domenica 31 agosto 2008

Granger Girls

Capitolo ventiseiesimo: Hob's Lane (Prima parte)


Fuori Londra, in una tranquilla zona residenziale. Ryo e Axa entravano nel vialetto in una tipica villetta inglese a due piani.
“Ho saputo di te e Sharazade, Ryo.” Disse la strega bionda sorridendo maliziosa.
“Non sono cose che ti riguardano, Axa.” Disse brusco il mago.
“Potrei chiederlo a lei a fine missione. Chi sa come si sente a essere una sostituta?”
“Vai all'inferno, puttana.”
“Già fatto, ragazzo.” Disse la strega ridendo.
Suo malgrado Ryo ripensò a Sharazade, si erano divertiti al ballo e poi nei giorni seguenti, ma il giovane mangiamorte aveva deciso che tornati al castello avrebbe lasciato la ragazza, prima che lei iniziasse ad amarlo.
Il giovane mago scosse la testa cercando di scacciare quei pensieri per concentrarsi sulla missione; una missione molto importante e pericolosa dato che l’uomo che dovevano trovare era un ex-auror della compagnia Corvonero, Alan McGinnis, il famoso cavaliere verde. Visto l’avversario erano stati mandati ben sette mangiamorte, ma solo cinque sarebbero entrati.

Ma non appena dentro uno dei mangiamorte si trovò scagliato fuori dalla casa da un raggio d’energia verde.
Davanti ai maghi oscuri comparve un uomo protetto da un’armatura fatta di luce verde giada, che gridò loro: “Non so come siete entrati in casa mia, mangiamorte! Ma so come ne uscirete: da morti.” e puntò contro di loro un anello verde dal quale scaturì un raggio che colpì un altro intruso scagliandolo fuori dall’abitazione.
Alan Mcginnis era il cavaliere verde, aveva fatto parte della compagnia Corvonero, a differenza degli altri maghi lui e la sua famiglia non avevano bisogno di bacchette per gli incantesimi, usavano un anello del potere che passava di generazione in generazione. Secondo la tradizione era stato creato da Merlino per difendere Camelot. L’anello verde era in grado di generare qualunque cosa la mente del cavaliere immaginasse: campi di forza, raggi d’energia, ma anche armature di luce solida.
Sharazade cercò di lanciare un incantesimo, ma ancor prima di poter dire una sola parola venne afferrata da un campo di forza e scagliata contro un muro.
La giovane strega perse i sensi. Ryo allora sentì divampare in sé una rabbia antica, e con essa un ricordo sopito della sua infanzia.
Il ragazzo si alzò e lanciò contro Alan un potente dardo di fuoco, che rimbalzò sopra l’armatura del cavaliere.
Ryo rispose con altri incantesimi lanciati molto velocemente. Il cavaliere però riusciva a pararli tutti.
“Nonostante la giovane età, questo mangiamorte è molto bravo.” Penso l’ex auror “La sua velocità mi ricorda Draco Malfoy, e anche…”
Alan passò al contrattacco, e Ryo si trovò nei guai, non riusciva a far fronte al potere dell’anello. Nonostante fosse ancora in grado di difendersi, ben presto si trovò con le spalle al muro.
Fu allora che intervenne Axa con la Gwragged Annwn in armamento e disse: “Lascialo a me. Sembra che questo mago non sia pane per i tuoi denti.”
Le spire della Gwragged cercarono di colpire il cavaliere, ma lui non si lasciò sorprendere, bloccandole tutte.
“Tutto qui, strega?” Disse Alan “Ammetto che la tua arma è notevole, ma il mio anello è nettamente superiore.”
E poi la scagliò contro un muro con un raggio d’energia.
Axa stinse i denti dalla rabbia, poi notò un’ombra muoversi alle spalle di Mcginnes. C’era qualcun altro oltre ex-auror in quella casa.
La strega guardò meglio e vide una donna semi nascosta dietro un angolo.
“Quella dev’essere la moglie?” pensò la mangiamorte. “Molto bene un vantaggio.”
La strega si rialzò dolorante alla spalla e alla schiena.
“Sei pronta per il prossimo round?” le domandò Alan.
“Sì, ma alle mie regole.” Disse Axa e lanciò nuovamente le spire. Di nuovo il potere dell’anello le bloccò tutte, tranne una che sì allungò fino alle spalle del cavaliere e dietro l’angolo.
“McGinnis fermati! Ho preso tua moglie, se non smetti di combattere o la ucciderò.”
Alan mormorò: “Dannazione.” Poi guardò dietro di sé e vide la moglie prigioniera della spira e richiamò a sé il potere dell’anello.
“Bravo il nostro eroe, adesso…” disse sorridendo Axa.
“Falle del male e ti seguirò fino all'ultimo girone dell'inferno.”
“Le tue minacce non mi fanno paura, ci sono già stata all’inferno per me è un luogo due metri per novanta centimetri e alto sessanta.”
“Cosa volete da me?”
“Vogliamo sapere dove si trova il luogo di sepoltura del nostro signore. Dov’è il suo corpo?” domandò freddamente Ryo.
“Chi vi ha detto che io so dov’è?” domandò Alan.
“Lo sappiamo e questo basta. Ora il nome. Scegli o questo o la vita di tua moglie.” Disse Axa sorridendo con ghigno, per poi stringere le spire intorno al corpo della donna.
Questa sussultò, il suo corpo tremò, mentre si sentiva soffocare, mentre le ossa scricchiolavano.
“Ferma, mangiamorte!!” gridò Alan: “Vi dirò quello che volete, ma dovete promettere che non farete del male alla mia famiglia.”
“Hai la mia promessa, Auror.” Sussurrò Ryo.
Alan guardò il giovane mangiamorte negli occhi, nonostante la maschera.
“Sbrigati auror! Potrei stringere ancora di più i miei rovi.” Disse Axa.
“Maledetta…” sussurrò Mcginnes e sapeva che dire il nome di quel luogo voleva dire morire. Poi guardò sua moglie Jane un’ultima volta, e si voltò di nuovo guardando la mangiamorte negli occhi e disse: “Axa Keres io sarò vendicato, e ho pietà di te perché so che David Giles non ne avrà.”
“David Giles morirà per mano mia. Ora voglio quel nome.”
“Hob's Lane, il cimitero dei draghi, si trova a est di Londra” disse l'uomo, per poi cadere riverso al suolo.
Sul viso della strega comparve un sorriso folle e la spire della Gwragged Annwn si strinsero intorno al corpo di Jane soffocandola per poi squartarne il corpo.
“Cazzo, Axa, avevo promesso di non ucciderla!!.” gridò Ryo.
“Sei troppo debole Parkinson, e la nostra causa non ammette debolezze.” disse la strega “E poi mi aveva visto, poteva risalire a noi.”
“Mai sentito parlare d'incantesimi della memoria?”
“Nah, avrebbero potuto aggirarlo, meglio un taglio netto e via. Anche Giles al nostro posto avrebbe fatto lo stesso.”
“Forse, Axa, forse. Ciò non toglie che sei una bastarda.”
Si sentì una vocina provenire dall'altra stanza: “Mamma, mamma dove sei? Ho fame mamma. Posso uscire ora? Abbiamo smesso di giocare a nascondino?”
Axa alzò la bacchetta, ma Ryo le fermò la mano.
“Niente testimoni.” gli disse Axa guardando la porta, il piccolo sarebbe entrato a momenti.
Ryo guardò i corpi a terra e senza pensarci si lanciò attraverso la porta.
Il bambino se lo ritrovò davanti spaventandosi, ma fece in tempo a dire: “E tu chi…”
Ryo gridò: “Petrificus Totalus.” pietrificandolo.
Axa lo raggiunse e gli domandò: “Perchè tanta preoccupazione per un bambino?”
Il giovane mangiamorte si voltò e le gridò con odio: “Io sono un guerriero, non un macellaio psicopatico. Non uccido solo per il gusto di farlo. Poi può essere un sanguepuro… nessun bambino dovrebbe vedere i genitori morti.”
“Sei uno stupido, Parkinson. Io e Freya, mia sorella, abbiamo visto i corpi dei nostri genitori straziatati.” Disse Axa.
“Visto come sei cresciuta, credo non ci sia bisogno di altre spiegazioni.” Disse Ryo.
La strega gli lanciò uno sguardo freddo, per un istante sembrò sul punto d’attaccare il suo stesso compagno.
Ryo strinse nel pugno la bacchetta, preparato ad affrontare la strega immortale.
Axa sorrise e gli domandò: “Che vuoi fare?” e guardò il piccolo “Sei ancora in tempo per ucciderlo. Dovresti saperlo che non lo aspetta altro che una vita di sofferenze.”
Ryo non rispose la superò e andò verso Sharazade ancora svenuta, le accarezzò il viso.
La strega pakistana tremò, si svegliò e dopo aver visto il viso di Ryo sussurrò sorridendo: “E’ già finita?”
“Sì.” Rispose lui. “Riesci ad alzarti?”
“Sì, ma dammi una mano.”
Il ragazzo sorrise e l’aiuto a rialzarsi, per poi abbracciarla e le disse: “La prossima volta aspetta prima di combattere. Non farmi prendere più una paura simile.” E la strinse forte forte.
“Non posso promettertelo, se la ricompensa è che mi tieni fra le braccia.”
“Andiamo via stasera abbiamo da lavorare.” Disse lui. Prima di uscire guardò Axa.

Al Caffe Arcadia subito dopo l’incontro con i mangiamorte David tirò fuori dalla tasca della sua giacca un orologio.
Rigel allora gli domandò: “Chi?”
“Alan Mcginnes.”
“Oh Merlino no!!” disse la strega.
“Cazzo!!” gridò David colpendo il tavolo con un pugno.
“Non può essere una coincidenza?” Chiese Nicole.
“Non è una coincidenza.” Disse fra i denti il mago immortale, poi a Rigel: “Andiamo a casa di Alan.” E rivolto a Nicole: “E’ meglio che lasci quella cosa dai Marauders.”
“Sì, certo David.” Rispose la strega americana.

