui sapeva già la risposta: “Tu chi sei veramente? I tuoi occhi poco fa erano erano rossi… Chi sei?”
“Io sono la figlia del nemico di tuo padre…” rispose Leslei.
“La figlia di Voldemort…” sussurrò Harmony.
“Ma cosa sta facendo, Granger? Perché non attacca quel mangiamorte.” Disse Jason guadando la ragazza, mentre combatteva. “Se non si sbriga il piano va a rotoli.”
Tim dopo aver colpito un mangiamorte, alzò lo sguardo osservando le due streghe che si guardavano senza attaccarsi, poi voltandosi vide che uno dei nemici stava per colpire Acrux alle spalle, allora puntò la bacchetta e gridò: “Lacarnum Infamare”.
L’incantesimo colpì in pieno il mago oscuro bruciandolo. Acrux aveva visto tutto e ringraziò Tim, poi i due giovani maghi si trovarono schiena contro schiena a combattere.
“Perché l’hai fatto, Drake?” domandò Acrux.
“Fare cosa?” disse Tim, mentre lanciava un incantesimo di difesa.
“Perché mi hai salvato poco fa?”
“Perché era mio dovere farlo… Mi auguro che tu avresti fatto lo stesso per me…”
“mmmm, non lo so…” rispose il biondo Malfoy.
“La prossima volta, non ti salvo più il culo… Vai a salvare un serpeverde…”
“Ehi, stavo scherzando…” disse Acrux con un ghigno.
“Lo so, anch’io…”
“Un secondo, un istante, un attimo d’esitazione e Acrux Malfoy sarebbe morto… Per un attimo ho pensato che avrei potuto lasciar fare a quel mago oscuro…” Pensò Tim “Per un attimo ho pensato che Harmony poteva essere mia…” e sorrise amaramente “Non lo avrei mai fatto, sia perché non fa parte di me una cosa del genere… e poi Harmony lo ama, e io non voglio che lei soffra…” e colpì con un incanto molto potente un altro nemico.
Ryo che sulle prime era rimasto fuori dallo scontro, colpì Jason Tood ferendolo al braccio destro.
Poi stava per attaccare Acrux che già affrontava un altro avversario, ma davanti a giovane mangiamorte comparve Tim.
“Togliti dalla mi strada, non voglio te…” gridò Ryo.
“Io non mi sposto, vuoi combattere o no…” gli disse Tim.
“Come vuoi…” e puntata la bacchetta gridò: “Lacarnum Infamare”
Tim si difese con uno scudo e poi disse: “Mi aspettavo di meglio dal capo…”
“Io non sono il capo…” e poi gridò: “nivei ungues tigris”
Il grifondoro gli lanciò contro l’incantesimo più potente che aveva imparato da Harry, cioè il lampo argento, i due flussi magici degli incantesimi si contrastarono, i due maghi non volevano cedere, il loro potere era uguale.
“Drake è davvero un mago potente, peccato sia un mezzosangue… è un degno avversario” pensò Ryo.
“Il suo incantesimo del gelo è formidabile, dev’essere un  serpeverde con le energie fredde sono maestri… E’ un avversario potente e veloce… sono contento di poter mettermi alla prova con un tipo simile.” Pensò Tim.
In cielo, Tibby scoccava frecce di luce, mentre Robin li affrontava con una lama d’energia, Maria e Mildred usavano la bacchetta.
Harmony e Leslei avevano ripreso a combattersi prima lanciandosi contro vari incantesimi, poi affrontandosi con le spade.
“Non puoi battermi, Granger…” disse la serpeverde “Tu non sei Harry Potter…”
“Su questo devo darti ragione io non sono Harry, ma lui ha affrontato tuo padre da solo perché lo diceva una profezia….” Disse la strega e con un ghigno dipinto sul volto “Io non sono sola…” e gridò: “Tibby…”
“Eccomi…” gridò la rossa che incitò il suo thestral: “Forza bello e ora di fare la nostra parte…” volò di fianco ad Harmony che intanto tratteneva Leslei, la Granger passò all’amica la spada di grifondoro e lei colpì il raggio del baluardo.
