Capitolo
secondo: A Diagon Alley
Dopo un po’ Harmony si addormentò, Hermione si voltò la guardò sorridendo e le
mise addosso una coperta.
Ron senza distogliere lo sguardo dalla giuda le domandò: “Non deve essere stato
facile crescerla da sola?”
“No, non lo è stato soprattutto l’inizio, ma sono contenta di come sono andate
le cose dopotutto.” rispose lei rimettendosi seduta.
“Perché non ne hai parlato a nessuno? Potevamo aiutarti.”
“Forse perché temevo che lo avrebbe saputo...”
“Sarebbe stato cosi terribile. Harry aveva il diritto di sapere di Harmony, e tu
potevi lo stesso andartene se non volevi stare con lui.”
“Non sarebbe stato cosi semplice, non ho avuto molta scelta Ron.”
“Invece si, potevi fidarti di lui, o fidarti di me.”
“Non potevo parlarne avrai messo in pericolo Harmony, c’erano troppi mangiamorte
ancora in giro, tutti cosi desiderosi di vendicare il loro maestro. Lo sai che
Voldemort e i suoi hanno sempre colpito Harry negli affetti. Immagina se
qualcuno scopriva che il prescelto aveva una figlia? Dovevo pensare a lei prima
di tutto.”
“Sempre molto prudente e razionale, ma secondo me c’era dell’altro non è vero?”
Hermione sospirò: “Era cambiato con la morte di Silente e con la guerra, non era
più lo stesso, pensava solo alla vendetta…”
“E potevi dargli torto.”
“No… ma non volevo che mia figlia vivesse nell’odio…”
“Forse, ma tu volevi anche farlo soffrire, come ha fatto lui. Hermione dopo la
tua partenza non è stato più lo stesso, è diventato: sempre più solo, più triste
e oscuro; rintanato dentro Grimmauld Place. Abbiamo cercato in tutte le maniere
di farlo uscire, ma niente poi poco prima che sparisse mi ha detto una cosa che
non sono mai riuscito a dimenticare. Era in una stanza vuota seduto a terra in
un angolo, io cercavo di farlo reagire dicendogli che doveva tornare a vivere;
lui alzò lo sguardo, mi guardò con occhi freddi e tristi e rispose: Hermione è
la vita.”
“E’ questo cosa dovrebbe dire?”
“Non lo so, dimmelo tu. Eri tu la persona più vicina a lui.” Disse Ron
voltandosi a guardare la strega per un istante.
“Non è vero tu gli eri altrettanto vicino, eri il suo migliore amico.”
“Cerchi di cambiare discorso… Ok, io ero il suo migliore amico, ma non sono mai
riuscito a capirlo fino in fondo, non come facevi tu. Voi due eravate simili,
anime gemelle. Tu gli leggervi dentro, forse perché prima di incontrarvi eravate
entrambi soli. Io la solitudine non la conosco, con la mia famiglia numerosa che
avevo. Harry invece era orfano e tu figlia unica di genitori assenti; ed eravate
tutte due dei diversi. Il bambino eroe e la perfetta studentessa. Insomma era
logico che tra voi doveva nascere qualcosa.”
“Si, ma molti credevano che saremo stati io e te a finire insieme, dato che
siamo al opposto.” disse scherzando Hermione.
“Cretinate, non è per niente vero che gli opposti si attraggono, quanto siamo
stati insieme tu e io, due settimane?”
La strega sorrise e rispose: “Ma che saranno stati dieci giorni. Posso farti una
domanda, Ron?”
“Si.”
“Perché hai smesso di fare l’auror?”
“Perché come portiere del Falmouth Falcons e secondo portiere della nazionale
inglese guadagnavo di più. E poi… Dopo la guerra ero stanco dei morti e della
violenza, ma adesso non faccio neanche il portiere, durante una partita ho avuto
un brutto infortunio che mi ha compromesso per sempre la spalla.”
“E cosa fai?”
“Torno a Hogwarts e insegnerò volo con la scopa.”
Dopo circa quattro ore di volo arrivarono nei presi della tana.
“Sveglia Harmony” disse Hermione entusiasta e diede del colpetti alla figlia che
si svegliò.
“Si, mamma che c’è?” domandò lei assonnata.
“Siamo quasi arrivati.”
“Ecco” gridò Ron.
E si vide una piccola e isolatta villetta di campagna, in stile inglese con a
fianco un orto.
Hermione la guardò piena di nostalgia, mentre Ron atterrava. Lei si ricordo il
giorno del matrimonio di Fleur e Bill, l’ultimo giorno felice del trio, ballò
prima con Ron e poi con Harry, ma se con il primo fu divertente, tutto risate e
piedi pestati, il secondo fu qualcosa di travolgente, d’emozionante. Harry la
stringeva forte in modo deciso, e per lei non esistevano altro che quegli occhi
verdi tanto da non rendersi conto che la musica era finta. Lui le sussurrò una
sola parola: “Perdonami” per poi lasciarla al centro della pista.
Ron si voltò un secondo a guardarla, sapeva a cosa stava pensando, anche lui
ricordava quel giorno, quel giorno in cui li vide ballare insieme e capì che era
il terzo incomodo, che per quanto avrebbe fatto non poteva competere con Harry
per il cuore di Hermione. Ma c’era una cosa di quel giorno che la strega non
sapeva dopo che fu abbandonata sulla pista, che lui e Harry parlarono da soli.
E quella conversazione Ron non la dimenticherà mai.
Harry era fuori dalla tendone, non avrebbe dovuto uscire, era pericoloso un
intero esercito di maghi oscuri e alleati di Voldemort lo voleva morto.
Era in piedi
fiero, pronto ad affrontare qualunque pericolo, pronto alla guerra. Guadava le
montagne, anche se era ancora estate già le cime dei monti erano innevate e
sembrava che la su le nuvole nere minacciavano un furioso temporale.
Anche se aveva
senti Ron avvicinarsi, Harry gli dava le spalle, e aspettò che l’amico gli
andasse più vicino.
“La ami, Harry?” gli domandò.
Lui non rispose.
“Credo proprio di si.” Continuò il rosso sorridendo amaramente.
“E tu, Ron?” gli domandò senza voltarsi.
“E come potrei non amarla, sai sapevo che sarebbe finita cosi. Entrambi
innamorati di lei.”
“Ron… il mio destino è segnato, anche se trovassi tutti gli horcrux, non potrei
farcela contro Voldemort.”
“Non è vero Harry, tu hai me, hai Hermione. Ti saremo sempre vicini anche quando
combatterai con Voldemort.”
Harry si volto e gli sorrise: “E la prima volta che pronunci il suo nome.”
“Voldemort è il tuo nemico non posso averne paura.”
Harry si voltò
e per un istante sorrise.
“Io invece, Ron, ne ho tanta, tantissima paura, ma non di morire, di lasciarla.
Ti prego stargli vicino, amala anche per me, tu la farai felice ne sono sicuro.
Promettimelo, prometti di proteggerla e non dirgli niente di tutto questo. E
adesso vai da lei…. Siate felici.” E tornò a guardare le montagne, il cielo
lassù era diventato ancora più scuro e si sentì il fragore di un tuono.
“Grazie.” mormorò Ron mentre andava via.
Il giovane mago non rispose.
“Harry, sta arrivando una tempesta…”
“Lo so Ron la sto aspettando, l’aspetto da quando avevo un anno.”
Fu allora che Ron capì quanto era stato fortunato a conoscere e a essere il
migliore amico di un uomo coraggioso come Harry Potter, un eroe, un tragico
grande eroe.
L’auto atterrò e i tre scesero. Harmony si guardò intorno e pensò: “Cosi
questa è una casa di maghi, a me sembra una casa di campagna come tante altre.”
Ma guardando meglio e notò tante piccole cose, strani oggetti che si muovevano
da soli, tutta quella stranezza le diede il buon umore. “Io già la amo questa
magia.” pensò. Timidamente aveva seguito Ron ed Hermione che stavano per
entrare in casa, quando sentì dal alto gridare: “Attenzione!! Largo!!”
E poi Ron gridare: “Harmony a terra!!!”
La ragazza si buttò e un ragazzo su una scopa le volò sopra.
“Miseriaccia!!! Acrux vuoi stare attento.” Gli gridò contro Ron, ma il ragazzo
aveva già ripreso quota e gli gridò: “Scusami zio Ron!!”
Harmony dopo la caduta seguì affascinata il volo del ragazzo, e dopo essersi
alzata entusiasta, ma tutta sporca, era corsa dalla madre chiedendo: “Cosa sta
faccen…” indicando il ragazzo volante sul manico di scopa mentre questo aveva
evitato una stana palla che era stata lanciata da una ragazza con i capelli
rossi, che gridava: “Acrux questa volta ti stavo per colpire!!!!!!”