Poco dopo si ritrovarono davanti alla villetta. Il portone era aperto e il silenzio che proveniva dalla casa non lasciava dubbi sul fatto che fosse successo qualcosa. David, Rigel, Kostaki e Nicole tutti membri della compagnia Corvonero lo sentivano nella pelle e si guardarono. Quante volte aveva provato la stessa sensazione di freddo e di morte poco prima d’entrare in una abitazione visitata dai servi del oscuro signore.
Quasi si aspettavano che alzando gli occhi avrebbero visto sul tetto della casa aleggiare il sinistro marchio nero.
Albus Piton stava per entrare, ma fu fermato da un ordine di David che gli gridò: “Fermati!!”
“Perchè? Potrebbe esserci qualche ferito?” disse Albus.
David scosse il capo, si avvicinò al giovane marauder e sussurrò: “No, non c’è più niente che noi possiamo fare. Lì dentro sono tutti morti, purtroppo, ma se entriamo contamineremo la scena.”
“Ma, Giles?!” esclamò Albus.
“Fidati di me…” disse il mago e prese dalla tasca il suo cellulare.
Rigel si avvicinò all'amico e gli disse: “Ha ragione, Al. Noi abbiamo esperienza di cose del genere.”
“Dannazione!! Cazzo!!” disse fra i denti Albus Piton. “Ma come fatte a stare tutti così tranquilli, dopo quello che è successo?”
“Non siamo tranquilli, lo abbiamo semplicemente già visto.” Disse Lupin aveva già visto degli attacchi da parte dei mangiamorte.
“James vuoi dire che prima o poi ci si abitua?”
“Mi auguro per te che non lo farai mai, Albus” intervene Rigel.
Intanto David parlava al telefono: “Blaise, sono io. Puoi portare la squadra a Summer street?... Sì, a casa di Alan McGinnis…. Lui cosa? E’ tornato!! Venite qui al più presto, noi vi aspettiamo… Certo che ci nasconderemo ai babbani e certo che non abbiamo inquinato la scena. Che domande fai, Blaise? Siamo professionisti.” E David chiuse il telefono, poi disse a Rigel : “Tu lo sapevi che Jack Scott era tornato in servizio?”
“No, quando?” domandò la strega.
“Zabini dice che è tornato da una decina di giorni.”
“Mi auguro che stia meglio, ultima volta era uno straccio…” disse la strega.
“Resta sempre il migliore nel suo campo anche se adesso è quasi un magono.” le rispose David.
“Sì, può sapere chi avete chiamato?” domandò Piton.
“Che domande? Abbiamo chiamato MCSI.” Rispose Rigel.
Magic Crime Scene Investigation sezione auror alchemico/scientifica per i crimini magici, quella di Londra era la migliore al mondo.
MCSI arrivò dopo una ventina di minuti, questa era composta da sette membri tutti vestiti di nero, sei uomini e una sola donna. Jack Scott, il capo era un uomo con una forte leadership, nonostante avesse bisogno di un bastone per camminare, aveva più o meno quarant'anni, ma ne dimostra di più.
Il suo vice era Blaise Zabini, lui e Jack avevano combattuto in guerra nei Corvonero agli ordini di David, e nonostante qualche differenza d’opinione si rispettavano moltissimo. Blaise aveva sostituito Scott per qualche tempo alla giuda del gruppo.
Poi veniva Tali Da-vid strega di ottimo livello appena uscita dall’accademia auror, era considerata da tutti la nuova Hermione Granger, aveva una naturale propensione a entrare nelle menti dei criminali nel vero senso della parola, sapeva anche possedere gli animali, era anche esperta in negromanzia e culti antichi ed era una delle massime esperte in mostri mediorientali .
L’ultimo agente a essere entrato in squadra era Lou Land un esperto in babbani sia nel loro modo di vivere che nella loro tecnologia, in brevissimo tempo si era garantito il rispetto di tutti.

Jack Scott dopo aver guardato i Marauders, sussurrò alla sua squadra: “Andiamo.”
E’ percorse il vialetto, fermandosi di fronte a David.
I due si guardarono, e poi si sorrisero.
“Capitano, è bello rivederti.” Disse Jack.
“Anche per me, ho saputo che eri andato via.”
“Sì, qualche problema con la belladonna al 7%.” Disse il mago, poi vista Rigel e Nicole aggiunse: “Ciao, è bello rivedere anche voi.”
“Ciao Scotty.” lo salutò Rigel, lei lo chiamava sempre così.
Nicole si limitò a sorridere.
“Adesso entriamo.” Disse Jack, e tutta la squadra lo seguì.
I Marauders, David e Nicole rimasero fuori, fin quando non avrebbero avuto il segnale d’ingresso.
Jack Scott era stato uno dei membri dei corvonero, ma durante una missione aveva subito l’asportazione di un muscolo della gamba, e questo gli causava dolori molto forti per i quali lui aveva usato in modo indiscriminato una soluzione al 7% di Belladonna, ma ne diventò ben presto dipendente, e per questo lasciò la squadra per quattro mesi, anche perché l’uso della droga lo aveva reso quasi del tutto un magono.
Passarono alcuni minuti e Tali Da-vid uscì dicendo: “Giles e Black, venite presto.”
I due entrarono nella casa quasi di corsa.
“Cosa c’è?” domandò David, mentre Tali faceva loro strada, per il corridoio d’ingresso.
“Abbiamo trovato un bambino, il figlio più piccolo.” Disse la ragazza.
“Un bambino, come?”
“E’ stato pietrificato.”
“David?” disse Rigel rivolgendosi al mago.
Ma lui non rispose.
“Alan e sua moglie?” domandò Rigel.
Tali scosse il capo e disse: “Preparatevi la signora Mcginnis è…”
Entrati nel piccolo soggiorno trovarono due corpi: il primo era quello della moglie di Alan sembrava fatto a pezzi, il petto era squarciato e le costole facevano bella mostra di sé come se fossero dei pallidi rami secchi, il volto della donna era terrorizzato.
L’altro corpo era di Alan McGinnis, aveva il suo volto rivolto sul pavimento, e non mostrava nessuna ferita.
Lou Land sembrava quasi star male, ma il suo orgoglio gli impediva d’essere meno degli altri.
Il bambino era sulla porta della stanza, sempre pietrificato.
David si avvicinò a Scott che coordinava i rilievi, e gli domandò: “Cosa sai dirmi?”
“Lo sai che è presto.” Rispose.
“Tu dimmi cosa ti dice l’istinto, voglio sapere se sei d’accordo con me.”
“Direi che non ci sono dubbi, mangiamorte. Sua moglie è stata uccisa sicuramente da un artefatto magico, ma più potente del solito.”
“Credo di sapere di cosa si tratta.” Disse David guardando il corpo e mormorò: “Axa.”
“Alan è stato ucciso dalla pergamena, chiunque ha fatto questo sapeva chi cercare. Tu lo sapevi non è vero che cercano la sua tomba.”
David annuì.
“E’ adesso hanno la chiave per entrarci.” Disse Scott.
“Vorrei chiederti altre cose.” Disse David. “Ha combattuto, secondo te?”
“Sì, non c’è dubbio.” Rispose e la stanza come quasi tutto il resto della casa erano in un disordine incredibile.
“Hanno isolato la casa.” Continuò Scott “Forse usando una prigione temporale, per questo Alan non ha potuto chiamare aiuto.”
“Ok, ma il bambino?” domandò David.
“Non so che dirti, lo sai che durante le guerre uccidevano chiunque quando entravano in un’abitazione.”
“Forse tra loro c’era qualcuno con una coscienza.” Disse David.
“I mangiamorte?”
“Non siamo di fronte alla prima generazione questi combattono con motivazioni e sistemi diversi, e per certi versi sono più pericolosi.”
“Capitano David… C’è una cosa.” Disse Jack “Anello?”
“E’ vero!”
“Dovrei metterlo tra le prove, ma è un’arma troppo potente per darlo al ministero.”
“Spetta al figlio di Alan, lo sai.” Disse David.
“Ma è dovrebbe essere un bambino?”
“Il tempo passa per quasi tutti noi, Scotty. Terry, frequenta il settimo anno a Hogwarts, è nella casa di Tassorosso.”
“Allora glielo darai a lui?”
“Sì, la stirpe dei cavalieri verdi deve continuare.” rispose il mago immortale.
“David, Capo.” Disse Blaise avvicinandosi “Noi avremo finito, manca solo Tali con il gatto. Del bambino che facciamo?”
“Dovrebbe star bene, almeno fisicamente.” Rispose Scott “Ma portiamolo al San Mungo. Lo avverti tu Terry, capitano?”
“Sì, è mio dovere, sono un suo insegnante.”
Dopo qualche minuto Tali si avvicinò con in braccio un gattino bianco, e disse: “Signore ho visto nella mente di gabriel”
“Allora?” domandò il capo mcsi.
“Dovrei prima lasciare i ricordi nel pensatoio.” Rispose la ragazza seria.
“Tali siamo a casa di un mio caro amico e compagno d’armi, lui e morto e anche sua moglie. Sai quanto me ne frega del regolamento?”
“Ma signore, il processo?” domandò la strega.
“Sono stati dei mangiamorte, agente Dav-id, la legge dice che gli auror possono uccidere anche al minimo sospetto.” Disse David.
“Ma, non siamo più in guerra.” Disse la strega.
“Lo siamo, Tali…” Disse Scott “Allora il gatto?”
“Come sapete i gatti vedono in modo diverso da noi, a colori ma solo i blu e i verdi per il resto solo grigio, e non conosco il nostro linguaggi, così non so cosa hanno detto, i mangiamorte erano quattro. McGinnis ha combattuto, ma hanno preso in ostaggio la moglie, poi non ho capito, l’auror è caduto ed è morto, ma i maghi oscuri non hanno lanciato nessun incantesimo.”
“Ha detto quello che volevano sapere.” Disse Scott.
“Sì, ora sanno dov’è sepolto il loro maestro. Però qualcosa non torna…” disse David.
“Adesso che hai intenzione di fare?” domandò Scott.
“Naturalmente fermarli, e poi c’è la regola quattro.”
Scott sorrise e disse: “Oh la regola quattro: tutti tornano a casa vivi o morti e…”
“…per ogni corvonero ucciso muoiono dieci dei loro.” Continuò con una luce fredda negli occhi.
La regola quattro aveva dato ai corvonero una nomea molto sinistra tra i mangiamorte, quella di: ombre di morte.
“Penso che chiamerai altri di noi, ma non ES o l’ordine della fenice o altri auror.” Disse Scott.
“neanche per sogno, hanno ucciso uno di noi e vogliono entrare in uno dei nostri territori. E' una questione solo nostra di noi corvonero. Ma dato che riguarda anche Voldemort, chiamerò pure Harry…”
“Mi spiace non poter venire.” Disse Scott e guardò i corpi. “Uccidili, ucciderne il più possibile capitano.”
“Si, Jack.”
Il guaritore legale aveva chiuso i due corpi in dei sacchi di plastica e finito di caricarli su due barelle, li stava portando fuori usando la magia.
Mentre le barelle passavano davanti a David, Rigel, Zabini e Scott, i quattro gli fecero il saluto auror della mano sul petto, e Scott fece ceno al giovane di fermarsi.
David guardò la barella di fronte a sé e toccò il corpo, e disse: “Ti prometto che tuo figlio, amico mio sarà un tuo degno erede, e ti prometto che chi ti ha fatto questo la pagherà con la vita.” Tolta la mano iniziò a recitare un’antica poesia greca: “Ferito e al suolo
il sogno senza speranza del guerriero
Il fiore germoglia sottile
un sorriso gentile,
Posso ascoltare in lontananza
La ninna nanna di quel giorno
Il mio ricordo raggiunge la pace
anche se il mio corpo cadrà lungo il percorso
prosegui amico mio, asciuga le lacrime.
I fiori continueranno a nascere e la nostra esistenza continuerà.”