 
Intanto l’ordine della Fenice procedeva per la Silente Street verso la statua del grande preside e verso il baluardo alto.
“Per me l’avrebbe odiata!!” disse Aberforth guardando l’enorme statua del fratello in lontananza.
“Lo penso anch’io, zio…” disse David.
“Alastor…” sussurrò Tonks “E’ vero che tra David e Silente non scorreva buon sangue?”
Malocchio guardò David di spalle dinanzi a lui e rispose: “No, si rispettavano ma erano molto diversi… Albus era un uomo con una fede incrollabile nel umanità, ed è stata quella fede forse a decretarne la fine. David d’altro canto ha visto il peggio dell’umanità, ha visto i suoi genitori uccisi quando era bambino, poi la morte della Hallow, e quello che ha visto durante le guerre magiche o babbane, gli ha tolto quasi ogni fiducia del genere umano. Ecco da cosa nascevano i contrasti fra Silente e David, la fiducia contro la paura.”
Il gruppo avanzò, e arrivato a metà strada si trovò davanti cinque mangiamorte, dovevano essere un’avanguardia.
David avanzò da solo, armato della bacchetta nella destra e la spada nella sinistra. I cinque lo circondarono, e poi ognuno di loro generò alla mani dei raggi di luce lilla, cosi da generare tra loro una stella a cinque punte, nel cui centro si trovava Giles.
I mangiamorte tirarono i raggi e David si trovò legato, e gli caddero di mano spada e bacchetta.
Tonks, Kingsley e Neville stavano per intervenire, ma furono fermati da Aberforth e Alastor.
“Questa è la tua fine…” disse uno dei maghi oscuri. “Nessuno si è mai liberato o è sopravissuto alla nostra stella…”
I raggi come se fossero corde si strinsero intorno al mago, ma la sua giacca di pelle nera non subiva il ben che minimo danno.   
David sorrideva.
“Che ha ridere?” disse uno dei mangiamorte.
“Adesso basta facciamolo fuori. Vediamo se è immortale come dicono.” disse un altro.
I raggi iniziarono a stringersi.
“Dobbiamo fare qualcosa?” esclamò Tonks “Lo uccideranno?”
“E’ allora…” rispose Aberforth.
“Anche se immortale ci metterà molto tempo a riprendersi.” Disse la strega.
Alastor rispose: “Tonks tu non lo conosci come lo conosciamo io e Aberforth, Giles ha un angelo custode che veglia su di lui, il suo primo amore è sempre con lui…”
“Ma cosa vuol dire?” domandò Tonks.
A un tratto dalla manica destra di David si sentì uno scatto come di una molla e ne uscì fuori una bacchetta, lui la puntò contro il mangiamorte che aveva di fronte e gridò: “Avada Kedavra”
Il fulmine verde colpì il mago oscuro, che cadde nella neve morto. La magia si dissolse, negli occhi dei superstiti si poteva vedere la paura prendere forma.
David lanciò un’altra maledizione, poi richiamata a se la spada tagliò la maschera e il viso di un nemico prima di infilzarlo allo stomaco. Aberforth gridò, lanciandosi contro un mago oscuro e colpendolo con l’ascia, l’arma si conficcò nella testa del mangiamorte fino al naso.
Kingsley fece comparire una scimitarra dalla lama verde giada e uccise uno dei nemici e anche lui si diede da fare. L’ultimo dei loro nemici cercò di fuggire, ma Tonks glielo impedì con uno schiantesimo.
 
“Stanno arrivando…” disse Dracò, e si mise la maschera di mangiamorte.
“Questa sarà la nostra prima battaglia insieme…” disse Pansy.
“Speriamo che non sia l’ultima.” Rispose il mago.
I mangiamorte a guardia del baluardo alto erano tutti della stessa generazione di Draco e Leslei, tutti tranne una.
Appoggiata al baluardo c’era una mangiamorte, diversa il suo mantello non era nero, ma rosso cremesi, e la sua maschera era lucida ed inespressiva al contrario delle altre, la strega oscura era del tutto indifferente a quello a quello che avveniva intorno a lei, si limitava a giocherellare con un bracciale che aveva nel braccio destro.