“Nei tuoi sogni, cugina, nei tuoi sogni, mai un Malfyo si fa ràcolpire da una
Weasley.” gridò il ragazzo ridendo
“Ehi tu per metà sei Weasley” rispose la ragazza cercando di nuovo il colpire il
cugino con il bolide poi notò chi c’era a terra e gridò: “Ciao papa”
“Papa?” domando sorridendo Hermione a Ron
“E si, è mia figlia Tabitha, ma si fa chiamare Tibby, è uno dei cacciatori di
grifondoro.” Rispose lui con soddisfazione.
Hermione sorrise e continuo “E l’altro chi è?”
“E’ il figlio di Ginny e di Draco: Acrux è il capitano e portiere per
serpeverde.”
Hermione fu sorpresa a sentire il nome serpeverde, ma Ron anticipò i suoi dubbi
dicendo: “Non ti preoccupare è un bravo ragazzo anche se è un po’ scavezzacollo
e presuntuoso. Serpeverde è cambiata dai nostri tempi, la professoressa
McGranitt gli ha seguiti in modo particolare, eliminando sul nascere qualsiasi
forma d’intolleranza, di razzismo e di magia oscura.”
Harmony intanto guardava affascinata i due ragazzi volare. La madre la guardò
conosceva quello sguardo.
“Mamma ma cosa
stano facendo?” le domandò la giovane strega.
“Volano su dei manici di scopa….” Iniziò a dire Hermione; ma Ron prese la
parola: “Si chiama Quidditch, Harmony, è lo sport dei magi, è come vedi si fa su
delle scope volanti…”
“E’… E’ fantastico.” Poi si voltò verso la madre “Mamma anch’io voglio volare
come quei ragazzi, mi insegni?”
Ron non riuscì a trattenersi dal ridere, anche perché Hermione aveva fatto una
faccia strana a quella richiesta.
“Harmony, ehm… io non so volare sulla scopa, non ho mai imparato.”
“Non ti piaceva il Quiditc, mamma?”
“Quidditch. Si certo, non mi perdevo una partita.”
“Si, ma ci doveva essere un certo giocatore in campo.” Rispose Ron che poi
aggiunse “T’insegnerò io.”
“Davvero Zio Ron!!!” disse lei entusiasta “E quando? Quando?” domandò
saltellando
“Presto, ma adesso entriamo in casa.”
“Mamma, vorrei restare a guardare se non ti dispiace?”
Hermione guardò Ron, e lui disse: “Non ti preoccupare tutto intorno alla casa
sono stati riattivati i sistemi di sicurezza magici dei tempi della guerra,
adesso la tana è sicura quanto Hogwarts e Grimmauld Place.”
La strega guardò la figlia e disse: “Ok rimani, ma non ti sognare di montare su
una scopa?”
“Va bene” rispose Harmony un po’ contrariata.
Ron ed Hermione entrarono in casa, tutto era rimasto come la strega lo
ricordava, anche se quella non era più la tana originale; quella era stata
distrutta durante la guerra, e poi fu ricostruita identica in ogni minimo
particolare.
Appena varcata la soglia Ron disse: “Mamma, siamo a casa!!!”
E Molly Weasley uscì dalla cucina, poi vista Hermione le corse incontro gridando
e abbracciandola disse: “Oh piccola mia, quanto tempo? Quanto tempo?”
“Signora Weasley.” Disse Hermione commovendosi.
“Mi si è mancata cosi tanto, tesoro, ma niente più signora Weasley, sei grande
ormai, chiamami Molly.” E la lasciò andare.
Molly Weasley era molto invecchiata, anche se i suoi occhi restavano dolci,
nella guerra aveva perso cosi tanto: suo marito e Charlie erano morti, e Bill e
Fleur avevano divorziato qualche anno dopo. Ma per fortuna c’erano anche stati
dei momenti felici: la carriera e le vittorie di Ron, con lui la nazionale
inglese aveva vinto la coppa del mondo sconfiggendo la Germania e il suo
matrimonio con Luna e la nascita di Tibby; Ginny era diventa Auror e si era
sposata con Draco e aveva avuto due figli, i Tiri Vispi Weasley erano diventati
una catena con negozi in tutto il mondo, Fred si era sposato e da poco aveva
avuto una coppia di gemelli, mentre George da anni conviveva con il suo
compagno.
“Ma avanti, Hermione accomodati, ho preparato il the.”
“Grazie, Molly.”
Le due streghe si sedettero intorno al tavolino del salotto, mentre Ron rimase
in piedi e si appoggiò al muro. Tre tazze, una teiera, una lattiera e dei dolci
tutto sopra a un vassoio volarono lentamente dalla cucina per atterrare sopra il
tavolino.
“Latte giusto e niente zucchero, mia cara?” domandò Molly
“Si giusto, ancora lo ricorda.” Rispose lei
“Certo.” Disse sorridendo poi si rivolse a Ron “E tu limone con tre zollette.”
“Si, mamma”
La strega fece tutto con un colpo di bacchetta.
Hermione prese la tazza e mescolo, per poi bere; quel sapore quel aroma di the
tutto particolare che i Weasley si tramandavano da generazioni, gli riporto alla
mente ultima volta che lo aveva bevuto in quello stesso posto, insieme con
Molly, Ginny e Luna. Era stato qualche giorno dopo il matrimonio di Bill e Fleur.
Ron le aveva dichiarato i suoi sentimenti, e adesso erano una coppia, Ginny era
ancora in crisi per la fine della sua storia con Harry e Luna sembrava più
strana del solito, al epoca nessuno sapeva che era già innamorata di Ron.
Durante quel the, Molly le aveva detto: “Per favore, Hermione, non illudere Ron,
non farlo soffrire inutilmente.”
La storia fra loro fini dopo neanche una settimana, ma non ci furono ne’ liti
ne’ grida, Hermione capì che era impossibile sostituire Harry nel suo cuore e
Ron capì che lei non lo amava.
“Hermione cara?” domandò Molly dopo aver bevuto il the e aver rimesso la tazza
sul piattino, e poi sul tavolino.
“Si?”
“Perché sei scappata tanti anni fa?”
La strega mora guardò Ron stupefatta. Lui si limito ad alzare le spalle e a fare
un mezzo sorriso. Molly non sapeva niente di Harmony.
“Ehm… Molly, avevo una ragione molto importante, un grosso problema da
risolvere.”
“Posso capire, ma non dovevi proprio andare via senza dirci niente.”
Intanto fuori Harmony continuava a guardare incuriosita i due ragazzi volanti.
Poi notò in un angolo appoggiata alla parete un manico di scopa, si avvicinò,
sul legno c’era incisa la scritta: Ninbus 2001. La ragazza solevò la mano per
toccarla, ma la scopa si mosse e Harmony l’afferrò sentendo come una scossa
elettrica, l’emozione crebbe, sentiva in lei l’adrenalina e aveva la
consapevolezza che la scopa desiderava tornare a volare. Respirò profondamente
si guardò intorno e poi tornò a guardare quel manico e sussurrò: “Ok piccola,
facciamo.” Ci montò sopra si diede uno slancio in avanti e parti, stava volando.
In brevissimo tempo riuscì a capire come funzionava, bastava spostare il manico
e il peso in base alla direzione. Ma adesso voleva andare più veloce, sempre di
più, salire di più.
“Mio Dio è più eccitante della moto di Jess.” pensò “E’ fantastico.
Non mi sono mai sentita cosi viva.”
Guardò di fronte a se e vide i due ragazzi e accelerò ancora.
Tibby e Acrux si erano fermati e stavano parlando.
“Rientriamo, Acrux?” domandò la rossa.
“Si ok. Ehi hai notato che c’era una strana ragazza che ci guar….” Ma non riuscì
a finire la frase che qualcosa di velocissimo era passato fra loro. I due si
girarono e videro alla loro destra Harmony ferma a mezz’aria sulla scopa
sorridente.
“Ma che cavolo combini?” gridò Tibby seguita da Acrux: “Si può sapere chi sei? E
che ci fai sulla scopa di zio Charlie.”
Harmony si limitò a dire: “Gara?”
Acrux notò gli splendidi occhi verdi della ragazza e la luce che avevano, e
rispose: “Perché no!!!”
E i due partirono insieme. Erano testa a testa. Notarono su una collina un
grande abete.
“Fino a li e ritorno.” Gridò Acrux “Chi torna prima alla tana vince, ok ragazza
del mistero?”
“Tutto chiaro, biondo.” Rispose lei e abbassò la testa e accelerò ancora, ma
Acrux le era dietro e di nuovo furono alla pari, ma al passaggio del albero il
serpeverde passò in vantaggio, ma subito dopo erano di nuovo testa a testa, poi
per un attimo la strega lo superò.
Passarono di fronte a Tibby che gridava: “Forza, Acrux, fagli vedere chi sei.”
poi notando la grinta della ragazza pensò: “Certo che se la cava benissimo
quella, deve essere per forza un cercatore.” E cambiata idea iniziò a
gridare: “Ragazza fagli mangiare la tua polvere.”