Fuori Zabini si avvicinò a David e gli disse: “Voglio essere dei vostri. Questa notte andrete a difendere la tomba di Voldemort, e io voglio esserci.”
David gli sorrise e poi a Scott: “Posso rubarti un uomo per questa notte?”
“Non c’è bisogno che me lo domandi, lui come me è prima di tutto un corvonero.”
“Vieni anche tu?” domandò sussurrando David.
“No, sarei d’impaccio, ma grazie…”
MCSI, se ne andò lasciando i Marauders, David e Zabini.
“Adesso torniamo alla base abbiamo molto di cui parlare.” Disse Rigel. “E poi Harry ci aspetterà già lì.”

A Nocturne Alley trovarono Harry Potter davanti alla porta dei Marauders.
“Non riuscite a trovarvi un posto più decente per la vostra sede?” domandò il prescelto.
“A noi piace.” Rispose Rigel.
I due si sorrisero e s’abbracciarono. Poi James si avvicinò e disse: “Ciao Harry.”
“Ciao figlioccio.” Disse scherzando Potter, ma tornò subito serio non appena vide Albus Piton.
Ormai la somiglianza fra padre e figlio era impressionate, e nonostante Harry sapesse che fosse ingiusto giudicare Albus per colpa di Severus Piton qualcosa dentro gli diceva di non fidarsi.
“Signor Potter…” sussurrò Piton.
“Albus…” disse Harry.
“Harry Potter!!” disse Nicole “E’ un piacere rivederti.”
“Anche per me, Strahm”
Harry poi salutò anche Zabini.
Finalmente tutti entrarono in casa.
Comparve anche Kostaki il vampiro appena svegliato al suo sonno mensile di tre giorni.
Nel salone in stile vittoriano fu offerto caffè, cioccolata, idromele, burrobirra e gruppo A+.
Quando tutti furono comodi Harry disse come la pensava: “Si può sapere cosa vi è saltato in mente a voi di Corvonero di nascondere e seppellire il corpo di Voldemort? Tenendo la cosa nascosta a tutti.”
“Ora calma Harry. Ti assicuro che c’erano delle buone ragioni.” Disse Rigel seduta, ma guardandolo negli occhi.
“Sapete quanto odio che mi vengono nascoste le cose.” Disse Potter rivolto a David. “E tu lo dovresti sapere.”
“Harry, tu sai che io odiavo quell'uomo quanto te. Ma c’era il rischio che se non avesse avuto una sepoltura sarebbe potuto tornare come spettro.”
“Ok va bene, ma perché non dirmi nulla?”
“Sono stata io a pregare David di non farlo.” Disse Rigel. “Dopo l’ultima battaglia eri distrutto, Hermione era scomparsa già da mesi, ma tu non te ne facevi una ragione, io avevo perso un braccio e ti sentivi in colpa. Poi l’uomo che ti aveva reso la vita un inferno era morto per sempre… Ho pensato…”
Harry guardò la strega, e notò quella luce speciale che anche Sirius aveva negli occhi. Capì che Rigel, come il suo padrino, voleva solo proteggerlo.
La strega iniziò a raccontare: “Allora dopo lo scontro finale fra te e Voldemort, fu chiesto a noi Corvonero di portare il suo cadavere al ministero della magia, come trofeo o per essere esaminato. Non fu per niente facile trovarci davanti al suo corpo, molti di noi avevano sofferto per colpa sua, alcuni avevano perduto delle persone care, avremo voluto farlo a pezzi. David ordinò che solo pochi lo avrebbero trasportato al ministero, in questo gruppo c’eravamo: Io, lui, Nicole, Alan McGinnis, Draco, Jack Scott, Kostaki, e Laura. Ma mentre eravamo in viaggio ci siamo resi conto che quella non era la strada per il ministero, solo allora abbiamo scoperto che David aveva disobbedito agli ordini. La cosa in realtà non ci stupì più di tanto non era la prima volta che il nostro capitano faceva di testa sua.”
“Ehi…” disse David.
“Scusa, ma è vero. Ci siamo trovati a Hob's Lane. Un luogo che solo alcuni conoscono.”
“Hob's Lane credevo fosse un leggenda.” disse Harry.
“No, esiste davvero.” Disse Rigel “E’un luogo antico, dove sono stati sepolti tutti gli esseri non umani che hanno popolato queste terre. All'iniziò era il luogo dove i draghi andavano ad aspettare la morte dopo le loro lunghe vite.” La strega si fermò un istante “Quel giorno ad attenderci c’era uno di noi, forse il più strano fra i Corvonero: Bem.”
“Bem? Non lo conosco chi è?” Domandò Harry.
“Chi è Bem? O meglio cos'è? Nessuno lo sa non esattezza.” Disse David “Non è umano, ed è diverso qualunque forma di vita su questo pianeta. Un tempo avrebbe voluto diventare un essere umano, ora preferisce vivere tra i morti, perché ha visto il peggio di noi uomini.”
“Dopo che David ci spiegò ogni cosa.” continuò Rigel “Abbiamo sepolto Voldemort in una tomba su una collina ai piedi di un albero cavo. E sulla lapide abbiamo firmato tutti una pergamena. Questa pergamena sanciva un giuramento: nessuno avrebbe mai parlato del cimitero di Hob's Lane, il solo dire quel nome o il luogo esatto della tomba di Voldemort ci avrebbe ucciso all'istante.”
“Avete creato un sigillo legato a una maledizione. Ma non potevate usare un incantassimo della memoria?”domandò Albus Piton. “Anche i più stupidi maghi lo sanno fare.”
Harry sorrise ricordando un suo vecchio professore.
David gli sussurrò: “E’ ancora lì e ancora non si ricorda neanche il suo nome.”
“Non potevamo.” Rispose Rigel “Gli incantesimi della memoria sono troppo imprevedibili rischiavamo di perdere parte dei nostri ricordi. Quella fu una delle nostre ultime missioni, finita la guerra ci siamo lasciati tutto alle spalle e alcuni di noi hanno ricominciato a vivere.”
“Rigel scusa, ma non hai detto che quel nome può uccidervi, ma poco fa tu hai…” domandò Albus.
“Sì, è vero, ma io sono immortale tornerei in vita dopo qualche minuto, lo stesso succederebbe a David, e anche a Kostati e Laura. Ma oggi pomeriggio il sigillo è stato aperto, qualcuno di noi ha detto quel nome.” Rispose la strega con un nodo in gola.
“Qualcuno è morto?” Sussurrò Harry “Chi?”
“Alan Mcginnes. Tu forse lo conoscevi come il cavaliere verde. I mangiamorte sono entrati in casa sua. Hanno minacciato la sua famiglia, hanno ucciso anche sua moglie.” Disse Rigel, sentendo cresce l’odio e il risentimento.
“Uccidere una famiglia per scoprire un luogo!” esclamò James.
“Non è diverso dal massacrarne una per una profezia…” mormorò Harry.
“O per rubare una collana di perle e trenta dracme.” disse David abbassando lo sguardo.
Ognuno di loro aveva perso delle persone care, ognuno di loro aveva sentito sulla loro pelle la crudeltà della guerra e l’assurdità della violenza.
“E’ così i mangiamorte sanno dove sta il corpo di Voldemort.” Disse Albus Piton “Ma oltre ad avere la loro reliquia che ne possono fare? Non potranno riportarlo in vita.”
A quelle parole nella stanza ci fu un innaturale silenzio, si sentiva solo il soffiare del vento.
“Possono resuscitarlo, David?” domandò sussurrando Harry.
Il mago non rispose.
“David ti ho fatto una domanda, lui può tornare? Si o no.”
L’immortale respirò profondamente e rispose: “Con quel corpo no, ma con un altro.”
“Vuoi dire che?…”
“Harry.” Rispose e annuì. “Se riescono a trasferire tutta l’energia residua degli Horcrux in uno solo e se hanno abbastanza potere…”
“Potrebbe succedere che quel Horcrux diventi vivo, come è quasi successo con Ginevra?”
“Sì.” Rispose il mago immortale.
“Finirà mai?” Sussurrò lui e ripensò alle parole di Hagrid quando per la prima volta aveva saputo di Voldemort: “Non so se dentro avesse ancora qualcosa di abbastanza umano da morire.” e poi disse: “Non deve succedere dobbiamo fermarli prima. Andiamo a Hob's Lane.”
“Per ora non possiamo, Harry.” Disse Rigel.
“Perché?” domandò il mago.
“Perché il cancello per il cimitero di Hob's Lane, si apre solo a mezzanotte e per pochi minuti.” Rispose la strega che poi disse a tutti: “Ci rivedremo stanotte.”
Prima che tutti uscissero dalla stanza, Harry e Rigel si scambiarono uno strano sguardo, cosa che non sfuggì a James. La strega lo guardò e gli sussurrò: “Vai avanti, io vorrei parlare un attimo da sola con Harry.”
“Mmm ok, cucciolina.” Disse lui con un sorriso triste sul volto e poi gli sussurrò: “Io ti amo, Rigel.”
“Anch’io, Lupin. Ti amo con tutta la mia anima.”
Harry guardò David mentre usciva in compagnia di Nicole, e pensò: “Perché nonostante so che è un mio amico, il nipote di Silente e l’uomo a cui devo la mia vita una infinità di volte, sento che mi sta nascondendo qualcosa.”
Fuori dalla porta Nicole rimasta sola con David gli disse: “Non hai detto a Potter degli horcrux, del medaglione e dell’anello.”
“Per il momento no, ma lui sa che non ho raccontato tutto.”
“E cosa farai se lo dovesse scoprire?” domandò la strega.
“Non lo so, ma non mi piace mentire e dover nascondere delle cose ai miei amici.” Disse lui guardandola in modo freddo, con uno sguardo che sembrava trapassarle l’anima.
“Io ti ho nascosto del medaglione, ma tu non hai detto nulla dell’anello di Salazar Serpeverde al dito del cadavere di Voldemort. Mi sembra che siamo pari.” Disse Nicole.
“Se ho nascosto quell'anello c’è una ragione. Ha un potere, un potere pericoloso, soprattutto se cade in mani sbagliate.”
“Un potere? Che genere di potere?” domandò la strega. “Non è la sicuramente la maledizione che ha colpito tuo zio Albus Silente. Di che potere parli David?”
Il mago non rispose e si limitò ad andarsene.