A un tratto però la strega alzò lo sguardo e sussurrò: “Lui è qui…” la gemma rossa sul bracciale si illuminò per poi aprirsi, e trasformarsi in un occhio rosso sangue.
“Anche tu piccola lo senti, non è vero…” sussurrò al gioiello.
“Axa, cosa c’è?” le domandò Draco, vedendo la strega avvicinandosi a lui e a Pansy.
“David Giles è qui… sta arrivando…” rispose.
“Sarai contenta di rivederlo…” disse Pansy “So che eravate intimi un tempo…”
Axa guardò la strega con occhi di fuoco, e poi sollevò il braccio destro.
“Si per un po’ siamo stati amanti, ma le cose cambiano quando si diventa immortali.”
 
“Quella bacchetta che tieni nascosta nel braccio destro, era di Sabrina Hallow, non è vero?” domandò Tonks a David mentre camminavano.
Lui non rispose.
“Ci conosciamo da molto tempo, tu sei la terza persona che conosco meglio dopo Remus e James, ma non mi hai mai parlato di lei…”
“Tonks, il suo ricordo è solo mio…” rispose lui con un po’ di veemenza.
“Ok…” disse la strega che era rimasta un po’ sorpresa da quella reazione.
“Scusami…” sussurrò David.
“Non ti preoccupare, sarai teso per l’imminente battaglia…”
“No, e che non mi va di parlare di Sabrina…”
“Sei ancora innamorato di lei?” domandò Tonks.
“No, non più, o meglio in un certo senso si… penso sia strano… a volte mi piace pensare a lei, mi piace lasciarmi andare ai ricordi…”
“Sai a volte mi sembri Harry… siete simili, sotto alcuni punti di vista, nel vostro modo d’amare per esempio… Tu e lui amate due donne simili fra loro…”
Il mago sorrise, stava per dire qualcosa, ma alzò il viso e guardò di fronte a se e disse:“Non è possibile…” si sentiva strano, sentiva una sensazione che non provava più da molto tempo.
“David…” disse Tonks preoccupata per lui.
“Axa Keres, come l’hanno trovata?” e sciamò David.
“Axa Keres, la mano di Grindelwald, ma non l’avevi uccisa…” disse Kingsley, voltandosi.
“Non si può uccidere Axa, perché lei è come me immortale, lo siamo diventati insieme; io tramite il Digitabulum Uruk, lei con la Gwragged Annwn.”
La Gwragged Annwn e il Digitabulum Uruk, erano le due armi forgiate da Morgana gelosa delle creazioni di Merlino: la prima bacchetta, l’Excalibur di re Artù e la spada che canta del principe Valiant di Thule.
Il  Digitabulum Uruk aveva il potere resuscitare i morti e renderli immortali, ma per ottenere questo bisognava che qualcuno si deve sacrificare per amore della persona da far tornare dalla morte. La Gwragged Annwn era considerata un’arma vivente, Morgana vi aveva imprigionato un demone, questo rendeva immortali solo le streghe molto oscure, ma il prezzo era alto oltre ad essere posseduta dal demone, la donna perdeva la propria anima.
La battaglia iniziò, Draco si lanciò avanti affrontando David con una lama d’energia. Tonks lanciava incantesimi con destrezza come se gli anni dalla guerra non fossero passati, aveva sempre avuto agilità e precisione nel colpire.
Aberforth oltre a colpire i mangiamorte con la magia, era inarrestabile con l’ascia sassone, fiancheggiato a Malocchio.
Neville che in guerra resta stato sempre calmo e prudente ora sembrava una tigre, si era spinto ad affrontare Alfred Focalor, ma il mago oscuro era caduto quasi subito sussurrano il nome di suo figlio.
Kingsley era stato quasi subito ferito superficialmente alla spalla destra, ma aveva continuato a combattere.
Tonks si trovò ad affrontare Pansy, vicino ai piedi del baluardo, le due streghe si ferirono a vicenda, ma l’auror in modo meno grave.
