Capitolo primo: Harmony
“Howl” lesse su un cartello la professoressa Minerva
McGranitt e continuò pensando: “E così è questo il posto dove si è rifugiata
la più brillante studentessa che Hogwarts abbia mai avuto.” E si guardò
intorno. “Sembra un posto piccolo, ma tranquillo, chissà perché la signorina
Granger è fuggita in modo così strano quasi alla fine della guerra. Ma adesso
questo non importa devo ritrovarla, abbiamo bisogno di lei.” E vide un
caffè, nella insegna c'era scritto: Laura’s. “Chiederò qui informazioni.”
Ed entrò.
“Buongiorno” disse la strega non appena dentro, accompagnata dal rumore del
campanello sopra la porta.
“Buongiorno” salutò una ragazza da dietro il bancone “Cosa desidera?”
“Oh sì, del succo di zucca, per favore”
“Come mi scusi? Del succo di cosa?” domandò la babbana un po' stupita.
“Che stupida qui non mi trovo a Hogwarts” pensò e correggendo
l’ordinazione “Un caffè grazie.”
“Ah ok. Grande, medio o piccolo?
“Medio.”
“Da bere qui o da portare via?”
“Da portare via. Ah forse mi può aiutare?”
“Se posso certamente” rispose la ragazza mentre versava il caffè in un bicchiere
di carta.
“Vorrei un’informazione: sto cercando una persona che vive qui. Si chiama
Hermione Granger.”
“Ma certo Hermione. La conosciamo tutti, è una delle insegnanti della scuola.
Viene spesso qui a prendersi il caffè. Secondo la proprietaria ha una forma di
dipendenza. ”
“Un'insegnante?! E' nel suo stile.” pensò la professoressa sorridendo e
domandò: “Sa dirmi dove abita?”
“E' facilissimo, una volta uscita di qui, basta che vada in fondo alla piazza e
alla chiesa giri a sinistra. Andando sempre dritto, si troverà davanti a una
casa isolata con un portico. Hermione abita lì.” disse e le diede il caffè.
“Grazie. Lei è stata molto gentile.” E dopo aver pagato si spostò per mettere
zucchero, latte e cannella. (Io il caffè a Londra lo prendo così by Dalastor).
“Arrivederci.” Disse la strega prima di varcare la porta.
“Torni presto.” Rispose la ragazza sorridendo.
In quel momento un’altra ragazza uscì dal retrobottega e guardò la figura della
McGranitt attraversare la strada dalle vetrate del caffè, poi si voltò verso la
cameriera e le domandò: “Anita cosa voleva quella donna? Cosa le hai detto?”
“Niente ha preso un caffè e mi ha chiesto dove poteva trovare Hermione.”
“Maledizione!! Maledizione!!” gridò “Dammi il tuo cellulare, subito!!”
“Ma le tue regole…”
“Al diavolo le mie regole dammi quel dannato cellulare.”
“Sì, certo.” disse la babbana e le passò il telefonino. Laura lo prese in malo
modo.
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” domandò la cameriera.
“Sì, porco diavolo, hai sbagliato.” rispose la padrona del locale componendo un
numero.
“Pronto Hermione? Sono Laura, c’è un problema. Ti hanno trovata, qui al caffè è
venuta la McGranitt, mi dispiace.”
Dopo aver seguito le indicazioni ricevute al locale, la strega si trovò davanti
a una casa col portico; lo attraversò e stava per bussare quando qualcuno le
arrivò alle spalle dicendo: “Salve”.
La professoressa McGranitt si voltò spaventata ed esclamò: “Oh, piccola mi hai
fatto paura.”
“Mi dispiace. Sta cercando qualcuno?” disse una ragazza con i capelli neri, gli
occhi verdi e una divisa da scuola privata.
“Scusa cosa hai detto?” domandò la donna; era rimasta stupefatta osservando
quella ragazzina.
“Sta cercando qualcuno, signora?”
“Sì, sto cercando la padrona di casa, Hermione Granger.”
“Ah allora sta cercando mia madre.”
La strega sbarrò gli occhi. “Tua madre?”
“Ehm sì, signora. Io sono sua figlia. Harmony Hermione Granger. Lei chi è, mi
scusi?”
“Oh che stupida non mi sono presentata, mi chiamo Minerva McGranitt. E sono
un’ex-professoressa di tua madre.”
“Allora lei viene da Oxford.” disse Harmony entusiasta.
“Oxford?!”. La strega non sapeva cosa dire “Sì certo. Ehm sai dirmi quando
rientra tua madre?”
“Dovrebbe essere qui a momenti. Oxford che bello, vorrei tanto andarci pure io.
Ma che stupida che sono, aspetti professoressa che la faccio entrare in casa.” E
si precipitò ad aprire la porta “Prego si accomodi.”
“Grazie” rispose l'ospite sorridendo ed entrò per poi guardasi intorno.
La casa non era molto grande, ma simpatica e piena di cose strane. La strega
però notò che non c’erano oggetti magici; molti libri, ma nessuno di magia; poi
la sua attenzione si spostò su una foto sulla mensola del camino: s’avvicinò e
la guardò meglio.