Dentro la stanza.
“Harry…” disse la strega.
“Rigel…” sussurrò lui.
“E’ da quando sei tornato che aspetto tutto questo.” Disse la strega.
“Vorrei solo che tu mi perdonassi se ti ho fatto soffrire.”
Rigel gli si avvicinò e gli disse: “Tu non hai niente da farti perdonare. Sono stata io sedici anni fa a innamorarmi di te, anche se sapevo che era impossibile per te amarmi, ma volevo lo stesso vivere il sogno di stare con te. Vedi Harry…” e si allontanò da lui dandogli le spalle “Io mi ero innamorata di te ancora prima di lasciare lo Sidhe.” E si voltò “Perché mio padre mi aveva raccontato di quanto tu fossi coraggioso, di quanto tu non ti piegassi mai davanti alle difficoltà, e poi ti ho visto attraverso i tuoi sogni. Ricordi?.”
“Sì.” Rispose Harry e sorrise. “Per molto tempo mi sono chiesto chi fosse la splendida ragazza dai capelli neri che mi veniva a trovare in sogno. Non ti ringrazierò mai abbastanza per aver allontanato gli incubi di Voldemort.”
Rigel sorrise e disse: “La terra oltre il velo, lo Sidhe è un luogo dove ogni cosa può avvenire, e dove si può vegliare sul sogno dei mortali.” E si fermò un attimo e guardò il mago negli occhi “Harry ricordi il nostro primo incontro?”
“Come potrei dimenticarlo? Come potrei dimenticare quel bacio? E’ stato bellissimo.” Disse lui sorridendo.
“Amarti Harry Potter è stato bellissimo, ma sapevo che nel tuo cuore c’era spazio per una sola strega.”
“Rigel” sussurrò lui un po’ imbarazzato.
E lei sorrise e disse: “Sai è bello che tu ancora t’imbarazzi a parlare di Hermione. Si vede che l’ami, che l’hai sempre amata.”
“Da quel che ho visto anche tu e il mio figlioccio siete molto legati.”
“James Sirius Lupin è la cosa migliore che mi sia capitata, è il mio migliore amico e l’uomo che amo. E cosa più importante sono felice con lui.”
Harry le si avvicinò e l’abbracciò forte forte.
“Non te l’ho detto fin ora, Harry. Bentornato a casa.” Disse la strega.
Il mago sorrise, e lasciò andare Rigel. Insieme lasciarono la stanza e la strega andò a cercare James. Lo trovò nello studio al secondo piano in piedi di fronte al camino.
“Jim…” sussurrò lei.
Il mago si voltò, le sorrise.
Lei si avvicinò e i due si diedero un dolcissimo e passionale bacio.

Dopo poco, Harry uscì buttandosi nella brulicante Diagon Alley, guardava i negozi e si comprò delle cioccorane e altri dolci. Fu tentato d’entrare nei i tiri vizi, ma i gemelli avrebbero chiesto perché si trovava lì da solo.
nelle vetrine, c’erano gli ultimi modelli di manici di scopa. Poi guardò alcuni vestiti da ragazza che avrebbero sicuramente fatto la felicità della sua piccola Harmony. Sapeva che lei e Tim sarebbero tornati dopo la visita al padre di lui, ma non sapeva se era giusto farsi vedere.
Arrivò fino a negozio di bacchette di Olivander, e guardò attraverso la vetrina. Il mago stava vendendo una bacchetta a un ragazzo.
Il giovane mago attirò l’attenzione di Harry, doveva avere più o meno diciotto anni, ma c’era qualcosa di strano gli sembrava di conoscerlo.
Olivander notò Harry e disse qualcosa al suo giovane acquirente, questo non si voltò prese la bacchetta e passò attraverso il retro bottega.
Allora Harry entrò nel negozio, ma fu bloccato da proprietario.
“Harry Potter cosa posso fare per lei?” gli disse Olivander.
“Chi era il ragazzo che è uscito dal retro?” domandò lui.
“Qual è ragazzo?”
“Quello a cui ha venduto una bacchetta...”
“Signor Potter, non so di cosa parla.” Disse l’anziano mago.
“Chi era? Voglio saperlo.” Disse deciso Harry.
“Era un amico, solo un amico, le assicuro che un giorno saprà ogni cosa.”
Harry guardò Olivander. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a farsi dire niente di più e che forse era meglio così.

Harry tornò alla sede dei Marauders, dove cenò con James, Rigel e Albus. Poi giocò una partita a scacchi con James e parlò con il figlioccio di Quidicth e di manici di scopa, e di trucchi da cercatore. Poi scese giù in palestra, dove poco dopo vide arrivare Tim. (Vedi fine capitolo 24 by Dalastor)
Dopo aver parlato con il ragazzo dell'incontro con il padre. David li raggiunse e disse: “Siamo quasi pronti, se vuoi venire? Oh Ciao Drake.”
“Professor Giles…” disse il giovane mago seduto accanto ad Harry.
“Drake.” Disse David sorridendo e gli mise una mano sulla spalla. “Non lasciarti abbattere da nessuno, ragazzo. Non sono le nostre qualità o da dove veniamo che dimostrano chi siamo davvero, sono le nostre scelte”
Tim annuì.
Harry guardò il gesto dell’amico, s’alzò, guardò il suo giovane allievo che era rimasto seduto e gli disse: “Vuoi venire con noi, Tim? Stiamo andando a combattere dei mangiamorte.”
David rivolse uno sguardo incredulo a Potter.
Il ragazzo rispose: “Sì, profes… Harry.” E il ragazzo s’alzò.
“Posso parlarti un attimo in privato?” domandò David.
“Sì…” rispose Potter.
I due s’allontanarono e il mago immortale disse: “Cosa ti salta in mente di portare quel ragazzo con noi? Potrebbe essere rischioso.”
“Sì lo so, ma mi ricordo cosa voleva dire rimanere in disparte mentre gli altri combattono. Tim vuole combattere, e né tu né io potremo fermarlo e poi entrambi siamo andati in guerra quando eravamo più giovani di lui.”
“Vuoi anche capire se si lascerà andare alla vendetta come hai fatto tu alla sua età?”
“Non è questo. Allora viene?”
David sorrise e disse a Tim: “Muoviti Drake vai a prepararti, altrimenti non ti aspettiamo.”
E anche Harry sorrise.
“Grazie professor Giles.” Rispose il giovane mago, e andò verso l’uscita.
“Tim, chiamami David, in battaglia i guerrieri si chiamiamo tutti per nome.”
“Sì, David.” rispose e uscì.
“Ti stai rammollendo con l’età, Giles?”
“Spiritoso, Potter, veramente spiritoso, sembri Ron…”