“Sei tosta!!!” le gridò lui, notando che era davvero carina con gli occhi
smeraldo, i capelli lunghi e nerissimi, e un bel fisico.
“Anche tu” Rispose lei.
E atterrarono insieme.
“A quanto pare siamo pari.” disse Acrux.
Harmony annui sorridendo.
“Sei molto brava. Io sono Acrux Malfoy, piacere.” E il ragazzo tese la mano che
Harmony strinse, intanto si era avvicinata Tibby e le domando: “Ciao, sai che
sei una vera campionessa?”
“Grazie” rispose lei scendendo dalla scopa.
“Come ti chiami?” le domando la strega.
“Harmony Granger.”
“Granger?!!” disse sorpresa Tibby “Sei parente di Hermione Granger?”
“Si, è mia madre”
“Mamma, mamma.” Gridò Harmony entrando.
Molly guardò la ragazza che era appena entrata con sua nipote e poi Hermione.
“Che succede piccola?”
“Oh mamma ho volato, è stato fantastico, bellissimo, super.”
“Cosa?” disse la strega alzandosi “Ma ti aveva detto di non farlo!!”
“Ma Mamma, sono andata benissimo. Non è vero Tibby?”
“Si era bravissima signora Granger…”
“Signora Granger?” sussurrò Hermione.
“Papà dovevi vederla ha volato alla pari con Acrux.”
Ron spalancò gli occhi: “E' davvero cosi brava?”
“Si, zio Ron” rispose Acrux entrando “Siamo arrivati pari, ma la prossima volta
sarò io a vincere Granger”
“Quando vuoi, Malfoy.” Rispose Harmony con tono di sfida. I due si guardavano
con occhi di fuoco, ma poi scoppiarono a ridere.
“Tutto questo mi ricorda qualcosa?” sussurrò Ron.
Hermione intanto notò che Molly guardava stupita Harmony, e si affretto a fare
le presentazioni: “Molly questa è mia figlia Harmony.” Poi alla ragazza:
“Harmony lei è la madre di Ron.”
“Buon giorno signora Weasley. Sono contenta di conoscerla.”
“Ehm… si!” la strega non sapeva bene cosa dire mentre guardava gli occhi verdi
della ragazza “Anch’io sono contenta, tesoro, benvenuta in casa mia.”
“Grazie” rispose la ragazza sorridendo.
“Harmony!!! Perché non vieni nella mia stanza cosi possiamo parlare in pace.”
“Posso mamma?”
“Si certo, ma basta con i voli per oggi.”
“Ok, ma voglio continuare a volare, è troppo bello.”
“Va bene, vedremo.”
“E vai!!!” poi alla sua nuova amica mentre andavano verso le scale “Tibby, devo
scegliermi un manico di scopa, tu quali dici?”
“Per questo dovresti parlare con Acrux.”
“Ah si” e si voltò verso il giovane mago per poi sorridere, lui la guardò negli
occhi.
“Acrux, Acrux” lo chiamò Ron.
“Ah si zio, cosa c’è?”
“No niente, niente. Ma stai attento con le Granger sono pericolose, ragazzo”
disse Ron ironico
“Che?!” domandò Hermione
Ron si limito a ridere.
“E’ pericolosa, meglio mi piacciono pericolose.” sussurrò Malfyo mentre usciva.
“La tua Harmony, Hermione, deve essere una brava ragazza?” Disse Molly.
“Si, lo è.” rispose
“Ha gli occhi verdi e sa volare su una scopa, mi ricorda qualcuno.”
“Ehm” fece Hermione arrossendo.
Nei tre mesi successi Hermione insegnò ad Harmony tutte le
materie dei primi tre anni di Hogwarts, tranne divinazione. La ragazza imparava
in fretta, eccelleva soprattutto in trasfigurazione, in aritmanzia e rune
antiche, ma fu in difesa contro le arti oscure che diventò bravissima, riuscendo
a battere Tibby e persino Acrux, che era al sesto anno.
Poi a metà agosto arrivarono, tramite gufo, le lettere da
Hogwarts, una con la lista per i libri del quarto anno di Tibby e l’iscrizione e
lista per Harmony.
Le due ragazze erano diventate molto amiche, anche perché
ognuna era affascinata dal mondo dell’altra.
“Siete pronte per andare a Diagon Alley ragazze?” domandò
entusiasta Hermione.
“Certo” gridarono in coro le due ragazze.
“Perfetto, ma dobbiamo solo aspettare Ginny, adesso.”
“Hermione?!”
“Si Tibby?!”
“Alla zia non piace quel sopranome…”
Intanto le due ragazze parlottavano fra loro.
“Mi auguro di vedere James a Diagon Alley.” disse Tibby
arrossendo un po’.
“Cosi finalmente potrò conoscerlo anch’io questo
affascinante mago di diciotto anni che risponde al nome di James Sirus Lupin.”
“Ehi giù le mani ragazza, James Lupin è mio. A proposito
ieri, Acrux mi ha chiesto di te e ha aggiunto che si troverà alla Gelateria
Fortebraccio verso le quattro.”
“Ah davvero!!!” disse Harmony felice per poi correggersi
subito “Non che la cosa m’interresi più di tanto naturalmente.”
“Certo naturalmente” rispose Tibby con un mezzo sorriso.
In quel momento si sentì bussare alla porta ed Hermione
andò verso l’ingresso dicendo: “Finalmente è arrivata.” e aperta la porta si
trovò di fronte Ginevra, la sua migliore amica di un tempo, le due rimasero a
guardarsi negli occhi. I loro rapporti si erano deteriorati ancora prima nel
iniziò della guerra.
“Hermione,” disse la strega freddamente.
“Ginevra.” rispose lei.
“Mi fai entrare nella casa dei miei genitori?”
“Si, certo” e si fece da parte.
Ginevra entrò e fu subito salutata da Tibby: “Ciao zia!!” e
le si avvicino in compagnia di Harmony.
“Ciao Tibby.” le disse contenta poi guardò l’altra ragazza:
“Tu devi essere, Harmony?”
“Si, sono io.”
“Draco e Acrux mi hanno parlato bene di te.”
Hermione si avvicinò e le domandò: “Come sta il piccolo
Arthur, Ginevra?”
“Bene, Hermione, grazie.”
La tensione fra le due streghe si tagliava con una lama.
Usarono la Metropolvere per arrivare a Paiolo Magico e da
li a Diagon Alley.
Harmony non poteva credere ai suoi occhi la strada era viva
e piena di stranezze; e anche Hermione rimase sorpresa per alcuni cambiamenti: a
fianco alla Gelateria Fortebraccio per esempio ora si trovava un Apple store,
con in vetrina una scritta: “Harry Potter usava un mac-book”
“Mac-book?” domandò curiosa Tibby.
“Sono dei computer.” rispose Harmony.
“Computer!!!!!” gridò entusiasta la strega “Ne ho sentito
parlare a scuola dai metà babbani. Voglio vederli? Vieni con me, Harmony? Cosi
mi mostri come si usano?”
“Va bene.” Rispose “Mamma voi che fatte?”
Hermione guardò Ginevra e rispose: “Noi ci prediamo un
gelato da Fortebraccio, vi aspettiamo lì. Per te va bene, Ginevra?”
“Si, Hermione.” e annuì.
Le due ragazze corsero elettrizzate dentro apple store,
mentre le due streghe si sedettero in uno dei tavolini fuori, e poco dopo arrivò
una elfa domestica.
“Buon giorno signore, sapete cosa ordinare?”
“Buon giorno. Si per me un gelato caldo.” rispose Ginevra.
“Ciao Victoria.” Disse Hermione leggendo il nome sul
cartellino “Per me una coppa di gelato al pistacchio.”
L’elfa le sorrise, segnò l’ordinazione e salutò per poi
tornare dentro al locale.
“Sempre gentile con gli elfi domestici e sempre a prendere
quel assurdo gusto di gelato” disse Ginevra e aggiunse “Resti sempre un
idealista e un po’ anticonformista, Hermione.”
“Che ci vuoi fare è difficile cambiare….” rispose
sorridendo.
“Si, ma un po’ sei cambiata, non immaginavo che potessi
smettere di praticare la magia, ne tanto meno che fossi diventata madre.”
“Sembra che siano rimasti tutti un po’ sorpresi.”
“Sai t’immaginavo con Harry, che lui fosse scomparso per
cercarti per poi ritrovarti, e avere il vostro lieto fine.” Disse Ginevra
“Sarebbe stato bello!”
Hermione abbasso lo sguardo: “Non lo so, non so cosa avrei
fatto se un giorno Harry fosse comparso sulla soglia di casa mia, ero… sono cosi
arrabbiata con lui.”
“Lo avresti perdonato!”
“Non ne sono cosi sicura, Ginevra.”
“Io si” disse la rossa sorridendo “citando Ron: tu sei
sempre stata di parte nei suoi confronti, gli perdonavi tutto e se litigavate
era sempre per motivi estremamente importanti.”