La professoressa la prese in mano; mostrava il famoso trio a Hogwarts all’inizio
del loro sesto anno, ma era stata modificata: non era più una foto magica, e le
tuniche erano diventati vestiti babbani; ma la cosa più evidente era un’altra:
Harry Potter era stato cancellato, Hermione rimaneva sola con Ron Weasley. La
strega conosceva bene quella foto poiché era stata pubblicata, insieme a tante
altre, sulla gazzetta del profeta dopo la sconfitta di Voldemort.
“Quella è stata scattata il giorno del diploma alla scuola di mamma.” Disse
Harmony avvicinandosi alle spalle della strega.
“Ah sì, conosco il ragazzo vicino a lei è Ronald Weasley.” disse e lo indicò.
La ragazza sorrise: “Conosce lo zio Ron? Era il suo migliore amico ai tempi
della scuola, dice che la faceva sempre arrabbiare.”
“E’ vero, ma non ti ha mai parlato di nessun altro?” domandò la strega.
“Certo di zia Ginny che è la sorella di zio Ron e zia Luna che è la sua
fidanzata.”
“Conosco anche loro, ma tu li hai mai incontrati?”
“No.”
“Ah.” esclamò la strega e intanto pensava. “Perché non gli ha mai parlato di
lui?”
“Professoressa?”
“Sì? Dimmi?”
“Per caso lei ha anche conosciuto mio padre James Potter?”
La strega sbarrò gli occhi a quella domanda e rimettendo a posto la fotografia
rispose: “Ehm, no mi dispiace, credo che si siano incontrati dopo la scuola.”
“Ah” sussurrò la ragazza abbassando lo sguardo.
“Cosa gli è successo?”
“Lui è….”
“Lui è morto in un incidente d’auto.” rispose in modo freddo Hermione, appena
entrata dalla porta d’ingresso.
Le due streghe si guardarono. Hermione era scura e si limitò a sussurrare:
“Professoressa McGranitt.”
“Sono contenta di rivederla signorina Granger.” Rispose la professoressa.
Hermione chiese: “Le va una tazza di tè?”
“Sì, perché no.”
E la padrona di casa fece strada in cucina, ma poi si rivolse alla figlia:
“Harmony, vai da Nancy per favore. Io e la professoressa dobbiamo parlare di
cose importanti.”
“Ma mamma!!”
“Vai ti ho detto.”
La ragazza era stupita, sua madre non si era mai comportata in quel modo, era
sempre stata la sua migliore amica; ciò nonostante la figlia uscì.
Ed Hermione raggiunse la sua ospite, che intanto si era seduta al tavolo.
Hermione la guardò male e mise un bollitore pieno d’acqua sul fuoco.
“Un tempo avresti usato la magia, per fare il tè.” disse l'insegnante
sorridendo.
Lei non si voltò neanche e rispose: “Le cose cambiano, professoressa, e io non
sono più la signorina Granger, non sono più una sua studentessa, ma soprattutto
non sono più una strega.”
“Questo non è vero, per quanto tu possa fare o dire tu resterai sempre una
strega.”
La mora si voltò, e guardò il viso sorridente dell'anziana strega. Erano passati
quasi quindici anni dall'ultima volta che aveva visto quel sorriso, che appariva
quando rispondeva esattamente a una domanda, o quando Grifondoro vinceva una
partita, o quando lei e Harry passeggiavano insieme scherzando nei corridoi
della scuola, ma Hermione scacciò l'ultimo pensiero dalla mente.
“Cosa vuole da me, professoressa? Perché è venuta a cercami?”
“Ho bisogno te. Hogwarts ha bisogno di te.”
Hermione non rispose.
La strega sospirò e continuò: “La scuola è in crisi non ci sono ricambi per gli
insegnanti e molti ragazzi vanno a studiare all'estero, se continua così dovremo
chiudere dopo mille anni di storia.”
“La cosa non mi interessa.” le rispose fredda la padrona di casa, versando il tè
e allungandole la tazza, per poi prendere posto al tavolo.
“Un tempo Hogwarts era la tua casa, tua di Ron e di Ha….”
“Non dica quel nome!” esclamò Hermione quasi alzandosi dalla sedia.
“Harmony è sua figlia non è vero?”
“Sì.” Sussurrò e si sedette.
“Mah, quando è successo? E' per questo che sei
scappata? Ma capisco se non ne vuoi parlare.”
“No, infatti , professoressa. E ora vada via e non torni mai più.”
“Come vuoi, ma c’è un’altra cosa che devi sapere, ti ho rintracciata grazie alle
informazioni trovate dagli auror in un covo di Mangiamorte. Loro sanno dove ti
trovi, stai attenta.”
“Ok, non si preoccupi. Grazie.”
“Addio signorina Granger.” disse la strega e alzatasi si diresse verso la porta.
“Addio.” Sussurrò Hermione non appena sentì la porta richiudersi dietro la sua
mentore.
Il giorno dopo. Hermione era seduta a un tavolo del
Laura’s, guardava fuori, aspettando la figlia.
Laura le si avvicinò e disse: “Posso sedermi?”
La strega sorrise ed annuì.
La padrona del locale si sedete fronte a lei e domandò: “Allora?”
“Allora che?”
“Non ti aspettavi proprio la visita ieri?”
“No, pensavo di essermi lasciata alle spalle tutto di quel mondo.” rispose e
sorrise per poi prendere un sorso di caffè.
Laura sorrise amaramente e disse: “Alla fine certe cose ti raggiungono sempre
nonostante tutto.”
