lunedì 3 marzo 2008

Il giorno più bello

Capitolo primo: La cappella di Hogwarts

Harry Potter, 25 anni, aiuto professore di difesa contro le arti oscure e Auror. Un tempo era conosciuto come il bambino sopravissuto, poi il prescelto e dopo la fine di Lord Voldemort veniva chiamato l’eroe. Erano passati otto anni dalla seconda guerra magica e il ricordo delle sue impresse stava svanendo, e lui finalmente poteva essere solo Harry. Harry un giovane mago, un giovane uomo alla ricerca del suo posto sulla terra, di un po’ di felicità e di un amore.
No del amore, no. L’amore non è fatto per gli eroi, l’amore è per i poeti e per gli uomini onesti. Per chi lo merita. Per Ron.
Ronald Weasley. Il suo migliore amico. La loro era proprio una strana amicizia, ognuno voleva essere l’altro. Ron voleva essere un eroe, non stare al ombra di nessuno, essere capitano della squadra di Quidditch, cioè essere importante. Harry invece voleva quello che aveva Ron: una famiglia, una casa dove essere amato, vivere una vita normale d’adolescente, e amare. Si amare, amare liberamente, amare lei. Perché Harry da qualche tempo aveva un’altra ragione per invidiare, ed essere geloso, di Ron. Ron aveva trovato un sogno, un sogno di nome Hermione Granger.

Hermione Granger. La sua migliore amica, no non più non era più la sua migliore amica. Non lo era più da quando aveva 18 anni. D’allora era diventata la donna che Harry amava, che amava in silenzio. Se n’era reso conto durante la caccia agli Horcrux e poi in guerra. Dopo la morte di Voldemort aveva deciso che gli avrebbe confessato i suoi sentimenti, ma Ron l’anticipo. Fu dura per lui sentire del loro amore appena nato e vederlo crescere piano piano, fino a oggi, fino al giorno delle….. Forse avrebbe dovuto partire andare lontano, dall’altro capo del mondo, per non soffrire. Dimenticargli, dimenticare lei. Ma come si poteva dimenticarla? Dimenticare Hermione, non amarla era come voler dire smettere di respirare, di vivere. Non vederla per sempre. No era meglio saperla nelle braccia di un altro, saperla felice, con Ron sarebbe stata felice. Hermione meritava d’essere felice. Hermione….Hermione….Hermione…. Dio com’è bella, soprattutto quando sorride. Per lui ci sarebbe stato sempre un sorriso o in rimprovero o un semplice Harry detto con gioia o un incantesimo per riparare gli occhiali.

Ma quel giorno tutto sarebbe cambiato, da li a poche ore si sarebbe celebrato un matrimonio. Harry sarebbe stato il testimone dello sposo.

Ora era seduto in quella cappella da solo, a trovare la forza di non impazzire, a trovare qualcosa per soffocare il suo amore. Avrebbe affrontato di nuovo Voldemort, anzi 100 Voldemort, per non sentire quel senso si vuoto che aveva nel cuore, per non sentire che l’avrebbe, l’avrebbe persa per sempre.

Una mano silenziosa e pietosa si posso sulla sua spalla,
lui si volto e vide un viso amico, Remus Lupin.
“Ciao Harry…. Com’è va?”
Il giovane mago non rispose.
“Domanda stupida.”
“Scusa Remus. Sono un po’ nervoso sai non capita tutti i giorni d’essere il testimone al matrimonio dei tuoi migliori amici…”
“E’ vero, non capita tutti i giorni.” Si fermo un attimo poi aggiunse: “Harry…”
“Si.”
“Con me non devi nasconderti. Io so, io so cosa provi.”
“Remus?! Non capisco cosa vuoi dire?”
“Davvero non lo capisci, Harry. L’ami non è vero?”
Quelle parole per Harry furono come una scossa elettrica.
“Amare chi….Remus continuo a non capire. Chi dovrei amare?”
“Hermione” sussurro il licantropo.
“Non essere stupido, Remus, io amare Hermione, amare la mia migliore amica, amare….” e lo diceva distorcendo lo sguardo. “Ora scusami, ma devo andare…” e si alzò
“Harry puoi scappare da me, ma non dai tuoi sentimenti.”
“Remus, posso parlarti?”
“Si certo”
Ed Harry si sedette vicino al professore e disse: “Remus, non ce l’ha faccio più a tenermi tutto dentro, se non lo dicco a qualcuno esplodo. Hai ragione io l’ha amo. Amo Hermione, e non riesco a smettere, non riesco a non pensare a lei. Chiudo gli occhi e vedo il suo viso. Cosa devo fare? C’è un incantesimo per smettere d’amare.”
“Non ci sono incantesimi o pozioni per non amare, Harry”
“Allora cosa devo fare?”