Draco vedendo Pansy in difficoltà lasciò lo scontro con David, l’immortale cercò d’inseguirlo però trovò sulla sua strada Axa.
“Giles…” ringhiò la strega.
“Axa…” sussurrò David che poi disse: “Speravo di non rivederti mai più…”
“E’ invece sono uscita dalla bara in cui mi avevi sepolta… E sono qui per vendicare mia sorella…”
La strega alzò il pugno sinistro di fronte a sul viso, l’occhio della Gwragged Annwn s’illumino, e delle lucide scaglie nere rivestirono il braccio di Axa, quello era considerato l’armamento della Gwragged Annwn, il suo vero aspetto.
David attaccò Axa cercando di colpirla con la spada, lei si difese con la Gwragged Annwn, poi dall’arma uscì una lama e dei tentacoli simili a rovi.
Mentre i due combattevano, un mangiamorte di nascosto cercò di colpire l’immortale con una maledizione, ma Parsifal visto tutto intervenne lanciando un incantesimo con verbale che rinchiuse il mago oscuro in una teca d’ambra.
Tonks in quel momento era da sola ad affrontare sia Draco che Pansy, ma Malocchio dopo aver ucciso un altro avversario, affiancò Tonks in battaglia come spesso aveva fatto durante la guerra, il vecchio auror si trovò così davanti Draco, in aiuto dei due mangiamorte arrivarono altri maghi oscuri cosi Tonks e Alastor si trovarono contro almeno quattro nemici.
In loro aiuto intervene David, che in un momento di pausa dello scontro con Axa lanciò un incantesimo che colpì la statua di Silente, la statua prese vita e scesa dal piedistallo, colpì con un calcio un mangiamorte come se fosse stato un sasso in mezzo a una strada.
Poi difese Tonks facendole scudo da una maledizione senza perdono, destinata alla strega.
Per molti mangiamorte vedere la statua di Albus Silente combattere anche se senza magia, era un incubo che si avverava, da dietro un angolo poi Parsifal rideva vedendo la scena, per poi andarsene.
“Pensate davvero che possiate sconfiggerci?” disse Pansy a Tonks “Noi abbiamo già raggiunto il nostro obiettivo…”
“Noi vi abbiamo già battuto…” gridò Tonks e poi girandosi disse: “Aberforth, adesso…”
Non una agilità notevole per la sua età e per la sua mole, il mago avanzò mentre tutti i mangiamorte erano impegnati a combattere, arrivato davanti al baluardo lo colpì alla base con l’ascia, un solo colpo bastò per farlo cadere, e con esso la cupola che si ruppe come se fosse di cristallo
Appena questa cadde, i primi ad entrare in città furono i Maurauders da nord.
 
Harry ed Hermione come tutti gli altri avevano sentito i rumori della battaglia, ed erano preoccupati per i ragazzi.
I mangiamorte vista cadere la cupola si smaterializzarono o volarono su manici di scopa, Tim a Hogwarts street notò tra loro Namtor, e lo inseguì quando ormai era sul punto di prenderlo, da un angolo comparve Pansy che puntata la bacchetta era sul punto di lanciare una maledizione sul giovane mago. Tutta la scena fu vista dall’alto da Robin che si lanciò in picchiata con il thestral gridando: “Attento Tim!!!”
Dalla bacchetta della strega oscura scaturì un fulmine verde che avrebbe sicuramente colpito in pieno Tim, ma Robin si mise in mezzo facendo scudo all’amico. La mangiamorte imprecò qualcosa e sparì lo stesso aveva fatto Namtor. La maledizione fu tanto forte che disarciono Robin dal thestral adesso la strega giaceva a terra mentre la creatura magica, dopo alcuni tremori morì.
Tim gridò: “Robin, oh Dio…” e corse da lei.
“Tim… Tim… Stai bene?” disse la strega.
“Si, grazie a te, ma adesso non dire niente…” e poi gridò “Aiuto che qualcuno ci aiuti, per favore… Aiutateci…” poi alzò la bacchetta e lanciò più volte un periculum.