Victoria arrivò con i due gelati, le due streghe
ringraziarono e l’elfa scomparve con un crack, Ginevra prese la cioccolata calda
e la versò sul gelato di nocciola e intanto continuava dicendo: “Voi due avevate
un rapporto molto particolare, cosa non facile da gestire.”
“Cosa vuoi dire?”
“Hermione, ma è possibile che dopo tanti anni non ci sei
ancora arrivata.” rispose Ginevra ridendo “La storia dei migliori amici, o del
rapporto fratello sorella, poteva andare bene fino ai tredici o quattordici
anni, ma poi…”
Hermione arrossì.
“Voi non vi ti rendevate conto di quanto il vostro strano
rapporto era fastidioso per i vostri partner.”
“Strano?” domandò Hermione sempre arrossendo.
“Tra Harry e Cho, al quinto anno, è finita perché lei era
gelosa di te. Krum è andato a chiedere spiegazioni ad Harry sulla vostra
presunta storia, a lui non a Ron.”
“Se dobbiamo rivangare il passato allora parliamo dei tuoi
spasimanti, Ginevra, di Dean Thomas, di Michael Corner o di Neville” disse
Hermione sorridendo.
La rossa fece una faccia strana e poi si mise a ridere: “Lo
sai che Draco su Dean mi prende ancora in giro, mi dice che può capire che fossi
innamorata di Harry, un po’ meno di Neville, ma Dean proprio no.”
“Non ha torto.”
“Sono d’accordo, ma tu non glielo dire. Draco non capisce
che Dean era un mezzo per raggiungere Harry.”
“Ottima tattica.”
“Grazie, ma non è servita un gran che.” E tornò seria “Non
hai idea di cosa vuoi dire confrontarsi con te. Hermione, io ti odiavo.”
“Forse anch’io ti ho odiato. Per questo dopo il funerale di
Silente e il matrimonio di Fleur e Bill abbiamo smesso di parlarci.”
“Dovresti dire che io ho smesso di parlarti. Ero cosi
arrabbiata e delusa di Harry e di te. Poi è scoppiata la guerra e quasi tutti
noi siamo diventati auror. Tu, Ron e Harry in prima linea sotto gli ordini di
Billy ed io e Neville a difendere il San Mungo, incarico che odiavo, avrei
voluto combattere, ma quel desiderio scomparve subito arrivati i primi feriti.
Mi davo da fare per aiutare i guaritori.”
“Per fortuna è finita. Ginevra, adesso però ci dobbiamo
concentrare sulla nuova generazione per Hogwarts” e vide che le due ragazze
uscire dal negozio che parlottavano felici fra loro e si avvicinarono “Guardale
sembrano noi alla loro età.”
“Già.”
“Sembra che lasciandole sole a parlare abbiano appianato le
loro divergenze” disse Tibby a bassa voce “Ottimo piano Granger.”
“Grazie, Weasley”
Ginevra fece segno alle ragazze di unirsi a loro e fece
portare da un elfo domestico altre due sedie, poi Victoria prese le ordinazioni
di Harmony e di Tibby, una torta alla cioccolata con gelato di vaniglia e un
gelato alla zucca.
Finiti i gelati andarono alla libreria “Il Ghirigoro” per
acquistare i libri, Hermione diede una occhiata alla lista e disse a Ginevra:
“E’ incredibile molti dei libri sono gli stessi del nostro quarto anno.... anche
se sono state aggiunte delle materie, guarda.” E le fece vedere la lista
“Filosofia e storia babbana di Miller; e la Repubblica di Platone, ma questo lo
dovremo comprare in una libreria normale.”
“No, c’è la Leviathan che vende solo testi babbani” rispose
Ginevra.
“E’ li che mamma ha comprato il libro Sisterhood of the
Traveling Pants.” Intervenne Tibby “Per poi darmi il nome di Tabitha, il suo
personaggio preferito.”
Hermione guardò Ginevra e disse sorridendo: “Luna non è
cambiata.”
“Per niente.”
“Ma dai hai il nome della più forte delle quattro. Anche se
io preferisco Lena e Bridget” disse Harmony.
“Hai letto i libri della Brashares?”
“Si, sono tra i miei preferiti, Tibby?” (4 amiche e un paio
di Jeans, la mia serie di libri preferita by Dalastor)
“Ti adoro sempre di più Harmony Granger” e abbracciò
l’amica ridendo “Hai visto il film?”
“Si, era carino, ma Kostas lo immaginavo differente.”
Intanto Hermione e Ginevra parlavano dei libri:
“Cos’è questo: Dizionario dei mostri di Massimo Izzi?”
domandò Hermione
“Certo che per essere la nuova professoressa di
trasfigurazione, non sai molto dei cambiamenti di Hogwarts. Hanno diviso la
materia di Difesa contro le arti oscure in due: teoria e pratica, con due
insegnanti differenti, la teoria o riconoscere le creature oscure la insegna
David Giles.”
Hermione sorrise e disse: “David…”
“E’ bello che sia tornato.”
“E la pratica chi la fa?” domandò Hermione
“Sembra che la preside non l’abbia ancora trovato
insegnante adatto. Aveva pensato a Tonks, ma non credo voglia lasciare
l'accademia auror.”
Comprati i libri o meglio dopo che le Granger Girls avevano
saccheggiato sia la Ghirigoro che la Leviathan, e andarono da Madame Mcclan per
le uniformi. La strega non era cambiata per niente, ma si stupì non poco quando
Hermione le disse che Harmony aveva bisogno della cravatta nera, cioè quella che
s’indossava prima dello smistamento. Dopo poco le due ragazze si provano nel
retrò a provare le uniformi davanti allo specchio.
“Sei preoccupata per qualcosa, Harmony?” domandò Tibby
visto che l'amica aveva lo sguardo un po’ cupo.
“Pensavo allo smistamento, tu sei a Griffondoro…” e guardò
la cravatta rosso oro di Tibby “Ma io potrei finire ovunque, e non voglio
perdere la mia unica amica.”
“Grazie” disse sorridendo Tibby “Ma non mi perderai, anche
se dovessi andare a serpeverde noi due resteremo amiche, guarda le nostre mamme
erano in case differenti, ma sono lo stesso diventate grandi amiche. Certo che
se vieni messa in un’altra casa saremo rivali per la coppa di Quidditch.”
“E chi ti dice che sarò selezionata per far parte di una
squadra?”
“Ma che stai scherzando, tu hai un talento naturale per il
volo con la scopa, ce l’hai nel sangue, tu sarai un grande cercatore; per questo
mi augurò che sarai smistata a Grifondoro abbiamo bisogno di un cercatore in
squadra.”
“Si, ma io non ho neanche una scopa personale.”
Tibby cambiò discorso: “Certo che conosco qualcuno che
sarebbe molto contento se tu venissi smistata a serpeverde.”
“Oh mio Dio, che ora sono?” domandò agitata Harmony.
“Non ti preoccuparti ci vogliono ancora due ore al tuo
appuntamento.”
E le due streghe si misero a ridere.
Dopo aver acquistato le uniformi passarono a prendere il
resto del corredo scolastico: il calderone, le provette, il telescopio e la
bilancia.
“Ora manca solo la bacchetta” disse Hermione “Non ci resta
che andare da Olivander.”
“Finalmente non vedo l’ora d’avere una mia bacchetta.”
Esclamò contenta la ragazza.
“Harmony, ma noi dobbiamo ancora comprare delle cose e non
vorrei che tu arrivassi in ritardo al tuo appuntamento galante.”
La ragazza arrossi e rimase a bocca aperta e guardò Tibby
che però scosse la testa per fargli capire che non era stata lei a fare la spia.
Hermione e Ginny intanto ridevano.
“Sei sorpresa che lo sapevo?”
“Ehm si mammy, ma come hai fatto?”
“Allora prima di tutto anch’io sono stata una ragazza, ma
anche prefetto e auror… in secondo luogo, Ginevra….” e fece finire l’amica
“Stamattina Acrux ne parlava di nascosto con Draco.”
“Quello stupido.” esclamò Tibby.
“E tu Tibby non ti devi vedere con James?” domandò Ginevra.
Adesso fu Tibby ad avere la faccia in fiamme e disse:
“Zietta, non lo dirai a papà.”
“Non ti preoccupare non gli dirò niente, ho una idea
precisa su come Ron la pensi su certi argomenti. Però brava la nostra Tibby ha
incastrato proprio un bel ragazzo e di ben tre anni più grande.”
“Zia!!!” gridò lei.
“Allora Harmony dopo che hai comprato la bacchetta ci
rivediamo alla gelateria di Fortebraccio. Va bene? E poi io e Ginny vi lasciamo
ai vostri ragazzi.”
“Acrux non è il mio ragazzo, mamma, è un amico solo un
amico.”
“Appunto è quello che temevo… Dicevo lo stesso alla tua
età. Siamo intessi?”
“Va bene.” rispose Harmony annuendo.
