venerdì 4 luglio 2008

Granger Girls

Capitolo terzo: la verità


Uno dei tre mangiamorte non si era smaterializzato, ma aveva usato un mantello dell'invisibilità e stava per attaccare la ragazza, ma gli incantesimi di Hermione e Draco l’avevano colpito in pieno. Laura lo aveva trovato e aveva sollevato il mantello, ma l'aveva richiuso subito dopo: non era un bello spettacolo il corpo poiché era a pezzi.
Harmony era caduta a terra, per lo spavento e la sorpresa.
Hermione l’aveva aiutata a rialzarsi chiedendole: “Stai bene, tesoro mio?”
“Sì, mammy, ma cosa è successo? Chi erano quelli? E tu cosa hai fatto poco fa?”
“Harmony, scusami, ma te ne parlerò più tardi, ho molte cose da dirti.” Rispose Hermione con un sorriso triste sul volto.
Intanto Ron, Draco e Laura si avvicinarono, i due maghi erano sorpresi nel vedere Harmony, la McGranitt li aveva informati della sua esistenza, ma una cosa era sapere che Hermione Granger aveva una figlia, un'altra era vederla e soprattutto notare che questa aveva gli occhi verdi e i capelli neri corvino.
“Come sta?” sussurrò Ron a Hermione che rispose: “Sta bene, grazie.”
Il mago sorrise sia a lei che alla ragazza, e poi abbracciò l’amica diccendo: “Sono contento di rivederti.”
Anche lei sorrise lo strinse forte e rispose: “Anch’io Ron, anch’io.”
Poi si separano, lui aveva gli occhi lucidi.
“Ma sono molto arrabbiato con te, come ti sei permessa d’andartene senza dirci niente e per tutti questi anni?” Poi guardò Harmony e le domandò: “Così questa è la piccola Granger?”
La strega annuì e aggiunse: “Tesoro questo è….”
“Lo zio Ron.” Rispose la ragazza con entusiasmo.
Il mago spalancò gli occhi, poi si mise a ridere e disse: “Sì, sono lo zio Ron. Piacere Harmony” e le diede la mano e Harmony la prese con gioia e poi l’abbracciò.
Se Ron aveva rallegrato la ragazza, Draco invece l’aveva resa inquieta e al tempo stesso affascinata, il biondo auror vestito di nero l’aveva guardata con attenzione e le aveva sorriso per un secondo, per poi rivolgersi ad Hermione: “A quanto pare non ci studiavi solo con…” ma lo sguardo della strega lo fulminò per un istante. Subito dopo i due si strinsero la mano.
“Noto Malfoy che non sei cambiato.” Disse l'ex-Grifondoro.
“Un po’ sì. Grazie alla tu migliore amica…”
“Oh non mi dire che...?”
“E sì, Ginevra Weasley è mia moglie e abbiamo anche due figli.”
Hermione sorpresa si voltò verso Ron.
“Non mi chiedere niente.” Disse il rosso “Non so come sia potuto accadere che una Weasley facesse coppia con un Malfoy. Alla Tana io e il resto dei miei fratelli cerchiamo ancora una spiegazione.”
“Divertente.” Aggiunse Draco “Ah Granger come hai notato il mangiamorte sotto il mantello?”
“Semplice. L’erba si piegava sotto i suoi passi.”
“Molto furba, ma non c’è da sorprendersi. Eri una fra i migliori Auror della compagnia Grifondoro durante la guerra.”
“Che complimento da un ex-mangiamorte. E tu come hai fatto?”
“Una foglia gli si era rimasta attaccata addosso.” Rispose Draco mentre si guardava Laura.