“Resisti, Robin stano arrivando…” le disse il giovane mago e poi guardò la ferita, il fulmine dell’avada aveva quasi tagliato di netto la gamba poco sotto il ginocchio.
“Aiutateci!!!… Aiutateci!!… C’è un ferito, qualcuno può sentirmi. Cazzo c’è qualcuno.” Gridava il ragazzo e lanciava ancora l’incantesimo periculum.
 
Harry, Hermione, Ron e Luna percorrevano la Hogwarts Street, insieme con gli altri del ordine della fenice. Harry teneva stretta a se Hermione, e lei non protestava, il terrore di poter trovare la loro piccola Harmony ferita o morta, aveva preso il loro cuori in una morsa di ghiaccio.
“Harry…” sussurrò la strega guardando il mago con gli occhi di una madre che provava la più grande delle paure.
“Non ti preoccupare sarà viva, ne sono sicuro…”
Al incrocio con Avalon Street videro il baluardo caduto e i segni della battaglia, i mangiamorte giacevano privi di vita e con essi alcuni each uisge.
A un tratto sentirono un grande battere d’ali e vicino a loro atterrò Fierobecco e dei thestral.
Hermione gridò: “Harmony… ragazza… Oh mio Dio…”
La ragazza scese dall’ippogrifo e si avvicinò ai suoi e disse ad Harry:: “Questa ti appartiene…” e gli consegno la spada di grifondoro.
Harry prese la spada, sorrise, vide la spilla Auror e disse: “Buon lavoro, auror, buon lavoro…”
“Grazie, Signore…” disse la ragazza, mettendo il pugno destro sul cuore.
Harry rispose al saluto, poi l’abbracciò e le sussurrò: “Non farci prendere mai più uno spavento simile a me e tua madre, piccola… Ti prego….”
“Cercherò…” rispose la ragazza sorridendo e godendosi quel abbraccio caldo e forte.
Lui intanto pensava: “Ho visto i leoni costringere i loro cuccioli a lasciare la tana per diventare buoni combattenti, tu Harmony e i tuoi amici avete hai fatto ancora meglio, avete lasciato la tana da soli...”
Hermione li guardava contenta.
Dopo l’abbraccio Harry si allontanò avvicinandosi a Ron che coccolava la piccola Tibby non facendola respirare.
“Papà…” disse Tibby “Mamma, ha avuto il bambino…”
“Cosa? Dov’è? Quando? Sta bene… stanno bene?” domandò Ron confuso.
“Si, papà, è un maschio… uno splendido bambino, i professori Paciock e Giles, Tonks l’hanno aiutata . Oh Merlino sono una sorella maggiore… Harmony sono una sorella maggiore…”
La strega che intanto era stretta a Hermione, disse: “E’ adesso lo capisci…” poi alla madre “Ho avuto tanta paura di non rivederti più, mammy…”
“Anch’io piccola, anch’io…”
“Harry… Harry…” gridava Ron “Ho un maschio, un figlio maschio…”
“Sono molto felice per te…” disse Harry mettendogli una mano sulla spalla.
“Voglio che tu ed Hermione ne siate il padrino e madrina… e porterà il tuo nome… Harry Ronald Arthur Weasley…”
“Non è troppo per un bambino…” disse Hermione.
“Niente sarà troppo per mio figlio…” disse fiero il mago.
“Ehi… e io chi sono?” esclamò Tibby.
“Tu sei la mia eroina…”
“Ok, va meglio…”
“Ora dimmi dov’è tua madre…”
Ginevra intanto guardava Acrux sostenuto da Herman e Jason.
“Sei il degno figlio tuo padre… razza d’incosciente.”
Il serpeverde sorrise.
Ron poco prima d’andare verso la locanda domandò alla figlia: “Ehi ragazza come si chiama il tuo gruppo? Siete forti il mio si chiama Esercito di Silente”
La strega sorrise, e guardò Acrux, Harmony e gli altri, rispose: “Noi siamo gli Young Phenix…”
Ron da solo percorreva la Avalon Street e vide un gruppo avvicinarsi. Erano David che aiutava Kingsley Shacklebolt ferito a camminare, mentre Malocchio veniva sostenuto da James e Aberforth, Rigel aiutava Tonks, e Neville camminava vicino a Albus Piton.