Tim salì tornando al piano superiore, ma prima di rientrare nella sua stanza guardò la porta della camera di Harmony, voleva entrare per chiamarla, per farla partecipare a quella missione, lei non avrebbe mai voluto rimanere indietro, essere lasciata in disparte.
A lui piaceva saperla al suo fianco per combattere, ma quella notte la preferiva al sicuro. Quel giorno si erano avvicinati in un modo che il giovane mago credeva impossibile.
Tim in silenzio aprì la porta e vide Harmony addormentata, tra le braccia stringeva un piccolo e tenero pinguino di peluche. Lui sorrise e pensò: “E’ incredibile. E’ così coraggiosa, forte, determinata, ma poi dorme con un pinguino.” Si avvicinò e notò che il pinguino aveva un collare con scritto un nome.
“Sir Pingu. Che razza di nome è?.” Sussurrò Tim.
Dalla calligrafia il ragazzo capì che Harmony aveva scelto quel nome verso i sei o sette anni.
Il ragazzo s’inginocchiò e le guardò il volto, togliendole i capelli dal viso, stando però bene attento a non svegliarla e le diede un delicato bacio sulle labbra.
La giovane strega sorrise, mugugnò qualcosa e poi sussurrò: “Ti amo Tim...”
Il giovane mago s’alzò e disse: “Anch’io ti amo, Harmony.” E le accarezzò il viso e se andò nella sua stanza per rivestirsi. Poi mentre scendeva le scale vide Harry e David.
Sembravano tranquilli, ma il ragazzo capì che era solo un’apparenza, erano nervosi, tesi come corde di violino, in un certo senso la cosa lo rincuorò voleva dire che non era l’unico a sentirsi in quel modo e che anche due maghi di grande esperienza come i famosi Harry Potter e David Giles, avevano un po’ di timore prima di una battaglia.
“L’hai salutata Tim?” gli domandò Harry.
Lui scese l'ultimo gradino e annuì.
“Andiamo.” Sussurrò David che era il più vicino alla porta d'ingresso.
I tre uscirono su Nocturne Alley, la strada era silenziosa e oscura, le mura erano grigie e nere, sporche di fuliggine. Diagon Alley e Noctune Alley, le strade dei maghi, erano come rimaste congelate nel tempo; la loro atmosfera sembrava quella della classica Londra vittoriana con tutto il fascino e le contraddizioni della capitale dell’impero britannico. Se da una parte Diagon Alley era il volto bonario, caldo, rassicurante di fine 800, con la sua fede nel progresso e nelle leggi del suo ministero; dall’altra Noctune Alley era: sporca, grigia, malfamata, popolata di esseri oscuri come il peggior bassofondo descritto da Dickens o da Doyle.
Per i tre maghi quella stretta strada aveva significati diversi. Harry ci si era perso al suo secondo anno, quando era finito a Magie sinistre, poi ci era tornato durante la guerra nella speranza di trovare qualche indizio sugli Horcrux. Quel giorno di tanti anni prima l'unica cosa che ottenne fu il sentirsi dire dal vecchio Sinister quanto fosse simile a Tom Riddle a diciotto anni.
Per David quel posto aveva aspetti ancora più sinistri. Durante gli anni della prima guerra magica: ci aveva passeggiato, ne aveva respirato e assorbito t’atmosfera, e per un certo tempo persino vissuto, e ci tornava per avere informazioni o armi. Ci aveva abitato per un po’ di tempo, proprio nella stessa casa dove adesso sorgeva la sede dei Marauders, viveva sotto copertura con il nome di Altamont, e combatteva i mangiamorte dal interno.
Anche Tim conosceva bene quel luogo. Negli anni scorsi c’era venuto prima a cercare notizie su sua madre, senza però saperne molto, poi per cercare di scovare Robert Namtor il mangiamorte che aveva ucciso la sua ragazza e il suo migliore amico.
Erano passati secoli, guerre babbane e magiche si erano susseguite. Ma Noctune Alley restava lì come via alternativa, come vicolo oscuro, come le tenebre insite nel cuore della magia e degli uomini, così se anche un Salazar Serpeverde, o un Gellert Grindelwald o un Lord Voldemort venivano sconfitti quel vicolo era lì sempre per accoglierne un altro.
I tre maghi s’incamminarono, e poco distante trovarono davanti a loro: Rigel e James entrambi erano appoggiati a un muro l’uno accanto all’altra. La strega teneva al fianco destro una katana dalla impugnatura nera. James Lupin aveva una spada simile a quella di Grifondoro.
Non appena Harry, David e Tim, li superarono; i due si staccarono dal muro e li seguirono.
Più avanti ad angolo con un vicolo c’era Albus Piton, intento a fumarsi una sigaretta babbana, anche lui venne superato, e senza dire una parola, buttò con noncuranza la sigaretta sul lastricato per poi spegnerla con la scarpa. Dall’oscurità di una stradina emerse Kostaki, gli occhi del vampiro erano rossi, le zanne fuori dalle gengive, era assetato di sangue, ma ancor di più di vendetta per la morte del suo amico Alan.
Quasi all’uscita di Noctune Alley si trovava Nicole Stram, aveva indosso il mantello con il cappuccio viola scuro che usava durante la guerra, e come gli altri si unì al gruppo senza dire una parola.
Ormai a Diagon Alley fu la volta di Blaise Zabini, anche lui aveva indossato i suoi vecchi abiti di quando combatteva con i Corvonero.
La compagnia Corvonero era diversa dalle altre compagnie, se i grifondoro indossavano la loro uniforme con i colori rosso e oro, i corvonero si vestivano come volevano tenendo solo un pezzo di stoffa nero e blu sul braccio destro; e mentre le altre compagnie avevano fra le loro file solo maghi, i corvonero prendevano chiunque avesse voglia di combattere che fossero babbani, elfi domestici, vampiri, licantropi, o anche mangiamorte rinnegati come Draco Malfoy o Blaise Zabini.

Usciti da Diagon Alley il gruppo prese la metropolitana per arrivare a Hob’s End, stazione di Hob's Lane. Harry sedeva accanto a Tim, davanti a James e Rigel. Lontano da tutti in piedi c’era David.
Il mago immortale guardava fuori dal finestrino, nonostante il treno fosse sottoterra.
“Neanche un esperto di Legilimanzia potrebbe sapere cosa pensa in questo momento.” Pensò Harry guardandolo. “Ma sono sicuro che non sta pensando alla battaglia che ci aspetta. No se lo conosco bene sta pensando a Laura. Quando è così silenzioso pensa solo alla sua vampira, come io che penso a Hermione. Simili e diversi ecco come siamo io e lui, e pensare che non è sempre stato così. C’è stato un tempo durante la guerra in cui ho temuto che fra lui e Hermione potesse esserci l’amore.” Harry sorrise e si lasciò andare ai ricordi.
Dopo la battaglia di Westminister, Hermione si trovava al San Mungo per guarire dalle ferite che le erano state inferte da Voldemort.
Harry arrivò al piano e percorse il corridoio, in mano aveva uno splendido mazzo di rose.
Fuori dalla stanza della giovane strega, sentì la risata cristallina della sua migliore amica.
Il grifondoro neanche si ricordava più l'ultima volta che l'aveva sentita ridere e ne fu molto felice. Stava per entrare quando sentì un’altra voce.
“Ti assicuro che l'ha fatto davvero. I poliziotti gli hanno chiesto i nomi, e Sirius ha iniziato a dirgli un elenco di nomi assurdi soprattutto per dei babbani.” disse David ridendo.
“No, è impossibile.” disse Hermione ormai alle lacrime per il troppo ridere. “Non può essere successo.”
“E' invece sì. Dovevi vedere James. James Potter quasi scoppiava. Ma il meglio arrivò quando quei due folli colpirono due mangiamorte usando l'auto della polizia e poi volarono con la moto di Black. Erano incredibili insieme.” disse mago un po' malinconico.
“Da quello che mi hai raccontato mi ricordano due che conosco bene.” disse Hermione
“Sì, James è davvero simile a Harry e Ron mi ricorda Black, ma Sirius era un vero playboy, ci provava con qualunque ragazza.” disse David un po' rincuorato.
“Dovresti raccontare questa storia ad Harry, gli farebbe piacere.” Disse Hermione, ma il nome dell'amico le fece abbassare lo sguardo.
“Sai credo che se ci fossi stata tu, Sirius avrebbe fatto di tutto per conquistarti, e non...”
“E' permesso?” disse Harry fermando ultima frase di David.
“Harry! Sì, vieni pure.” disse Hermione contenta.
Potter entro e guardò il capitano di Corvonero seduto sul letto di Hermione. Notò le loro mani vicine, molto vicine sulla coperta, e vide un mazzo di rose gialle in un vaso sul comodino.
“Sai Harry. David mi ha raccontato una storia divertente su tuo padre e Sirius. Dovresti sentirla fa troppo ridere.”
“Forse un'altra volta, Hermione. Tu come stai?” domandò Harry.
“Sto bene capitano. Ho saputo della tua promozione.”
“Sì, complimenti capitano Potter.” disse David alzandosi e facendo il saluto auror. “Ora siamo pari grado e ognuno di noi comanda una compagnia.”
“Sì, è vero.” rispose il giovane mago per poi ignorare il Corvonero parlando a Hermione “Rimettiti in fretta tenente Granger sarai il mio braccio destro nei Grifondoro.”
La strega sorrise e disse: “Può contarci, capitano Potter.”
“Ora io andrei.” disse David.
“No, di già? Perchè non rimani? Almeno per raccontare quella storia ad Harry?” Domandò la strega.
“Un'altra volta Hermione. Non posso restare.” rispose David sorridendo, poi aggiunse: “Capitano Potter. Noi ci rivedremo alla prossima riunione.”
“Sì, ma vorrei dirti una cosa in privato.” disse Potter “Andiamo fuori.” poi ad Hermione “Scusaci un attimo.”
Appena fuori, chiusa la porta della stanza Harry disse a David con un tono freddo e aspro: “A che gioco stai giocando?”
“Io non sto giocando, Harry. Forse tu lo stai facendo?”
“Io non sto facendo niente.” disse Harry “Potrebbe essere tua nipote. Tu non puoi... Tu non sei adatto a lei, la farai solo soffrire.”
David sospirò e disse: “Forse hai ragione, mi ricorda qualcuno, qualcuno di molto importante. E sono rimasto affascinato da lei. Anche se non sono fatti tuoi. Tu sei il suo migliore amico, non sei il suo ragazzo. Ho sbaglio?”
Harry arrossì e disse: “Ci tengo a lei, non voglio che soffra e con te sarebbe sempre triste e preoccupata.”
“Perchè non lo fai scegliere lei?” domandò David.
“Devi starle lontano.” disse Harry.
“Mi sembra che tu l'hai già messa in pericolo molto volte. L'hai data in pasto a Riddle. E considerato che lui non vede l'ora di uccidere chi ami, è stato imprudente e stupido.” disse David guardandolo negli occhi.
“Io non amo Hermione, è solo la mia migliore amica.” disse Harry abbassando gli occhi.
“Sì, raccontalo agli altri. Io so cosa vuol dire amare la propria migliore amica, ma so anche cosa vuol dire perderla per sempre.”
“Io...”
“Harry metti di nuovo in pericolo quella ragazza e ti giuro che profezia o non profezia, io realizzo il sogno di Riddle di vederti morto. Ora me ne vado.” disse David e gli passò accanto. “Un'altra cosa capitano Potter. Lui sa che tu l’ami e farà di tutto per arrivare a lei. Stai attento.” e il mago immortale se ne andò.
Harry rientrò nella stanza a testa bassa
“Avete finito i vostri discorsi virili?” gli domandò la strega, un po' arrabbiata.
“Hermione?” disse Harry “Hai sentito tutto?”
“No, niente, ma immagino cosa vi siete detti.” rispose.
“Ehm lui ci stava provando con te?”
“E' allora? David è un bel ragazzo, mi faceva piacere che qualcuno guadasse oltre la divisa o oltre la so-tutto-io. Per una volta...”
“Ma lui... lui è immortale ha più di novanta anni, e poi ti avrebbe fatto del male. Lui non è adatto a te.” disse Harry confuso.
“E chi lo sarebbe Ron? Harry tu sei il mio migliore amico, non sei... non devi intrometterti se un ragazzo s’interessa a me!” quasi gridò la strega
“David no, lui è pericoloso e basta.”
“Sai una cosa Ginny diceva lo stesso di te, le piacevi perché ti vedeva pericoloso, oscuro e affascinante...” Disse Hermione.
“E ha trovato uno più pericoloso oscuro e affascinante di me.” disse Harry “Ma stavamo parlando di David.”
“Anche i miei dicono che tu sei pericoloso. Mio padre ti vorrebbe spaccare la faccia, mentre mia madre dice...” disse Hermione e pensava: “Che sei molto coraggioso e affascinante ed è per questo che io mi sono innamorata di te. Però è carino che sia geloso di David.”
“Hermione cosa dice tua madre di me?” domandò Harry.
“Che sei un bel tenebroso e chi sa quante ragazze hai!”
“Le apparenze ingannano, signorina Granger.”
“Io le dico la stessa cosa. Ah vuole che prima o poi tu venga a cena da noi.”
“Perchè?”
“Così.”
“Hai portato a casa Krum e Ron?”
“Ehi, per chi mi hai preso. Krum è... è...”
“Strano.”
“Sì, mentre mio padre giudica Ron non troppo sveglio.”
“Povero Ron, ma scommetto che tu a casa non gli fai una buona pubblicità.” Disse ridendo Harry.
I due passarono il resto del pomeriggio a ridere.