Circa due ore dopo, Ron andò al Laura’s per prende da mangiare.
Entrato nel locale si guardò intorno e sorrise. Non si sarebbe mai abituato a una tavola calda babbana, ma almeno quello della vampira non era un impersonale McDonald's. Laura era al bancone e aveva appena servito un caffè quando lui le si avvicinò.
“Che ti servo, straniero?” domandò lei scherzando.
Lui sottovoce rispose “Non è che hai dell' idromele molto forte?”
Lei sorrise e prese una bottiglia di latte da sotto il bancone e poi due bicchieri: “Dalla riserva personale di madama Rosmerta.”
Il mago sorrise e lei versò il liquore nei bicchieri per poi passarne uno a Ron. Lui ne bevve un sorso, sentendo il fuoco passargli per la gola fino allo stomaco e tossì un po’.
“Ehi continui a non reggere bene l’alcool, Ron.”
“Carina come sempre.” E finì il suo bicchiere.
La vampira beve tutto di un sorso, per poi giocherellare malinconica con il bicchiere e domandare: “Come l'ha presa, Harmony?”
Ron sospirò e disse: “Prova a immaginare, le ha mentito per tutta la vita sull'essere una strega e su suo padre. La ragazza ha gridato più volte ed Hermione è rimasta sempre in silenzio. Nella rabbia Harmony assomiglia a suo padre.”
“Cosa ne pensi di questa storia? Tu che eri la persona più vicina a quei due.”
Ron prese la bottiglia del latte, si versò altro idromele per poi bere e disse:: “Harry ed Hermione.” E sorrise malinconico “Non so se ero davvero la persona più vicina a loro, qui due sono sempre stati un mondo a parte. Non è stata la guerra a dividere il trio, né come hanno scritto alcuni che io ero innamorato di Hermione, anche se era vero. Il trio non esisteva più già ai tempi del quinto anno, ma ne abbia preso coscienza solo molto dopo. Però mi chiedo come abbiano fatto quei due a mentirsi e a farsi così male a vicenda… Dammi qualche hamburger e del caffè, sarà una notte lunga.”
“Ok un paio minuti e sono pronti.” mormorò lei e scrisse l’ordinazione per poi passarla in cucina, e aggiunse sorridendo: “Portati dietro pure l’idromele, penso che ne vorrà pure quella serpe.”
“Ehi è pur sempre mio cognato.”
“Cosa farete adesso?” domandò la vampira.
“Intanto andremo alla Tana, poi a settembre andranno a Hogwarts, Harmony non l'ha presa bene.”
“Lo immagino.” disse e si allontanò per prendergli le cose “Ron, ma tu sai dov’è Harry?”
Il mago prese la busta di carta e rispose: “E chi lo sa? C’è gente che lo dà persino per morto, ma è vivo da qualche parte….” E poi sussurrò “e la ama ancora.”