Stanza di Hermione Granger nella torre di Griffondoro.

Hermione Granger 25 anni, aiuto professoressa di trasfigurazione, Auror, eroina della guerra magica, braccio destro di Harry Potter. E tra poche ore moglie di Ronald Weasley. Hermione Granger Weasley. Si guardava nello specchio. Aveva indosso uno splendido vestito bianco e sul capo un velo. Quello doveva essere il giorno più bello. Doveva essere il suo sogno. Il suo matrimonio. Ma più si guardava allo specchio più in lei cresceva l’idea che c’era qualcosa di sbagliato. Perché non era nervosa? Aveva sentito dire che le spose erano tutte nervose il giorno delle nozze. Perché lei non l’ho era? Ma dopo tutto che importava lei non era proprio come tutte le altre ragazze. E poi non era importante il matrimonio, ma l’amore tra lei e Ron. Ron, Ronald Weasley, l’uomo che l’amava e che lei amava o meglio che credeva d’amare. Cosa sapeva del amore? Della magia sapeva quasi tutto, ma del amore o meglio dei suoi sentimenti. Ma quello non era il momento dei dubbi, non a poche ore dalle nozze.

“Avanti Hermione, preparati.” Pensava “Oggi ti sposi. Forza Harry ti aspetta all’altare…. Harry no Harry, Ron mi aspetta. Che c’entra Harry. Certo ci sarà pure Harry, lui è il testimone, ma io sposo Ron. Perché ho pensato a Harry? Che stupida che sono? Sono semplicemente….”

“Hermione!!!!” gridò una voce femminile
“Ginny” gridò la sposa girandosi verso l’amica “Mi hai fatto prendere un colpo.”
“Sei nervosa, eh?”
“No, per niente, strano vero?”
“Ma non saprei, Hermione. Sai ho visto Ron è veramente affascinante, anche se mi sa che Harry lo farà sfigurare di nuovo.”
“Harry!!!” disse lei entusiasta “Dov’è? E’ già Arrivato?”
“Si certo l’ho visto prima parlare con Ron, lo tranquillizzava. Mio fratello è un fascio di nervi, sai?”
“Ginny, per favore puoi andarlo a chiamare, vorrei parlargli?”
“Chi Ron? Porta male che lo sposo veda la sposa prima delle nozze…”
“No Ron… Harry.”
“Ah Ok. Dopo aver parlato con Ron, e entrato in chiesa e li chiacchierava con il professor Lupin sicuramente delle lezioni.”
“Ginny ti prego portalo qui.”
“Va bene. Ehi ma lo sai che quando aveva una cotta per Harry ero gelosa del vostro legame, mi domando se anche Ron a provato gelosia nei confronti di Harry al tempo della scuola.” E si mise a ridere
“Ginny?”
“Ok lo chiamo, lo chiamo….” E mentre usciva diceva tra se
“Merlino neanche Freu era cosi pazza il giorno delle nozze.”