“Già. Ma non mi pento della mia decisione. Era la
migliore sia per me, ma soprattutto per Harmony. La guerra lo aveva cambiato.” E
sospirò “Non mi amava, Laura, io ero la sua migliore amica non una ragazza
d’amare. Ho scoperto d’essere incinta poco tempo prima della battaglia finale
contro Voldemort. Dirglielo, in quel momento, era fuori discussione e dopo la
vittoria costringerlo a stare con me solo per il suo senso di responsabilità era
peggio, anche se lo amavo. Me ne andai, ogni cosa in quel mondo mi ricordava
lui, e dopo sette mesi è nata Harmony. Il resto lo conosci.”
“Sì, e come sai anch’io sono scappata da tutto, e soprattutto da lui. Ma nessuna
di noi può fuggire da quello che siamo, Hermione. Tu e io abbiamo fatto una
scelta, ma non hai dato la stessa possibilità a Harmony. Lei è una strega e ha
diritto di saperlo, di sapere di suo padre, di sapere che è vivo.”
La strega non rispose.
“Poi credo che tu lo ami ancora!” Sussurrò la padrona del locale prima d’alzarsi
e andarsene nel retro bottega.
“Lo so Laura, lo so.” pensò “Sì, lo amo ancora. Come si fa a non amare
Harry Potter? Ma lo amo e lo odio allo stesso tempo.”
Si lasciò andare ai ricordi. I Mangiamorte avevano attaccato la zona di Hyde
Park e tra le tante vittime c’erano stati anche i genitori di Hermione. La
battaglia era stata violenta e del tutto imprevista. Mentre l’ordine e le truppe
auror si organizzavano, mentre una giovane strega si era nascosta in un
sottoscala di Grimmauld Place, per poter piangere senza essere vista. Harry e
Ron, come al primo anno di scuola, andarono alla sua ricerca. Una parte di lei
desiderava essere trovata e così fu. Quando alzò gli occhi rossi di lacrime per
vedere chi era il suo eroe, vide Harry e ne fu contenta: lui era l’unico che
l’aveva sempre capita e che lei amava in silenzio da anni.
“Hermione, Hermione, ti prego esci di lì ” la chiamò più volte.
“No, Harry, lasciami in pace, voglio restare sola! Loro non c'entravano. Ora
sono sola!” gridò.
Harry abbassò lo sguardo e poi entrò in quel nascondiglio basso e sporco, per
sederle vicino. Rimasero in silenzio per qualche minuto.
Lui le strinse la mano e le sussurrò: “Tu non sei sola, hai me.”
Hermione continuava a piangere, si voltò verso l’amico e disperata gridò: “Ah
sì, ho te!! E per quanto tempo? Anche tu te ne andrai, moriremo tutti, Harry!
Tutti!! Quel bastardo e i suoi ci uccideranno.”
“Io non lo permetterò, io ti difenderò, io ti… Hermione ti prego usciamo di qui”
disse rendendosi conto per la prima volta che non sapeva cosa fare, non sapeva
come consolarla.
Lei gli aveva appoggiato la testa sulla spalla. Mentre lui aveva sentito un
fremito lungo la schiena.
“Perdonami Harry” sussurrò lei “Non voglio più combattere…”
“Hermione, io…”
Il giovane mago sentiva il calore del corpo della ragazza, l’odore dei suoi
capelli. Le mise una mano sulla spalla e la strinse a se.
Lei sbarrò gli occhi incredula, poi sollevò lo sguardo, si guardarono per un
tempo infinito. Lui la strinse ancora di più.
Gli occhi della strega erano vuoti e spenti.
Harry le si avvicinò baciandola sulle guance assaggiando il sapore salato delle
sue lacrime, lei invece non sentì nulla.
Di nuovo calò il silenzio fra loro, ma dopo qualche minuto fu Hermione a
prendere l’iniziativa, e lo baciò sulle labbra con passione. Dopo il bacio, i
due si guardarono negli occhi.
“Hermione?!” le domandò lui incredulo.
“Harry, ti prego non dire niente, non pensare. Ti prego per una volta non
pensiamo.”disse mentre si toglieva la giacca dell’uniforme auror e si apriva la
camicetta.
“Non possiamo farlo, cerca di ragionare.” rispose confuso e imbarazzato.
“E' tutta la vita che ragiono e adesso sono stanca. Non voglio sentire più
niente, stordiscimi, Harry. Ti prego annulliamo tutto almeno per qualche
secondo.”
Si tolse la camicetta e si slacciò il reggiseno.
Lui le guardò i seni con il viso un po’ rosso d’imbarazzo e di lacrime,
sussurrò: “Hermione, non è giusto…”
Lei gli prese la mano destra e se la mise sul seno.
Il seno era caldo e morbido e lui poteva sentire il battito del cuore
dell'amica.
“Harry questa è unica cosa giusta da fare in un momento come questo.” Sussurrò
la strega che poi slacciò i bottoni della gonna e si sdraiò, guardando il suo
migliore amico.
Gli occhi di lei erano rossi e pieni di dolore chiedevano aiuto, chiedevano
amore, pietà, e di non essere più sola.
Il giovane mago si mise su di lei e iniziò a baciarla sulle labbra e sul collo;
a toccarle il seno, i fianchi e rialzatosi iniziò a spogliarsi.