Il Sole era appena sorto quando Hermione entrò nella stanza di Harmony. La ragazza si era addormentata vestita e si notava che aveva pianto. La madre le diede qualche colpetto leggero e lei si svegliò.
“Amore dobbiamo andare” le sussurrò.
“Ah sì aspetta, mamma, che mi preparo” rispose lei ancora assonnata.
“Ok, hai tutto il tempo.”
Uscita dalla stanza Hermione vide che in cucina c’era Ron con la testa sul tavolo che dormiva. La strega sorrise e gli si avvicinò. “Ron, Ron.” lo chiamò scuotendogli un braccio.
“Lasciami dormire ancora un po’ Luna….” mugugno lui.
“Ron, svegliati.”
E il mago si svegliò di soprassalto con la bacchetta in pugno “Oh Hermione che succede, sono tornati i mangiamorte?!”
“No, stai calmo è che siamo quasi pronte. Draco dov’è?”
“E’ tornato a casa.” Rispose lui alzandosi e stiracchiandosi “Arthur, il più piccolo, ha un po’ di febbre e voleva suo padre, Draco voleva rimanere, ma si vedeva che era preoccupato così lo ho mandato a casa.”
“Ah ok.” E si fermò un attimo “Ron?”
“Si?”
“Cosa ne pensi di Harmony?”
“Che è molto simile a te, ma ha molto anche moltissimo anche di…. Hermione dimmi la verità non sai davvero dove sia?”
“No, Ron, e poi ti ricordo che è partito dopo di me e non voglio assolutamente parlarne.”
“Come vuoi” e il mago abbassò lo sguardo.
“Sono pronta. Andiamo” Esclamò Harmony uscendo dalla stanza con una valigia. All' iniziò la ragazza aveva preso male il fatto di dover partire e lasciare la sua vita, ma poi passata la rabbia, i racconti della madre l’avevano affascinata e non vedeva l’ora di partire.
“Brava ragazza, andiamo allora.” Disse Ron ridendo.
“Sì, ma scusatemi un attimo, devo prima prendere una cosa.”
La strega salì le scale ed entrò nella sua stanza, qui dalla libreria tirò fuori un libro molto antico che aprì sulla scrivania. Questo in realtà era un falso libro che conteneva la sua seconda bacchetta più i due pezzi della prima. La strega prese uno dei pezzi sorridendo nostalgica, per poi lasciarlo e per prendere la bacchetta integra. Accarezzandola pensò: “Quattordici pollici e mezzo di legno di vite flessibile, molto adatta per le trasfigurazioni.”
La puntò dinanzi a se e mormorò: “Nella sua anima c’è una piuma di Fanny, proprio come la sua… Dio non mi ero mai resa conto di quanto mi mancasse la magia fino a oggi pomeriggio.”
Poi si mise il giubbotto di pelle nera e il mantello degli auror con le decorazioni della guerra, tra queste c'era l'ordine di Merlino di terza classe.
Quando scese le scale Harmony la guardò sorpresa. Non aveva mai visto sua madre con vesti così minacciose, mentre per Ron fu come tornare indietro nel tempo, quando anche lui aveva indossato vesti simili. “Andiamo?” disse lui.
Hermione annuì.
Ron uscì, intanto Harmony si guardava intorno. Appena varcata quella soglia avrebbe lasciato la sua vita per un’altra.
Hermione le si affiancò e le chiese: “Problemi piccola?”
“No, è solo che mi dispiace abbandonare questa casa e soprattutto dovermene andare senza salutare Jess.”
“Lo so, tesoro.”
“Mamma?!”
“Sì?”
“Sarà una fantastica avventura.” Disse Harmony entusiasta.
Hermione sorrise: “Sì certo che lo sarà, sai io ho detto una cosa simile alla nonna quando sono partita per Hogwarts la prima volta.”
E le due Granger Girls uscirono insieme. Davanti casa c’era Ron tutto soddisfatto che disse: “Ta-tan, ecco la vostra carrozza, mie dame.”
“Figo” disse Harmony guardando l’auto.
“Ma è… Ma è una Aston Martin, Ron.”
“E’ una DB5 1964, mi posso permettere il meglio.” (E’ l’auto dei miei sogni, l’auto di 007 NdDalastor)
Harmony, seguita da Hermione, canticchiava il tema di 007.
“Ron, ma adesso la burrobirra la prendi agitata non mescolata?” domandò Hermione scherzando.
Harmony non faceva altro che ridere.
Poi si sentì una voce femminile: “Qui c’è qualcuno che ha visto troppi film di James Bond..."
“Laura!” esclamò Harmony correndo ad abbracciare la vampira “Sono contenta che tu sia venuta a salutarci.”
“Non me lo sarei perso per niente al mondo Harmony.” disse stringendo la ragazza “Hermione...”
“Sei stata una grande amica in tutti questi anni, ti ringrazio.” E la strega le tese la mano che la vampira la strinse con gioia e le due si sorrisero.
La ragazza lasciando l’amica della madre le disse: “Laura, potresti salutare per me Jess?”
“Lo farò, buon viaggio. E vedrai che Hogwarts ti piacerà.” Poi si rivolse a Ron “Ciao straniero, salutami tutta la tua famiglia, ma in particolare Luna e Ginevra.”
“Lo farò vampira. Adesso però saliamo in macchina.”
Harmony salì dietro, mentre Hermione davanti con Ron.
“Mettetevi le cinture si vola!”
“Come si vola?” domandò Harmony.
“Tesoro questa è una macchina volante.” le rispose sorridendole Hermione.
“Evvai, zio Ron!.”
L’Aston Martin decollò destinazione Tana Weasley.

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