“E che non ti venga in mente d’andare a Knockturn Alley, è
pericoloso. Non sto scherzando, signorina.”
“Si, allora vado.”
E si diresse verso la fine di Diagon Alley e li si trovò
davanti al negozio di Olivander, l’insegna diceva: “Fabbrica di bacchette di
qualità superiore dal 382 a.C.”
Aperta la porta si sentì una campanella suonare. Harmony
entrò, ma il posto sembrava deserto; la ragazza si guardò intorno le sembrava
d’essere entrata in un luogo misterioso e sacro dove non si poteva che parlare
ma solo sussurrare, c’erano tantissime scatole tutte ordinate, ma una cosa
attirò la sua attenzione, in un angolo sul bancone illuminata da una luce c’era
una teca con dentro un cuscino di velluto rosso con decori oro, su questo c’era
una bacchetta spezzata in due parti, sulla teca c’era una fotografia e una
scritta: “La bacchetta di Harry James Potter.” La foto ritraeva una ragazzo con
gli occhi verdi e una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte, Harmony lo
guardando e sussurrò: “Papà”
Non era la prima volta che vedeva delle foto o dei disegni
di suo padre, ma quella lo colpì in modo particolare, e che era una foto babbana
non magica. Lo sguardo di Harry tradiva incertezza, era nervoso, impaurito, ma
al tempo stesso nei suoi occhi verdi si poteva leggere coraggio ed eroismo.
“Buon pomeriggio.” disse una voce sommessa che fece
sobbalzare la ragazza riportandola alla realtà. L’uomo era comparso dal retro
bottega senza fare alcun rumore.
“Salve, dovrei acquistare una bacchetta?”
Olivander guardò la ragazza un secondo, poi sorrise e
disse: “Ah si, si, si, ero sicuro che avrei conosciuto presto anche lei.
Signorina Granger. Ha il stessi occhi di suo padre.” e guardò verso la teca
“Sembra ieri che è venuto a comprare quella bacchetta. Undici pollici agrifoglio
piuma di fenice…. Ma veniamo a lei. Sa io mi ricordo di ogni bacchetta che ho
venduto.”
E si avvicinò ad Harmony, che solo allora notò che
Olivander non solo con chiudeva mai gli occhi ma questi avevano le pupille color
argento.
“Allora signorina qual è il braccio con cui usa la
bacchetta?” e tirò fuori dalla tasca un metro a nastro con le tacche d’argento.
“Il destro, signore.” rispose lei.
“Lo alzi, per favore.”
E il fabbricante di bacchette prese tutte le misurazioni
del caso e intanto diceva: “Come ben sa ogni bacchetta ha nel suo nucleo, una
potente sostanza magica, crini di unicorno, piume della fenice o di ipogrifo, o
tendini del cuore di Drago. Non esistono due bacchette uguali.” Poi aggiunse:
“Può bastare” e dopo aver preso una scatola e averla aperta, passò alla ragazza
una bacchetta dicendo: “Provi questa. Acero e tendini di cuore di drago. Sette
pollici. Bella flessibile.”
Harmony l’agitò, ma non successe nulla.
Olivander gliela strappò di mano, le passò un'altra e
disse: “Questa faggio e piume di fenice. Nove pollici. Molto flessibile.”
Ma neanche questa funzionò, si andò avanti cosi per altre
diciotto bacchette.
Nonostante tutte quelle prove Olivander si era
entusiasmato: “Una cliente difficile mmmm.” Poi guardò verso la teca “Mi domando
se.” e andato dietro il bancone presa una chiave da un cassetto, aprì la teca
prendendo il pezzo inferiore e lo diede ad Harmony, questa non appena la prese
in mano sentì un calore improvviso su per le dita, l’alzo sopra la testa e la
bacchetta sprigiono della luce dorata con scintille rosse.
Olivander sorrise ed esclamò: “A quanto pare questa
bacchetta anche se spezzetta dal più grande mago oscuro mai esistito non ha
intenzione di rimanere inoperosa, bene. Dato che è la bacchetta a scegliere il
suo proprietario la ricostruirò. Mi dispiace signorina Granger, ma dovrà
ripassare fra una settimana per la sua bacchetta.”
Harmoni non ne fu per niente seccata anzi l’idea che
avrebbe avuto la bacchetta di suo padre le piaceva. “Va bene signor Olivander.
Ma posso chiederle perché ha lei la bacchetta spezzata di mio padre?”
“E’ stato lui a darmela, prima di sparire, signorina.
Capita che una bacchetta si rompa, e di solito se ne compra una nuova, ma lui
non la voluta…”
“Ah, grazie tornerò fra una settimana. Buona pomeriggio.” e
uscì.
Harmony percorse tutta la strada ripensando a cosa era
successo.
“Avrò la sua bacchetta, un legame con lui. E’
straordinario!!!” pensava “E’ stata con quella bacchetta che lui ha
combattuto Voldemort. Mamma mi ha detto che anche la sua bacchetta a dentro una
penna della stessa fenice, mi sembra si chiamasse Fanny e che appartenesse ad
Albus Silente. Ma cosa penserà mamma del fatto che io avrò proprio quella
bacchetta...”
Da quando aveva scoperto chi era suo padre, aveva
desiderato conoscerlo. Aveva letto molto su di lui e sulle sue impresse, ma
trattavano l’eroe Harry Potter, non l’uomo e ne tanto meno il padre. Ron le
aveva raccontato alcune cose di quando erano ragazzi: di quanto fosse bravo come
cercatore e a volare con la scopa, ma un disastro nel ballo e timido con le
ragazze, di come era un amico fedele, o di com’era un leader nato, della sua
rabbia di fronte alle ingiustizie. Ascoltando quelle storie aveva trovato in se
molti punti in comune con lui, anche se fondamentalmente rimaneva una Granger.
Sua madre invece non le aveva detto quasi niente, limitandosi a spiegare con due
parole la loro strana relazione d’amicizia, per lei era difficile parlarne sia
per l’odio che per amore che ancora provava.
“Ma chi è in realtà mio padre?” si domandò “Chi è in realtà
Harry Potter?”
Harmony poco dopo arrivò alla gelateria, ma con sua grande
sorpresa invece di trovare sua madre e le altre, ci trovò Acrux che le sorrideva
appoggiato a un muro.
“E’ tu che ci fai qui a quest’ora?” gli domandò la strega
avvicinandosi.
“Che domande? Aspettavo te.” rispose lui prendendola per i
fianchi per poi abbracciarla. I loro visi erano vicinissimi, si guadavano negli
occhi, e per un attimo tutto il vociare di Diagon Ally sparì.
“Oh mio Dio, sta per baciarmi.” pensò Harmony “Sto
per ricevere il mio primo bacio.”
Ma al ultimo secondo Acrux distolse lo sguardo per poi
allontanare gentilmente la ragazza.
“Acrux…” sussurrò lei.
“Harmony, io… io non posso, tu ti meriti di meglio di un
bastardo come me.”
“Perché questo non lo fai giudicare a me, biondo?” E preso
per la camicia lo tirò a se baciandolo.
Finito il bacio, lei lo guardò rossa in viso e con una luce
maliziosa e birichina negli occhi. Lui sorrise e disse: “Aveva ragione lo zio
Ron: voi Granger siete pericolose.”
“Cosa!? Pericolose?! Non sai neanche quanto, Malfoy.” Disse
lei ridendo.
Poi lui tornò serio: “Hamony, c’è una cosa di cui dobbiamo
parlare.”
“Si, dimmi?”
“Ma intanto andiamo ci aspettano tutti ai tiri vispi
Weasley.”
“Ma il negozio degli zii di Tibby è chiuso oggi?”
“Si, perché oggi c’è una festa privata, tanti auguri
Granger, tanti auguri di buon compleanno.”
“Ehi ma per il mio compleanno è tra una settimana.”
“Si, ma il 29 agosto molti saranno già a Hogwarts, cosi tua
madre ha pensato di farti una sorpresa in anticipo e potrai anche conoscere
tutti gli altri.”
“Tutti gli altri?”
“Si, vecchi amici e alleati dei tuoi, ma anche qualche
studente di Hogwarts.”
“E’ fantastico!!!” esultò la ragazza “Che stai aspettando?
Andiamo.”
Mentre camminavano Acrux pensava guardando Harmony felice:
“E’ bellissima, dolce, affascinante e anche matura per la sua età. Credo di
essermi innamorato per la prima volta in vita mia.” E ripensò alla
conversazione avuta quella mattina nella sua stanza con suo padre.
“Ciao Acrux” disse Draco entrando mentre lui si preparava.
“Ciao papà, cosa c’è?”
“No, niente.” E sedete sul letto “E da un po’ che non
parliamo.”
Il ragazzo mugugnò qualcosa e annuì, per poi sorridere.
“E da un po’ di giorni che sei particolarmente allegro,
come mai?”
“Niente di particolare. Ma perché me lo domandi?”