Il gruppo scese alla stazione Hob’s end e si ritrovò su Hob's Lane, questa era una strada isolata con pochi lampioni e rare abitazioni sui lati, fatte in mattoni rossi. Dopo aver percorso circa duecento metri arrivarono davanti a un vicolo tra due case grigie e neri di fumo. In fondo a esso si trovava un antico cancello arrugginito circondato da un rampicante secco.
“Sono già dentro” mormorò David.
“Rigel che succede?” gli domandò Harry.
“Hob's Lane era protetta da un incantesimo di occultamento simile al cimitero di Hogwarts. Anche qui il posto era visibile solo da chi lo conosceva.” Rispose la strega “In più ci si poteva entrare solo a mezzanotte.”
“I mangiamorte ci hanno anticipato?” domandò Harry.
“Sì, ma come hanno fatto a evitare un incantesimo così antico e potente?” domandò Nicole
“Hanno usato un giratempo.” Disse freddamente David inginocchiato a terra esaminando della polvere. “Hanno legato qualcuno al cancello con un giratempo, ma il viaggio ha trasformato quel disgraziato in polvere.”
“Vuoi dire che hanno ucciso un uomo solo per entrare in questo posto?” Domandò Harry.
David si rialzò pulendosi le mani e disse: “O si è sacrificato per la causa.”
Varcarono il cancello e si trovarono in un cimitero immenso, c’erano lapidi di ogni tipo, scure pietre grigie, statue lugubri, ma tutto appariva decadente, dimenticato, il silenzio era opprimente.
Davanti al gruppo si aprivano tre sentieri, David guardò verso destra e disse: “Venite con me. Prima d'andare sulla tomba di Riddle voglio sapere del custode.”
“Questo luogo ha un custode?” Domandò James a Rigel “Quale uomo vivrebbe mai in un luogo simile?”
“Nessuno, ma chi ha detto che il custode è un essere umano.” rispose la strega.
Il gruppo con in testa David percorse il sentiero, fin quando vide davanti a sé una casa, era una piccola casa costruita i mattoni e legno che sembrava essere disabitata da secoli.
L’attenzione di Giles fu attirata da qualcosa che si trovava sul sentiero: un capello di nero, un tipico capello feltro, anni trenta/quaranta, classico dei film noir. A guardarlo il mago sorrise.
Poi si senti il rumore della terra smorta, e si vide una mano con sole tre dita uscire dal terreno di una tomba.
“Un infero!!” gridò James e puntò la bacchetta. Harry, Tim e Albus lo imitarono.
“Fermi!!” gridò Rigel.
David senza dire una parola si parò davanti ad Harry e agli altri.
Dalla tomba emerse un mostro. Era terrificante, la sua pelle era marrone scuro, la sua bocca larga in un ghigno con in mostra dei denti aguzzi simili a quelli di uno squalo, sulla testa aveva due enormi protuberanze.
David gli sorrise e disse: “Ciao Bem. E’ da molto che non ci vediamo.”
Il mostro cambiò aspetto e sotto gli occhi di tutti diventò più simile a un essere umano. Non aveva capelli, la sua pelle era giallo scuro quasi marrone, i suoi occhi erano gialli privi di pupilla, aveva solo tre dita per ogni mano e con la destra teneva un bastone d’acciaio smaltato.
Bem si avvicinò David.
E il mago gli disse: “Amico mio hai perso questo.” E gli diede il capello.
“Grazie, capitano.” Disse Bem che si mise in testa il capello e poi aggiunse: “Ci sono dei mangiamorte.”
“Quanti sono?” domandò David.
“Ne ho contati circa quaranta, ma ce ne sono forse di più. Ci sono anche dei pelleverde: orchi e goblin. Sono venuti a casa mia, ma io era non c’ero. David chi ha parlato?”
“McGinnis.” Sussurrò lui.
Un brivido di rabbia sembrò attraversare il viso inespressivo della creatura non-umana e disse: “Venite con me.”
“Rigel ma chi è? Ehm cosa è?” domandò James.
“E’ Bem, un membro dei corvonero, un amico di vecchia data di David, sembra che si conoscano fin dai tempi della seconda guerra mondiale.”
“Quei due sembrano veramente molto amici.” disse James guardando David e Bem camminare fianco a fianco.
Anche Harry li guardò e ascoltò la risposta di Rigel.
“Tra mostri ci si intende sempre, James.”
“David non mi sembra un mostro.”
“I mostri non sono solo quelli brutti o diversi d’aspetto. Noi della compagnia Corvonero eravamo tutti dei mostri.”
“Ehi, io non sono un mostro!” disse Zabini.
Rigel sorrise e disse: “Lo eravamo tutti, tranne Blaise.”

“Laura come sta?” domandò Bem.
“Bene! I tuoi esperimenti come procedono?”
“Non come vorrei, le cellule non rispondono, non si moltiplicano. Qualcosa non va, ma non so cosa. Seguo gli appunti del dottore, ma qualcosa non funziona, mi chiedo come è possibile che io e… come siamo nati.”
“Forse è successo qualcosa che lui non aveva programmato?”
“Un evento casuale, ma vorrebbe dire che io sono nato per caso.”
“Bem anche gli esseri umani nascono per caso che ne dicano le religioni. Non è importante la nascita o la morte, ma tutto quello che c’è in mezzo: la vita. Sono gli eventi della vita a forgiarci.” Poi David guardò dinanzi a sé e vide la collina.
Questa era alta circa venticinque metri, i suoi lati erano dolci e sulla sua sommità c’era un albero morto simile a una mano scheletrica che malediva il cielo.
Il mago immortale si voltò indietro e disse con voce fredda: “Là su c’è la tomba di Riddle.”
Harry si irrigidì, nei quindici anni dalla morte di quel uomo non si era mai liberato di lui, la sua presenza, il suo ricordo, lo avevano tormentato e adesso era vicino a vedere il luogo dove lui era stato sepolto.
Salendo su per quella collina insieme con gli altri, Harry non riuscì a non pensare a quanti auror, amici, conoscenti, uomini coraggiosi non avevano potuto avere una sepoltura durante la guerra; cosa invece offerta a chi è stato causa di così tanto dolore.
Arrivati sulla sommità della collina videro che la tomba era stata scavata, la bara aperta e il corpo di Voldemort rubato.
David si voltò verso ovest e mormorò: “Arrivano…”
Dietro una collina, all'orizzonte comparvero delle creature verdi con indosso dei armature nere di ferro grezzo.
“Orchi!” disse Rigel.
“E mangiamorte.” Aggiunse Harry guardando degli uomini con indosso dei mantelli neri che cavalcavano dei each uisge.
Uno dei maghi oscuri uscì dalle file degli orchi e gridò: “Auror! Arrendetevi consegnate le bacchette e noi servi dell’oscuro signore saremo clementi.”
I nostri non risposero.
“Auror!! Vi daremo ancora cinque secondi per rispondere. Poi attaccheremo.”
Allora Harry si fece avanti e alzata la bacchetta la puntò contro il mago oscuro.
“Deve essere pazzo ci sono più di cinquecento metri tra noi, nessun incantesimo può arrivare tanto lontano.” Disse il mangiamorte Dibbuk.
“Avada Kedavra” gridò Harry, il fulmine verde scaturì dalla bacchetta, ma sembrava davvero che a metà percorso perdesse potenza, ma anche Tim invocò l’anatema che uccide e lo stesso fece David.
Le due maledizioni s’unirono a quella di Harry e il fulmine verde con ritrovato vigore colpì in pieno il mangiamorte, che cadde dalla sua cavalcatura a terra privo di vita.
L’anatema che uccide, il fulmine verde, che aveva fatto tante vittime, diffuse la paura nei maghi oscuri e nei loro servi dalla pelle verde, lasciandoli come cenere inerme in un camino, ma infiammò gli animi del piccolo gruppo di Harry e David.
“Questo è il destino di chiunque cerchi di attaccarci.” Gridò Harry. “Mangiamorte volete le nostre bacchette venite a prenderle.”
“Rigel issa le nostre insegne.” Gridò David “Che quei vermi sappiano con chi hanno a che fare.”
La strega sorrise e non se lo fece ripetere due volte, prese il pezzo si stoffa che aveva legato al braccio, lo ingrandì, e poi con l’aiuto di Zabini lo issò su un’asta.
La bandiera iniziò allora a sventolare e i pelleverde, ma soprattutto i mangiamorte la videro.
Un corvo volava in campo viola, dietro di esso c’era una saetta d’oro, e fra gli artigli l’uccello teneva una spada e una bacchetta.

“Oh Merlino, oh Signore oscuro.” Gridò un mangiamorte tra i più anziani “Sono le ombre della morte! Sono i corvonero!! Siamo finiti!!”
Leslei guardò Bael al suo fianco, ma le parve che anche lui fosse turbato. La strega allora gli domandò: “Cos’è questa storia?”
“I Corvonero, la compagnia corvonero. Ai tempi della guerra i suoi membri sono stati soprannominati ombre di morte, perché potevano attaccare ovunque.”
“Arvin sono pur sempre degli esseri umani. Perché non li uccidiamo?”
Il mangiamorte non rispose.
“Mandiamogli contro gli orchi non avranno scampo.”
“Leslei ha ragione!” disse Pansy avvicinandosi a cavallo di un each uisge nero. “Ma Potter deve rimanere vivo. Lo sai Bael?”
“Certo mia signora.” Rispose lui e si allontanò per comandare la carica, ma prima s’avvicinò a Ryo e a Will e disse ai due giovani maghi: “Se amate e ci tenete alla vita della nostra principessa statele vicini in questa battaglia.”
Will si limitò a guardare Bael, mentre Ryo annuì.