Era la prima volta per entrambi. Quando finirono, Hermione era sdraiata sul
pavimento freddo e sporco, con lo sguardo perso. Si vergognava, ma non d’essere
nuda, ma di quello che aveva appena fatto, si sentiva sporca dentro, si sentiva
una puttana da due soldi. Mentre Harry si rivestiva la guardava con dolcezza e
le accarezzava con il dorso della mano il braccio. Hermione rabbrividì a quel
contatto, non voleva essere toccata. Lui non disse nulla uscì dal nascondiglio e
ne se ne andò.
Quello fu solo l’inizio. I due iniziarono a farlo sempre più spesso, solo per
non sentire più niente, solo perché quando facevano sesso, per quei pochi
istanti la guerra finiva, il dolore finiva.
Qualche mese prima dello scontro finale alla Torre di Londra contro le ultime
forze di Voldemort, mentre i due ragazzi si rivestivano nella stanza di lui
Hermione lo chiamò: “Harry…”
Di solito non dicevano nulla ne’ prima ne’ dopo, lo facevano e basta.
“Sì?” rispose lui mentre si rimetteva la camicia.
“Io credo d’amarti.”
“Cosa?” domandò alzando lo sguardo.
Lei aveva indosso solo le mutandine ed era in piedi davanti a lui. “Ti amo,
Harry.”
Il ragazzo sospirò “Hermione io…. Non so che dire.”
Per un attimo alla giovane strega le sembrò di leggere in quegli occhi verdi il
suo stesso sentimento, ma poi quegli stessi occhi divennero freddi e lui
rispose: “Perdonami Hermione, ma io non ti amo, tu per me sei solo una cara
amica.”
Per lei fu come ricevere una maledizione senza perdono e i suoi occhi si
riempirono di lacrime.
“Ok va bene, non importa, devo solo convincermi che io ti servo solo per farmi
fottere.”
“Ehi! Sei stata tu a iniziare questa storia. Hermione ci siamo solo usati a
vicenda. Per stordirci a vicenda. Niente sentimenti. Niente coinvolgimenti.”
“Ok Harry, come vuoi, allora da oggi in poi mi paghi dato che sono la tua
puttana! Anzi… perché solo la tua? Potrei andare anche con Ron! Anche lui è un
mio amico e poi con Draco, con David, potrei farmi tutti gli auror.”
“Fai come credi, a me non importa.” Rispose Harry freddamente.
Lei lo guardò con odio e dopo essersi rivestita uscì.
“Mammy, mammy.”
Harmony l’aveva chiamata più volte, ma lei era talmente presa dai ricordi da non
essersene accorta.
“Ehi sì, Harmony, dimmi cosa c’è?” esclamò la strega soprapensiero.
“Cosa c’è mamma? A cosa stavi pensando? E’ raro che tu abbia la testa fra le
nuvole.”
“Scusami.” Sussurrò.
“Allora a cosa pensavi?”
“Niente di importante, ma dimmi come è andata a scuola?”
“Vuoi cambiare argomento? Ok è andata bene, hanno riportato i compiti di
trigonometria ho preso A.”
Hermione sorrise e disse: “Molto bene.” Poi voltandosi “Scusa Anita puoi portare
un caffè anche per Harmony per favore?”
“Certo” rispose la ragazza da dietro il bancone.
“Mammy?”
“Si”
“Chi era la donna che è venuta ieri? Era davvero una professoressa di Oxford?”
domandò curiosa la ragazza.
Hermione si fece seria e rispose: “Sì, certo, chi altro vuoi che sia?”
“E perché è venuta a cercarti fino a casa?”
“Hamony mi dispiace, ma non voglio parlarne.”
La ragazza stava per protestare, quando vide passare dalle vetrate della tavola
calda un suo amico, e lo chiamò e poi si precipitò fuori ad abbracciarlo.
Laura si avvicinò nuovamente a Hermione e disse: “Ho sentito la vostra
discussione.”
“E’ molto curiosa.” disse la strega sorridendo e sorseggiando il caffè “Questo
lato del suo carattere l’ha preso dal padre…”
Laura guardò i due ragazzi parlare felici e ridere. Si vedeva che Jess era
ipnotizzato dagli occhi verdi dell'amica.
“Sì, ma da te ha preso il vizio d’avere solo ragazzi come amici.”
Hermione sorrise guardandoli.
“Tra qualche mese.” continuò Laura “Si renderanno conto che l’amicizia non gli
basterà più.”
“Lo so. Il primo amore, così bello, nuovo, travolgente e semplice. Lo ricordi
Laura?”
“No, è passato troppo tempo. Ma credo che tu lo ricordi bene, non è vero? Almeno
Harmony ha aspettato di avere quattordici anni per innamorarsi, tu ne avevi
undici.” disse ridendo.
Hermione mise il broncio, ma poi iniziò a ridere pure lei.
Hermione e Harmony tornavano a casa.
“Sei particolarmente felice oggi?” domandò Hermione guardando la figlia
sprizzare gioia da tutti i pori.
“Lo sono mamma. Che ne dici se più tardi noleggiamo un film?”
“Tipo?”
“Willy Wonka e la fabbrica di cioccolata o i Pirati dei Carabi.”
“Ah siamo in fase amore per Johnny Depp…”
“Mamma!!” esclamò e la superò di un paio di passi per poi voltarsi. “Non credi
che Jess assomigli un po’ a Jhonny Deep?”