Il rosso sorrise e poi gli corse incontro.
“Ron…” disse David. “Hai già visto tuo figlio?”
“Non ancora. E’ nato grazie a te, a Neville e a Tonks… Grazie di cuore…”
“Noi non abbiamo fatto niente, Ron, Luna è stata bravissima…” disse Neville avvicinandosi all’amico.
Ron gli strinse la mano.
“Adesso vado, voglio vedere mio figlio…” disse Ron.
David sorrise vedendo la felicità di Ron e poi pensò: “Dev’essere bello diventare padre, avere una famiglia… Io non posso, ma non fa niente è giusto che perché alcuni siano felici e passano vivere in pace, altri debbano fare la guerra… Ti ucciderò Axa Keres, troverò il modo è una promessa…”
“Ron vengo con te…” disse Neville entrando con il nuovo neo papà nella locanda. “Mio figlio è stato ferito, voglio sapere come sta….”
“Oh Merlino, come mi auguro che non sia niente di grave...”
“Lo spero…” Neville non parlò della morte di Susan, non voleva che la notizia turbasse la gioia per nascita del piccolo Weasley.  

“Stai tranquilla, Robin, presto arriveranno i soccorsi…” disse Tim tra le lacrime.
“Tim, Tim… Dove sei? Non ti vedo più? Non vedo più niente.” Gridò Robin.
“Sono qui, sono qui… Sono vicino a te” disse Tim e le strinse la mano. “Mi sentì… Sentì la mia mano.” Il giovane mago guardò gli occhi dell’amica, le pupille erano diventate bianche.
“Tim… mi sento stanca e sento molto freddo…” sussurrò la strega.
“No, no, parla con me…” disse il ragazzo che si tolse la giacca e gliela mise addosso. “Parla con me, Robin non mi lasciare… Non puoi lasciami, parla con me… Non puoi lasciarmi abbiamo dei progetti dovevamo diventare la migliore coppia d’auror.” Il ragazzo piangeva ormai “Io come auror operativo e tu come Freccia d’oro.”
“Si, sarebbe bello, ma lo farai con qualcun altro…” la strega tossì e un rivolo di sangue le scese dalla bocca. “Lo farai con la Granger… promettimi che con lei diventerete la migliore coppia auror… promettimelo.”
“No, lo faremo noi due… non lasciarmi…” disse Tim e sentì dei passi di corsa. “Resisti… Stano arrivando…”
In pochi secondi arrivarono Harry, David ed un guaritore.
“Che cosa è successo?” gridò Harry scostando il ragazzo “Cosa l’ha colpita?”
Il grifondoro era sotto shock.
Harry gridò: “Tim?” e lo stava quasi per prenderlo a schiaffi.
“E’ stata colpita da un’avada, professore…”
David e il guaritore era sul corpo di Robin. Giles alzò il volto, e a occhi chiusi scosse la testa leggermente.
“No!!!! Cazzo dovete fare qualcosa, dovete salvarla… ci sarà pure qualcosa…” Tim era fuori di se, Harry dovete trattenerlo con tutta la sua forza.
“Tim…” sussurrò Robin. “Tim…”
“Sono qui…” e le andò vicino e le prese la mano.
“Conner, conner…” diceva lei.
“Sono qui amore…” le disse Tim.
“Sei tornato da me, che bello… Conner?”
“Si?!”
“Non ti arrabbiare, ma credo d’essermi innamorata del tuo migliore amico, Tim, dopo che tu sei andato via…”
“Robin… Robin…” sussurrò Tim.
Harry, David e il guaritore avevano tutti lo sguardo basso.
“Oh Conner… Oh Stefany… che bello siete venuti a prendermi… Addio Tim…” e la strega lasciò la mano dell’amico e spirò.
“Nooooooo!!!!!!” gridò Tim, lasciandosi cadde sul corpo di lei e poi alzando il voltò a cielo gridando tutta la sua rabbia e il suo dolore.