David si voltò e gridò: “Rigel, Kostaki, Bem, Blaise con me” poi a Potter “Harry voi dovete…”
“Noi li colpiremo con degli incantesimi, cioè vi copriremo le spalle come abbiamo fatto noi Grifondoro a King Cross.” Disse il mago sorridendo. “Ma non riusciremo mai a colpire tutti quegli orchi in carica.”
“Lo so, ma non preoccuparti di quelli che mancherete ce ne occuperemo noi.” Disse David con un ghigno dipinto sul volto e una luce assassina negli occhi. Harry notò che anche gli altri avevano la stessa luce.
“Andiamo.” Disse Rigel e insieme con gli altri scivolò sul fianco erboso della collina.
Arrivati alla base dell’altura, David guardò verso l’esercito oscuro e pensò: “Eccomi tornato sul campo di battaglia, eccomi tornato a casa.” sguainando la spada guardò verso Rigel e lei gli disse: “Noi non siamo fatti solo per lanciare incantesimi. Abbiamo bisogno di combattere, di guardare il nostro nemico negli occhi, di metterci alla prova.”
La strega allora sguainò la sua spada, una katana dalla impugnatura nera e dalla lama in Gren come quella di David, entrambe le spade erano state forgiate da Shikome, potente demone oni giapponese. Le due armi erano molto simili tranne che per un particolare: la spada di Rigel aveva una curva vicino l’elsa.
Kostaki, il vampiro estrasse dal fodero la spada polacca della sua antica stirpe.
Bem afferrò il suo bastone d’acciaio, tenendolo con la punta verso il basso. Nella lunga vita quell'arma si era sporcata del sangue dei nemici, vampiri, licantropi, spiriti maligni, demoni, pelleverde, e ma anche di uomini malvagi, maghi o babbani. Zabini richiamò a sé la sua spada d’ametista viola.
Tutti guardavano verso orizzonte, verso i mangiamorte e i loro servi dalla pelleverde.

“Non penseranno di fermare una nostra carica in cinque.” Disse un orco ridendo a un suo compagno, mentre Bael passava loro di fronte a cavallo del suo each usige, arrivato di lato a un reparto di orchi sguainò la sua spada, che era appartenuta a suo padre, e dopo averla puntata verso l’alto gridò abbassandola: “Primo reparto di orchi. Carica!!”
I pelleverde caricarono. Una carica selvaggia e disordinata come era negli usi degli orchi. I mostri verdi alti e forti come uomini robusti si lanciarono contro la collina urlando, sbavando e agitando le loro grandi armi di ferro brunito dal fuoco.
David e gli altri erano invece calmi, quasi sorridenti.
Dall’alto della collina Harry gridò: “Appena arrivano alla giusta distanza lanciategli contro il vostro incantesimo più potente.” Poi a Tim al suo fianco disse: “Dobbiamo abbatterne il più possibile per diminuire il lavoro a David e agli altri.”
“Sì, signore!” disse il ragazzo.
“Non passeranno.” Disse James.
Gli orchi avanzano la terra tremava sotto i loro piedi.
“Pronti Auror!” gridò Harry, puntando la bacchetta. Poi imitato dagli altri. E gridò: “Adesso fuoco! Fuoco! Fulgur.”
“Lacarnum Infamare” gridò James.
“Sectumsempra” gridò Albus Piton.
“Fulgur.” disse Tim.
“Ocouf id odrad (dardo di fuoco)” disse Nicole.
Molti orchi furono colpiti dagli incantesimi, soprattutto tra le prime file. I pelleverde cadevano sotto i fulmini, il fuoco e l’esplosioni degli incantesimi dei maghi.
Feriti e morti venivano pestati dalla foga dei loro compagni, mentre il panico iniziava a serpeggiare tra loro.
I loro capitani l’incitavano ad andare avanti.
Ad aspettarli ai piedi della collina c’era David, Rigel, e gli altri.
La battaglia iniziò. Un orco cercò di colpire David con la sua rozza arma, lui s’abbassò all’ultimo secondo e penetrò con la spada il ventre del pelleverde; trapassando l’armatura e la carne come fossero di carta. La creatura cadde a terra privo di vita, mentre dalla ferita sgorgava denso sangue verde. In seguito il mago immortale si fece strada tagliando braccia e teste.
Rigel si muoveva con la grazia di una ballerina, i suoi affondi con la katana erano potenti e precisi, quasi chirurgici. D’un tratto la strega saltò tre orchi e mentre era in aria dal polso del suo braccio artificiale scaturirono un miriade di piccoli fili invisibili simile alla tela di un ragno, questi ricaddero dolcemente sui pelleverde. Rigel atterrò in ginocchio dando le spalle agli avversari, poi si sentì un rumore metallico e i fili si strinsero di scatto intorno ai corpi dei tre orchi che urlavano e si contorcevano, mentre le loro ossa si rompevano e la loro pelle si feriva. I fili si strinsero ancora di più fino a penetrare le carni e a tagliarli a pezzi, lasciando solo una massa di membra sanguinanti.
La Black si rialzò e mentre i fili sparivano nella protesi meccanica del suo braccio destro.
La scena vista dagli altri orchi spaventò talmente quelle creature, che nessuno adesso sembrava osare combattere contro la leader di Marauders.
Lei voltò lo sguardo di trequarti guardando la sua opera e con il ghigno tipico dei Black sul viso e sussurrò: “Arma psicologica.” Poi guardò fredda un gruppetto di orchi, che tremavano di paura; e dal dorso della mano, con un suono di metallo che stride contro altro metallo, scaturirono tre artigli ognuno di diverso colore.
Rigel si avvicinò agli orchi e disse loro: “Ora assaggerete il dolore delle carni squartate.” E senza esitare un attimo trafisse con i tre artigli il ventre di uno di loro.
Il pelleverde cadde rantolando per morire poco dopo, mentre gli altri due fuggivano. Rigel li guardò gli artigli erano sporchi di sangue verde, e sussurrò: “Ottimo lavoro ragazzi.”
Quel nuovo braccio meccanico era stato costruito da Fred e George, come molte degli altri strumenti in uso dai Marauders o dagli Auror. I gemelli avevano fabbricato in modo particolar modo proprio gli artigli: il centrale era in argento da usare contro non-morti e licantropi, quello di sinistra era di corno di oni l’unico materiale in grado di uccidere i demoni giapponesi, mentre quello di destra era fatto in ferro che respingeva i demoni occidentali.
La strega guardò in direzione di David, il mago combatteva contro cinque orchi senza alcuna difficoltà. Rigel corse in suo aiuto e insieme li uccisero muovendosi in modo perfettamente sincronizzato.
Intanto le altre ombre di morte non erano da meno, Kostaki usava la sua velocità e la sua forza di non-morto, frantumava le ossa dei suoi nemici con la sola stretta della sua mano sinistra, mentre li tagliava letteralmente in due con la sua grande spada.
Bem ripreso il suo aspetto mostruoso infilzava i pelleverde con la punta acuminata del suo bastone. Blaise usava la sua spada infuocata dalla fredda lama d’ametista, scagliando frecce di fuoco o ferendo gli avversari.

Sulla collina Harry e gli altri continuavano a lanciare incantesimi sugli orchi. Potter guardò il ragazzo di fianco a se.
“Tutto bene, Tim?” gli domandò.
“Sì, sto bene.” Rispose il giovane mago lanciando un altro incantesimo, ma si vedeva che era stanco e affaticato.
Harry sorrise e dopo aver colpito un orco a distanza con un incantesimo non verbale gli disse: “Continua non dargli tregua.”
“Non ho mai lanciato così tanti incantesimi uno di seguito all’altro. Neanche quando sono andato a caccia di Mangiamorte.”
“Io sì, in guerra, s’impara in fretta a non stancarsi.”
Tim lanciò un fulmine e colpì un orco sfuggito a un incantesimo di Harry.
Potter guardò l’allievo e disse: “Molto bravo.”
“Grazie, anch’io imparò in fretta.”
“Ora ho capito perché Harmony si è innamorata di te.”
“Ho più paura di cosa mi farà lei quando scoprirà che l'ho lasciata indietro.”
“Non sarà nulla a confronto di quello che mi aspetta con la professoressa Granger, ragazzo.” Disse Harry ridendo.
“Anche Rigel mi farebbe la pelle” disse James mentre lanciava un dardo di luce.
“La volete smettere di parlare tutti voi grifondoro.” Intervenne Albus Piton. “Soprattutto la smettete di parlare delle vostre ragazze. Abbiate un po’ di compassione per chi è solo, come il sottoscritto.”
E tutti i maghi iniziarono a ridere.
Harry guardò Albus e pensò: “Fisicamente somiglia al padre, ma nel carattere sa essere completamente diverso, nonostante la situazione è riuscito a mettere tutti di buon umore.”
In poco tempo gli orchi furono decimati, gli auror gridarono per la vittoria; solo alcuni quelli di maggior esperienza rimasero in silenzio. Harry, David, Rigel, Bem e Kostaki sapevano che la battaglia non era finita, che quella era solo una avanguardia.