“Non l'ho notato, ma se lo dici tu piccola.”
Arrivate a casa trovarono ad aspettarle quattro strani individui vestiti con
degli ampi mantelli neri.
“E chi sono questi?” domandò Harmony.
“Che succe…” stava per domandare Hermione, ma non appena li vide gridò: “Oh mio
Dio! Mangiamorte! Harmony corri subito da Laura!”
“Mammy?! Ma che?!!”
“Vai!! Corri!!”
La ragazza non se lo fece ripete due volte e se ne andò di corsa lungo il
sentiero appena percorso.
Uno dei Mangiamorte fece un cenno a un altro perchè inseguisse la ragazza,
Hermione cercò di sbarrargli la strada, ma il mago oscuro fu più veloce di lei e
la saltò letteralmente.
“Maledizione.” Sussurrò la strega.
“Hermione Granger, mezzosangue, tenente della compagnia Griffondoro, il braccio
destro di Harry Potter.” Gridò quella che sembrava essere il leader del gruppo.
“Cosa vuoi, Mangiamorte?” gridò la mora.
“La tua vita e per sapere dov’è Harry Potter.”
“Non so dove sia, se vuoi uccidermi avanti sono pronta, ma lascia in pace mia
figlia non c’entra con tutto questo.”
“Non ti preoccupare morirai, ma sarebbe brutto separarvi.”
“Lurida stronza.” gridò Hermione.
La Mangiamorte alzò la bacchetta e disse: “Avada Keda…”
Una voce maschile dal margine del bosco gridò: “Expelliarmus” e un raggio rosso
colpì la bacchetta della strega oscura.
Hermione guardò alla sua destra, aveva riconosciuto quella voce. Un sorriso
comparve sul suo volto, non appena vide un uomo dai capelli rossi con ancora la
bacchetta puntata contro i maghi oscuri, gridò: “Ron.”
Lui sorrise e disse: “Ciao, ‘so-tutto-io’ è da un po’ che non ci si vede. Lo sai
che sei sempre più bella?”
“Ehi lo dico a tua moglie, lenticchia.” Disse un’altra voce e dal nulla comparve
un biondo con indosso l’uniforme Auror.
“Zitto, Malfoy.” Lo rimproverò Ron.
Draco sorrise, ma poi tornò serio guardando i Mangiamorte e disse: “Era da un
po’ che non vedevo feccia simile. Siete dei vigliacchi ad attaccare in tre una
strega disarmata.”
Intanto Harmony inseguita aveva raggiunto il locale.
Laura era dietro il bancone.
La ragazza entrò sconvolta e gridò: “Laura aiutami!! Mi stanno inseguendo… Mamma
è in pericolo!!”
“Chi ti sta inseguendo? Calmati adesso e spiegami tutto.”
“Siamo tornare a casa, abbiamo incontrato dei tipi strani vestiti di nero e
avevano delle strane maschere di metallo, mamma li ha chiamati in un modo
strano…”
“Mangiamorte?”
“Sì, proprio così, ma chi sono? Cosa vogliono da noi?”
La porta del locale si aprì ed entrò l'inseguitore della ragazza, questo si
guardò intorno e poi disse: “Pensavi davvero ragazzina che avresti potuto
salvarti da me in un posto come questo?”
“Harmony.” sussurrò Laura “Stai dietro di me.”
La ragazza non se lo fece ripete due volte rifugiandosi alle spalle della
padrona del locale.
“Babbana, tu non sai con chi hai a che fare, togliti dalla mia strada e forse
avrai salva la vita.”
“Scordatelo Mangiamorte.”
“Come vuoi. Avada Kedavra!!” gridò il mago e dalla sua bacchetta scaturì un
fulmine verde che colpì Laura in pieno, facendola cadere.
Harmony gridava e piangeva, mentre l'uomo le si avvicinava urlando: “Smettila
stupida, voglio sapere dove si trova Harry Potter, altrimenti farai la fine
della tua amica babbana.”
“Io non so chi sia questo Harry Potter, ti prego lasciami in pace.”
“Tu stai mentendo, ma ho un bel paio di trucchi per farti parlare.” Gridò il
mago prendendola per un braccio, ma in quel momento si rese conto che il
cadavere della ragazza appena uccisa era scomparso.
“Dov’è il corpo della tua amica?” gridò il mago oscuro minacciando la ragazza
con la bacchetta e guardandosi intorno impaurito. “Chi era quella? Avanti dimmi
chi era? Non era una semplice babbana?”
“Ora l’hai capito, idiota!” disse una voce femminile.
“Dove sei? Esci fuori o l’ammazzo” gridava l’uomo e strinse forte Harmony.
“Certo che non fanno più i Mangiamorte di una volta.” rispose Laura uscendo allo
scoperto da dietro il retro bottega.
“Tu non sei una babbana. Cosa sei?”
Laura si mise a ridere e poi rispose: “Io sono una strega, duecento anni fa, lo
ero.”
“Come ti sei salvata dall’anatema che uccide?”
“Merlino!! Ma quanto parli? Fai rimpiangere quel cane rognoso di Greyback che
non ha detto una una parola durante il nostro duello nella metropolitana.” Poi
sussurrò ad Harmony “Stai calma, piccola, andrà tutto bene” E le sorrise.
“Lascia andare la ragazza, e ti farò uscire di qui sulle tue gambe.”