“Cosi. E’ strano, ma la tua felicità coincide con l’arriva
nella casa dei nonni di una certa fanciulla con i capelli neri.”
Il ragazzo si voltò guardando suo padre che rideva.
“E cosi evidente?”
“Si, abbastanza.” poi l’uomo diventò serio “Acrux, tengo
molto all’amicizia di Hermione, in gioventù non mi sono comportato bene con lei,
ma per fortuna quei tempi sono finiti. Ora non voglio che Harmony soffra, è una
brava ragazza, è il suo essere figlia di due eroi potrebbe portargli parecchi
problemi a Hogwarts, non voglio che abbia un pure un cuore spezzato per colpa di
mio figlio.”
“Papà ci tengo molto ad Harmony”
“Si, ma so che hai un’altra ragazza a Hogwarts. Dimmi la
verità non è che per te Harmony è solo un avventura o che so io una scommessa.”
“Ehi mi conosci sai che non faccio di queste cose” e
respirò profondamente “Credo di amarla, papà. Credo di essermene innamorato.”
“Credi?”
“Non lo so” rispose lui “E’ strano, ogni volta che c’è lei
mi sento strano, è come volare su un manico di scopa a tutta velocità, poi ho lo
stomaco in subbuglio e sento il cuore perdere un battito ogni qual volta che
vedo i suoi occhi, che sento il suo profumo. Quando so che la devo incontrare
sono stranamente allegro e conto i secondi. Non so se riesco a spiegarmi.”
Il genitore sorrise: “Ti sei spiegato bene, ragazzo, e
credo proprio che tu sia del tutto cotto. Conosco bene le sensazioni che provi,
le ho provate anch’io per tua madre e devo confessare di provarle ancora oggi,
mi innamorò di nuovo di lei ogni giorno”
“Oh guarda il grande Draco Malfoy, il principe dei
serpeverde, il mangiamorte rinnegato che diventa sentimentale a parlare della
mia mamma.”
“Ehi ragazzo, non sei ancora abbastanza maturo per poter
sfottere in questo modo il tuo vecchio.”
“E quando lo sarò vecchio mio?”
“Più o meno la prossima settimana.”
Padre e figlio si misero a ridere poi Draco continuò serio:
“Mi raccomando di stare attento, non solo con Harmony, di recente gli attacchi
dei nuovi mangiamorte sono diventati più frequenti, anche se il ministero cerca
di insabbiare tutto. Guardarti le spalle”
La voce di Harmony riportò Acrux alla realtà.
“A cosa stavi pensando?”
“Niente d’importante. Ecco siamo arrivati.” Disse il
giovane mago.
Harmony guardò il negozio e lo trovò già strano per essere
un negozio di maghi. Si trovava ad angolo fra due strade, le mura erano dipinte
di viola e c’erano ampie vetrine con scherzi e i più strani aggeggi mai visti.
Sopra l’insegna “Tiri visti Weasley” c’era un enorme puppazzone in legno con un
capello a cilindro sulla testa.
“Rappresenta i miei zii Fred e George.” Disse Acrux notanto
che Harmony lo guardava incuriosita. “Quando il negozio è aperto muove gli occhi
e si toglie il capello e sotto c’è un coniglio bianco.”
“Forte.” Mormorò Harmony.
“Sai non ricordo d’averlo mai visto chiuso. I miei zii si
divertono veramente tanto con il loro lavoro ed è stato tuo padre a dar loro i
soldi per aprirlo, mi sembra con il premo del torneo tre maghi.”
La giovane strega sorrise e notò che vicino alla porta
c’era una piccola tarda in bronzo: “Questo emporio è dedicato alla memoria di
nostro padre e di nostro fratello Charlie. Perchè sapevano ridere e scherzare
come pochi.”
Acrux stava per entrare nel negozio, aveva già la mano
sulla maniglia in ottone quando Hamony lo fermo prendendolo per un braccio per
un braccio, gli mormorò: “Aspetta….”
“Cosa c’è?”
La strega era nervosa e rispose: “Ho un po’ di paura.”
“Perché?” le domandò lui mettendogli una mano sulla spalla.
Lei abbassò lo sguardo e sussurrò: “Non conosco quella
gente la dentro, ma loro sanno chi sono, forse si aspettano un’altra persona.
Forse aspettano Harry Potter o la figlia del prescelto, ma io sono solo Harmony.
Acrux, fino a tre mesi fa non sapevo niente di tutto questo, non sapevo d’essere
una strega, ne d’essere la figlia di due eroi.” E si scostò da lui dandogli le
spalle. “Non voglio deludere nessuno.”
“Tu non potresti maio deluderai nessuno, piccola, ma poi
che cosa te ne frega? Si te stessa, è la cosa più importante.” Disse il giovane
serpe verde sorridendo. “Le persone che sono venute a festeggiarti e a
conoscerti sono fantastiche, loro hanno conosciuto veramente tuo padre e l’hanno
amato per com’era, hanno saputo vedere oltre una stupida cicatrice e oltre la
sua leggenda. Harmony guardami…”
La ragazza si voltò.
“Sono tutte persone eccezionali dargli la possibilità di
conoscerti e di amarti come…. Ehm andiamo”
“Come?”
“Come che?”
“Avanti Malfoy, finisce la frase se hai coraggio” disse lei
ridendo e mentre lo metteva alle strette.
“Non so di cosa tu stia parlando?” domandò lui un po’
agitato.
“Ah no” rispose lei mentre gli veniva vicino “Io invece
credo di si?”
Il serpeverde si trovò ben presto con le spalle sulla porta
del negozio.
“Mi sembra, biondo, che tu sia in una brutta posizione.”
Acrux sorrise “A me non sembra.” veloce le prese il volto
fra le mani.
“Che vuoi fare?” domandò lei arrossendo.
“Oh Merlino, ma non ti stanchi mai di parlare, Granger.” E
senza aspettare la risposta la bacio, lei lo spinse contro la porta, questa si
apri, e i due ragazzi caddero uno sul altro dentro il negozio pieno di gente.
Alzato il viso Harmony vide per prima la madre diventare di
tutti i colori, ed esclamò: “Ciao mamma. Conosci Acrux, vero?”
“Buon pomeriggio, signora Granger.” disse il biondo con
tutta la sua faccia tosta.
Draco che stava con Blaise Zabini disse sorridendo: “Quello
è mio figlio.” E Ginny lo guardò male.
Intanto George disse ad alta voce al fratello: “Non ci sono
dubbi è la figlia di Harry.”
Finito il comico incidente la festa ebbe inizio. Il negozio
di scherzi di Fred e George agli occhi della giovane strega somigliava al tè del
cappellaio matto o alla fabbrica di Willy Walka. Era un posto completamente
fuori testa, che rifletteva la personalità dei due Weasley più divertenti.
Il negozio aveva un’ampia sala e due scale che salivano a
forma di otto nei soppalchi, il tutto era colorato da colori sgargianti e
oggetti magici molto bizzarri. C’erano quadri e pupazzi a mola parlanti, teste
imbalsamate che ridevano di chiunque e in angolo una vecchia cabina della
polizia degli anni 60, ma invece d’essere blu era rossa. Dietro il bancone sul
muro era appesa una enorme foto con tutto l’ES ai tempi della scuola con Harry
al centro ed Hermione al suo fianco.
Hermione la guardò, guardò se stessa e poi tutti gli altri.
Ron le si avvicinò e le disse: “Allora sembrava ancora un gioco, non è vero?”
“Già.” Mormorò lei. “Mio dio, ma i miei capelli erano
assurdi.”
“Tu parli dei tuoi capelli guarda, la mia faccia sembravo
un deficiente.”
“Se lo dici tu, finalmente ci sei arrivato; l’epoca lo
pensavo” disse Hermione e guardò Harmony tra Tibby e Acrux e altri ragazzi,
rideva e scherzava.
“Non preoccuparti…” le disse Ron.
“E’ un mondo nuovo per lei, ho paura che non ne conosca
tutti i rischi o che si senta esclusa.”
“Anche per te era tutto nuovo, ma te la sei cavata più che
bene, meglio di tanti che ci sono nati in una famiglia magica. Harmony è una
ragazza forte come sua madre, non avrà problemi e poi a un certo punto devono
affrontare la vita…”
“Ah da quando Ronald Weasley è così saggio?” Domandò
Hermione divertita.
“Ehi sono cresciuto, maturato ho una famiglia adesso.”
“Ron quel videogioco babbano che cercavi è arrivato.” Gli
gridò Fred dall’altra parte del negozio.
Hermione appoggiò il pugno destro alla bocca per mascherare
che stava ridendo.
“Fred!!” gli disse Ron.
“Fratello, lo metto in conto o lo paghi adesso!!”
intervenne George con accanto Luc che rideva pure lui.
Ron lasciò Hermione e andò a rimproverare i suoi fratelli.
“Certe cose non cambiano mai.” Le disse Ginny avvicinandosi
a Hermione.