Dopo una decina di minuti sentì bussare alla porta.
“Hermione” disse Ginny “Siamo noi.”
“Sì, entrate.”
La porta si apri e Harry non riusciva a credere a suoi occhi, davanti a lui non c’era più la sua amica Hermione, ma un angelo. Era splendida, bellissima in quel vestito bianco.
“Oh Hermione sei…. sei… stupenda. Mio Dio…sei la sposa più bella che abbia mai visto”
“Grazie.” Rispose lei arrossendo e abbassando lo sguardo.
“Hai ragione, Harry, è meravigliosa. Mio fratello è fortunato.”
“Si lo è” sussurrò il giovane mago abbassando lo sguardo.
“Ginny ti dispiace se parlo da sola con Harry?”
“No, Hermione, io aspetto in chiesa allora.”
E la ragazza uscì Harry continuava a guardarla rapito.
“Harry?”
“Sì” rispose lui fra le nuvole
“Avvicinati, siediti.” disse e lei si sedete nuovamente.
“Harry!?”
“Oh scusa, come hai detto?”
“Siediti.”
“Hermione vorrei rimanere in piedi se non ti dispiace.”
Intanto pensava “Se mi avvicino questa volta potrei non controllarmi, potrei
farmi scoprire

“Va bene come vuoi.” Poi aggiunse “Harry, come sta Ron?”
“Ron?! E’ nervoso peggio della sua prima partita. E tu sei nervosa?”
“No per niente, strano vero.”
“Ehm Hermione…”
“Si…Harry”
“No niente. Non è ora d’andare?”
“Si è vero…. D’accordo che le spose si fanno sempre
aspettare…. Ma meglio non esagerare, non vorrei che Harry pensasse che sono scappata.”
“Come cosa hai detto, Hermione?”
“Era una battuta, Harry…”
“Si ok, ma hai detto il mio nome non quello di Ron.”
Hermione arrossi nuovamente “Sai com’è sono un po’ confusa, andiamo forza.” disse e fece due passi avanti. Ma inciampò nel bordo del tappeto cadendo in avanti. Harry però fu abbastanza veloce da prenderla al volo. I due ragazzi rimasero abbracciati per un tempo infinito, trovandosi dopo l’uno di fronte all’altro, guardandosi negli occhi.
“Grazie” sussurrò Hermione.
“Hermione” sussurrò Harry.
“Puoi lasciami ora, Harry.”
“No non voglio lasciati, Hermione, non chiedermelo.”
“Che vuol dire?”
“Non ti lascio Hermione… non voglio lasciarti.”
“Harry, non capisco.”
“Hermione ti prego non andare.”
“Harry ma…”
“Hermione.”
E senza accorgersene i due ragazzi si avvicinarono e si baciarono.
Dopo alcuni secondo, Harry la lascio.
“Oh mio Dio, cosa ho fatto? Oh mio Dio, Hermione, ti prego perdonami.”
La giovane strega si tocco le labbra incredula.
“Harry, ma tu… Io non capisco più niente.” E si porto le mani alla testa.
“Hermione, che hai? Che succede?”
“Harry, non capisco, non capisco più niente, mi fa male la testa da morire, mi sembra che stia per esplodere.”
“Vuoi che chiamo qualcuno, tua madre, la signore Weasley, Ginny, un guaritore.”
“No, Harry, no, non voglio nessuno. Aggghhhh” ed Hermione urlò cadendo in ginocchio
“Oh Merlino Hermione. Io vado a chiamare aiuto….” E stava per uscire quando si senti chiamare: “Harry…..”
Lei si era rialzata.
“Stai bene?” domandò il giovane mago
La strega annui e poi aggiunse: “Ora sto meglio.”
“Si ma forse è meglio sospendere le nozze. E meglio che tu vada a fare una visita medica al San Mungo. Vado ad avvertire Ron e gli altri.”
e di nuovo Potter diede le spalle all’amica.
“Harry….. Io ti amo”


Questa fanfic è nata in modo strano, almeno per me. Di
solito non inizio a scrivere una storia se prima non ho tutto il mente l’inizio
ma soprattutto la fine. Questa doveva essere un One-shot, molto breve e
introspettivo sul amore di Harry per Hermione a poche ore dal matrimonio di lei
con Ron, non so come ci è entrato quel discorso con Lupin che avevo immaginato
per un’altra fanfic, (che scriverò prima o poi)

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima storia questa complimenti, e anche per la pagina web non è niente male ^^

Posta un commento