Il Mangiamorte sudava freddo e con un filo di voce disse: “Lo scontro nella
metropolitana? Greyback? I loro corpi sono stati trovati…. Tu sei? Non può
essere, tu sei la vampira Laura Ossian delle ombre della morte.”
Harmony guardò Laura sorridere, ma in un secondo il viso dell'amica cambiò, le
sue pupille diventarono d'oro con riflessi rosso sangue, i canini uscirono dalle
gengive diventando simili a delle zanne, e le unghie delle mani s'allungarono.
“Sono anni che non uccido più nessun mago.” disse la vampira “Anni che non provo
più sangue magico, pensare che un tempo non vivevo che per uccidere gente come
voi.”
Il Mangiamorte lasciò andare la ragazza e cercando di fuggire, ma la vampira gli
si lanciò contro come un predatore notturno.
Lui cercò di difendersi.
Ma Laura trovò la via per il suo collo per poi conficcargli le zanne nella
giugulare.
Dopo pochi secondi il mago oscuro smise di dimenarsi, e il suo corpo cadde ai
piedi della non-morta privo di vita.
Lei alzò lo sguardo, il suo viso era tornato normale, ma aveva la bocca ancora
imbrattata di sangue.
Harmony la guardò stupefatta: “Laura, ma tu sei una vampira? I vampiri esistono?
Vuoi spiegarmi cosa succede? E chi sono queste persone che vogliono uccidere me
e mia madre? E chi è questo Harry Potter?”
“Sono una vampira.” rispose, preso un tovagliolo si pulì il viso. “Per il resto
devi domandare a Hermione. Ora vieni andiamo da lei.”
La ragazza annuì e le due insieme uscirono dal locale.
“Oh guarda chi abbiamo qui, altri due eroi della guerra magica, il traditore
Draco Malfoy e il miglior amico di Potter, Ronald Weasley.” disse la leader dei
Mangiamorte.
“Hermione!” gridò Ron “Prendi questa.” le lanciò una bacchetta, che la strega
prese al volo.
“Grazie, Ron”
Lui sorrise e aggiunse: “Ti ricordi come si usa?”
“Stupeficium” gridò Hermione colpendo con l’incantesimo il Mangiamorte più basso
alla destra del capo. Facendolo sbattere una delle pareti in legno della casa,
per poi cadere riverso al suolo.
Il rosso sorrise nuovamente e aggiunse: “Direi di sì. Proprio come ai vecchi
tempi, ‘so-tutto-io’.”
Sul viso della strega comparve un sorriso simile a un ghigno, i suoi occhi
avevano una luce tutta particolare e senza smettere di guardare i suoi nemici
rispose: “Ron, lo sai che odio quell'assurdo soprannome.”
La leader dei Mangiamorte guardò il suo compagno rialzarsi dolorante e poi i
suoi nemici, per un attimo sembrò valutare le forze in campo; poi sentì qualcuno
avvicinarsi e vide Laura seguita da Harmony.
“Maledizione” sussurrò e disse: “Andiamocene” Si smaterializzarono. Mentre
Draco, Ron e Hermione cercarono di colpire gli altri con degli incantesimi, ma
senza riuscirci.
Harmony chiamò: “Mamma!!” mentre correva verso di lei.
La strega era felice che sua figlia non fosse stata ferita, poi notò Laura
seguire la ragazza.
Ma qualcos’altro attirò l’attenzione di Hermione, che puntò la bacchetta contro
la figlia e gridò: “Stupeficium”
La ragazza gridò, quando sembrò che l’incantesimo o meglio gli incantesimi la
stavano per colpire Anche Draco aveva lanciato un incantesimo non verbale, ma
invece di colpire Harmony le due magie colpirono qualcosa dietro le sue spalle,
qualcosa che non si vedeva, qualcuno protetto da un mantello dell'invisibilità.
Uno dei tre mangiamorte non si era smaterializzato, ma
aveva usato un mantello dell'invisibilità e stava per attaccare la ragazza.
Fortunatamente però, gli incantesimi di Hermione e Draco lo avevano colpito in
pieno. Laura lo aveva trovato e aveva sollevato il mantello, ma l'aveva richiuso
subito dopo: non era un bello spettacolo quel corpo fatto a pezzi.
Harmony era caduta a terra, per lo spavento e la sorpresa.
Hermione l’aveva aiutata a rialzarsi chiedendole: “Stai bene, tesoro mio?”
“Sto bene, mammy, ma cosa è successo? Chi erano quelli? E tu cosa hai fatto poco
fa?”
“Harmony, scusami, ma te ne parlerò più tardi. Ho molte cose da dirti.” Rispose
Hermione con un sorriso triste sul volto.
Intanto Ron, Draco e Laura si avvicinarono, i due maghi erano sorpresi nel
vedere Harmony, la McGranitt li aveva informati della sua esistenza, ma una cosa
era sapere che Hermione Granger aveva una figlia, un'altra era vederla e
soprattutto notare che questa aveva gli occhi verdi e i capelli neri corvini.
“Come sta?” sussurrò Ron a Hermione che rispose: “Sta bene, grazie.”
Il mago sorrise sia a lei che alla ragazza, e poi abbracciò l’amica dicendo:
“Sono contento di rivederti.”
Anche lei sorrise lo strinse forte e rispose: “Anch’io Ron, anch’io.”
Poi si separarono, lui aveva gli occhi lucidi.