“Soprattutto quando si tratta di Ron.” Disse la Granger,
poi le due streghe andarono verso il buffet per bere qualcosa e andando a
sbattere quasi contro un coso rosa tutto tulle e nastrini con la scritta:
“Filtri d’amore.”
“Oh Merlino. Ti ricordi?” disse Ginny.
“Ragazzine roba da ragazzine streghe.” Disse l’altra
strega.
Intanto le paure e le insicurezze di Harmony erano sparite.
La giovane strega capì che Acrux aveva ragione quelle persone erano venute a
festeggiare e conoscere lei, Harmony Granger, non solo la figlia di Harry
Potter. In alto tra le strane decorazioni faceva bella mostra di se un enorme
striscione azzurro con scritto: “Benvenuta e Buon Compleanno Harmony!!!”
Tutti le sorridevano e non erano sorrisi di circostanza.
Era strano, ma tra quella gente per la maggior parte sconosciuta e strana la
giovane strega si sentiva a casa, in famiglia; era una bella sensazione.
Hermione le si era avvicina e le disse a voce bassa: “Devi
dire qualcosa a mamma?”
“Ehm, direi di no.”
“No, perchè, non girarti, ma il ragazzo con cui sei caduta
prima di sta guardando.”
Acrux non riusciva proprio a staccare gli occhi da lei.
Harmony si voltò leggermente lo vide e arrossì.
Intanto Tibby s’avvicino e le due s’allontanarono iniziando
a parlottare fra loro.
“Allora che è successo?” le domandò la ragazza.
“Ci siamo baciati due volte.”
“Come? Mio cugino ti ha baciato.”
“Si e no.”
“Forza racconta.”
“Allora la prima volta lo baciato io…”
“Tu?”
“E si, non sì dava una mossa.”
“Sei fantastica”
“Ma poco fa, mi ha baciato lui, in modo molto più
passionale”
“Harmony!” la chiamò avvicinandosi Hermione “Scusami, ma ci
sono un po’ di persone che ti vogliono conoscere e salutare ti dispiace.”
“Ah no di certo.”
Le tre streghe si avvicinarono a un gruppo di tre strane
persone, tutti sorrisero alla ragazza.
“Allora, Hamony, la professoressa McGranitt già la conosci,
è la preside di Hogwarts.”
“Professoressa, allora non è vero che insegnava a Oxford?”
disse la ragazza scherzando.
“Harmony!!!” esclamò Hermione.
La McGranitt si era messa a ridere “Lasci stare
professoressa Granger. La ragazza dimostra d’avere carattere e coraggio, molto
bene.”
“Professoressa?” domandò un uomo con dei piccoli baffi, ma
dal aria simpatica.
“Si, professore Lupin, da quest’anno insegnerò
trasfigurazione.” Rispose Hermione.
Remus guardò la preside e sorrise: “Ottima scelta, Minerva,
davvero ottima.” Poi di nuovo a Hermione “Bene allora adesso la smetterai di
chiamarmi professor Lupin, ora che siamo colleghi.”
“Non ci riuscirò mai, professore.”
“Non cambi mai.” Disse sorridendo il mago.
“Professore, lei è Harmony mia figlia.”
“Piacere professore.” E gli tesse la mano.
Lupin sorrise, stringendogli la mano e disse: “Io non sarò
un tuo professore, puoi chiamarmi Remus.”
“Ok Remus.”
“Mi piace…. Anche se è presto cosa hai intenzione di fare
dopo la scuola?”
“Non ho dubbi, Remus, farò l’auror.”
“Molto bene allora ti aspetteremo all’accademia.”
“Sarai degna dei tuoi genitori?” disse un uomo anziano con
il viso solcato da cicatrici e che aveva un occhio molto strano, si aspettava
che la ragazza abbassasse lo sguardo, invece lei rimase a fissarlo in un certo
senso con aria di sfida.
Alastor si mise a ridere: “Non c’è dubbio che hai il
coraggio dei Potter, ragazzina.”
Hermione ne fu un po’ contrariata non gli piaceva che
qualcuno notasse che sua figlia fosse simile ad Harry ne che lei volesse
intraprendere la professione di cacciatore di maghi oscuri.
Le presentazioni continuarono mai noiose, Harmony trovò
Fred e George molto divertenti. Poi dal nulla spuntò una piccola testina rossa
di appena sei anni, che subito si nascoste dietro le gambe di Fred.
“Papà?” disse la piccola tirandogli i pantaloni.
“Cosa c’è Lizzy?” domandò Fred scherzando.
La bambina guardava le due streghe molto intimidita: “Papà
perché non glielo chiedi tu per favore?”
“Ma Lizzy, Hermione è un’amica, non devi avere paura di
lei.”
“Papà, per favore…”
“E’ tua figlia, Fred!?”
“E' già, una delle due.” Poi alla bimba “Avanti fatti
vedere.” Ma la bambina non ne voleva sapere.
Hermione si abbassò, sorrise alla piccola e gli disse:
“Esci fuori cosa vorresti chiedermi?”
“Ehm, signora Granger puoi…”
“Si!”
“…firmare la mia figurine delle cioccorane?”
La strega spalancò gli occhi quando vide in mano alla
piccola una figurina che la ritraeva ai tempi del suo quarto anno di scuola.
“Mamma hai delle figurine” esclamò Harmony e poi aggiunse
“Sei carina!”
“Ma… Ma….” e presa la figurina di Lizzy l’autografo e dopo
avergliela ridata il volto della piccola s’illuminò “Grazie. Lo sa signora
Granger….”
“Chiamami Hermione.”
“Ehm si, Hermione che io di secondo nome mi chiamo come te:
Hermione.”
La strega guardò Fred.
“Non è colpa mia è stata Emily, e poi il tuo e quello di
Harry sono diventati nomi molto diffusi dopo la guerra.”
“Ah”
“Harmony!!” chiamò Lizzy che ormai aveva preso coraggio:
“Mi firmi anche tu la figurina quando esce.”
“Ci sono anche le miei figurine?”
“No!!” rispose Lizzy “Ma quando sarai più grande avrai le
figurine.”
“Ok, Lizzy, ma non è che hai qualche doppione della mia
mamma da darmi?”
“Certo ne ho quindici, e anche di Zia Ginny e di Zia Luna.
Se vuoi posso mostrarti la mia collezione”
“Sarebbe bello.”
“Ho anche il tuo papà.”
Fu solo allora che Harmony si ricordò della bacchetta e si
domandò se doveva dire a sua madre quello che era successo da Olivander, cioè
che lei avrebbe avuto la bacchetta di suo padre, fin da piccola raccontava tutto
a sua madre, avevano sempre avuto un rapporto molto onesto, almeno cosi credeva.
“No, non gli dirò nulla almeno per ora.” pensò “La
bacchetta è una cosa mia, solo mia, ed è anche l’unico legame che ho con...”
Dopo incontro con i gemelli madre e figlia si separarono.
Harmony tornò a parlottare con Tibby, che era in compagnia di due studentesse.
Mentre Hermione andò verso il bancone per trovare qualcosa da bere, meglio
ancora se era del caffè.
“Ciao Hermione. Scusa il ritardo e scusami anche con
Harmony.”
Erano passati tanti anni, ma quella voce non era cambiata e
non poteva che appartenere a Luna Lovegood.
“Ciao Luna.” disse trovandosi di fronte a una donna incinta
“Oh mio Dio, Ron non me lo aveva detto?”
“Tipico di Ronald, avere la testa fra le nuove.”
“Di quanti mesi sei?”
“Sette.”
“Non sono gemelli vero?”
“No, per fortuna, ma non lo dire a Ron, credo che voglia
fare una squadra di Quidditch.”
“Uomini, non sono altro che dei bambini troppo cresciuti.”
Disse sarcastica Hermione.
“E’ vero” disse Tonks mentre si univa a loro “Ma è questo
il loro faschino, forse svegliano in noi istinto materno. Ciao Hermione, ciao
Luna.”
“Ciao Tonks.” risposero insieme le due streghe.
Erano di nuovo tutte e tre insieme, Hermione guardò le due
amiche se non fosse stato per loro non sapeva cosa avrebbe fatto quando.
Un mese dopo la scoperta d’essere incinta a Hermione
iniziarono le nausee mattutine, al epoca dormiva in stanza con Luna a Grimmauld
Place, doveva alzarsi e stare molto attenta a non farsi scoprire, ma Luna poteva
essere strana, ma non stupida.
Uscita dal bagno Hermione trovò l’amica bionda appoggiata a
una parete con le braccia conserte.
“Luna” disse sorpresa.
“Tutto bene? Stai bene?” domandò lei alzando lo sguardo.
“Nessun problema.” Rispose spaventata “Non sto molto bene.”
“Sai, Hermione, mia cugina di recente ha avuto un bambino?”
“Ah, sono contenta per lei, anche se non la conosco”
rispose sudando freddo.