Sul fronte dei mangiamorte c’era molto nervosismo, avevano visto una unità di cinquanta orchi sterminati in pochi minuti.
Axa si avvicinò a Bael in groppa al suo each uisge rosso sangue e gli disse: “Le cose non sembrano andare bene, anche se gli orchi sono solo delle pedine non è un bene perderli.”
Bael non rispose.
I due each uisge avvertirono la tensione fra i loro padroni.
“Forse la nostra signora Pansy avrebbe dovuto dare il comando a una persona più capace e con maggiore esperienza, invece che al guardiano dei bagni di Hogwarts”
“Volevi avere tu il comando Axa?”
“E se anche fosse, io ero sul campo di battaglia quando tuo padre non era ancora nato.” Rispose la strega.
“Prima cosa non parlare di mio padre, altrimenti ti rimetto nella fossa dove sei stata per settanta anni.” Disse Bael con un mezzo sorriso simile a un ghigno. “Secondo, tu sarai anche una dei migliori fra noi, e mia compagna nei nove, ma non sei in grado di dare ordini. Io comando qui, ma sei vuoi prendere il mio posto puoi sempre sfidarmi, se riesci a starmi dietro.”
“Non metterti contro di me.” Sussurrò Axa.
Bael mise mano alla bacchetta.
Ma una voce richiamò l’attenzione dei due mangiamorte: “Axa, Bael come procede la battaglia?”
Era Pansy che si avvicinava in groppa a un each usige grigio, al suo fianco sempre su dei each usige c’erano Leslei e Ryo e poco distante Will, che indossava sia il mantello nero che la maschera d’argento nonostante non fosse ancora un mangiamorte.
“Mia signora la prima unità di orchi è stata sbaragliata.” Disse Bael.
“Sono avversari forti, dopo tutto sono i corvonero e i Marauders.” Disse Pansy “Bael gli orchi da soli sono inutili. Entriamo noi in campo, noi mangiamorte e anche i Troll, i minotauri e le arpe.” Disse Pansy.
“Sulla quella collina c’è anche Harry Potter?” domandò Leslei.
“Sì, signorina e oltre a lui c’è pure Tim Drake e James Lupin e il resto dei Marauders.” Rispose il mago oscuro.
“Voglio esserci durante il prossimo attacco. Voglio combattere contro Potter.” Disse la ragazza.
“Leslei, Harry Potter è uno dei maghi più potenti al mondo.” Disse Pansy con una nota di preoccupazione nella voce.
“Io devo sapere se posso confrontarmi con lui, altrimenti come potrò un giorno comandare i mangiamorte e tutta la comunità magica.”
“Sì, ma Potter ci serve vivo per il nostro piano.” Disse la madre.
“Lo so, e potrebbe essere una buona occasione per prenderlo prigioniero.”
“Fai come vuoi Leslei.” Disse Pansy che poi si rivolse a Bael “La figlia del nostro signore oscuro parteciperà alla prossima carica.”
“Sì, mia signora.” Rispose il mangiamorte.
Leslei sorrise dietro la maschera d’argento, mentre sua madre si voltò verso Ryo guardandolo e poi tornò dietro le ultime file.
“La proteggeremo durante lo scontro.” Disse Will a Ryo.
“Grifondoro se io dovessi cadere….”
“Non ti preoccupare mi prenderò cura di lei, non le accadrà niente di male.” Disse Will.
“Mangiamorte preparatevi allo scontro.” Gridò Arvin Bael. “Orchi pronti alla carica. Troll e Arpie”

“Rigel.” ordinò David “Ripiegate. Salite sulla collina.”
“Questa volta sarà più dura. Attaccheranno anche i mangiamorte e altre creature oscure.” Disse la strega.
“Sì, ma i each usige avranno non pochi problemi a salire, per fortuna non possono volare qui..” Disse il mago.
“Ho capito.” Disse Rigel poi a tutti gli altri “Avete sentito il capitano Giles, sulla collina in fretta.”
“Kostaki, puoi fare qualcosa per riequilibrale le forze in campo?” domandò David al non-morto polacco.
Il vampiro annuì, per poi risalire il fianco erboso della collina. Ai piedi della quale erano rimasti solo David e Rigel.
“Allora amico mio che vuoi fare? Anche se conoscendoti posso immaginarlo.” Gli domandò la strega.
Il mago immortale accennò un mezzo sorriso.
“Non vuoi aiuto vero, David?”
Lui non rispose, ma si voltò a guardarla. I due si guardarono per un tempo infinito.
“E’ una bella notte, Rigel. Peccato che ricomincerà presto a piovere.” Mormorò il mago. “Pioverà acqua e… sangue.”
“Stai attento.” Sussurrò lei e lasciò cadere la sua katana, che si conficcò nella terreno. “Una sola katana può non bastare se i nemici sono tanti.” Poi la strega risalì la colina, raggiungendo gli altri e mettendosi alla sinistra di James Lupin.
“E David?” gli domandò Harry.
“Credo si stia divertendo.” Rispose la figlia di Sirius Black.
Il capitano di Corvonero raggiunse la katana di Rigel e la estrasse con la destra dal terreno. L’arma in gren era leggera, sulla lama bianca vicino all'elsa c’era inciso il drago d’oro che sormontava una stella.
La spada di Rigel e quella di David erano simili e anche quella recava un simbolo: la maschera della dea della morte giapponese, simbolo di Shikome, l’Oni fabbro di Okinawa che forgiò nuovamente la lama della spada di Corvonero trasformandola da arma medievale a katana.
David guardò verso l’esercito dei mangiamorte, da li a poco avrebbero caricato.
“Laura, ti amo.” Pensò il mago.

Un ringraziamento speciale a Silvia per il sostegno, a Rita per la dedica nella sua fanfic, a Argentlam per l'aiuto costante, a Marco come Beta, e a Sarah e a tutti i lettori che mi vorranno seguire e commentare pure qui. Ricordando senza di voi GG non esisterebbe e che sono io al vostro servizio e non il contrario.
Dalastor




6 commenti:

Anonimo ha detto...

La prima parte nn mi è piaciuta molto, sia perchè alcune cose scritte andavano aggiustate sia per un fatto caratteriale che certe scene me le fa disprezzare e non posso farne a meno. A parte questo c'è la seconda parte che si aveva qualche piccola imperfezione ma roba da niente, quello che conta è il contenuto e io per prima mi complimento per la piega che ha preso la trama, per le bellissime descrizioni di luoghi e personaggi e per tutto il resto. è stato un bel capitolo, degno di te Dalastor. Tu avrai un grande successo. Ci rivediamo alla prossima!!

PS
Per il ringraziamento: Di nulla è sempre bello sostenere un amico.

magiasuplo ha detto...

Caro Dalastor... Dire che questo capitolo è appassionante, è dir poco!
Ho atteso tanto questo tuo aggiornamento, e adesso, finalmente, l'ho gustato come meritava.
Magistrale! Non ci sono altre parole! Solo tu sai descrivere tanto bene le scene delle battaglie, con tutto l'insieme di emozioni, sentimenti, paura e forza che contengono.
Non c'è che dire, anche questo capitolo mi ha tenuta incollata davanti allo schermo, con la forza di una calamita!
Bravo, complimenti! Bella anche la nota iniziale del MCSI ... forte!
Originale pensare che anche nel mondo magico ci possa essere un reparto speciale per la scena del crimine! Mi è piaciuto!
Per non parlare dei tanti momenti di tenerezza che ci sono stati durante il racconto...
Lo riesci a fare con una dolcezza... una delicatezza che mi commuove e mi fa battere il cuore.
Durante la guerra, ogni più piccolo gesto di amore diventa un preziosissimo momento di felicità, e tu riesci a descrivere queste emozioni con molta intensità!
Bello il mistero della pergamena....
Ora tutto torna...
Ma chi è quel ragazzo che ha visto Harry da Mr Olivander?
Uhmmm.. qui c'è qualcosa sotto!
Insomma, ancora tante cose da chiarire e da scoprire, ma sono certa che ogni nuovo aggiornamento ci regalerà colpi di scena e grandi emozioni!
Ancora complimenti, di cuore e sinceri!
Un abbraccio a presto!
Magia

Anonimo ha detto...

Ti ringrazio per la nota finale.
Devo dire che la trama è splendida, e molto difficile da trasportare sulla carta (o meglio, sulla pagina web...). Nella prima parte ci sono degli errori grammaticali che vanno corretti, perchè impediscono un po' la lettura scorrevole che in realtà la tua scrittura permetterebbe.
Le scene di guerra sono fantastiche: sei uno dei migliori scrittori che abbia mai letto in questo tipo di scene. Oltretutto hai la capacità di alternare momenti divertenti o romantici all'interno delle scene violente; è una capacità notevole.
Ho sofferto un po' la mancanza di Hermione in questa prima parte: già è il mio personaggio preferito della saga, poi come l'hai interpretata tu nella fanfic è fantastica, l'adoro! Quindi sento la mancanza (ma aspetto la seconda parte che immagino stratosferica).
La scena col ragazzo misterioso da Olivander ha suscitato molta curiosità da parte mia: forse una sottotrama? Sono molto curiosa di vedere gli sviluppi.
Continua così, e grazie per regalarci "Granger Girls", è un piacere reggerla. Spero che il prossimo capitolo non si faccia attendere troppo!! Io lo aspetterò con ansia.

Anonimo ha detto...

Eccomi... finalmente ho avuto il tempo di leggere il nuovo capitolo wow!!! ne succedono di cose...

il pezzo del ricordo di Harry su Hermione è troppo forte, bellissimo peccato che in questa parte il loro rapporto è appena accennato, adoro come scrivi di loro

mi hai fatto morire dal ridere: Tali Da-vid ... Mcsi... ovvero Ncis... che forza bella idea

al prox capitolo

Light

ADoris ha detto...

Ciao! Eccomi qui. Eh sì! Ti lascio un commento anche sul blog... GG è una bella storia, piena di colpi di scena e di personaggi. Draco che fa il doppio gioco non lo reggo molto. Tutto sommato l'ho sempre visto vittima di ideali non suoi, ma che alla fine parteggia per i buoni. Harmony è carina ma troppo eroina. Va bhè che è figlia di Harry ed Hermione ma avrà pure dei momenti no, dei dubbi, dei ripensamenti. Un pò di sano odio generazionale tipico dell'adolescenza non ce lo vogliamo mettere? Harry era molto più irritabile alla sua età. Tutto sommato però mi piace. E' tra i miei preferiti, infatti... Piccola nota, solita ed ovvia. Attenzione agli errori grammaticali e di ortografia. Anche la punteggiatura andrebbe rivista, per rendere il tutto un pò più scorrevole. Non so se tu hai un beta-reader, ma ti esorto a cercarne uno che ti aiuti, in queste cose per lo meno. Per la trama, continua così. Baci ed alla prossima.

Anonimo ha detto...

concordo con topgunforever e ADoris tu sei bravissimo a scrivere alla paricon molti grandi scrittori la trama e fantastica e sempre più avvincente devi solo migliorare la puntegiatura e correggere gli errori gramaticali

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