“Ma sono molto arrabbiato con te, come ti sei permessa di andartene senza dirci
niente e per tutti questi anni?” Poi guardò Harmony e le domandò: “Così questa è
la piccola Granger?”
La strega annuì e aggiunse: “Tesoro questo è….”
“Lo zio Ron.” Rispose la ragazza con entusiasmo.
Il mago spalancò gli occhi, poi si mise a ridere e disse: “Sì, sono lo zio Ron.
Piacere Harmony” e le diede la mano e Harmony la prese con gioia e poi lo
abbracciò.
Se Ron aveva rallegrato la ragazza, Draco invece l’aveva resa inquieta e al
tempo stesso affascinata, il biondo auror vestito di nero l’aveva guardata con
attenzione e le aveva sorriso per un secondo, per poi rivolgersi ad Hermione: “A
quanto pare non ci studiavi solo con…” ma lo sguardo della strega lo fulminò per
un istante. Subito dopo i due si strinsero la mano.
“Noto Malfoy che non sei cambiato.” Disse l'ex-Grifondoro.
“Un po’ sì. Grazie alla tua migliore amica…”
“Oh non mi dire che...?”
“E sì, Ginevra Weasley è mia moglie e abbiamo anche due figli.”
Hermione sorpresa si voltò verso Ron.
“Non mi chiedere niente.” Disse il rosso “Non so come sia potuto accadere che
una Weasley facesse coppia con un Malfoy. Alla Tana io e il resto dei miei
fratelli cerchiamo ancora una spiegazione.”
“Divertente.” Aggiunse Draco “Ah Granger come hai notato il mangiamorte sotto il
mantello?”
“Semplice. L’erba si piegava sotto i suoi passi.”
“Molto furba, ma non c’è da sorprendersi. Eri una fra i migliori Auror della
compagnia Grifondoro durante la guerra.”
“Che complimento da un ex-mangiamorte. E tu come hai fatto?”
“Una foglia gli era rimasta attaccata addosso.” Rispose Draco mentre guardava
Laura e le sorrise.
Circa due ore dopo, Ron andò al Laura’s per prende da mangiare.
Entrato nel locale si guardò intorno e sorrise. Non si sarebbe mai abituato a
una tavola calda babbana, ma almeno quello della vampira non era un impersonale
McDonald's. Laura era al bancone e aveva appena servito un caffè quando lui le
si avvicinò.
“Che ti servo, straniero?” domandò lei scherzando.
Lui sottovoce rispose: “Non è che hai dell'idromele molto forte?”
Lei sorrise e prese una bottiglia di latte da sotto il bancone e poi due
bicchieri: “Dalla riserva personale di madama Rosmerta.”
Il mago sorrise e lei versò il liquore nei bicchieri per poi passarne uno a Ron.
Lui ne beve un sorso, sentendo il fuoco passargli per la gola fino allo stomaco
e tossì un po’.
“Ehi continui a non reggere bene l’alcool, Ron.”
“Carina come sempre.” disse e finì il suo bicchiere.
La vampira beve tutto d'un sorso, per poi giocherellare malinconica con il
bicchiere e gli domandò: “Come l'ha presa, Harmony?”
Ron sospirò e disse: “Prova a immaginare, le ha mentito per tutta la vita
sull'essere una strega e su suo padre. La ragazza ha gridato più volte ed
Hermione è rimasta sempre in silenzio. Nella rabbia Harmony assomiglia a suo
padre.”
“Cosa ne pensi di questa storia? Tu che eri la persona più vicina a quei due.”
Ron prese la bottiglia del latte, si versò altro idromele per poi bere e disse:
“Harry ed Hermione.” E sorrise malinconico “Non so se ero davvero la persona più
vicina a loro, quei due sono sempre stati un mondo a parte. Non è stata la
guerra a dividere il trio, ne’ come hanno scritto alcuni che io ero innamorato
di Hermione, anche se era vero. Il trio non esisteva più già dai tempi del
quinto anno, ma ne abbiamo preso coscienza solo molto dopo. Però mi chiedo come
abbiano fatto quei due a mentirsi e a farsi così male a vicenda. Dammi qualche
hamburger e del caffè, sarà una notte lunga.”
“Ok un paio minuti e sono pronti.” mormorò lei e scrisse l’ordinazione per poi
passarla in cucina, e aggiunse sorridendo: “Portati dietro anche l’idromele,
penso che ne vorrà pure Malfyo. Cosa farete adesso?”
“Intanto andremo alla Tana, poi a settembre a Hogwarts,
Harmony non l'ha presa bene.”
“Lo immagino.” disse e si allontanò per prendergli le cose da portare “Ron, ma
tu sai dov’è Harry?”
Il mago prese la busta di carta e rispose: “E chi lo sa? C’è gente che lo dà
persino per morto, ma è vivo da qualche parte….” E poi sussurrò “E la ama
ancora.”
Il sole era appena sorto quando Hermione entrò nella stanza di Harmony. La
ragazza si era addormentata vestita e si notava che aveva pianto. La madre le
diede qualche colpetto leggero e lei si svegliò.
“Amore dobbiamo andare” le sussurrò.
“Ah sì, mamma.” rispose lei ancora assonnata.
“Hai ancora un po’ di tempo.”