“Aveva le nausee tutte le mattina…”
“Scusami adesso vado a vestirmi.” e le passò accanto.
“Di quanti mesi sei?” sussurrò la bionda.
Le due ragazze si guardarono. Hermione si sentì cedere
sulle gambe, Luna sapeva. Respirò profondamente e rispose: “Sono appena entrata
nel quarto mese.”
“Di chi è? Di Ron o di Harry?” disse in modo freddo la
corvonero.
Hermione abbassò lo sguardo e rispose: “Di Harry.”
Luna si lasciò andare a un sospirò di sollievo, la storia
tra lei e Ron era appena iniziata e nonostante la guerra cercavo d’essere
felici.
“Lui lo sa?”
Hermione scosse la testa e aggiunse: “Non lo immagina
neanche.”
“Che intenzioni hai?”
“Non lo so, ho pensato a tutto, ma in realtà non so che
fare.”
“Hermione non potrai tenerlo nascosto ancora per molto,
inizia a diventare evidente. Lui dovrebbe saperlo, ne ha il diritto.”
“No!!!” alzò la voce Hermione, ma si pentì subito “L’unica
cosa di cui sono sicura è che non voglio dirglielo, lui…” e si tocco la pancia
“Lui è solo mio…”
Per un attimo calò il silenzio tra loro.
“Sei stata da un medico?”
“No.”
“Dovresti.”
“Si, ma dove?”
“Al San Mungo c’è un consultorio….”
“Luna, mio mal grado io sono diventata famosa, se mi vedono
entrare nel consultorio.”
“Si può trovare un sistema, la polisucco per esempio.”
“Può nuocergli.”
“Ma potresti accompagnare qualcuno per esempio un’amica, mi
metto un cuscino e divento io incinta.”
“Si, così a Ron prende un accidenti.”
In seguito le due ragazze chiesero aiuto pure a Tonks e a
David Giles.
Il padre di Giles era originario di Howl, e lì ci aveva una
casa la diede a Hermione.
E’ cosi Hermione Granger una notte uscì da Grimmauld Place,
dal mondo magico, ma soprattutto dalla vita di Harry Potter, l’uomo che amava.
Arrivò il momento della torta, o meglio delle torte, erano
due: una al cioccolato di buon compleanno, l’altro alla melassa di benvenuto.
Harmony spense in un soffio tutte le candeline e tutti
applaudirono, a parte i gemelli che si misero a esultare, poi Molly taglio le
torte, dando le prime due fette alla festeggiata, che assaggio per prima quella
alla melassa, la sua preferita; era una normale torta alla melassa, ma sapeva di
casa. La streghetta si guardò intorno, la maggior parte di quelle persone le
aveva appena conosciute, alcune da tre mesi altre qualche ora prima, ma si
sentiva a casa.
Dopo aver mangiato la torta Harmony stava per aprire i
regali quando fecero il loro ingresso due ragazzi e una ragazza. Lei aveva la
carnagione scusa olivastra e una giacca di pelle nera. Quello dietro di lei
aveva la barba di qualche giorno, indossava uno spolverino alla Matrix anch’esso
di pelle nera e aveva la mano destra fasciata e si guardava intorno alla ricerca
di qualcuno, il terzo era pallido e con i capelli neri tutti tirati al indietro
e indossava un impermeabile montgomery di taglio piuttosto classico poco adatto
alla sua età. Quei tre guardarono nella direzione di Harmony per qualche minuto.
E la giovane strega si sentì un po’ a disaggio a sentire quegli sguardi su di
lei, soprattutto della ragazza che sembra guardarla in modo indecifrabile,
mentre il ragazzo gli sorrise per un attimo e diede un colpetto alla sua amica
come per dire di smetterla, lei gli diede retta, mal volentieri e intercettò lo
sguardo di Hermione, le due si fissarono per un po’ per poi sorridersi, senza
però rivolgersi ne un cenno di saluto o una parola.
Il gruppo si divise la ragazza e il ragazzo vestiti di
pelle andarono a parlare con Remus, Tonks e Malocchio, mentre il terzo andò da
Fred e poi insieme alla porta del negozio dalla quale dopo alcuni secondi ne
entrò un altro ragazzo più grande degli altri con i capelli castani, e un
soprabito blu di taglio militare.
La ragazza e Tonks intanto ridevano insieme, e il ragazzo
finalmente trovò chi stava cercando cioè Tibby Weasley, si guardarono sorridendo
e lui con il labiale le disse: “Ti amo.” Lei rispose “Anch’io” avrebbe tanto
voluto poter correre da lui e baciarlo anche davanti a tutti, ma Ron era
tollerante fino a un certo punto.
Tibby si avvicinò ad Harmony e le sussurrò: “Hai visto è
venuto, il mio James!!!”
“E’ veramente carino e affascinante. Ma chi sono i suoi
amici?”
“Ecco quelli sono Maurauders. La ragazza si chiama Rigel
Black è molto simpatica ed è la figlia di Sirius Black…”
“Il padrino di mio padre?”
“Si, l’altro è Albus Piton, non mi è molto simpatico, a mio
padre non piace e ancora meno a zio Draco, una volta sono quasi venuti alle
bacchette. Ultimo entrato è Kostaki, lui è un vampiro.”
“Come Laura!!”
Il parlottare delle due streghe venne fermato dall’arrivo
di Hermione: “Allora li vogliamo aprire questi regali?”
“Si, mamma. Vieni anche tu Tibby.”
Tutti i regali erano messi sul tavolo, Harmony non riusciva
a credere ai suoi occhi erano tantissimi.
“Avanti, piccola che aspetti ad aprirli?” l’esortò Hermione.
“Non so da qual è iniziare, mamma?”
“Inizia da quello.” Disse Tibby indicando un pacco molto
grande e dalla forma particolare “E da parte mia e della mia famiglia.”
Harmony lo guardò: “Non è possibile. Oh mio Dio.” E lo
scartò subito “Ma questa è un manico di scopo, Oh Merlino, mi avete regalato una
scopa.” E abbracciò Tibby.
“Non potevamo lasciarti senza?”
Ron e Luna si erano avvicinati sorridenti.
“Sono contenta che ti piaccia, Harmony.” disse Luna.
“Certo grazie tantissimo.”
“E’ una Spitfire, l’evoluzione della Firebolt, raggiunge la
velocità di 260 km/h.” le spiego Ron.
Harmony accarezzò il manico in Tek, non vedeva l’ora di
provarla e cercò con lo sguardo di Acrux.
E si arrivò al ultimo regalo quello di sua madre. Non
appena Harmony aprì la scatola ne balzo fuori qualcosa di nero, che spavento
molto sia la ragazza che quasi tutti i presenti.
Questa si rivelo essere una gattina nera dal pelo corto con
al colo un ciondolo d’oro a forma di Ankh. Il felino, al centro della stanza, si
guardò intorno osservando tutti, per poi guardare attentamente Harmony,
miagolare e avvicinarsi lentamente. La ragazza la prese in braccio e si rivolse
alla madre: “Mi piace un sacco, ma come si chiama?”
“Bastet, si chiama Bastet.”
Ron si avvicinò a Hermione: “Quella gatta mi ricorda
qualcuno?”
“Ah si” rispose la strega sorridendo.
“Anche lei è in parte kneazle, come Grattastinchi?”
Hermione annuì e poi aggiunse: “Cos’è una strega senza un
gatto?”
“E che fine ha fatto il tuo gatto, strega? Non sarà morto
quel dannato sacco di pelli?”
“No, lo sai che i kneazle hanno vite molto lunghe.”
In un altro posto, molto lontano da Diagon Alley, un uomo
rientrò in casa sua, ad aspettarlo alla entrata c’era un elfo domestico, che
preso il mantello bagnato di pioggia, lo salutò: “Com’è andata Harry Potter
signore?”
“Come al solito, Dobby, come al solito. Deed ha preparato
la cena? Ho una fame che mangerei un drago.”
“Si, Harry Potter signore. Ma c’è un ospite che l’aspetta
nel salone.” disse l’elfo preoccupato.
giovedì 17 maggio 2012
Granger Girls
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
QUI E' TUTTO SBALLATOOOOOO !!!!!!!!!! Ognuna scrive quello che gli pare , ( nn fraintendere il testo è stupendo ) ma nn posso più leggerlo !!!!!! Mi piange il cuore ma tutte queste cretinate su Harry e Hermione mi fanno male al cuore ( nn ho problemi cardiopatici XD ) e poi ... NON VA BENE !!!! Fred e Dobby viv ,i Charlie morto , RON CON LUNA !!!!!!! ( assurdo ) Hermione ragazza madre , Ginny con Draco e poi ... GEORGE GAY !?!?!?!?!?!?
Spiacente ma se lo leggo ancora dubiteró della mia coppia del cuore ( R+H )
La tua storia mi piace molto, l'ho conosciuta su efp e sono contenta che la stai riprendendo in mano, quindi continua così :)
Posta un commento