Uscita dalla stanza Hermione vide che in cucina c’era Ron con la testa sul
tavolo che dormiva. La strega sorrise e gli si avvicinò. “Ron, Ron.” lo chiamò
scuotendogli un braccio.
“Lasciami dormire ancora un po’ Luna….” mugugnò lui.
“Ron, svegliati.”
E il mago si svegliò di soprassalto con la bacchetta in pugno “Oh Hermione che
succede, sono tornati i mangiamorte?!”
“No, stai calmo è che siamo quasi pronte. Draco dov’è?”
“E’ tornato a casa.” Rispose lui alzandosi e stiracchiandosi “Arthur, il più
piccolo, ha un po’ di febbre e voleva suo padre. Draco voleva rimanere, ma si
vedeva che era preoccupato così ' ho mandato a casa.”
“Ah ok.” E si fermò un attimo “Ron?”
“Si?”
“Cosa ne pensi di Harmony?”
“Che è molto simile a te, ma che ha anche molto, moltissimo di…. Hermione dimmi
la verità non sai davvero dove sia?”
“No, Ron, e poi ti ricordo che è partito dopo di me e non voglio assolutamente
parlarne.”
“Come vuoi.” e il mago abbassò lo sguardo.
“Sono pronta.” Esclamò Harmony uscendo dalla stanza con una valigia. All'inizio
la ragazza aveva preso male il fatto di dover partire e lasciare la sua vita, ma
poi passata la rabbia, i racconti della madre l’avevano affascinata e non vedeva
l’ora di partire.
“Brava ragazza, andiamo allora?” Disse Ron ridendo.
“Sì, ma scusatemi un attimo, devo prima prendere una cosa.” Disse Hermione.
La strega salì le scale ed entrò nella sua stanza, qui dalla libreria tirò fuori
un libro molto antico che aprì sulla scrivania. Questo in realtà era un falso
volume che conteneva la sua seconda bacchetta più i due pezzi della prima.
Hermione ne prese uno dei pezzi sorridendo nostalgica, per poi lasciarlo e per
prendere la bacchetta integra. Accarezzandola pensò: “Quattordici pollici e
mezzo di legno di vite flessibile, molto adatta per le trasfigurazioni.”
La puntò dinanzi a se e mormorò: “Nella sua anima c’è una piuma di Fanny,
proprio come la sua… Dio non mi ero mai resa conto di quanto mi mancasse la
magia fino a oggi pomeriggio.”
Poi si mise il giubbotto di pelle nera e il mantello degli auror con le
decorazioni della guerra, tra queste c'era l'ordine di Merlino di terza classe.
Quando scese le scale Harmony la guardò sorpresa. Non aveva mai visto sua madre
con vesti così minacciose, mentre per Ron fu come tornare indietro nel tempo,
quando anche lui aveva indossato vesti simili. “Sei pronta?” disse lui.
Hermione annuì.
Ron uscì, intanto Harmony si guardava intorno. Appena varcata quella soglia
avrebbe lasciato la sua vita per un’altra.
Hermione le si affiancò e le chiese: “Problemi piccola?”
“No, è solo che mi dispiace abbandonare questa casa e soprattutto dovermene
andare senza salutare Jess.”
“Lo so, tesoro.”
“Mamma?!”
“Sì?”
“Sarà una fantastica avventura.” Disse Harmony entusiasta.
Hermione sorrise: “Sì, certo che lo sarà, sai io ho detto una cosa simile alla
nonna quando sono partita per Hogwarts la prima volta.”
Le due Granger Girls uscirono insieme. Davanti a casa c’era Ron tutto
soddisfatto che disse: “Ta-tan, ecco la vostra carrozza, mie dame.”
“Figo” disse Harmony guardando l’auto.
“Ma è… Ma è una Aston Martin, Ron.”
“E’ una DB5 1964, mi posso permettere il meglio.” (E’ l’auto dei miei sogni,
l’auto di 007 NdDalastor)
Harmony, seguita da Hermione, canticchiava il tema di 007.
“Ron, ma adesso la burrobirra la prendi agitata non mescolata?” domandò Hermione
scherzando.
Harmony non faceva altro che ridere.
Poi si sentì una voce femminile: “Qui c’è qualcuno che ha visto troppi film di
James Bond..."
“Laura!” esclamò Harmony correndo ad abbracciare la vampira “Sono contenta che
tu sia venuta a salutarci.”
“Non me lo sarei perso per niente al mondo Harmony.” disse stringendo la ragazza
“Hermione...”
“Sei stata una grande amica in tutti questi anni, ti ringrazio.” E la strega le
tese la mano che la vampira la strinse con gioia e le due si sorrisero.
La ragazza lasciando l’amica della madre le disse: “Laura, potresti salutare per
me Jess?”
“Lo farò, buon viaggio. E vedrai che Hogwarts ti piacerà.” Poi si rivolse a Ron
“Ciao straniero, salutami tutta la tua famiglia, ma in particolare Luna e
Ginevra.”
“Lo farò vampira. Adesso però saliamo in macchina.”
Harmony salì dietro, mentre Hermione davanti con Ron.
“Mettetevi le cinture. Si vola!”
“Come si vola?” domandò Harmony.
“Tesoro questa è una macchina volante.” le rispose sorridendole Hermione.
“Evvai, zio Ron!.”
L’Aston Martin decollò: destinazione Tana Weasley.
venerdì 11 maggio 2012
Granger girls
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